Destiny: L’oscurità dal profondo: la recensione di VMAG

A distanza di tre mesi dall’uscita di Destiny, i giocatori sanno bene o male cosa aspettarsi da questo sparatutto online. Una buona espansione dovrebbe quindi esaltare un aspetto finora messo in secondo piano, o magari andare a proporre una sfaccettatura nuova. Sfortunatamente, non è quello che accade ne L’oscurità dal profondo, che invece si limita a mantenere lo status quo, conservando i pregi e i difetti del gioco base.

La premessa narrativa vede un vecchio nemico risorgere: Crota, figlio di Oryx, deciso a vendicare la sua caduta per mano di antichi e coraggiosi combattenti. Per essere un gioco che finora non ha brillato per approfondimento narrativo, ne L’oscurità del profondo troverete degli interessanti scampoli di caratterizzazione. Salutato il robottino del gioco principale, questa volta a guidarvi ci sarà una guardiana, di nome Eris Morn. Ancora una volta, la storia viene relegata a pesanti spiegoni prima e dopo le missioni, ma Eris è un personaggio interessante, afflitta com’è da stress da disturbo post-traumatico. Una creatura fortemente umana in un mondo che spesso tende a essere asettico.

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La guardiana porterà ai nostri personaggi nuovo equipaggiamento per il nostro arsenale, nuove complicate taglie e la possibilità di acquistare materiale per i potenziamenti (cosa che fino ad ora era impossibile). Conversando con la donna saranno automaticamente sbloccate le nuove missioni e i nuovi assalti, nei quali dovremo sconfiggere i sudditi di Crota per destabilizzare i suoi poteri, fino a giungere all’incursione finale, La Fine di Crota, che rappresenta il climax ma anche l’unico contenuto veramente degno di nota del pacchetto. Il suo gameplay è basato sulla risoluzione di obiettivi, offrendo una varietà che fa infuriare se pensiamo a quanto migliorerebbe Destiny nel suo complesso se solo fosse imitata anche altrove.

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[su_quote]C’è un grande spettro che aleggia in tutto questo sistema: è la mancanza di senso alle azioni che compierete[/su_quote]

Alla fine i contenuti sono davvero molto esigui: abbiamo tre missioni per la storia e un nuovo assalto, per un totale di circa due ore durante la quale, fondamentalmente, rivedrete le stesse cose che avete visto nel gioco base. Il nuovo raid, a differenza della Volta di Vetro, si presenta d’altronde più immediato e di più facile soluzione, e non richiede la presenza di più giocatori per essere completato (consigliamo comunque una squadra di sei personaggi); inoltre, permetterà al giocatore di arrivare fino al livello 32.

L’implementazione delle nuove armature e delle nuove armi ha modificato le statistiche dei vari personaggi e le possibilità di potenziamento: tutti coloro che avevano acquistato o ricevuto armature e armi prima dell’arrivo dell’espansione non avranno le statistiche aggiornate, che saranno potenziabili solo attraverso l’NPC Xur, il quale deciderà quale pezzo dell’armamento Esotico potenziare (varia ogni settimana). I mercanti dell’avanguardia e del crogiolo sono stati appositamente riforniti con il nuovo armamento, perciò raggiungere il livello 30 è ora molto più semplice, mentre per arrivare al 32 dovremmo utilizzare i nuovissimi Frammenti Radianti: tanto rari quanto preziosi, i Frammenti possono essere ottenuti principalmente dall’incursione di Crota e sono necessari per potenziare le nuove armature. Per le armi dell’incursione invece dovremmo disporre del Nucleo Runato, ottenibile solo da Eris dopo aver raggiunto il Grado 3 della Sventura di Crota.

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Nulla da dire sull’inossidabile qualità delle meccaniche shooter made in Bungie. C’è, tuttavia, un grande spettro che aleggia in questo sistema: è la mancanza di senso alle azioni che compierete. Infatti, l’unico motivo per cui svolgete le missioni di Eris è aumentare la reputazione nei suoi confronti, per comprare nuovi oggetti che tuttavia non aggiungono innovazioni a livelli di gameplay; sembra esserci in Destiny un overflow  di contenuti di cui non se ne sente il bisogno, e l’espansione non fa che amplificare questo difetto. Non aiuta che la maggior parte delle attività con cui avrete a che fare sono simili alle missioni che avete già giocato fino alla nausea, e neanche i premi brillano per valore.

Non solo, L’oscurità dal profondo richiede sulla carta che voi siate al livello 28, ma allo stesso tempo la maggior parte delle attività che potete svolgere vi richiede, per essere godibili, di essere quanto meno al livello 29; questo si traduce quindi in grinding selvaggio, ancora più che nel gioco standard. Alla fine dei conti, anche se ci sono stati dei miglioramenti come la possibilità di potenziare le armi attraverso un venditore invece che grindando, il gioco soffre di una tendenza all’annacquamento: le ore di gioco in più sono perlopiù drogate da compiti ripetitivi, come potenziare l’equipaggiamento Esotico. In definitiva, L’oscurità dal profondo è un gioco che non vale la candela. Destiny è una piattaforma in continua evoluzione, ed è necessario che Bungie detti con rigore la sua crescita. Un more of the same come questo, peraltro piuttosto esile, non è la soluzione.