Pneumata Recensione: un gioco da incubo, in tutti i sensi

Pneumata

Pneumata è il nuovo titolo survival horror in prima persona sviluppato da Deadbolt Interactive, che raccoglie e cerca di rendere suoi elementi dalla tanto amata serie di Resident Evil. Detto ciò, scordatevi un clone della serie realizzata da Capcom, perché di simile ha davvero ben poco. È un titolo che fa acqua da tutte le parti, a partire da una trama sconnessa e poco avvincente che non lascia niente al giocatore. La regia e le cut-scene sono lente e legnose, accompagnate da un pessimo doppiaggio e da un comparto sonoro barbino. Iniziamo dunque a scoprire insieme cosa questa produzione ha da offrire al giocatore.

Pneumata
Le ambientazioni e l’atmosfera sono davvero ben riuscite!

Una storia horror fin troppo enigmatica

La trama segue le vicende del detective David che viene bruscamente svegliato dal suono del campanello a notte fonda. Scendiamo le scale accompagnati da qualche jump scare e ad aspettarci ci sarà un pacco contenente una videocassetta. Una volta scesi in garage ed inserita la videocassetta nel lettore VHS veniamo a conoscenza di un mistero che avvolge la cittadella di Milton situata a Clover Hill. Queste brevi sequenze registrate in videocamera sono interamente giocabili, ma con una scelta di inquadratura molto ingrandita per creare la distorsione ottica “fish eye”, una scelta che personalmente non condivido e che mi ha causato qualche nausea dovuta alla motion-sickness, mai avuta prima d’ora in nessun titolo.

Finita questa sequenza ci ritroviamo a Milton e siamo finalmente pronti ad avventurarci in questo horror cosmico Lovecraftiano. Muovendo i primi passi percepiamo un’aria sinistra che avvolge il villaggio: tutto è abbandonato e decadente, senza anima viva nei paraggi… o così sembra. Raggiunta la chiesa facciamo conoscenza con il primo nemico del gioco, un energumeno armato di ascia. Qui ci accorgiamo che c’è qualcosa che non va anche con il gameplay di Pneumata. I movimenti del protagonista risultano fin troppo lenti e legnosi, specie nei momenti più concitati, e il gunplay non convince appieno. Persino i movimenti dei nemici sono sciatti e sarà difficile riuscire a capire e anticipare i colpi nemici. La telecamera non ci sarà d’aiuto e spesso avrete letteralmente i nemici appiccicati addosso, rendendo complicato leggere gli attacchi per schivare o parare i colpi.

Pneumata
Il combattimento in mischia è una valida alternativa per risparmiare colpi

Sconfitto il primo nemico, usciamo dalla chiesa e raggiungiamo un palazzo dove incontreremo una donna che chiederà il nostro aiuto. L’edificio è molto intricato e propone un buon level design all’interno del quale potrebbe capitare di perdersi, specie tra i vari corridoi che si intersecano tra di loro quasi come un labirinto: un escamotage utilizzato eccessivamente durante il proseguimento dell’avventura e che alla lunga risulta tedioso e frustrante. Purtroppo, i punti di riferimento sono davvero pochi e vi ritroverete spesso disorientati oppure bloccati non sapendo dove andare. Un’altra carenza del titolo sono gli obiettivi poco chiari, a volte che lasciano spazio all’interpretazione del giocatore, ma spesso a causa di uno scarso game design.

In ogni caso, per proseguire ci servirà la chiave dell’ascensore che si troverà da tutt’altra parte: recuperate le tenaglie per i lucchetti e fatto un po’ di backtracking verso la chiesa, troveremo in un palazzo fatiscente la nostra chiave dell’ascensore. Ritornati a destinazione e superata il primo boss, grazie all’ascensore raggiungeremo i piani superiori, dove ci aspetteranno nemici e diverse sorprese. Senza creare troppi spoiler non mi dilungo ulteriormente sulle prossime tappe dell’avventura, ma il team è riuscito a creare ottime ambientazioni, ricercate e con le giuste atmosfere. Purtroppo, la storia non riesce mai a sorprendere o a raggiungere vette di scrittura alte, tra una scarsa regia, cutscene a volte superflue ed un doppiaggio che manca di carisma. Onde evitare spoiler, la fase finale del gioco che dovrebbe fare luce sugli eventi non è d’aiuto, ma crea ulteriori dubbi e incertezze grazie ad un grandissimo cliffhanger. In conclusione, l’horror cosmico Lovecraftiano non l’ho avvertito durante questa avventura frammentata e scialba. La paura quasi primordiale dell’ignoto e dell’orrido, che scaturiscono dai romanzi di Lovecraft è complessa da replicare, specie con una scrittura molto blanda e sconnessa.

A volte scappare è l’unica soluzione

Pneumata: gameplay ed IA troppo banali

Se il paragrafo precedente è servito come dissertazione sulla trama, adesso andiamo a toccare con mano come funziona il gioco. Pneumata ha decisamente molte lacune che vanno a colpire in maniera indelebile il gameplay ed in particolar modo l’IA nemica. Infatti, già dal primo scontro si può percepire come i movimenti legnosi e lenti del protagonista, uniti ad animazioni nemiche difficili da interpretare e delle hit box non proprio pulite, rovinano l’esperienza. Soffermandoci sulla prima boss-fight, si inizia a notare come il gioco pecca gravemente nel proporre un gameplay diverso dal solito, ma anzi lo rende ancora più banale. L’IA nemica manca di ingegno e molto spesso capiterà di trovarsi in situazioni che vi mettono in netto vantaggio, se riuscite a sfruttare bene le falle dell’IA nemica.

Prendendo come esempio questa boss-fight, se siete abbastanza rapidi da fare “girotondo” intorno al camion, il nemico si immobilizza smettendo di inseguirvi. Insomma, il mostro non sarà in grado di girare intorno all’ostacolo che si frappone con il giocatore, continuando ad utilizzare attacchi a distanza. Come se non bastasse, ritrovandosi all’interno di una grata o sotto una scrivania i nemici non vi attaccheranno e resteranno fermi, così da prenderli a mazzate senza sprecare munizioni. Purtroppo, l’intelligenza artificiale in Pneumata non brilla ed è poco acuta, con tattiche per aggirarla davvero banali ed elementari. Oggigiorno è decisamente ineccepibile un comportamento simile da parte dell’Intelligenza Artificiale, probabilmente a causa dell’uso dell’IA proposta da Unreal Engine 5.

Pneumata horror
La luce rossa rende più inquietante la sequenza, ma è qualcosa di già visto!

Le mutazioni sono strane e variopinteIl gameplay proposto dal team Deadbolt Interactive risulta molto grossolano e poco innovativo: funziona discretamente seppur con qualche hitbox nemica non ben posizionate, ma propone al tempo stesso un ottimo design delle armi. Il disastro incombe quando vi ritroverete a combattere in mischia, con una gestione della camera poco funzionale e che non aiuta nelle situazioni più concitate. Infatti, è difficile intuire i colpi dei nemici data la posizione troppo ravvicinata con la camera. Le animazioni corpo a corpo sono lente e goffe, soprattutto i calci del protagonista, utili a sbilanciare i vari mostri. A volte, utilizzando le varie armi corpo a corpo nel nostro inventario, è abbastanza difficile capire se il nostro colpo è andato a segno. Giustamente, colpire i nemici con armi bianche o correre vi farà consumare resistenza e, una volta esaurita, ci metterà qualche secondo per ricaricarsi. In questo lasso di tempo non potrete correre ed i vostri colpi saranno più lenti, quindi dovrete prestare attenzione al consumo della resistenza.

Per quanto riguarda il crafting è molto simile a quanto già visto nella saga di Resident Evil, con la possibilità di costruire bende o persino potenziare le armi da mischia. Nulla che possa stravolgere il gameplay proponendo una meccanica molto basilare e poco approfondita, che utilizzerete ben poco durante tutta l’avventura. Complessivamente, il titolo non propone un gameplay approfondito e non fa gridare al miracolo, sfociando inevitabilmente nella noia.

Quali misteri nasconde la caverna?

La potenza dell’Unreal Engine 5 non sfruttata a dovere

L’Unreal Engine 5 è un motore di gioco che, se utilizzato nella maniera corretta, riesce a creare un mondo tecnicamente avanzato e all’avanguardia, cosa che non accade in Pneumata. Il gioco riesce a creare delle ambientazioni suggestive che incutono timore, ma la grafica non è per niente pulita. A livello tecnico si trovano molte compenetrazioni e bug grafici, come rami compenetrati nel pavimento o luci non ben posizionate. Le texture utilizzate non sono ad alta qualità come per i modelli poligonali privi di ricchi dettagli, creando un’esperienza complessiva decisamente sporca.

Il sound design non è privo di incertezze, come i grugniti nemici non ben localizzati all’interno dello spazio, creando confusione sulla possibile posizione nemica. Ad esempio, potrebbe capitare di non riuscire a capire di avere un nemico alle spalle per la mala gestione del suono. Può capitare che in alcune sequenze il volume dei dialoghi sia troppo basso rispetto agli altri suoni. Inoltre, manca la localizzazione in italiano (ma dovrebbe arrivare) e non è possibile attivare i sottotitoli dal menu di gioco, ma alcune sequenze sono sottotitolate. In generale, Pneumata propone un’esperienza decisamente poco pulita e grossolana, non priva di errori su diversi punti tecnici.


Pneumata fatica a spiccare su diversi aspetti, a partire da una trama frammentata e poco chiara accompagnata da un gameplay che non porta nulla di nuovo rispetto a quanto proposto da titoli simili. Nonostante l’utilizzo dell’Unreal Engine, è tecnicamente acerbo con texture a bassa risoluzione e modelli poligonali poco definiti, aggiungendo i diversi bug grafici ed uno stile artistico discutibile. Le ambientazioni proposte sono molto suggestive, ma in alcune scelte artistiche si nota molto la somiglianza con la saga di Outlast. La più grave carenza si trova nella gestione dell’Intelligenza Artificiale nemica che risulta poco responsiva alle azioni del giocatore e triviale. Tirando le somme, Pneumata è un gioco insufficiente e carenti su molti, forse troppi aspetti, e qualche mese in più di rifinitura avrebbe giovato alla produzione. 


 

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