Nintendo Switch 2 Welcome Tour Recensione: il “museo interattivo” varrà il prezzo del biglietto?

Nintendo Switch 2 Welcome Tour

Come passa il tempo! Sembra ieri che ci mettevamo in fila per il day-one di quella che, all’epoca, sembrava destinata a essere l’ultima console a cartucce firmata Nintendo. Sto parlando, ovviamente, della prima Switch. E invece eccoci qui, otto anni e oltre 150 milioni di unità dopo, a dare il benvenuto a Switch 2. Un’erede chiamata a confermare — o forse a rilanciare — uno dei più grandi successi della storia Nintendo. Ad accompagnare il lancio della nuova console non ci sono solo titoli di peso, ma anche una proposta curiosa: Nintendo Switch 2 Welcome Tour. Non un vero gioco nel senso classico del termine, bensì un’esperienza interattiva che, nelle intenzioni di Nintendo, vuole essere una sorta di museo digitale, un biglietto da visita che ci guida alla scoperta delle funzionalità di Switch 2 tramite quiz, mini-giochi e tech demo.

Ma questo esperimento sarà davvero capace non solo di informare, ma anche di intrattenere chi sceglierà di inaugurare la propria console con questo titolo? Qualche polemica è già emersa: il prezzo di 9,99€, seppur budget, per alcuni rappresenta troppo per quello che a prima vista sembra poco più di un manuale digitalizzato. Ma è davvero tutto qui? In questa recensione proveremo a capirlo: dietro l’aspetto da tour guidato potrebbe nascondersi qualcosa di più… oppure no.

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Pronti ad osservare al microscopio la nostra nuova console

Nintendo Switch 2 Welcome Tour : nonno, ti ricordi di Wii Sports?

Per capire Nintendo Switch 2 Welcome Tour bisogna necessariamente fare un salto indietro nel tempo. Quella del titolo in bundle con la console non è certo una pratica recente: basti pensare, tanto per restare in casa Nintendo, all’uscita del Game Boy. Nel 1989, anche qui in Europa, la confezione includeva senza costi aggiuntivi non solo la nuova console portatile, ma anche Tetris — un puzzle game semplice quanto geniale, in cui blocchi geometrici cadevano dall’alto e andavano incastrati con precisione per svuotare lo schermo. Un gameplay immediato, accessibile e tremendamente assuefacente. Il pacchetto completo costava 349.000 lire e rappresentava un ingresso perfetto nel mondo del videogioco portatile. Il boom fu mondiale: Tetris non solo spiegava istantaneamente cosa fosse il Game Boy, ma conquistò giocatori di ogni età e cultura, diventando uno dei principali artefici del suo clamoroso successo presso il grande pubblico.

Eppure, c’è un altro titolo compreso gratuitamente che ha fatto scuola, ma che assolse a un compito ben più arduo: quello di spiegare un nuovo concetto di gaming. Sto parlando di Wii Sports. Quel gioco, incluso gratuitamente nella confezione, permetteva di cimentarsi in tennis, bowling, golf e pugilato, e non fu soltanto un passatempo: fu — e qui mi prendo la responsabilità dell’affermazione — una piccola rivoluzione nel mondo dei videogiochi. Nonni, genitori e curiosi che non avevano mai toccato un controller vissero la loro prima esperienza videoludica proprio grazie a quella raccolta di sport virtuali. Sfido chiunque a dire che Wii Sports, gratuito al lancio, non rappresentasse la prima vera killer application di quella fortunatissima console Nintendo.

Gli anni passano, Nintendo inciampa su Wii U, e fortunatamente arriva un ultimo colpo di genio: con Switch, infatti, la casa di Kyoto non ha nemmeno avuto bisogno di un software incluso per conquistare il mondo. L’idea dell’ibrido portatile/fisso era già rivoluzionaria di per sé, e ci ha accompagnati fino a oggi, con l’arrivo di Switch 2. Non so se ci avete riflettuto bene, ma Switch 2 si presenta in modo diverso: meno sbarazzina, più seria, più “adulta”. Una console che, sotto il cofano, nasconde innovazioni che richiedono spiegazioni per essere apprezzate. Il rischio di considerarla un semplice upgrade del primo modello non è poi così infondato; eppure, se solo ci fosse un modo per far comprendere appieno tutte quelle chicche, quelle funzionalità che rendono la nuova console un vero e proprio gioiello… ma certo! Ecco l’idea: Welcome Tour, un museo virtuale che ci accompagni nella scoperta di tutte le nuove possibilità.

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Un cuore di silicio

Può un museo essere divertente?

Iniziamo la nostra analisi cercando di capire di cosa si tratta, esattamente, questa nuova esclusiva Nintendo. Welcome Tour è uno spazio museale interattivo in cui la protagonista assoluta è la console stessa, smontata e ingigantita come se fosse finita sotto una lente d’ingrandimento. Il nostro avatar stilizzato e colorato, dal design cartoon, si muove liberamente tra circuiti, pulsanti, altoparlanti e componenti vari, il tutto inserito in un ambiente dallo stile minimalista ma funzionale. Con una visuale isometrica dall’alto esploriamo questo museo virtuale, muovendoci dentro e fuori la console, passando anche attraverso i suoi accessori principali. L’esperienza si articola attorno a tre attività chiave: esplorare, cimentarsi in mini-giochi e rispondere a quiz educativi dedicati a Switch 2. In pratica, Nintendo Switch 2 Welcome Tour ci offre la possibilità di conoscere ogni anfratto della nuova console, ma soprattutto di mettere le mani su tutte le sue funzionalità innovative.

La prima attività con cui entreremo in contatto è la raccolta dei timbri. Non c’è una trama a guidarci: è la curiosità a fare da motore, spingendoci a scandagliare ogni angolo della console. Proprio come in un museo, non si osservano qui quadri o statue, ma le componenti dell’hardware: porte USB, stick analogici, sensori infrarossi e così via. Avvicinandoci a ciascun elemento riceviamo una spiegazione tecnica e possiamo “timbrare” la mappa. Accumulando un certo numero di timbri, sblocchiamo nuove aree del museo da esplorare.

All’inizio, la caccia ai timbri è coinvolgente: si prova quella soddisfazione da collezionista che spinge a cercare ogni ultimo dettaglio. Ma con il tempo la meccanica tende a diventare un po’ ripetitiva, e talvolta persino frustrante. Un timbro in particolare mi ha fatto perdere mezz’ora buona. La sensazione iniziale è quella della meraviglia: “Wow! Posso calarmi all’interno dei Joy-Con! Vediamo com’è fatto dentro!”. Ma dopo un po’ subentra una certa urgenza, quasi impazienza: si vuole finire la mappa il prima possibile, per arrivare al vero cuore dell’esperienza e iniziare finalmente a divertirsi.

In questo mini-gioco possiamo apprezzare l’enorme passo in avanti che ha fatto il rumble pack dei joy-con

I mini-giochi, il vero cuore pulsante

Laddove Nintendo Switch 2 Welcome Tour  dà davvero il meglio di sé è nei mini-giochi, vere e proprie tech demo giocabili pensate per mettere in mostra le potenzialità di Switch 2, con risultati più o meno riusciti ma sempre curiosi da scoprire. Alcuni esempi brillanti includono il test del frame rate, in cui bisogna identificare oggetti in rapido movimento a 120 fps, oppure la modalità “mouse”, che ci chiede di scoppiare palloncini il più velocemente possibile sfruttando un nuovo tipo di input. C’è poi una demo audio 3D in cui guidiamo un piccolo elicottero cercando di percepire la direzione del suono delle pale, o ancora gli effetti vocali, che ci permettono di registrare la voce e sentirla alterata in modi buffi. Tra le prove più convincenti c’è anche la simulazione del taglio, dove bisogna “segare” dei tronchi muovendo i Joy-Con, con un feedback tattile sorprendentemente credibile.

Lo stile richiama da vicino quello di WarioWare: mini-giochi brevi, pensati più per stupire che per offrire profondità, ma qui inseriti in un contesto esplorativo più ampio. La varietà è notevole — anche se non tutti i mini-giochi risultano davvero divertenti — ma diversi riescono comunque a strappare un sincero “wow” grazie all’ingegnosità con cui sfruttano le nuove tecnologie. Il sistema a medaglie, con obiettivi di difficoltà crescente (bronzo, argento, oro), aggiunge una buona dose di rigiocabilità e sblocca varianti “estreme” per i giocatori più determinati.

I quiz a risposta multipla, invece, seguono la lettura di pannelli informativi che raccontano scelte progettuali e retroscena tecnici. È la sezione più “scolastica” del pacchetto: interessante per chi ama la tecnologia, ma potenzialmente noiosa per chi cerca solo intrattenimento. Se si sbaglia, bisogna tornare indietro, rileggere e riprovare. L’approccio funziona, certo, ma spezza un po’ il ritmo complessivo dell’esperienza.

Fin qui tutto sommato, tra qualche mini-gioco riuscito e quiz più o meno dimenticabili, si arriva al vero punto critico di Welcome Tour: alcuni contenuti sono bloccati dietro accessori costosi o hardware specifico. La demo 4K di Super Mario Bros. 1985, per esempio, richiede una TV 4K, rendendola inaccessibile a chi gioca esclusivamente in modalità portatile. Altri mini-giochi richiedono la telecamera Switch 2, oppure i tasti GL/GR del Charging Grip (venduto separatamente) o del Pro Controller.

Eh sì, perché se Welcome Tour vuole farti provare una determinata funzionalità, è ovvio che tu debba possedere l’accessorio corrispondente. Ma è proprio questo il punto dolente: puoi aver speso 500 euro per la console, pagato i 10 euro per il gioco, e ritrovarti comunque tagliato fuori da una parte dell’esperienza solo perché non hai una TV 4K, un Pro Controller o la telecamera opzionale.

Certo, Nintendo ha pensato a un sistema di codici SOS in Morse per permettere a tutti di ottenere comunque le medaglie anche senza accessori, ma l’esperienza completa resta inaccessibile. E se da un lato capisco che forse non si potesse fare diversamente, dall’altro mi sono ritrovato sinceramente deluso di fronte al fatto che certi contenuti mi fossero preclusi per una semplice questione di hardware. E poi, diciamolo: se Welcome Tour ha anche una vocazione educativa, che senso ha permettere di ottenere medaglie senza aver effettivamente svolto le attività corrispondenti? A me, francamente, sembra quasi di barare.

Qui proviamo il Golf tramite la modalità mouse dei joycon…super soddisfacente

Nintendo Switch 2 Welcome Tour: piccole chicche tecnologiche

Tornando alle cose belle, parliamo un po’ della componente audio di Welcome Tour. L’audio, infatti, svolge un ruolo di supporto, ma include anche alcune trovate brillanti legate alle nuove feature hardware. In sottofondo il gioco propone musichette leggere e un’atmosfera sonora rilassante, perfettamente in linea con il contesto espositivo e mai invadenti. Dove però l’audio diventa protagonista è nelle tech demo incluse nel Tour, pensate per mettere in risalto le capacità tecnologiche di Switch 2. Una prova dedicata al nuovo HD Rumble 2.0 dimostra come le vibrazioni avanzate dei Joy-Con possano persino generare suoni percepibili: il gioco riproduce il classico jingle delle monetine di Super Mario o l’effetto 1-Up direttamente attraverso la vibrazione del controller. Un’altra demo molto ben riuscita è quella del 3D Audio, in cui un elicottero virtuale vola attorno al giocatore per far percepire con precisione la spazialità del suono.

Welcome Tour permette inoltre di sperimentare in prima persona il microfono integrato della console. In alcune attività, ad esempio, possiamo registrare la nostra voce e riascoltarla trasformata con effetti buffi, a dimostrazione del funzionamento combinato di microfono e speaker. Sono piccole chicche sonore che riescono a divertire e sorprendere, soprattutto i più piccoli. Infine, un pensiero a ciò che Nintendo Switch 2 Welcome Tour  avrebbe potuto essere. Tutte le console Nintendo hanno sempre avuto nella socialità un punto di forza: il piacere di condividere l’esperienza in multiplayer locale. Ecco, in questo titolo questa componente manca completamente. L’assenza totale di una modalità multiplayer pesa enormemente su un’esperienza che avrebbe potuto brillare come attività condivisa in famiglia. Tra quiz troppo didattici e la ripetitività della raccolta timbri, Welcome Tour rischia di perdere mordente nel lungo periodo, finendo per annoiare.


Nintendo Switch 2 Welcome Tour è un software onesto, che fa ciò che promette. Le migliori tech demo riescono a divertire, alcune centrano meno il bersaglio. L’assenza del multiplayer è un deficit difficile da giustificare: quiz e mini-giochi sembravano fatti apposta per sfide in famiglia. La raccolta timbri si trascina, i quiz possono diventare ripetitivi, e la segmentazione dei contenuti dietro accessori costosi lascia un certo amaro in bocca (ma sicuramente faranno contenti chi li ha acquisati). A parer mio però, a 10 euro resta comunque un acquisto sensato per chi vuole esplorare la nuova console, ma non aspettatevi un capolavoro del genere. Alla fine dei conti è semplicemente un buon manuale interattivo travestito da gioco. Nintendo Switch 2 Welcome Tour introduce la console con competenza, ma senza quella magia capace di trasformare l’hardware in qualcosa di speciale. Un’occasione solo in parte mancata, che resta comunque una più che buona porta d’ingresso al nuovo mondo Nintendo. No, non si tratta di un acquisto insensato come in molti millantavano addirittura prima del suo acquisto!