Lionhead: il free-to-play non è il male assoluto

Il free-to-play porta con sé una cattiva nomea. Sarà per questo che personaggi come Cliffy B o Satoru Iwata cercano di distanziarsene quanto più possibile. A ripulire la reputazione del free-to-play ci pensa anche il game director di Fable Legends, David Eckelberry, che in una recente intervista ha spiegato perché ha adottato il modello F2P per il nuovo episodio della serie creata da Peter Molyneux. Stando alle sue parole, il free-to-play non è stata una decisione imposta da Microsoft, ma piuttosto una scelta frutto della sperimentazione. Eckelberry sostiene, comunque, che il modo in cui Fable Legends sfrutta il modello free-to-play non andrà a influire negativamente sull’esperienza. Ecco le sue parole:

È un modello che è un’arma, in un certo senso. E quindi, un’arma può essere usata per fare il bene, o per fare il male. Volevamo essere sicuri che il mondo sapesse che non stiamo facendo questo per ragioni di business model. Nessuno è venuto in Lionhead Studios e ha detto: “Vogliamo che facciate un gioco free-to-play”. Ci hanno detto: “Fate un nuovo gioco di Fable”. E noi abbiamo detto: “OK, sperimentiamo, siamo innovativi”.

Certo, queste dichiarazioni sanno molto di “fuffa” PR creata ad hoc. E la cosa sembra ancora più triste, se pensiamo al destino di Peter Molyneux, che dopo aver visto il suo Dungeon Keeper snaturato da EA e trasformato in un gioco F2P dei più beceri, ora deve assistere anche alla trasformazione di Fable. Prendiamo quindi con le pinze le parole di Eckelberry, che dichiara:

Microsoft è molto più interessata a creare una community di giocatori felici e rendere Xbox e Windows 10 un posto divertente per giocare: non ha bisogno che siamo cattivi.

Il motivo per cui Lionhead non ha annunciato il modello di business di Fable Legends fino ad adesso è perché lo studio voleva che i giocatori lo percepissero come un gioco tripla AAA ad ampio respiro. Annunciare la natura free-to-play del titolo avrebbe indotto le persone a pensare che si trattasse di qualcosa che non è.

È un progetto di grandi dimensioni per Lionhead, grande come tutti quelli che abbiamo fatto finora. È il gioco di Fable più grande e costoso di sempre, in termini della quantità di tempo che ci stiamo investendo e la grandezza del team. Volevamo che il mondo lo capisse; volevamo che tutti capissero che volevamo fare questa cosa innovativa. Che vi chiedessimo di pagare 60 euro per averlo, o lo portassimo sul mercato in questo modo, volevamo che le persone fossero entusiaste all’idea di giocarlo, invece di preoccuparsi di come l’avrebbero acquistato.

È emblematico dei nostri tempi che una serie come Fable diventi free-to-play. Staremo quindi a vedere come Lionhead e Microsoft gestiranno il modello di business. A quanto pare, sarà possibile sperimentare l’intero gioco gratuitamente, senza aree ristrette, limitazioni per le quest e timer. Da dove prenderà i soldi Microsoft, dunque? Questo non è ancora dato saperlo.

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