Ammettetelo, l’ibrido uomo-macchina ha quel fascino perverso che portato più volte l’essere umano ad intersecare il questo tema con quello del sesso. Trasversalmente al fattore di localizzazione culturale la narrativa, in tutte le sue forme, ha parlato del rapporto tra sesso e mecha. Si sa, i giapponesi su questo sono proprio all’avanguardia: dal membro metallico di Testuo, alle chat erotiche di Ghost in The Shell i narratori del sol levante sono sempre stati particolarmente attratti dal fascino erotico di circuiti e meccanismi. In realtà però buona parte della fantascienza tutta ha affrontato questo tema, anche se non direttamente. Per le mie origini cinefile non posso non ricordare Gigolò Joe, droide gigolò di AI – Intelligenza artificiale, opera mancata di Stanley Kubrick, o ancora la bellissima Rachael di Blade Runner, androide che riesce a muovere il cuore del freddo Deckard.
Mai nella vita, però, avrei ipotizzato di trattare il sesso mecha dal punto di vista della fecondazione! Ebbene, la realtà supera sempre l’immaginazione e dopo aver visto il video sugli spermabot posso affermare con certezza che la tecnologia non è molto lontana dall’implementazione della nano-macchine tanto amate da Kojima.
Scherzi a parte la nano-robotica per uso medicale è un argomento molto delicato e molto discusso ultimamente soprattutto per i grandissimi passi in avanti compiuti sia in ambito medico che in ambito robotico. I biobot, robot biologici programmati per adottare un determinato comportamento, sono l’ultima frontiera della assistenza sanitaria e gli spermbot sono un particolare tipo di biobot composto da una testa di spermatozoo inserita in una coda metallica che funge da motrice.  L’obiettivo è quello di creare uno spermatozoo che possa essere manovrato dal medico in modo da facilitare l’incontro con l’ovulo: una nuova e meno invasiva forma di fecondazione assistita.
La procedura di questa sperimentazione prevede che il medico guidi lo spermatozoo verso l’ovulo attraverso l’ausilio di campi magnetici che interagiscono direttamente con il metallo di cui è fatta la coda.
Strano allora che Magneto abbia solo tre figli..
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