Jackbox Party Pack 7 Recensione – Ora senza filtro per volgarità

Ammettiamolo: in realtà non è mai esistito.

Siamo finalmente tornati a parlare di Jackbox Games, uno dei re indiscussi dei party game che si è reso noto nel panorama videoludico grazie alla genialità e ilarità delle sue opere – interamente volte a far spanciare dalle risate i gruppi di amici. Per chi ormai è appassionato dei minigiochi di mano loro, il lancio di un nuovo pacchetto significa organizzare un immediato raduno di volontari, smartphone alla mano, e decretare una volta per tutte chi si merita il titolo di Comico dell’Anno. Sebbene non regga il confronto con colossi come Fall Guys e Among Us, il nuovo Jackbox Party Pack 7 irrompe in un 2020 dalle numerose piaghe per radunare le persone e strappare un sorriso (molti più di uno, anzi) a chiunque conosca l’inglese e voglia mettersi in gioco. Riesce però a reggere il confronto con i suoi predecessori? Forse, o forse no. In realtà sì. Specie grazie a un certo campione di cui parleremo. Ma ora, come vuole la tradizione, prima le spiegazioni.

In caso non abbiate mai sentito di parlare di queste perle della comicità (altrimenti potete saltare il tutorial), i pacchetti di Jackbox Games come Jackbox Party Pack 7 sono collezioni di cinque minigiochi a gruppi, generalmente da 3 a 8 giocatori, che mettono alla prova la creatività, l’intuito e il senso dell’umorismo dei partecipanti. Ogni pacchetto offre cinque sfide uniche, con regole e meccanismi diversi dal passato (quasi sempre), così da andare a formare una vera e propria antologia dei party game assieme ai precedenti titoli. Per giocare basta che solo una persona possieda il Pack, mentre gli altri possono connettersi in qualunque momento da qualsiasi dispositivo, tramite il sito jackbox.tv. Se la stanza è piena, chi non ha trovato posto può comunque unirsi come Spettatore e prendere parte alla competizione, ribaltando talvolta il risultato. Considerando il prezzo ridotto e i requisiti infimi, tanto che pure un tostapane potrebbe reggerla, quest’opera è sotto ogni punto di vista un più che perfetto passatempo in compagnia.

 

Cinque minigiochi, uno più bello dell’altro, in quello che potrebbe essere il miglior Jackbox Party Pack di sempre.

 

Ma. Ci sono dei ma, come sempre. Esattamente come le scorse edizioni, i minigiochi sono brevi e talvolta molto ripetitivi, portando velocemente alla noia se si abusa troppo di una sfida. Ergo, Jackbox Party Pack 7 è adatto per essere usufruito sporadicamente, generalmente per un periodo di tempo che va dalle 2 alle 5 ore massimo. Inoltre, alcune sfide sono eccessivamente superiori ad altre, rendendo queste ultime quasi un peso da avviare dopo aver sperimentato le altre. Infine, è del tutto assente la lingua italiana e non ci sono al momento piani per aggiungerla. Al di là di un particolare minigioco, dunque, non conoscere l’inglese farà sì che rimaniate impossibilitati a divertirvi assieme agli altri. Questi chiaramente sono muri che non tutti hanno la voglia o le possibilità di sormontare, di conseguenza valutate attentamente l’acquisto o rimarrete con un pacchetto polveroso abbandonato nella libreria. Tolti il disturbo di elencare i purtroppo presenti lati negativi di Jackbox Party Pack 7, passiamo ora ad analizzare ciò che davvero conta: i contenuti.

Jackbox Party Pack 7
Questa volta ci sono pure le categorie, per aggiungere varietà.

Il primo dei cinque minigiochi di questa settima collezione è Quiplash 3, un secondo sequel per una delle più famose e versatili idee di Jackbox Games. Esattamente come i predecessori, i giocatori ricevono sul proprio cellulare due frasi da completare a piacere. Ciascun prompt è assegnato a due partecipanti, le cui risposte si andranno poi a scontrare. Eccetto i due autori, gli altri contendenti devono votare la propria preferita: in base alla percentuale di gradimento, vengono assegnati dei punti. Vince chi accumula il punteggio più alto. Essendo praticamente un Cards Against Humanity in cui scriviamo quello che vogliamo al posto di scegliere tra opzioni limitate, era e rimane una sfida estremamente divertente e rigiocabile a lungo – specie se si rimuove il filtro per le volgarità, ma non addentriamoci in certi territori. In caso siate curiosi di scoprire di più a riguardo, vi rimando alla nostra recensione di Quiplash 2 InterLASHional, totalmente valida anche per questo sequel – con piccole variazioni, tipo l’assenza dell’italiano e un diverso round finale (personalmente migliore).

 

La prima competizione della storia in cui le risposte casuali e insensate hanno più possibilità di vincere… quasi sempre.

 

Passiamo ora a The Devils and the Details. Questa volta, i partecipanti assumeranno il ruolo di un’allegra famiglia di diavoletti costretta a sorbirsi la tortura della quotidiana vita umana, fatta di tasse da pagare e figli da gestire. Lo scopo del gioco è collaborare per portare a termine una serie infinita di commissioni e lavori domestici, con l’obiettivo di riempire una barra che consente di passare al giorno successivo. Ciascun compito portato a termine fornisce punti a chi lo ha svolto e, casomai si riesca a superare tutti e tre i giorni della sfida, chi ha totalizzato il punteggio più alto vince una tazzina per la colazione. Dov’è la fregatura? Innanzitutto, molte commissioni richiedono la collaborazione verbale dei giocatori, generando il caos più totale quando il gruppo è grande. Secondo, è possibile fare i monelli e provare a rovinare la vita agli altri, invece che svolgere i propri doveri. Ogni misfatto compiuto fornisce una quantità esagerata di punti, ma venire beccati rende vane tutte le proprie fatiche. Inoltre, quanto troppi partecipanti si danno alla malavita, si scatena un’emergenza che penalizza tutti e porta 9 volte su 10 al Game Over. The Devils and the Details è la competizione più caotica e complessa di Jackbox Party Pack 7, una vera e propria gara che metterà alla prova pure i gruppi più affiatati di amici – che potranno poi allegramente pestare l’idiota di turno che si dedica solo ad attività disoneste. Estremamente divertente se amate la difficoltà e il disordine, stancante e frustrante in caso contrario.

Il premio più raro dell’intera opera.

E al terzo posto (ma primo in classifica) troviamo il campione indiscusso di questo pacchetto: Champ’d Up. Qui i partecipanti devono competere in categorie assurde e bizzarre disegnando un lottatore invincibile prima, e poi uno sfidante temibile per contrastare il proprio avversario. Esattamente come in Quiplash, i giocatori si sfidano a coppie e il pubblico vota il proprio guerriero preferito. Diversi elementi contribuiscono a rendere questo il minigioco definitivo: l’atrocità esilarante dei disegni (deliziosamente realizzati a mano in puro stile Paint), la possibilità di far spanciare dalle risate i propri amici con la rappresentazione visiva delle vostre battute ricorrenti, e la capacità dei lottatori di sferrare mosse finali devastanti se conquistano il 100% dei voti. A parte con qualche foto (che potete trovare qui nell’articolo), è impossibile descrivere bene a parole il potenziale infinito di Champ’d Up, che può far letteralmente morire dalle risate anche i più resilienti per ore e ore. Questo è uno di quei giochi che sicuramente verrà proposto almeno una volta a ogni singolo raduno di amici. Varrebbe quasi la pena comprare l’intero pacchetto solo per questo. Ottimo lavoro, Jackbox Games. Se possibile, però, aumentate la palette di colori. Servono più strumenti per esprimere adeguatamente l’estro di noi creativi.

Finalmente, lo scontro decisivo.

Quarto ma non meno importante, Talking Points è una sfida più rilassata e meno competitiva, ma altrettanto divertente. In essa, i giocatori fanno a turno per alzarsi in piedi di fronte al pubblico e parlare per qualche minuto di un argomento particolare, che vi verrà assegnato dagli avversari. Ma non solo: l’intero discorso deve basarsi su una presentazione gentilmente offerta da un altro giocatore, che può scegliere se assistervi e passarvi i migliori spunti di conversazione, o inviarvi immagini sconnesse e assurde per cercare di mandarvi nel pallone. L’intero lato comico di Talking Points si basa infatti sulla necessità di improvvisare una filippica convincente sulla base delle slide imprevedibili e casuali che riceverete, spesso portando a situazioni di totale stramberia – come la necessità di parlare della vostra carriera da DJ facendo riferimento a un cane travestito da postino. Rispetto a Quiplash e Champ’d Up, questa sfida perde un po’ di forza dato che richiede buone capacità oratorie e d’improvvisazione per essere veramente efficace, risultando quindi inadatta a chi si imbarazza facilmente o chi non ha particolare voglia di spremersi troppo le meningi. Si tratta comunque di un altro grande contenuto offerto da Jackbox Party Pack 7.

 

Con strumenti di condivisione e di interazione con il pubblico, Jackbox Party Pack 7 è perfetto anche per influencer e streamer.

 

Rimane solo una sfida di cui parlare: Blather ‘Round. Qui è purtroppo dove l’opera di Jackbox Games cade a picco e offre ben poco divertimento, se non a specifici tipi di giocatori. Si tratta di una sfida in stile Taboo, dove ciascun giocatore deve far indovinare una parola agli altri usando solamente delle frasi preimpostate e dei prompt offerti dal sistema. Di base è un’idea carina, sebbene già più debole rispetto al resto per creatività e potenziale di risate; il problema si presenta nella scelta della parola. Siamo infatti costretti a proporre agli altri un termine a scelta nell’elenco offerto dal gioco, che spesso invia opere o concetti fortemente legati alla cultura americana – e, di conseguenza, impossibili da indovinare senza un buon bagaglio culturale estero. Nemmeno attivare l’apposito filtro sembra risolvere il problema. Risulta dunque quasi impossibile far sì che ogni partecipante scelga una parola conosciuta dagli altri, accompagnando i più sfortunati verso una sconfitta immediata. Anche qualora tutti ottengano un termine noto, però, l’intero minigioco non regge il confronto con la forza e la bellezza del resto della collezione. Blather ‘Round è una sfida che al 99% proverete una volta e poi dimenticherete per sempre. Fortuna che il resto è sufficientemente valido da rendere più che ottima l’intera opera.

Vi state ancora chiedendo come mai Champ’d Up è il miglior minigioco?

Infine, menzioniamo alcune delle caratteristiche più interessanti di Jackbox Party Pack 7. Prima di tutto, è presente una serie di funzioni create appositamente per gli streamer, in modo da coinvolgere il proprio pubblico e interagire con loro attraverso le varie sfide. Se bazzicate dunque nel mondo di Twitch e affini, questa è l’occasione perfetta per divertirvi assieme ai vostri spettatori e altri colleghi. Inoltre, ci sono varie opzioni (tra cui il già citato filtro per le volgarità) che consentono di adattare le sfide a ogni tipo di giocatore. Infine, buona parte dei minigiochi consente di creare sfide personalizzate con categorie o frasi scritte di proprio pugno, ideali per rendere ancora più speciali e divertenti le partite con gruppi di amici affiatati – e sfruttare come bonus qualche atto imbarazzante che potrebbero o non potrebbero aver compiuto in passato. Non siate troppo cattivi, però: da soli non si può giocare a Jackbox Party Pack 7, quindi meglio non rovinare i rapporti con gli altri. A meno che non scegliate sempre le attività malvagie in The Devils and the Details. In tal caso, nulla vi potrà salvare.