Black Panther Wakanda Forever Recensione: un’impresa quasi impossibile

Black Panther Wakanda Forever Recensione| Finalmente ci siamo, l’uscita di questo attesissimo film nei cinema è ormai prossima e finalmente tutti i fan potranno ricevere le risposte ai vari quesiti che si erano posti nei mesi precedenti; noi di Vigamus Magazine abbiamo avuto la fortuna di vederlo in anteprima e vi riporteremo le nostre sensazioni di seguito evitando ovviamente qualsiasi tipo di spoiler.

Dal primo annuncio fino all’ultimo trailer rilasciato, questo lungometraggio ha attirato l’attenzione di tutti i fan del Marvel Cinematic Universe. Per molti fan dovrà essere il film che risolleverà una fase quattro non proprio eccelsa, un film che dovrà essere un giusto tributo alla scomparsa di Chadwick Boseman, un film che dovrà reggere il confronto con il primo capitolo (vincitore di 3 premi Oscar) e che dovrà trattare molte alte tematiche sensibili. Direi che la pressione e le aspettative non sono mancate e probabilmente sarebbe stato quasi impossibile soddisfare tutte le richieste al meglio, ma ora bando alle ciance e tuffiamoci in questo oceano di emozioni.

Black Panther Wakanda Forever

Black Panther Wakanda Forever: una sofferenza abissale

La sofferenza, ecco quale è secondo noi il tema centrale di tutto il film. Avete mai sentito parlare delle 5 fasi del lutto? (negazione, rabbia, patteggiamento, depressione e accettazione) Quest’ultime sono state trattate più volte in modi e media diversi; ciononostante a noi non sembra mai un tema banale o scontato; soprattutto se si è avuto la sfortuna di provarle direttamente in prima persona.

Questo argomento ha riscontrato molti successi anche con produzioni minori (Gris), e sfruttando l’incredibile budget a disposizione della Marvel riesce a raggiungere dei picchi molto elevati. Black Panther Wakanda Forever è infatti in grado di trasmettervi a pieno tutte le emozioni provate dai personaggi del film ma anche del cast reale durante la realizzazione del lungometraggio.

Ovviamente non parliamo solo del grandissimo sforzo fisico e mentale che ha permesso al team  di realizzare moltissime riprese tutt’altro che semplici; ma anche la sofferenza di una produzione che si è vista costretta a rivisitare completamente il progetto dopo la tragica e prematura scomparsa dell’attore protagonista, la perdita di un amico, di un’icona cara a tutti i fan e al mondo dell’intrattenimento.

Nonostante le difficoltà arrivate a seguito del tragico evento a noi piace pensare che quest’ultimo abbia anche dato più forza al regista Ryan Coogler e al resto del team i quali hanno dato tutto loro stessi per riuscire a rendere omaggio al loro compagno; realizzando anche un film in grado di condividere dei messaggi importanti, espandere l’universo Marvel con curiosità interessanti e di mettere delle solide basi per il futuro.

Black Panther

Tanti spunti interessanti, forse troppi

La durata di 2 ore e 40 potrebbe spaventare alcuni spettatori preoccupati per la possibilità di imbattersi in molte scene troppo lente e vuote oppure di venir sommersi dalle troppe informazioni; per quanto ci avrebbe fatto piacere dirvi di non preoccuparvi, purtroppo non possiamo farlo.

Black Panther Wakanda Forever purtroppo presenta delle sezioni che scorrono fin troppo lentamente, ma non è questo il problema principale. Il difetto più grande sta nel fatto di mostrarci fin troppi personaggi con un numero di sotto trame eccessivo. Alcune di queste sono meno riuscite e non riescono nemmeno a trovare una degna conclusione andando a sovraccaricare lo spettatore di informazioni più o meno inutili.

Ciononostante quest’ultime risultano essere importanti per il futuro del Marvel Cinematic Universe; il che rende la visione di questo lungometraggio (comprensibile totalmente vedendo tutte le pellicole contenenti Black Panther) fondamentale. Un altro fatto che potrebbe non piacere ai fan è che la storia nel suo scorrere crea molte aspettative che però vengono smontate bruscamente nel finale; comunque non lo consideriamo un difetto poiché è perfettamente in linea con le 5 fasi del lutto su cui sembra basarsi il film.

Black Panther Wakanda Forever

Black Panther Wakanda Forever: Passato e Futuro a confronto

Con Wakanda la Marvel ha sempre voluto mandare una frecciatina al mondo reale; qui infatti un popolo africano è riuscito a sfruttare le sue risorse (rappresentate dal prezioso vibranio) senza venir derubato dalle altre nazioni vogliose di raggiungere il potere. Ciò ha permesso la creazione della nazione più potente del pianeta che unisce le tradizioni tipiche dei popoli africani con una tecnologia ultra futuristica.

Questo scenario, che per noi sembra un forte contrasto a causa dell’immaginario che abbiamo dei popoli africani nella nostra realtà, ci ha sempre affascinato già dal primo film. Questo unito ad una fotografia stupenda, a dei colori bellissimi, a dei costumi impressionanti e ad una regia stratosferica rende questo lungometraggio uno spettacolo per gli occhi.

Tutti questi fattori si uniscono ad una CGI che come sempre ci fa rimanere a bocca aperta. Ma il Wakanda non è l’unico paese presente in Black Panther Wakanda Forever; infatti questo film ci introduce Namor è il suo popolo residente a Tlalocan, una specie di città azteca situata nei fondali marini (una specie di Atlantide). Inutile dire che anche questa ambientazione vi farà pensare di star sognando ad occhi aperti.

Black Panther Wakanda Forever

Non è solo l’aspetto visivo che mette a confronto il passato e il futuro, ma bensì anche l’aspetto sonoro. Ludwig Göransson ritorna come direttore sonoro dopo il primo film del 2018, e anche questa volta riesce a sorprenderci con i suoi suoni e le sue musiche.

Quest’ultime passano dall’essere simili a canti antichi all’essere simili a canzoni estremamente attuali o futuristiche; questo contrasto sonoro va perfettamente a collegarsi con quello che troviamo nella parte grafica creando un mix vincente di emozioni. Ciò aiuta a rendere le scene di azione ancora più emozionanti; anche se gran parte del merito va comunque dato allo sceneggiatore che ha saputo renderli interessanti e mai banali.

Black Panther

Profumo di Oscar

È sempre troppo presto per le nomination agli Oscar, ma nessuno di noi si stupirebbe se fossero presenti degli attori di questa ottima pellicola. Il cast ha rappresentato un ulteriore punto positivo da aggiungersi a tutti gli altri poiché gli attori sono stati in grado di tirare fuori dal cilindro delle interpretazioni incredibili.

Tenoch Huerta ha portato sul grande schermo un Namor veramente interessante, Angela Bassett e Danai Gurira hanno riproposto le loro ottime interpretazioni di Ramonda e Okoye, a tratti superando anche le precedenti, ed hanno saputo reggere il confronto con la vera star nonché protagonista del film.
Letitia Wright si è ritrovata improvvisamente a diventare la protagonista del film e a farsi carico di tutte le responsabilità che ne conseguono, proprio come Shuri all’interno di Black Panther Wakanda Forever. La sua interpretazione è stata fenomenale e ha reso il suo personaggio molto più interessante non facendo percepire quasi per niente la triste assenza di Chadwick.

In conclusione noi di VMAG vi consigliamo assolutamente di andare a vedere Black Panther Wakanda Forever; un film che nonostante le molteplici difficoltà ha saputo reggere il confronto con il film precedente, forse anche superandolo. Risulta essere un ottimo tributo per il compianto Chadwick Boseman, riesce ad alzare l’asticella chiudendo al meglio questa fase quattro del Marvel Cinematic Universe e riesce a veicolare moltissimi messaggi importanti. Oltre a ciò ci sono dei piccoli difetti come la grossa mole di personaggi non gestiti al meglio o alcune scelte di sceneggiatura che potrebbero far storcere il naso a qualche fan ma nel compenso rimane assolutamente un ottimo film.