Igarashi: “Vi presento Bloodstained, l’erede di Castelvania”

La speranza è l’ultima a morire e, a volte, è capace di riservare incredibili sorprese. A ricordarci che questi piccoli miracoli avvengono davvero ci ha pensato Koji Igarashi, leggendario creatore di Castlevania: Symphony of the Night, che proprio questa mattina ha annunciato al mondo il suo ritorno in scena, decisamente in grande stile.

Dopo essersi separato da Konami nell’ormai lontano 2013 e aver intrapreso un percorso da sviluppatore indipendente, IGA si è potuto infatti concentrare sui suoi obiettivi personali, senza tutti quei limiti e quelle restrizioni da prima imposte dalla stessa società giapponese che lo ha ospitato per oltre 10 anni. Il risultato? Il suo nome è Bloodstained: Ritual of the Night ed è a tutti gli effetti considerato l’erede spirituale di Castelvania.

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Il titolo, definitivo ironicamente dallo stesso Koji come un “Igavania“, è apparso questa mattina tra le pagine di Kickstarter, dimostrando già dopo pochissime ore quanto possa essere grande l’affetto (e il portafoglio) dei fan nei confronti della serie del più iconico cacciatore di vampiri dell’universo videoludico. Ma di cosa stiamo effettivamente parlando?

Bloodstained: Ritual of the Night sembrerebbe porsi il nobile obiettivo di donare nuova vita alle atmosfere dei primi capitoli della serie, rispolverando il genere e le meccaniche degli action in 2D tanto cari ai seguaci più nostalgici. Impersonando una giovane orfana di nome Miriam e facendo uso delle sue abilità magiche per invocare demoni siamo pertanto chiamati a destreggiarci tra mostri, enigmi e sentieri nascosti all’interno di un misterioso e sperduto castello, sotto le note malinconiche composte per l’occasione da Michiru Yamane e Ippo Yamada.

Cosa aspettarci dunque da Bloodstained? Koji Igarashi, tramite le pagine di Gamespot, si è lasciato sfuggire qualche altro dettaglio interessante, utile per gettare un po’ di luce sull’enigmatico nuovo titolo.

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G: Descrivi Bloodstained come un gioco “Igavania”; cosa significa questo per te?

K: So che la parola Metroidvania è utilizzata per descrivere questo tipo di gioco, ma Metroid è IP di Nintendo, e voglio rispettarlo. Da qui in avanti, questa produzione ha bisogno di avere il mio IP e le mie idee, per cui mi sembrava opportuno utilizzare un nome diverso per il mio primo titolo indipendente. Inizialmente mi sono preoccupato del fatto che potesse sembrare un po’ narcisista, ma alla squadra che mi ha aiutato con la campagna è sembrato un buon nome per il nuovo sotto-genere di giochi che voglio creare. Come vi suona?

G: Ci sono molte somiglianze tra Bloodstained: Ritual of the Night e Castlevania: Symphony of the Night che vanno al di là di concetti generali di gioco. Miriam e Gebel sono molto simili a Alucard e Dracula. Viene menzionato un castello che rende tutto molto misterioso. Perché questi elementi sono importanti nei confronti di Bloodstained?

K: Symphony of the Night è stata una notevole influenza sui titoli successivi, quindi tornando a lavorare su questo gioco con alcuni membri del personale è stato inevitabile che ci fossero delle somiglianze, inoltre è quello che i fan sembrano volere. Alcuni dei concetti chiave di Bloodstained includono il dark fantasy, le atmosfere goth, l’esplorazione, il crafting e, naturalmente, l’immagine chiave di “vetro” che lega molti degli elementi di gioco, ma non è uno sforzo cosciente per rendere i giochi simili.

G: I personaggi femminili principali sono ancora relativamente rari nei giochi di oggi. Come hai deciso che Miriam fosse la protagonista?

K: Sono sempre stato appassionato dei personaggi femminili forti e li trovate in molti dei miei giochi. Questo titolo su Kickstarter è un nuovo capitolo della mia vita, così ho pensato di provare un altro personaggio femminile e di scuotere un po’ le cose. Detto questo, sbloccare una controparte maschile è uno degli obiettivi principali, quindi mi piacerebbe dare alla gente il maggior numero possibile di opzioni.

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G: E’ stato facile ottenere il finanziamento iniziale per Bloodstained?

K: E’ stato molto più difficile di quanto immaginassi, in realtà. Avendo un’esperienza sia critica che finanziaria nella creazione di questi tipi di giochi, avrei immaginato che sarebbe stato meno rischioso di altri titoli che stavano venendo considerati da altri publishers. Ma tutti l’hanno lasciato perdere per un’ampia varietà di ragioni. Ho lasciato Konami più di un anno fa e pensavo che nel giro di 6 mesi avrei ricevuto qualche proposta… ma nessun editore importante voleva correre il rischio di dare una chance alle mie idee, che erano davvero scioccanti. L’industria dei videogiochi è molto più difficile da indipendente rispetto al lavoro protetto in uno studio di sviluppo interno in un publisher. Per fortuna, stavo lavorando con Ben Judd a DDM (già di Capcom, ora aiutava gli sviluppatori indie in Giappone) e ha continuato a cercare altre opzioni di finanziamento per fare in modo che il mio sogno si trasformasse in realtà.

G: Oltre alla produzione di versioni fisiche del gioco, in che modo  la campagna Kickstarter servirà a migliorare Bloodstained?

K: Ci saranno personaggi giocabili aggiuntivi, più nemici, boss a altre armi. Voglio dare a questo gioco grande spessore. Penso che la gente abbia apprezzato l’enorme quantità di contenuti nei miei giochi precedenti, e voglio assicurarmi che anche questo possa divertire i fan che lo giocheranno. E, se si raggiungono gli obiettivi sufficienti, potremmo essere in grado di aggiungere eventuali modalità online e nuovi sistemi. Ma i sostenitori dovranno sbloccare gli obiettivi dei donatori nella pagina KS per scoprire esattamente di cosa si tratta.

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Non ci resta dunque che attendere i prossimi mesi per ricevere qualche informazione in più riguardo l’ambizioso progetto di papà Igarashi ma, considerando che si tratta ancora di un concept (seppur molto elaborato), ci è abbastanza chiaro che dormiremo sogni tranquilli ancora per un po’.

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