Bonaparte A Mechanized Revolution Recensione: folie uchronique!

Studio Imugi ci porta nel lontano 1789, a Parigi, a bordo dei Mech!

Bonaparte A Mechanized Revolution

Bonaparte A Mechanized Revolution è un titolo classico ma atipico allo stesso tempo, che mescola la strategia più fine dei “bei tempi andati” con un setting da storia alternativa bizzarra, che farà felici gli amanti della narrativa ucronica più spinta. Decisamente un ottimo debutto per il suo creatore, ovvero lo sviluppatore indipendente canadese Studio Imugi. Torniamo quindi nel lontano 1789, a Parigi, in un momento cruciale della storia umana e prepariamoci ad indossare l’uniforme dell’esercito francese, nei nobili panni del leader. Ma non Napoleone, come ci si aspetterebbe, attenzione, ma quelli degli eroici Céline o César Bonaparte! Personaggi inediti come protagonisti di un titolo strategico a turni esagonale, delizioso ed intrigante, in cui si mescolano ideologia e fine astuzia politica, rapporti controversi con la monarchia ed utilizzo di abilità tattiche militari di alto livello. Siete pronti a riscrivere la storia? Saltate a cavallo e marciate fieri sulla Francia, vi attende la gloria, o la disfatta totale!


Bonaparte A Mechanized Revolution
Studio Imugi è fiero di presentare Bonaparte A Mechanized Revolution!

“Un homme qui a du courage ne peut pas craindre d’être pris pour fou!!!” (Un uomo dal cuore coraggioso non può temere di essere considerato pazzo!!!)

Dopo aver potuto provare una interessante ma breve Demo durante lo Steam Next Fest invernale, di cui parliamo in questa pagina, torniamo sui campi di battaglia. Una grande prova d’autore, la prima fatica del talentuoso Studio Imugi, lo dobbiamo riconoscere, che aggiunge un notevole tassello in un genere invero inflazionato un tempo, ma ormai sempre più raro, come quello della strategia a turni esagonali a tema militare storico. Bonaparte A Mechanized Revolution ci permette di riscrivere letteralmente la storia, concretizzando una sua versione alternativa che si spinge nell’ucronia più speculativa. L’idea di base del canovaccio narrativo del titolo è veramente intrigante, cosa sarebbe successo se Napoleone Bonaparte (o una sua versione alternativa distopica) avesse avuto a disposizione dei giganteschi Mecha Robot per le sue campagne di conquista dell’Europa? Oggi avremmo il famigerato Impero Malvagio Francese al potere? Un fascino speculativo de veri “super nerd e fieri di esserlo”, ammettiamolo! Risulta davvero interessante poter vestire i panni di Céline o César Bonaparte, escamotage narrativo che permette anche di spaziare con la fantasia rispetto alla storia scritta sui libri e speculare sulle possibilità. Cercheremo di salvare l’Ancient Regìme o ci faremo prendere la mano per la gloria del Regno del Terrore? A noi la scelta finale!

Non tutto il contenuto del setting narrativo è di fantasia, sia chiaro, perché durante le missioni incontreremo spesso anche reali personaggi della storia ufficiale, come Maximilien Robespierre, della Coalizione Montagnardi, presidente della Convenzione Nazionale di Francia, figura chiave della Rivoluzione Francese e padre della Prima Repubblica Francese. Assieme a lui spicca anche Gilbert du Motier de La Fayette, nobile discendente dell’antenato omonimo del 1400, che ha giocato un ruolo chiave nei moti rivoluzionari. Una testa calda, come sappiamo, poiché ha partecipato persino alla Rivoluzione Americana. Ovunque c’è Gilbert tira aria di Revolution! Poteva, in un roaster narrativo simile, mancare Georges Jacques Danton? No di certo, ed ecco protagonista colui che è tra i primi attori degli eventi per rovesciare la monarchia al potere, ed anche tra le prime teste a rotolare sotto l’implacabile discesa della ghigliottina nella pubblica piazza! Il carisma di questi personaggi può opporsi o collaborare col nostro, ma l’obiettivo principale di tutti resta il consenso, ed è proprio grazie alla  propaganda che riusciremo, più o meno agevolmente ad orientare le classi sociali verso la nostra ideologia vincente (o folle!). A volte un uomo coraggioso è considerato semplicemente un pazzo.

Bonaparte A Mechanized Revolution
Gli artwork di Bonaparte A Mechanized Revolution sono veramente evocativi!

“Soldats, vous êtes les plus belles fleurs de la France!” (Soldati, voi siete i fiori più belli della Francia!)

Per giocare l’intrigante Bonaparte A Mechanized Revolution non necessita avere, per una volta, i famigerati Computer della NASA! Che poi ha conquistato la Luna con un Olivetti Programma 101 a schede perforate ed un Apollo Guidance Computer (AGC) da soli 2K di RAM, ricordiamolo. Ebbene, il magnanimo Studio Imugi, dalle fredde vette del Canada, ci richiede un hardware molto modesto per alimentare la nostra bramosia di conquista. Il titolo gira perfettamente anche sull’ormai vetusto Windows 7, montato su un semplice Quad Core ed appena 4 GB di RAM, purché ci sia anche una GeForce GTX 660 o Radeon RX 460, con 3 GB di spazio disponibile sul disco rigido. Abbiamo infatti testato il titolo su un PC portatile “da guerra” (o “da rivoluzione” per restare a tema) e girava fluido in maniera egregia! Consigliati, ma assolutamente non necessari, Win 10, 8 GB di RAM ed una più moderna GeForce RTX 2070 o Radeon RX 5700. Il gioco è disponibile unicamente nelle lingue inglese e francese, con ottimo livello di doppiaggio per entrambe, ma non italiano. Vi consigliamo caldamente di giocarlo in francese, magari ad una seconda run se non conoscete le lingua di Re Sole, per entrare pienamente nello spirito del gioco.

Il titolo offre una narrazione di tipo ramificato, che è ispirata chiaramente ad alcuni eventi storici realmente accaduti, cardine e punto fermo da cui partire. Questi possono essere riscritti  in chiave alternativa, ed ogni nostra scelta strategica ha, potenzialmente, la possibilità di influenzare il futuro della nobile nazione di Francia, in modalità davvero imprevedibili. Certo, la tentazione di salvare i nostri connazionali da una oppressione tirannica è forte, ma potrebbe prevalere in noi il desiderio di diventare colui che governa col pugno di ferro. L’opera permette di combattere complesse battaglie tra spade e cannoni che richiedono forte piglio strategico, su una tradizionale mappa di impostazione bidimensionale, rigorosamente a turni ed esagoni. Gioite, nostalgici! L’utilizzo della pazienza, della pianificazione e del colpo chirurgico prevalgono decisamente sulla semplice forza bruta. L’avere a disposizione enormi mecha-bot inserisce poi quell’elemento distopico che rende Bonaparte A Mechanized Revolution unico nel suo genere. Certo, esistono già decine di strategici vecchia scuola dedicati alla Rivoluzione Francese, ma questo ha decisamente un approccio strabiliante. Da non sottovalutare la possibilità di reclutare ufficiali ed intere armate, pianificando attacchi e difese, per ampliare i territori conquistati, oltre che a dover gestire scelte politiche dalla forte influenza.

Bonaparte A Mechanized Revolution
Le mappe 2D con tanto di truppe gestibili tramite esagoni sono deliziosamente retrò!

“Les hommes de génie sont des météores destinés à brûler pour éclairer leur siècle!” (Gli uomini di genio sono meteore destinate a bruciare per illuminare il loro secolo!)

Il quadro di politica internazionale va ben dosato con quella interna francese, in una trama appassionante ben divisa tra momenti storici reali ed altri di fantasia, come del resto tutti gli attori protagonisti di questo dramma storico in costume. Il tutto tra appassionanti combattimenti tattici, con tanto di tradizionali sciabole, mentre ci si dedica a costruire Mech sempre più mastodontici! Un gioco decisamente dal gusto teatrale, con una recitazioni notevole e ben realizzata. Una parte molto rilevante del gameplay è quella, ovviamente, della costruzione e gestione delle risorse. Il fattore “Infrastrutture, Popolazione ed Assemblea Popolare” è fondamentale. Starà a noi non solo dover costruire mattone su mattone le nuove infrastrutture regionali, ma soprattutto doverle poi gestire, cercando nel contempo di ottenere anche voti dall’Assemblea Nazionale, spingendo pian piano le masse popolari a sostenere la nostra ideologia. Ogni risorsa, sia essa composta da soldati, sciabole, cannoni o proclami politici, va sfruttata con astuzia, tenendo nel frattempo buono il popolo, a volte illudendolo di essere buoni governanti e che sia felice. Le singole missioni di Bonaparte A Mechanized Revolution ripercorrono molto bene tensioni e conflitti storici reali, inserendo però quell’elemento fantastorico che dona una marcia in più.

La progressione degli stage è molto ben calibrata, e permette di avere una curva di apprendimento blanda e pian piano più tosta, rendendo il gioco adatto sia ai grandi esperti del genere che ai semplici neofiti. Certo, non sono tutte composte da diamanti splendenti le fondamenta del titolo, c’è indubbiamente anche qualche ombra. A volte la realizzazione tecnica tradisce la genesi dal settore indie, con elementi magari abbozzati o ancora troppo grezzi, che potevano essere gestiti meglio. Il sistema di combattimento del gioco è solido e coinvolgente, con la gestione di unità con abilità uniche, notevole posizionamento tattico delle risorse, perfetta calibrazione delle scelte strategiche e decisionali, deliziosi esagoni sulla mappa, monitoraggio gestionale di morale ed integrità, oltre alla costruzione dei Mech, che alla fine è un vero gioco nel gioco. Per contro, però, tutto questo “Ben di Dio”, o meglio “Bontè de Dieu”, è calato in un titolo che ha una interfaccia ancora parecchio migliorabile, che risulta purtroppo scomoda e macchinosa, seppur molto gradevole visivamente, tra tanti menu complessi, ricchi di artwork bidimensionali, che rendono difficili anche le cose più semplici. Superato questo forte scoglio ludico, siamo sicuri, il titolo riuscirà a coinvolgere i vostri animi patriottici! Del resto non siamo di fronte ad un semplice Metal Slug Tactics, qui chi vuole avere risultati sul campo deve anche un pochino soffrire.

L’ucronia militare ci ha regalato perle come la serie Command & Conquer, quindi i nostalgici partono ben predisposti. Un gioco dalle notevoli aspirazioni artistiche, che parte dal “semplice” strategico esagonale a turni di tipo tradizionale, per aspirare a molto di più! Il titolo di debutto di Studio Imugi è come un primo assaggio dello sciroppo d’acero, albero nazionale canadese, all’inizio sembra una sorta di marmellata dal gusto amarognolo, ma poi si rivela essere qualcosa dal gusto unico e speciale. Con buona pace della glicemia alle stelle. Dal settore dello sviluppo indie, del resto, arrivano spesso sorprese notevoli, e questo titolo mescola sapientemente strategia, esagoni, ideologia politica, tensione in combattimento, grandi figure storiche, recitate in maniera quasi teatrale, sempre sospeso tra forte dramma in costume, drammatici scontri all’arma bianca ed enormi Mech dal gusto ucronico. Cosa volere di più?  L’interessante opera multimediale interattiva dello sviluppatore indipendente canadese è disponibile esclusivamente in formato PC su Steam, in Accesso Anticipato, a partire dal 21 maggio, a questo indirizzo, ad un prezzo budget di soli 20 euro. Se amate gli strategici a turno vecchio stile, con setting storico ma ucronico, Bonaparte A Mechanized Revolution è decisamente pane per i vostri denti, anzi baguette! Vive le France! 


Dalle gelide vette innevate del Canada l’esordiente developer indie Studio Imugi ci porta nel 1789, a Parigi, in piena  Rivoluzione Francese, permettendoci di impersonare non uno, ma ben due Bonaparte. Non il celebre Napoleone, ma due figure di fantasia ucronica che rispondono al nome di Céline o César Bonaparte. Accanto a loro troviamo anche figure storiche reali come Maximilien Robespierre, Gilbert Motier de La Fayette e  Georges Jacques Danton. Una storia riscritta in modo ucronico e distopico, che vede anche l’utilizzo di giganteschi Mecha in lotta per sovvertire i malvagi monarchi al potere, o sostenerli tifando apertamente per il lato oscuro. Uno strategico in tempo reale molto ben realizzato, con dinamiche semplici ma allo stesso tempo complesse, missioni appassionanti, condite da un doppiaggio di qualità, che consigliamo di fruire in lingua francese. Tra nostalgici esagoni e gusto teatrale per la recitazioni, l’unica pecca resta l’interfaccia utente, macchinosa e spesso difficile da gestire, che va assimilata e compresa a fondo prima di poter diventare agevole. Il prezzo budget di lancio è una ulteriore spinta a dargli una possibilità. E ricordate, soldati… Il faut vouloir vivre et savoir mourir!”.


 

V MENSILE
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Appassionato e storico del videogioco, Fabio D'Anna scrive di opere videoludiche, film e serie tv dal 2008. Tra le tante realtà del settore ha collaborato con Art of Games e siti come Retrogaming History, Games Collection, Games Replay, Games Village e riviste come PS Mania, PSM, Game Republic, Retrogame Magazine, Game Pro, oltre che col Museo VIGAMUS. Ha anche organizzato due edizioni della Mostra Archeoludica ed ha scritto due libri dedicati a PAC-MAN e Star Trek. Nella vita colleziona console PONG based ed alleva cagnoline, tra cui spicca Zelda.