Mario Kart World Recensione: il giro del mondo in 150cc

Mario Kart World Recensione

Tre cose sono certe nella vita: la morte, le tasse e il fatto che prima o poi arriverà un nuovo Mario Kart. Un processo ormai definibile inevitabile e scontato visto anche l’impennata della popolarità del brand da Mario Kart DS e Wii prima e Mario Kart 8 Deluxe su Nintendo Switch e che nei suoi più di 30 anni di vita ci ha abituato a qualsiasi genere di novità e idea strampalata che potesse venire al team di sviluppo: dalle motociclette completamente sbilanciate, alle trasformazioni in deltaplani e galleggianti fino a sfidare le leggi della fisica in corse capovolte su veicoli anti-gravità, con ogni nuovo capitolo c’era sempre quel particolare elemento che avrebbe definito il suo ciclo vitale. Con Mario Kart World, il team di Nintendo è chiamato ad una missione particolarmente difficile: migliorare oltre la “perfezione” e saziare l’attesa di chi per più di una decade ha atteso l’arrivo di questo giorno. Saranno riusciti a raggiungere questo insormontabile traguardo? Scopriamolo in questa recensione!

Mario Kart World
Logo promozionale del gioco

Mario Kart World: Fuochi d’Artificio già dalla linea di partenza

E direi di cominciare a parlare di Mario Kart World togliendoci di torno l’elemento meno sorprendente dell’intera produzione: il comparto tecnico. Non prendiamoci in giro, da un punto di vista puramente tecnico questo nuovo capitolo è semplicemente incredibile, seppur con qualche leggera riserva. Se già Mario Kart 8 e la sua successiva ri-edizione Deluxe avevano mostrato quanto buono ci fosse tra le menti artistiche del team di sviluppo, con Mario Kart World assistiamo ad un miglioramento generale della presentazione grafica. Ogni percorso, segmento di mezzo e cunicolo del mondo di gioco presenta un livello di dettaglio e coesione incredibilmente alto, con alcuni circuiti come Vulcano Tartosso, Cinema Spettrale e soprattutto la tanto nascosta Pista Arcobaleno che rappresentano alcuni dei picchi più alti dell’intera serie.

In particolare, in questo capitolo assistiamo ad un tripudio di effetti e onomatopee che accompagnano ed esaltano i vari oggetti utilizzati durante le gare, dando un ulteriore tocco di personalità ad uno degli elementi più iconici di Mario Kart. Anche i personaggi hanno ricevuto un (chi più e chi meno) ritocco, con un nuovo stile artistico molto più rotondo ed esuberante accentuato da animazioni over the top ed espressive. Non tutti i personaggi però sono creati e pensati in modo egualitario e laddove i membri del cast principale sono viziati con tutte queste migliorie, gran parte dei personaggi introdotti in questo capitolo e appartenenti a quella che potremmo definire “l’archetipo Kamek” in quanto sbloccabili subendo la metamorfosi dello stregone risultano come dei riempitivi, modelli presi dal mondo di gioco ed inseriti nel gameplay per arrivare ad un roster gigante piuttosto che personaggi pensati a modo. Una situazione analoga alla qualità discutibile di alcune delle piste del primo pack di DLC del Booster Pass di Mario Kart 8 Deluxe. Stiamo sì parlando di sottigliezze, minuzie che possono essere sistemate via patch o contenuti aggiuntivi, ma rimane comunque una lieve macchia in quella che fino ad ora era una presentazione di ottima fattura.

Io come Peach: icone ad alta velocità!

Dove stiamo andando non ci servono “strade”

Gameplay pad alla mano, Mario Kart World ri-mescola le carte in tavola modificando la formula di gameplay non solo per accomodare la presenza di ben 24 giocatori, ma anche per bilanciare e annullare alcune delle strategie più forti che hanno delineato il metagame del suo predecessore. In Mario Kart 8 Deluxe infatti, fenomeni come il “bagging” e lo “smuggling” entrambi fenomeni legati all’abuso dell’algoritmo che gestisce la comparsa degli oggetti più forti in base al posizionamento, permettevano ai giocatori di un certo livello di adottare stili di gioco votati al posizionarsi nella parte più bassa della classifica di proposito per poi recuperare durante l’ultimo giro e utilizzare oggetti come il Pallottolo Bill o il Fulmine per diventare irrecuperabile. Ecco, con Mario Kart World questi oggetti hanno subito un pesante nerf nel loro funzionamento: il primo adesso dura molto di meno e può essere facilmente superato dalle posizioni intermedie, mentre il fulmine ora colpisce esclusivamente i corridori di fronte al suo utilizzatore e quindi rendendolo inutile una volta raggiunta la prima posizione. Al contrario, le posizioni in mezzo hanno ricevuto un potenziamento non indifferente con nuovi oggetti come il Guscio Dorato in grado di generare innumerevoli monete lungo il suo percorso, il Fiore di Ghiaccio e la Piuma, con quest’ultima che trova il suo miglior utilizzo una volta che si comprende il funzionamento della nuova fisica di gioco.

Come abbiamo avuto modo di vedere durante i vari trailer del gioco, piuttosto che inventarsi una nuova gimmick folle come l’anti-gravità Mario Kart World preferisce rimanere entro i limiti delle leggi del buon Newton, scegliendo di sviluppare il modello di guida verso una dimensione verticale esplorando le potenzialità dei trick aerei. Quelli che in passato non erano altro che dei modi per ottenere un leggero boost dopo aver utilizzato una rampa per elevarsi in volo, in Mario Kart World assumono tutta un’altra dimensione grazie al grinding effettuabile su rotaie, tralicci e guard rail, la già citata Piuma e il salto caricato. Se a questo aggiungiamo una fisica che gode nell’uso di queste meccaniche per guadagnare sempre più “momentum”, il risultato è una velocità di gioco che a 150cc trasforma le corse in massacri che farebbero impallidire gli animatori di Wacky Races. Il tutto raggiunge una nuova ed eccitante prospettiva nel momento in cui il wallriding entra nella strategia di gioco predominante, permettendo ai giocatori più esperti di tirare fuori scoricatoie folli, bruciando record su record e mostrando al mondo le incredibili potenzialità di questo modello di guida.

Mario Kart World
Seppur semi-automatico, gestire i mini turbo ottenibili con il grinding è una delle skill più complicate da ottenere per padroneggiare il modello di guida di Mario Kart World

Tra rettilinei e biforcazioni

In termini di modalità di gioco, Mario Kart World presenta più o meno le modalità di gioco tradizionali single player e multiplayer, aggiungendo la nuova Sopravvivenza e con essa nuovi trofei denominati “Rally” da completare per raggiungere i requisiti necessari per sbloccare le gare di Classe Speculare. Ciò che è cambiato per davvero è la gestione della CPU: come avevamo infatti già anticipato durante la nostra ultima anteprima pre-release, in Mario Kart World la CPU non è solo più aggressiva e competente per quanto riguarda l’approccio alle piste, ma presenta una IA adattabile al livello delle abilità del giocatore. Per fare un esempio pratico, immaginate di effettuare una gara in cui sfruttatee ogni strumento a vostra disposizione per arrivare primo, la CPU avrà dalla sua parte logiche di gioco avanzate, prendendo più scorciatoie e migliorando il loro stile di guida. Al contrario, giocando male l’intelligenza artificiale sarà portata a peggiorare permettendo al giocatore di recuperare terreno. Certo, questo può creare un senso di artificialità, anche grazie al classico rubber-banding che in Modalità Sopravvivenza porta la difficoltà e la tensione delle gare ai livelli del Tour All Cups di Mario Kart Double Dash!!, ma al tempo stesso posso ritenerlo un buon compromesso rispetto al non avere alcun tipo di interesse e sfida verso le modalità single player come accaduto per MK8.

Per quanto riguarda le piste, confermo la mia perplessità sulla scelta del rendere i Gran Premi dei tour tra una pista e l’altra dopo la prima gara e con un funzionamento simile alla Sopravvivenza dove le grandi distanze e i rettilinei di collegamento tra un bioma del mondo di gioco e l’altro hanno senso di esistere. Più che altro, si tratta di una svista in termini di design che ha portato alcuni potenziali acquirenti a definire le piste “troppo semplici e grandi” quando in realtà non è così. Vero, i circuiti sono leggermente più larghi per adattarsi ai 24 giocatori, ma al loro interno nascondono vari approcci e possibilità sulla quale potremmo sperimentare e discutere per giorni. Si nota un lavoro meticoloso nella progettazione di ciascun tracciato, che sia inedito o una riproposizione dal passato (seppur queste ultime risultino poche), nel modo in cui le scorciatoie vengono pensate e nascoste alle volte ed è un peccato non poterle apprezzare appieno al di fuori delle Prove a Tempo. Le modalità online ci provano a mettere un cerotto con la possibilità di selezionare circuiti casuali, ma anche in quel caso siamo bloccati all’interno di questa impostazione itinerante.

Mario Kart World
Oops, tutti Goomba!

Grossi ingorghi a livello globale

E qui iniziamo ad arrivare alle note dolenti di Mario Kart World, legate alla gestione della sua componente online. Mettiamo le cose in chiaro: giocare online a Mario Kart World è divertente, la perfetta rappresentazione del caos totale che ci porterà tutti in maniera indiscriminata a spendere centinaia (o per alcuni migliaia) di ore a combattere contro sconosciuti per aumentare il classico punteggio VR. Ma niente di più: non ci sono particolari novità di rilievo, se non la possibilità di giocare online in Modalità Sopravvivenza e assistere a ben 4 Pallottole Bill che sfrecciano con cattiveria verso i malcapitati. Il resto, la struttura di matchmaking e selezione delle piste è rimasta la stessa, mantenendo quindi ogni difetto presente in Mario Kart 8 Deluxe.

Capisco la filosofia di Nintendo nel mantenere un ambiente online tranquillo e controllabile, adatto alle famiglie, ma perché dopo quasi 20 anni dall’uscita di Mario Kart Wii non posso iniziare una ricerca di matchmaking online assieme ad un mio amico, e sono obbligato a sottostare al classico e frustrante terno al lotto dove nella maggior parte dei casi – visto che il gioco è chiaramente l’unica killer app del lancio di Nintendo Switch 2 – quest’ultimo non fa in tempo ad unirsi alla lobby e viene declassato a semplice spettatore? È una visione così approssimativa dell’esperienza online che in un gioco venduto a peso d’oro al di fuori del bundle e che fa del multiplayer la sua componente principale è semplicemente inaccettabile.

Questi saremmo io e i miei amici contro il mondo… se solo potessimo farlo!

Un mondo “ascensore”

Solitamente all’interno delle recensioni mi piace parlare in modo diretto, mettendo un focus principale sul tradizionale “appiglio”, il punto d’interesse sul quale un videogioco gioca il tutto per tutto durante il marketing. Per Mario Kart World non è così. Per evitare fraintendimenti, la mappa aperta di Mario Kart World è divertente da giocare, piena di segreti, sfide sempre più accattivanti ed in grado di istruire il giocatore sulle meccaniche avanzate del titolo, per non parlare poi degli innumerevoli collezionabili. Tutte cose già ripetute fino alla nausea durante la nostra copertura su questo sito. Il problema è che è tanto bella quanto incredibilmente marginale all’interno dell’esperienza di gioco.

La modalità Corsa Libera non è nient’altro che una lobby solitaria, la stessa che possiamo occupare durante il matchmaking o le partite con i nostri amici online e purtroppo oltre a questo non offre più di tanto se non essere un grande intermezzo di ripiego, un ascensore sul quale salire e con della bella musica di sottofondo – stupenda se pensiamo alla colonna sonora di Mario Kart World – ma che in fin dei conti non è altro che un momento di pausa prima di ributtarmi nella mischia. La mia impressione è che probabilmente la mappa potrebbe essere stata pensata come teatro di una campagna single player simile a quella di un Crash Team Racing o Diddy Kong Racing, con alcuni indizi legati ai titoli di coda del gioco che potrebbero farlo intendere, ma probabilmente la verità è molto meno complicata: con molta probabilità questa è la solita “Gimmick Nintendo™” concepita come diletto degli sviluppatori e che (a meno di sviluppi negli eventuali DLC) rimarrà un semplice, per quanto divertente a tempo perso, esercizio di stile.


In cuor mio, Mario Kart World è quasi tutto ciò che desideravo da un sequel di Mario Kart 8 Deluxe. Il modello di guida rinnovato e praticamente fuori da qualsiasi schema o binario, dove il giocatore può esprimere le proprie abilità al volante è forse la migliore iterazione del gameplay di Mario Kart dal suo antenato per Nintendo Wii con il concetto di Ultra Shortcut che viene in qualche modo canonizzato e incentivato grazie alle innumerevoli opportunità offerte dal level design. E poi la presentazione, le musiche, il divertimento scaturito dal malmenarsi con tutto il mondo per accaparrarsi il primo posto, tutti elementi che compongono il quadro del Mario Kart perfetto. Una perfezione che viene però mutilata da quel “quasi”, rappresentato da un open map interessante ma marginale e un approccio all’online che come solito di Nintendo fa un passo avanti e due indietro. Considerazioni che in fondo risultano comunque irrilevanti, perché so già quale sarà la prima cosa che farò appena conclusa la stesura di questa recensione: accenderò la mia Nintendo Switch 2, avvierò Mario Kart World e mi ributterò nella mischia. Per citare un iconico commediante romano dei nostri tempi, “Va bene lo stesso!”.


V MENSILE
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Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!