Si potrebbe dire che Palmer Luckey sia un sognatore, ma a quanto pare un sognatore con i piedi per terra. Il fondatore di Oculus VR e creatore del visore per la realtà virtuale Oculus Rift, ha spiegato come mai la sua azienda non abbia ancora raggiunto il successo sperato, nonostante l’acquisizione da parte di Facebook per due miliardi di dollari denoti determinate potenzialità del prodotto. Nel corso di un’intervista avvenuta durante la Silicon Valley Virtual Reality Conference & Expo (SVVR) la settimana scorsa, Luckey ha spiegato come sia in effetti facile pensare che la realtà virtuale possa essere un successo di massa, ma che nonostante ciò l’Oculus Rift e i dispositivi simili non sono ancora arrivati ad avere questo successo.
Luckey ha infatti dichiarato “Ciò che siamo è qualcosa che viene visto dalla maggior parte della gente come un qualcosa di interessante. E’ facile pensare che la realtà virtuale sia un enorme successo quando ci si ritrova in un turbinio di notizie al riguardo. Ma al momento non lo è, e c’è ancora parecchia strada da percorrere. Generalmente le persone sanno a malapena che cos’è questo Oculus Rift di cui hanno sentito parlare, sapete?” ha poi aggiunto: “Quegli occhiali per viaggiare’, quegli ‘occhiali per giocare’, oppure ‘il simulatore di assassinio […] Ma non pensano necessariamente ad esso come un qualcosa di cui potrebbero avere bisogno nella vita di tutti i giorni, e prima di arrivare a quel punto c’è ancora molta strada da fare”. Il fondatore di Oculus VR ha poi concluso: ” La realtà virtuale non si trova ancora a quel punto, ed è solo quando ci si troverà che diverrà un successo di massa”.
Per far comprendere meglio il suo punto di vista, Palmer Luckey fa riferimento a quel periodo in cui addirittura gli smartphone, che ormai utilizziamo nella vita di tutti i giorni, erano utilizzati soltanto da poche persone come dispositivi utili nel corso della giornata. Lo stesso starebbe accadendo con la realtà virtuale. Lo smartphone è riuscito a radicarsi talmente in profondità nel consumo di massa da raggiungere target di clientela improbabile come ad esempio le persone anziane, e questa è una condizione che la realtà virtuale deve ancora raggiungere.
In effetti quanto dice Palmer Luckey non si allontana dalla realtà, e le attuali vendite dei dispositivi Oculus Rift ne sono una riprova. Nella sua versione del kit development 1 (DK1), distribuito per permettere agli sviluppatori di realizzare software legati alla realtà virtuale, Oculus Rift ha venduto 60.000 unità. Mentre per quanto riguarda il secondo kit per lo sviluppo (il DK2), Oculus ha venduto dal 14 Aprile scorso ad oggi circa 25.000 unità. Ad essersi procurati il dispositivo sono per ora per lo più appassionati della realtà virtuale, e i numeri sono molto lontani da quelli che ci si aspetterebbe per un prodotto di consumo di massa. Ed è così che dovrebbe essere per adesso, dal momento che la società deve ancora rilasciare un dispositivo che sia fruibile ai più. Per ora però, non ci sono date confermate al riguardo. Dovremo perciò aspettare prima di vedere Oculus Rift come un canonico prodotto casalingo.