Kingdom Come Deliverance II Anteprima: il sequel che non ti aspetti

Kingdom Come Deliverance II

19Con un colpo di scena, il team ceco di Warhorse Studios ha annunciato Kingdom Come Deliverance II, l’inatteso sequel dell’opera di debutto del gruppo. Inatteso perché era difficile immaginare che gli sviluppatori potessero azzardare a riprendere in mano un’opera il cui successo previa un fenomeno più unico che raro, ma anche perché l’azienda è stata fenomenale a coprire il progetto con una coltre di segretezza. Parte della sorpresa è stata stemperata da alcune leak emerse in anticipo sulla Rete, tuttavia queste fughe di informazioni non sono state sufficienti ad annichilire il valore di un teaser che si estende ben oltre al mero valore contenutistico. 

Ad onor del vero, per noi e per altri colleghi giornalisti lo stupore è stato relativamente contenuto: il distributore del gioco, Plaion, ci ha avvisato con un moderato anticipo della lieta novella. Siamo stati invitati a partecipare ad una call internazionale con il responsabile delle pubbliche relazioni di Warhorse Studios, Tobias Stolz-Zwilling, il quale ci ha fatto visionare in anteprima il video che ora è di dominio pubblico. Un simile privilegio ci è però costato un patto di sangue per il quale ci siamo trovati a dover mantenere la segretezza, ma ora che tutti finalmente sanno, possiamo finalmente condividere con voi le nostre primissime impressioni.

Il regno di Boemia ci aspetta.

Kingdom Come Deliverance II: un teaser atipico per un gioco anomalo

Se non avete ancora avuto l’opportunità di guardare il trailer dell’annuncio, vi rassicuriamo sul fatto che non ci soffermeremo su spoiler o indiscrezioni di alcun tipo. Anche perché non ci sarebbe nemmeno possibile farlo. Warhorse Studios ha infatti presentato un teaser che offre ben pochi contenuti narrativi, concentrandosi piuttosto sul presentare l’atmosfera di massima del progetto. Al posto di concentrarsi esclusivamente sulla trama e sugli obiettivi di gioco, il team di sviluppo ha dunque intrapreso un approccio più ampio, presentando al fianco del video un mini-documentario che alterna le scene videoludiche ad alcuni intriganti dietro le quinte.

Per garantire l’efficacia della poetica, Warhorse Studios ha coinvolto alcuni degli attori che hanno prestato voci e fattezze ai personaggi fondamentali della saga videoludica. La scena si apre con Luke Dale, noto per il ruolo di Hans Capon nel videogioco, che canta un ritornello che preannuncia l’entrata in scena di Tom “Henry” McKay, l’interprete del protagonista che andrà presto ad abitare il mondo digitale di Kingdom Come II Deliverance. L’arrivo di McKay è ovviamente a cavallo, mimando le movenze della sua controparte digitale. Insieme, i due, riuniti in scena, assumono il ruolo di guide per lo spettatore, conducendolo attraverso le pittoresche ambientazioni del Regno di Boemia.

Henry, protagonista della saga, a cavallo.

L’evoluzione del regno

Le immagini di gioco ci propongono un Henry più maturo, caratterizzato da un’evidente aura di prestigio e cura personale. Almeno se lo si compara al passato. Nel primo episodio della saga, egli si presentava come il semplice figlio di un fabbro, privo di istruzione e con una propensione verso la pigrizia, incarnando l’archetipo del villano medievaleggiante. L’attacco brutale delle truppe del re d’Ungheria, Sigismondo, gli ha cambiato la vita e lo ha spinto verso quel cammino di avventure, vendetta e crescita personale che e poi culminato in un cliffhanger in cui molti dei punti chiave della trama venivano lasciati drammaticamente in sospeso. In Kingdom Come Deliverance II, la vicenda riprende grosso modo da dove l’avevamo lasciata: Henry si trova ancora immerso in una guerra volta a salvare il re di Boemia, Venceslao.

In sostanza, il gioco originale ha svolto la funzione di preludio ad un’epopea storica di vasta portata, la quale ha a malapena iniziato a dipanarsi. È rilevante notare che l’uomo che ha distrutto la vita di Henry, sir Markvart von Aulitz, non è mai stato sconfitto, quindi non sorprende scoprire che la sua figura sia prominente e continua, all’interno del teaser pubblicato da Warhorse Studios. In generale, l’impressione è comunque che questo secondo capitolo sia orientato a traguardi narrativi e tecnici decisamente più ampi e ambiziosi rispetto a quanto visto fino ad ora. In passato, le preoccupazioni principali del protagonista erano estremamente basilari, quasi minuscole: sopravvivere agli agguati dei banditi, capire come cacciare, fare i primi passi nel complesso mondo della scherma e imparare a leggere.

In Kingdom Come Deliverance II, il focus si sposterà sull’affrontare vicende che coinvolgono direttamente i sovrani e i loro vassalli, temi che si elevano ben al di là delle semplici questioni di paese. È difficile, se non impossibile, anticipare l’impatto che una tale rivoluzione avrà sul gameplay, tuttavia è ragionevole ipotizzare che si delineino in ogni caso dei cambiamenti significativi e profondi. Ipotizziamo per esempio che le meccaniche di sopravvivenza spiccia siano parzialmente accantonate per favorire una struttura che si presti a porre l’attenzione verso frangenti più articolati. Magari verso la diplomazia di coorte. Al momento, nessuna nostra ipotesi è stata però confermata: Tobias Stolz-Zwilling, ha rifiutato di fornire alcun dettaglio tecnico. Almeno per ora.

I duelli cavallereschi sono una cosa, ma le zuffe armate richiederanno strategie tattiche molto rocambolesche.

Kingdom Come Deliverance II è il gioco che il team ha sempre sognato

Il debutto di Kingdom Come Deliverance II è teoricamente previsto per la fine del 2024, quindi è evidente che Warhorse Studios voglia somministrare con parsimonia qualsiasi informazione relativa al progetto, così da mantenere viva l’attenzione del pubblico nei confronti del proprio lavoro. Pur non rispondendo ai numerosi dubbi rimasti dopo la proiezione del teaser, Stolz-Zwilling ha tuttavia rimarcato con decisione che il prossimo capitolo videoludico della saga sarà volto a realizzare gli ambiziosi obiettivi che Warhorse Studios aveva originariamente immaginato, ma che per ristrettezze di mezzi non era riuscita a concretizzare.

Secondo quanto comunicato nel documentario da Brian Blessed, ennesimo attore coinvolto nel progetto che si è prestato per recitare nel documentario, il team di sviluppo originale contava appena sei membri al momento del lancio di Kingdom Come Deliverance. Questi soggetti, consapevoli delle sfide e delle limitazioni, hanno dovuto ridimensionare considerevolmente i propri sogni al fine di riuscire a portare a compimento un’opera che in qualche modo potesse valorizzare quanto passava per le loro teste. Per il sequel, Kingdom Come Deliverance II, il team si è notevolmente ingrandito, superando le 100 unità. Nascosta agli occhi del mondo, questa nuova armata ha impegnato il suo bacino di talenti e sforzi per un periodo di circa sei anni, ricavando un gioco che non solo si distinguerà dal suo predecessore per la vastità della sua trama, ma anche per il miglioramento consistente del suo apparato tecnico.

Nuove armi, nuovi equipaggiamenti e abilità aggiuntive. In particolare, la rivisitazione del mondo di gioco include l’introduzione della città ceca di Kutna Hora, la quale svolgerà un ruolo centrale nelle nuove avventure di Henry. Vale la pena notare che, non a caso, le riprese live-action presenti nel teaser sono state realizzate proprio all’interno della maestosa cattedrale di Kutna Hora, rimarcando per vie traverse l’importanza di una simile location. Kutna Hora rappresenta simbolicamente la portata del ridimensionamento degli obiettivi da parte degli sviluppatori di Warhorse Studios. A differenza dei fangosi villaggi e delle compatte fortezze rurali presenti nel gioco originale, il capoluogo boemo si prospetta infatti come un ambiente estremamente vasto e articolato. “Anche troppo”, ha fatto notare a mezza bocca Stolz-Zwilling.

Siamo curiosi di vedere se e come le nostre azioni influenzeranno i rapporti con i personaggi secondari.

Le incognite di una storia già scritta

Come già menzionato, l’annuncio del lancio di Kingdom Come Deliverance II ci è giunto completamente inaspettato. Non solo perché i membri di Warhorse Studios sono riusciti a tutelare la segretezza del loro operato per anni, ma anche perché il primo gioco era tratteggiato da caratteristiche tanto distintive da renderlo più unico che raro. L’epilogo si scontrava contro un crudele cliffhanger, ma come si potrebbe emulare il lento intimismo del mondo di Henry all’interno di uno schema narrativo che si muove verso grandi battaglie e intrighi politici? Mai avremmo dunque immaginato che gli sviluppatori avrebbero intrapreso la sfida di sviluppare il brand nel modo in cui si propongono di fare, né riusciamo a prevedere se l’esperienza di gioco ne verrà stravolta al punto di trovarsi snaturata. Vi è una parte del nostro inconscio che si preoccupa della possibilità che la nuova direzione possa compromettere le peculiari e alienanti bizzarrie che, in qualche modo, facevano di Kingdom Come Deliverance un’opera più unica che rara.

Ciò che ci aspettiamo – anzi, che pretendiamo – è certamente che vengano risolti molti dei bug che hanno afflitto l’esperienza originale, mentre per il resto ci auspichiamo che Warhorse Studios non sia incappata in quella banalità virulenta che da vita a sequel che sono estremamente e inutilmente vasti senza apportare nulla di sostanzioso a quanto era già consolidato. Una cosa è però certa: il team di sviluppo ha manifestato la volontà di mantenere gli elevati standard di profondità d’interazione dimostrati in passato dalla saga. In tal senso, Tobias Stolz-Zwilling ci ha proposto un esempio molto specifico. Non solo ci ha confessato che ubriacarsi e gironzolare mezzi nudi per la cittadina desterà lo sdegno degli abitanti, ma anche che Henry potrà reagire ai rimproveri in vario modo. Starà al giocatore decidere se sia il caso di farfugliare timidamente delle scuse o se sbraitare un’offesa tanto viscerale da tacitare le moralistiche osservazioni del popolo. Per avere un paragone: in Kingdom Come: Deliverance i personaggi non giocanti si ponevano in modo diverso a seconda di quanto fosse sporco e trasandato il protagonista.


Kingdom Come Deliverance II ha davanti a sé una sfida mastodontica: deve introdurre un numero sufficiente di novità da giustificare la sua stessa esistenza, ma deve evitare di eccedere, altrimenti rischia di incattivirsi i fan di vecchia data. La strada è in salita, ma già in passato i Warhorse Studios hanno sovvertito con il loro talento le nostre preoccupazioni. Per ora non possiamo che ancorarci al teaser, il quale non spiega molto, ma crea un’atmosfera calda e accogliente che ci fa sentire come se avessimo appena reincontrato un caro amico che non vedevamo da molti anni. In altre parole, non vediamo l’ora di riabbracciare Henry e di farci raccontare le avventure che ha vissuto mentre era via.


 

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