MultiVersus

MultiVersus muore due volte

Ne abbiamo parlato abbondantemente nelle scorse pagine e negli scorsi numeri: anche i publisher più grandi stanno incontrando difficoltà nel reggere botta in una industria frenetica e competitiva come quello del videogioco moderno e non solo i flop costano cari, spesso ne fanno le spese anche i creatori di titoli di successo (vedasi il caso di Marvel Rivals). Warner Bros. Games chiude tre studi importanti dopo un 2024 disastroso per la compagnia e che mette tutto in discussione e uno di questi è First Player Games, di recente acquisizione proprio in occasione del rilancio di MultiVersus, il platform fighter dalle alterne fortune e dall’incredibile roster.


Bugs Bunny, Batman e Shaggy entrano in un bar, e…

Ecco, tutto questo è la premessa di una barzelletta che non fa ridere. In un mercato che doveva essere estremamente recettivo al titolo – vuoi per scarsità di alternative attuali al gioco, vuoi per l’appetibilità del tableau di meravigliosi personaggi a disposizione – MultiVersus è riuscito a fallire due volte. La prima, a seguito di una “Beta” pubblica prolungatasi un anno e simile ad un Early Access interrotto prematuramente, nonostante un acceso interesse; la seconda dopo un periglioso rilancio avvenuto dopo un anno di cure e reworking più o meno pesanti che hanno coinvolto motore di gioco, grafica, controlli, modalità di gioco e sistema di monetizzazione. Morto due volte, temiamo proprio che già una resuscitare una volta sia stato effettivamente un miracolo.
Il problema non era certo il gameplay o l’interesse della fan base: purtroppo il titolo è stato comunicato male (basti citare che da McDonald’s sono usciti gli Happy Meal del gioco prima dell’annuncio del ritorno sulle scene del picchiaduro) e offriva una uno shop a dir poco confusionario.
Si dice che il fallimento in questione sia costato circa 100 milioni di dollari e dunque correre ai ripari era necessario, con gli ultimi contenuti in uscita a febbraio e il gioco che saluterà tutti gli utenti che non lo scaricheranno prima di fine maggio. Poi chi s’è visto s’è visto: chi lo avrà ancora in softeca potrà giocarci offline, per gli altri sarà come se non fosse mai esistito.
Qualcosa che naturalmente ha fatto imbestialire fan e sostenitori della prima ora, che magari hanno acquistato una backer edition da 100 dollari per la quale non hanno avuto indietro i contenuti promessi. Cosa che ci riporta a mille pensieri collaterali relativi al review bombimg, alle infami minacce verso gli sviluppatori, al fatto che il possesso dei videogiochi oramai non è più “effettivo” (se mai lo è stato) e che il termine live service dovrebbe essere mutato in “Uno su mille ce la fa”.

Leggilo gratis in versione impaginata e sfogliabile sul numero 10 di V – il mensile di critica videoludica
V MENSILE
Clicca sulla copertina per leggere
V010 Mensile