Il lancio del nuovo Samsung Gear VR sarà accompagnato da un controller Bluetooth di proprietà dell’azienda coreana, ma in realtà è stata assicurata la compatiblità con ogni altro tipo di controller che fa uso di questa tecnologia di trasmissione dati senza fili. Però questo fa sollevare un’altra domanda: quella legata alla necessità di utilizzare le proprie mani come “input di default” in un mondo virtuale.
Palmer Luckey è dello stesso avviso, dichiarando che i controller tradizionali non sono la cosa migliore per la VR.
Non credo che rappresentino il giusto sistema di input, sono destinate ad arrivare interazioni più ricche per la realtà virtuale.
Dopo una dichiarazione del genere è lecito chiedersi quando Oculus creerà questi sistemi di input (anche se in realtà qualcuno ce l’aveva già spifferato), e a questo proposito Palmer continua dicendo:
Quando lo creeremo o quando l’annunceremo?
Dopo essersi sbottonato così tanto però è subito tornato sui suoi passi:
Dire che qualcosa del genere sia in sviluppo è un impegno pesante, direi che stiamo facendo tanto lavoro di ricerca e sviluppo per la questione input, siamo a conoscenza del fatto che giocare con il pad sia un’esperienza abbastanza orribile pensando a come invece tutti noi intendiamo la realtà virtuale, cioè avere l’abilità di vedere le proprie mani e di interagire con il mondo in modo naturale.
Non è un segreto che Oculus VR abbia affidato a Carbon Design Group, l’azienda responsabile del design del controller dell’Xbox 360 e del Kinect, il compito di pensare ad un sistema di input per Oculus Rift.
Come parte dell’accordo, il team diventerà ufficialmente una componente chiave del gruppo di ingegneri di Oculus, lavorando dallo studio di Carbon nell’area di Seattle. Lavoreranno inoltre in stretto contatto con il team di Ricerca e Sviluppo di Oculus a Redmond.
Sebbene Oculus VR abbia il talento e le risorse per riuscire nell’impresa da solo, la strada non sembra così facile.
È davvero un problema difficile. C’è una ragione se nessuno è riuscito a creare un dispositivo in grado di fare tutte quelle cose che noi ci immaginiamo quando pensiamo alla VR. Ma è un progetto su cui stiamo spendendo tanto tempo ed energie, perché pensiamo che sia estremamente importante.
Insomma, Palmer lo vuole e ci crede, e sono sicuro che lui e il resto del team di Oculus VR riusciranno a tirare fuori dal cilindro un dispositivo che ci farà reimmaginare la realtà virtuale ancora una volta. Rappresenterà probabilmente la prossima grande rivoluzione del mondo del gaming (e non solo), andando a rendere davvero completo quel sogno che abbiamo tutti noi di poter davvero vivere in un altro luogo, facendo cose straordinarie.
E io non vedo l’ora.
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