Non è notizia di tutti i giorni vedere un’opera prima di un piccolo team svedese, Studio Far Out, arrivare ad essere pubblicata addirittura da Konami. L’idea originaria del progetto, nata come un piccolo gioco sviluppato da un gruppo di studenti di Göteborg nel 2021, era tanto semplice quanto folle e affascinante: quella di proporre un simulatore di corriere dove al centro della dinamica di gameplay fosse posta la distruttibilità totale della mappa. Lo studio svedese insomma, grazie all’investimento del grande publisher internazionale ha potuto nel giro di circa 4 anni di sviluppo mettere mano all’idea originaria, dotarla di una storia originale e arricchirla di tantissimi particolari interessanti, dando vita al prodotto che è adesso nel 2025 Deliver At All Costs.
Ciò che colpisce fin da subito del titolo è sicuramente l’atmosfera: il gioco dà vita all’American Dream di fine anni ’50, ricreando un mondo ispirato decisamente a quegli anni. Non potranno mancare quindi nell’isola fittizia di St. Monique e in tutte le altre zone della mappa, riferimenti a quell’immaginario che abbiamo imparato a conoscere attraverso decine di trasposizioni cinematografiche. Largo quindi ai juke box, agli abiti a pois, alle auto dalle pinne cromate e a quell’incombente paura per la guerra fredda, sempre sullo sfondo della vicenda che si andrà a dipanare.
In quest’atmosfera sicuramente ricca di fascino, vestiremo i panni di un certo Winston Green, di cui sappiamo che è un ex-ingegnere in fuga dalle autorità . Un passato misterioso tutto da scoprire costringerà il nostro protagonista a voler cambiare totalmente vita, vivere in incognito cercando una nuova occupazione sotto pseudonimo. Proprio alla radio si palesa l’occasione di un nuovo impiego presso un’azienda dove inizieremo a svolgere la mansione di fattorino. Cercheremo quindi di sbarcare il lunario consegnando merci a clienti sempre più improbabili… Il nostro carattere irascibile e una campagna narrativa divisa in tre atti, farà il resto.

Deliver At All Costs: benvenuti a St. Monique!
La struttura dell’opera è piuttosto semplice, ma precisa: ogni atto introduce una nuova macro area, all’interno di veri e propri diorami esplorabili con ambientazioni, personaggi e tematiche specifiche. Si spazia da zone più insulari con casette ordinate e staccionate bianche ispirate alla provincia statunitense classica, passando per una più noir con forti accenni alle città industriali fine anni ’50, e una invece decisamente più hawaiana.
Insomma, una varietà di geografia e di tono assolutamente notevoli per un piccolo team di sviluppo che evita che la storia ristagni tra le solite ambientazioni. Ogni atto fortunatamente si rinnova nello stupore introducendo sia nuovi panorami ma anche e soprattutto comprimari strampalati con cui interagire. Il tutto riesce nel difficile equilibrio di mantenere il tiro tra mistero e intrigo. Winston si ritrova ad essere coinvolto in vicende decisamente più grandi di lui e con esse aumenta la spirale di delirio in cui il protagonista si troverà a fare i conti: una cospirazione dai contorni grotteschi raccontata con sapienza da una narrazione volutamente esagerata e caricaturale, in linea con lo stile satirico del gioco ma che non manca di incuriosire, proprio anche grazie ai suoi personaggi, di cui siamo spinti a voler sapere sempre qualcosa in più su di loro e sulle loro motivazioni. Insomma, il caos certo è il core dell’esperienza eppure al di sotto c’è tutto un mondo vibrante che aspetta solo di essere scoperto.

Un grande parco divertimenti
Il piatto forte di tutto il pacchetto è rappresentato da un gameplay di guida arcade con visuale isometrica. Se vogliamo, il titolo ricorda sicuramente i primi due GTA, ma non si può non citare il classico Sega Crazy Taxi. Qui però tutto è governato da una fisica avanzata, decisamente atipica per un titolo del genere! Immaginatevi di lanciarvi a tutta birra in un mondo in cui tutto è distruttibile: palazzi, edifici, veicoli, lampioni, recinzioni; nulla è al sicuro dal passaggio del nostro pick-up. Un vero paradiso insomma per chi cerca del relax nel caos sandbox a cui possiamo mettere mano.
Le città di Deliver At All Costs sono in effetti una sorta di grande parco divertimenti con mappe semi-aperte dove ogni elemento dello scenario può essere demolito durante le nostre scorribande. Non ci sono strade invalicabili… una casa blocca la via più breve? Nessun problema: possiamo sfondarla col paraurti del nostro mezzo. Avete presente la distruttibilità di Red Faction Guerrilla? Ecco, è innegabile come anche qui la fisica la faccia da padrona: ogni oggetto ha un peso e una resistenza; investire un elemento nel mondo produce, come è facile da immaginarsi, reazioni credibili e spesso decisamente esilaranti. Gli edifici collassano in maniera spettacolare, i detriti volano ovunque in mille pezzi e ogni oggetto risponde alle leggi fisiche proprio come ci si aspetterebbe, generando un domino di situazioni caotiche e divertenti.

Missioni folli… ad ogni costo
Come abbiamo anticipato, la premessa è sicuramente “consegnare pacchi a tutti i costi”… Va detto che il gioco interpreta il titolo in maniera decisamente assurda e creativa. Le consegne sono tutto fuorché ordinarie e spesso e volentieri si sconfina molto fuori i limiti del surreale. Si passa da compiti relativamente semplici come trasportare casse di fuochi d’artificio per farli detonare a situazioni completamente strampalate: pilotare macchinine radiocomandate inseguiti da volanti della polizia anch’esse radiocomandate, fotografare avvistamenti UFO, rubare pacchi in corsa dalla ditta avversaria, tentare di evitare bombardamenti aerei, smaltire una testata nucleare attivata… tutte queste varietà di situazioni mantengono alta la voglia di proseguire nella ventina di missioni che ci troveremo ad affrontare.
Una formula che inaspettatamente rimane sempre piuttosto fresca: non sai mai cosa aspettarti alla prossima consegna ma hai sempre la certezza che ti ritroverai a ridere o sgranare gli occhi di fronte all’ennesima trovata folle. Non si corre sempre a tutta birra comunque, alcune missioni ci richiederanno una precisione al millimetro, una guida lenta e precisa, sempre comunque nei limiti di un contesto arcade, alternate invece ad altre sezioni di furia omicida totale.
A popolare il mondo di gioco ci sono ovviamente i civili, i quali reagiscono in modo imprevedibile alla nostra guida; se si inizia a seminare il panico in città li vedrete iniziare a infuriarsi, pronti a demolirvi il mezzo di trasporto e inseguirvi per la strada. Ad essi ci sarà il supporto anche della polizia, con le volanti pronte a speronarvi e a mettere alla prova le vostre doti di guidatore. Ovviamente in tutto questo potremo proseguire la fuga anche a piedi volendo: possiamo nasconderci ad esempio, infilarci in un vicolo o dentro un cassonetto. Nota bene che comunque gli inseguimenti sono tra i momenti potenzialmente generatori di più momenti ilari, tra rampe improvvisate, salti tra palazzi in fiamme e fughe rocambolesche… il tutto non perdendo mai il ritmo scanzonato dell’esperienza.

Deliver At All Costs: PIMP MY RIDE!
A rendere ancora più intrigante la progressione è un inaspettato sistema di upgrade e personalizzazione del veicolo. Più si va avanti con l’esplorazione del mondo semi-aperto, più ci si rende conto che oltre alle missioni principali, ci si può divertire anche con attività secondarie e collezionabili. Nelle mappe troverete una miriade di casse segrete e forzieri nascosti; distruggendole o aprendo questi contenitori si ottiene denaro e soprattutto componenti e progetti speciali con cui potenziare il nostro bolide.
Inoltre, parlando con strani NPC, si accettano missioni secondarie, spesso brevi incarichi bizzarri. Tra queste modifiche del mezzo, come esempio possiamo citare la gru meccanica, che installata sul cassone del pickup diventa una pinza con cui raccogliere e spostare oggetti pesanti, ma anche porte laterali eiettabili o catapulte. C’è davvero un potenziamento per ogni gusto pur di trasformare la propria auto in un’arma impropria per spazzare letteralmente via pedoni o inseguitori. L’arsenale di modifiche insomma è molto ampio e ci invoglia a esplorare a fondo ogni anfratto della mappa.
Nella città potremo guidare poi tutti i mezzi parcheggiati (no, non si possono rubare auto in corsa stile GTA) ma comunque potremo mettere le mani su una flotta di veicoli con caratteristiche uniche… si pensi ai dune buggy, ai furgoncini per le consegne, ma volendo perché non farsi un semplice giro in bici? Il gioco insomma premia chi devia dal percorso principale per cercare segreti, rendendo il gioco qualcosa in più del semplice “spacca tutto e arriva al traguardo”.

Irriverenza e caos
Come è semplice immaginarsi, il gioco non si prende mai troppo sul serio, si rimane sempre sul tono spiccatamente irriverente e satirico eppure ci sono vette di inaspettata profondità . La trama sopra le righe di cui abbiamo accennato vede il protagonista, Winston Green, come un personaggio sui generis, non un eroe positivo ma piuttosto un burbero, sarcastico, spesso al centro di gag e situazioni paradossali. Attorno a lui un cast di personaggi secondari altrettanto curiosi: si va dal capo della nostra azienda Harald, una sorta di secondo padre per noi, a suo figlio Donovan freddo e misterioso che pensa solo agli affari dell’azienda, a un amico vero come Armand e all’insopportabile Gordon, e poi i clienti, anch’essi decisamente strampalati quali scienziati pazzi, sceriffi ottusi e cittadini stereotipati pronti a tutto pur di difendere il proprio giardino.
La scrittura è assolutamente brillante, i dialoghi alternano un umorismo demenziale a una pennellata di satira sociale: dove ci sono battute sul consumismo dilagante, non mancano anche riferimenti parodistici agli anni ’50. Come non citare le finte pubblicità radiofoniche che promuovono prodotti assurdi dell’epoca? Il risultato è un titolo che rielabora situazioni e tòpos del passato, trasformandoli in uno strumento efficace per criticare — perché no — anche la società contemporanea. Deliver At All Costs trova il modo ad esempio di scherzare spesso sulla burocrazia – pensate ai moduli da timbrare, le pratiche improbabili – la crescente cultura televisiva e perfino… le teorie del complotto.
Il contrasto tra humor e caos è costante: si parte a ridere per una battuta folle e poi si finisce con un palazzo che crolla causando reazioni a catena fuori misura. Dietro le risate, il mistero dell’ex lavoro di Winston, e pian piano la storia vira sul thriller fantascientifico… Non facciamo spoiler ma tra apparati governativi, esperimenti segreti e cospirazioni… i toni esagerati più vicini qui a Destroy All Humans! che non a Grand Theft Auto non faranno altro che arricchire il substrato della trama.

Tecnica e direzione artistica
Dal punto di vista tecnico e artistico Deliver At All Costs brilla più per stile e trovate che per potenza bruta. Il motore grafico è Unity, che viene utilizzato per creare ambienti ricchi, dettagliati, tutti distruttibili e con una visuale isometrica quasi sempre leggibile e pulita. I vari distretti della città sono come piccoli diorami da esplorare, gli interni di ogni edificio sono anch’essi curatissimi, così come i veicoli e gli elementi che costituiscono la cittadina, tutto in un delizioso stile fumettoso coerente col tono scanzonato. L’atmosfera anni ’50 è ricreata fedelmente grazie anche a una palette di colori pastello, colori brillanti di giorno, al neon e chiaroscuri marcati di notte. Le animazioni sono volutamente esagerate ma perfettamente credibili: ogni edificio crolla in modo diverso a seconda di dove lo colpiamo; i materiali hanno proprietà diversificate (le pareti di legno vanno giù in pezzi spezzati, quelle di mattoni generano polvere e macerie pesanti, il vetro va in frantumi sonori, ecc.) garantendo un feedback appagante ad ogni impatto. Il team ha posto enfasi sul sound design contestuale: l’audio di una struttura che collassa varia se stiamo demolendo una chiesetta di legno oppure un grattacielo di cemento, e il gioco mescola rumori di sfasciume, allarmi che scattano, grida dei pedoni e sirene della polizia in un vero caos sonoro orchestrato.
Giocare con un buon impianto audio o cuffie permette di godere dei tanti dettagli: ad esempio, entrando in un negozio con la macchina si sentiranno distintamente gli scaffali cadere, il registratore di cassa suonare e magari la radio del locale emettere un ultimo jingle disturbato prima di tacere. Tutto questo concorre a far sentire il mondo davvero reattivo alle azioni del giocatore. Parlando della colonna sonora, siamo di fronte a un vero e proprio tributo alla musica degli anni ’50 e ’60. Una originale soundtrack che spazia tra il jazz, il surf rock, lo swing e melodie rockabilly allegre che risuonano nelle autoradio delle auto che ruberete. Le musiche sono dinamiche, cambiano in base alle situazioni: durante un inseguimento la colonna potrebbe virare su accordi frenetici di tromba e contrabbasso in stile big band impazzita, mentre esplorando tranquillamente Shellington potreste ascoltare un motivetto doo-wop rilassante.
Il tutto è arricchito da spassosi spot pubblicitari radiofonici d’epoca: come in Fallout o Bioshock, girando per il mondo capita di udire annunci di fantomatici prodotti anni ’50 (dai tonici miracolosi ai nuovi modelli di automobile) doppiati con enfasi retro; piccoli tocchi di classe che aumentano l’immersione. Anche la UI è realizzata per sembrare uscita da quel decennio: le finestre di dialogo compaiono in riquadri simili a ritagli di giornale ingiallito o fumetto vintage, la minimappa in alto ricorda una cartina disegnata a mano con note a margine, e persino i menù hanno font e decorazioni retrò. Ad esempio, l’indicatore di missione è una freccia che assomiglia a un cartello stradale anni ’50, e le schermate di caricamento mostrano illustrazioni pin-up stilizzate legate alla consegna in corso. Sono dettagli apparentemente minori, ma denotano una forte coerenza estetica: niente nel gioco fa uscire dall’illusione di trovarsi in una stramba versione caricaturale del 1959. In termini di prestazioni tecniche, Deliver At All Costs si comporta egregiamente. Abbiamo giocato al titolo su PS5 e abbiamo trovato il motore Unity che ha retto con una fluidità impressionante, anche nelle situazioni più cariche di NPC ed esplosioni a schermo.
Anche i tempi di caricamento tra un’area e l’altra risultano brevi, benché c’è da dirlo, ci troveremo a doverli subire piuttosto frequentemente. Certo, qualche bug minore tipico dei sandbox fisici può capitare (ad esempio, frammenti di detriti che si incastrano in aria o ragdoll di pedoni che reagiscono in modo bizzarro agli urti), ma nulla che rovini l’esperienza o che non strappi al massimo una risata aggiuntiva.
In definitiva, Deliver At All Costs ci ha fatto sorridere e divertire dal primo all’ultimo minuto, grazie alla sua irresistibile miscela di distruzione e umorismo. Chi cerca un open-world alla Grand Theft Auto, ricco di attività realistiche, potrebbe trovare le mappe un po’ vuote in termini di vita autonoma (niente traffico dinamico né IA civile complessa: qui il caos lo crea il giocatore). Allo stesso modo, chi predilige una sfida rigorosa potrebbe storcere il naso di fronte all’approccio permissivo del gioco, dove la mancanza di vere conseguenze rende l’esperienza più simile a un parco divertimenti distruttivo che a un test d’abilità . Eppure, nonostante i suoi limiti, se avete voglia di qualcosa di diverso, di un’esperienza adrenalinica, spassosa e leggera, salite sul furgone di Winston Green: non ve ne pentirete. Deliver At All Costs è pronto a consegnare divertimento, a qualsiasi costo.
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