Hellpoint Recensione: l’orrore cosmico invade anche Switch

Hellpoint Recensione Switch | Hellpoint è uscito già da parecchio tempo su PlayStation 4, Xbox One e PC, nello specifico il 30 luglio 2020. Tuttavia, noi di VMAG eravamo incuriositi su quanto sarebbe stato efficace il porting Nintendo Switch, uscito da qualche giorno oramai. Se ricorderete bene la nostra vecchia recensione, saprete benissimo che il voto finale non è stato dei più migliori: Hellpoint presentava seri problemi da quasi ogni punto di vista, escluso l’ambiente di gioco, il quale è stato un grande punto a favore che ha salvato il titolo dalla completa disfatta. Oggi, siamo qui per presentarvi più nello specifico quali sono le differenze delle due versioni, visto che siamo sicuri che il gioco meriti una seconda chance. Chi lo sa, magari nel corso del tempo, gli sviluppatori hanno migliorato i problemi già esistenti? Scopriamolo insieme in questa nuova recensione!

Okay, partiamo col dire la cosa più difficile: sarà una recensione brutale, visto che la mia opinione non è cambiata molto rispetto al rilascio ufficiale avvenuto a luglio. Hellpoint gode ancora una volta di visual e ambienti estetici mozzafiato che anche nella console ibrida di casa Nintendo riescono a risplendere in mezzo al “casino infernale” della nave spaziale, dando al giocatore un grande senso di immersione e di appartenenza. Nonostante la figura dello Spawn non venga chiarita accuratamente (specialmente se non conoscete molto bene la lingua inglese), è facile pensare che il nostro protagonista sia quella gemma speciale che spicca sopra ogni altra, in un mondo pieno di creature terrificanti che bramano la sua morte. Quest’ultime sono forse l’altro punto di forza del gioco: ci sono davvero tanti tipi di nemici, e ognuno di essi ci spinge a capire come approcciarci a determinati scontri in anticipo.

 

Hellpoint gode ancora una volta di visual e ambienti estetici mozzafiato ma il gameplay soffre comunque di gravi problemi tecnici…

 

Non pensate che da qui in poi ci saranno solo pregi, perché vi sbagliate di grosso: gli aspetti positivi sono praticamente finiti. I comandi dei controller di Switch sono orribili da usare. A volte sembra che gli input non vengano rispettati a dovere, risultando in attacchi consecutivi eccessivi che portano ad esposizioni prolungate e alla nostra morte, in poche parole. Piccolo esempio soggettivo che riguarda le armi: a quanto pare sono dotate di hurtbox e hitbox inspiegabili, dato che il più delle volte mi capitava di sferrare due fendenti e solo uno colpiva il nemico, nonostante la cosa non avesse senso. Non capendo quale fosse il problema, la mia unica possibilità è stata quella di cambiare arma primaria, ma visto che ero abituato a combattimenti medio distanti con il cannone, non ho avuto altra scelta se non modificare radicalmente il mio playstyle. E credetemi, non c’è niente di più tossico e frustrante di avere il proprio stile di gioco preferito rovinato a causa di inconsistenze non dettate dal giocatore.

Le armi sono belle e ben curate, ma alcune soffrono di hurtbox e hitbox mal progettati.

E non fateci iniziare a parlare dei framerate… Come saprete bene, la cosa che più contraddistingue i soulslike dagli altri generi videoludici è la fluidità del sistema di combattimenti e al precisione delle risposte dei comandi. La versione Switch di Hellpoint, sfortunatamente, non ha né uno né l’altro. Possiede, infatti, enormi cali di FPS in ogni area e la lentezza della telecamera non aiuta di certo ad avere una chiara idea di cosa stia succedendo durante uno scontro, specialmente se siamo circondati da bestioni che ci uccidono in due colpi. Le limitazioni di un titolo sviluppato nel 2020 con un engine alle fondamenta come Unity, purtroppo si notano, forse anche troppo. E queste non aiutano di certo il giocatore a godere di una bella esperienza, se in ogni altra console funziona molto di più e meglio.

 

La versione Switch, sfortunatamente, possiede enormi cali di FPS in ogni area e la lentezza della telecamera non aiuta di certo a godere dell’esperienza.

 

Inoltre, una cosa che proprio non riusciamo a capire è la meccanica dei salti, dove veniamo spinti a compiere numerose azioni di platforming che in un contesto del genere non funzionano a dovere, nonostante sia un concept anche interessante nella teoria. E se queste cose non sono state migliorate qui, vi assicuriamo che allora i problemi sono rimasti invariati: niente è stato risolto e niente è stato aggiustato. Quindi ci chiediamo solo una cosa: perché questa versione è uscita nel 2021 se queste pesanti problematiche sono persistite? Una domanda a cui non riusciamo veramente a dare una risposta, e ciò non porta a nulla di buono.

Hellpoint
La versione su console e PC continua ad essere migliore, letteralmente in ogni aspetto del gioco.

Detto questo, vi possiamo dire con certezza che Hellpoint su Nintendo Switch non è stato un ottimo porting, sotto ogni punto di vista immaginabile. Prendete tutto ciò di sbagliato che analizzammo nella recensione completa mesi fa e amplificate le problematiche al quadrato, con una console che già faticava a trovare un posto tra le altre, ma che adesso non ha sicuramente speranza di competere. Cradle Games non è riuscita a soddisfare gli standard che ci eravamo imposti, e le lacune che dovevano essere colmate persistono ancora. A nome di VMAG, vi ringraziamo di aver seguito questa breve ma corposa recensione, il cui scopo è stato quello di evidenziare gli aspetti più importanti che dovevano far capire la differenza tra la versione Switch e le altre già uscite.