Provato Call of Duty: Black Ops 4 – Blackout

Pochi giorni fa è partita la Open Beta di Call of Duty: Black Ops 4 dedicata all’inedita modalità Blackout. Molto discussa dalle community di tutto il mondo, ma soprattutto dagli appassionati, anche lo sparatutto di Activision si vuole imporre come un punto di riferimento per i battle royale. Non introduce particolari novità, ma riesce comunque ad eccellere in molti aspetti considerati fino ad ora dogmi fondamentali del genere. Scopriamo insieme se Call of Duty: Black Ops 4 – Blackout può davvero competere con titoli come Playerunknown’s BattlegroundFortnite.

Entrati nella lobby abbiamo la possibilità di cambiare personaggio scegliendo tra uno standard oppure tra figure iconiche della serie Black Ops come Alex Mason, Raul Menendez, il Capitano Woods e molti altri. A questo punto possiamo selezionare una delle quattro modalità disponibili: Singolo, Coppia, Quartetti e Close Quarter Frenzy. Quest’ultima sembra essere una versione ristretta della classica battle royale, quindi più improntata a scontri frequenti e diretti. Nelle impostazioni, invece, potremo sbizzarrirci nel modificare ogni sorta di opzione grafica, sonora o relative all’interfaccia e i comandi. Inoltre viene mostrato l’uso della VRAM, funzione perfetta per tutti gli utenti PC che vogliono vedere fino a che punto possono spingere le prestazioni del titolo. Terminati i preparativi, il matchmaking inizia molto velocemente, senza dover attendere troppo tempo nella lobby.

Troveremo una lobby minimale e tanti personaggi da sbloccare avanzando nel gioco.

Siamo rimasti sorpresi dal fatto che non dobbiamo semplicemente gettarci da un aereo e poi lanciarci in picchiata verso il terreno, ma potremo spostarci molto liberamente grazie ad una tuta alare. Tuttavia, quando penseremo di starci per schiantare al suolo, cominceremo a camminare come se nulla fosse senza dover aprire il paracadute, risultando decisamente poco realistico, contrariamente a come avviene durante la partita effettiva. Nel matchmaking, infatti, avremo del tempo per poter riscaldarci con alcune armi sparse per la mappa, o anche per scoprire le meccaniche che ci serviranno per sopravvivere. In questa fase ci è capitato di attendere davvero troppo prima del countdown per cominciare a sparare sul serio, il che potrebbe essere noioso per alcuni, ma quando sentiamo una voce dire “Blackout” lo schermo si oscura e inizia la partita.

La tuta alare ci permette di spostarci con più facilità mentre atterriamo.

Le animazioni appaiono immediatamente di eccellente fattura: vediamo una dissolvenza in entrata che ci mostra prima degli elicotteri, poi l’aereo che trasporta i soldati, il cui portellone posteriore si apre per far scendere tutti. Lanciandoci con la tuta alare, notiamo subito la comoda barra dell’altitudine che ci indica quando il paracadute si aprirà automaticamente. Appena tocchiamo terra, la partita inizia ufficialmente e dobbiamo cominciare a raccogliere armi, munizioni, medikit, borse, protezioni e accessori di ogni tipo. Completamente tradotto in italiano, dai testi ai dialoghi, veniamo aggiornati spesso via radio riguardo il restringimento del cerchio, che avviene con frequenza costante. Perfettamente bilanciato, non abbiamo mai dovuto correre verso il centro per evitare di perdere energia vitale. Questa arriva a 150 punti, ma utilizzando particolari medikit si può raggiungere anche 200. Non è possibile fare in modo che la salute aumenti automaticamente, il che va più che bene per il fattore sopravvivenza. Dopotutto, non abbiamo avuto mai problemi di mancanza di medicinali, visto che sono generalmente facili da trovare, forse anche troppo.

 

L’interfaccia di gioco ci mostra tutto ciò di cui abbiamo bisogno e i relativi comandi per compiere una determinata azione. Sotto la minimappa troviamo un indicatore della nostra vicinanza al cerchio, il numero di medikit in inventario accanto la quantità di punti vitali, le uccisioni e utenti ancora vivi in bella vista in alto a destra e addirittura il numero di caricatori e munizioni ancora disponibili. Quest’ultima è stata una novità che ci ha sorpresi, in quanto ci rende capaci di prepararci a meglio a un eventuale scontro frontale con il nemico. Per visualizzare l’equipaggiamento, ci basta tenere premuto il tasto Tab e troveremo il nostro inventario nella sua interezza. Sulla sinistra abbiamo ogni tipo di munizione presente in Blackout e la relativa quantità, apparentemente senza limite di trasporto. In basso c’è una sezione generale con i medikit, caricatori e oggetti di ogni tipo. Inoltre, sulla destra potremo personalizzare la nostra arma con mirini, canne, calci, caricatori e così via. Se ci capita di trovare delle cassette abilità possiamo sfruttarne alcune molto interessanti: certe ci consentiranno di localizzare veicoli attraverso i muri, altre di avere più punti vitali del normale e molto più. Infine, l’interfaccia ci ha dato l’impressione di essere rapida e accessibile come poche, ed è un bene perché queste sono qualità necessarie per imporsi come titolo competitivo. Potremo anche fare fuoco sott’acqua, ma non abbiamo trovato alcun indicatore dell’apnea, il che ci ha messo in pericolo più di una volta.

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno nel modo più intuitivo e rapido possibile.

Parlando della qualità generale, Blackout riesce ad imporsi perfettamente come battle royale, prendendo i canoni classici del genere e adattandoli a quelli che sono stati gli standard della serie di Call of Duty negli anni. Un’azione frenetica e divertente, basata sì sulla fortuna, ma anche sull’abilità del giocatore di essere il primo a sparare e a uccidere. La possibilità di guidare veicoli ci dà l’occasione di lanciarci più lontano dal centro per trovare armi più potenti, il rampino offre maggiori aperture tattiche e la presenza del fuoco amico ci costringe a stare attenti a dove miriamo. Insomma, Blackout può davvero fare la differenza e mettersi al pari di opere come Fortnite o PUBG. Tuttavia, pensiamo che il primo risentirà meno della concorrenza con Call of Duty: Black Ops 4, in quanto free to play, mentre Playerunknown’s Battlegrounds potrebbe essere maggiormente condizionato. Infatti, dopo averli provati entrambi, risulta ovvio come Blackout sia effettivamente di fattura maggiore e in grado di offrire un’esperienza decisamente più divertente e immersiva.

Staremo a vedere in che modo il pubblico riceverà questa modalità quando Call of Duty: Black Ops 4 verrà rilasciato su PlayStation 4, Xbox One e PC tramite Battle.net il 12 ottobre 2018. Restate connessi su VMAG per non perdere ulteriori informazioni sul titolo e su Blackout, disponibile assieme la versione completa al lancio.