PDP Riffmaster Recensione: While My Controller Gently Strums

Il 2024 ha segnato un inaspettato quanto gradito ritorno, almeno per tutti noi orfani delle produzioni firmate Bemani e Harmonix: quello delle chitarre di plastica. Dopo anni di silenzio dal lancio di Rock Band 4 nel lontano 2015, e con la fiamma dei rhythm game tenuta viva da comunità appassionate come quella di Clone Hero su PC e qualche incursione arcade di Guitar Hero, l’arrivo di Fortnite Festival ha riacceso i riflettori su questo genere, ed è proprio in un simile contesto di rinascita che la PDP Riffmaster si presenta come l’erede designato, il primo controller a forma di chitarra disponibile sul mercato dopo un lasso di tempo incalcolabile, un autentico ponte tra la nostalgia del passato e le esigenze del gaming moderno. L’attesa è stata lunga per gli appassionati, e l’introduzione di questa periferica mira a colmare un vuoto significativo, un tassello mancante di cui possiamo finalmente riappropriarci per vivere in maniera diversa e molto più completa il panorama dei giochi musicali di un certo tipo.

PDP Riffmaster
Il manico pieghevole rende la Riffmaster compatta e facilmente trasportabile

PDP Riffmaster: Comfortably Numb

Il primo impatto con la Riffmaster rivela una chiara ispirazione dalle chitarre di Rock Band, con i tasti posizionati a filo sulla tastiera e caratterizzati da una larghezza maggiore rispetto a quelli sporgenti e arrotondati tipici di Guitar Hero. Tale configurazione potrebbe richiedere un certo periodo di adattamento per chi è abituato al feeling più pronunciato delle chitarre concorrenti poiché, se da un lato lo scorrimento tra i tasti del manico può risultare più fluido, dall’altro la percezione esatta della posizione delle dita o degli scambi tra un pulsante e l’altro può risultare meno immediata, rendendo la reattività istintiva un po’ più difficile se non abbiamo già la memoria muscolare derivante dai titoli di MTV Games.

Il design della Riffmaster è in buona parte funzionale e ben congegnato, in particolar modo per la sua caratteristica distintiva, ovvero quella di poter essere ripiegata a metà all’altezza del manico. È una trovata affatto banale, che contribuisce a un fattore di forma incredibilmente portatile e facile da riporre, risolvendo un problema comune per chi ha collezionato diverse chitarre di plastica nel corso degli anni. Di contro, tale modularità non è esente da un piccolo compromesso: una volta assemblata, il manico può risultare leggermente meno stabile o “ballerino” rispetto a una struttura fissa. Non si tratta di un difetto che compromette l’usabilità, ma è un risvolto che i giocatori più esigenti potrebbero notare. A sorpresa, sul retro del controller, dove il manico si connette alla paletta, è presente uno stick analogico che consente una navigazione agevole tra i menù di Fortnite Festival: è un peccato che Harmonix l’abbia reso compatibile solo con quest’ultimo, perché avrebbe potuto arricchire un design invero piuttosto convenzionale con la possibilità di utilizzare una sola mano per configurare le nostre prossime mosse. La Riffmaster si propone come un aggiornamento cospicuo rispetto alle sue colleghe di un’altra epoca, dalle quali riprende e modernizza una serie ben precisa di aspetti piuttosto deboli, e rappresenta una gradita novità per chiunque voglia immergersi o rituffarsi nel genere.

PDP Riffmaster
La cinghia regolabile e la posizione dei tasti rende la chitarra utilizzabile da mancini e destrorsi

Pour Some Sugar on Me

La fattura complessiva della chitarra realizzata da PDP, che ricordo essere parte della grande famiglia Turtle Beach dallo scorso anno, è in buona parte soddisfacente, e il controller funziona senza problemi con le console di nuova generazione, come Xbox Series X|S (la versione testata) e PlayStation 5. La compatibilità wireless è impeccabile e la latenza si percepisce davvero pochissimo, perciò l’utilizzo generale è reattivo e privo di intoppi. Un aspetto che potrebbe richiedere qualche ora di pratica, però, è la sensibilità richiesta per attivare lo Star Power. Dai vari esperimenti condotti, ho riscontrato la necessità di assestare uno “scossone” piuttosto deciso per innescare il bonus, una mossa che a volte ha finito per ostacolare inevitabilmente il flusso di gioco durante le sessioni più concitate.

Malgrado le buone premesse, non posso comunque esimermi dal commentare la qualità costruttiva generale della Riffmaster che, pur essendo oltremodo consistente, non trasmette quella sensazione di prodotto premium che ci aspetterebbe dalla sua fascia di prezzo. Il corpo in plastica è estremamente leggero, un elemento che, se da un lato contribuisce alla trasportabilità della periferica, dall’altro ho purtroppo percepito come un passo indietro in termini di robustezza rispetto ad alcuni modelli storici. La barra della pennata, in particolare, ha una sensazione più morbida e “spugnosa” e manca del click distintivo e rassicurante che caratterizzava i controller a forma di chitarra dotati di microswitch. Si tratta di un dettaglio certamente minore, ma influisce non poco sull’esperienza ad alti livelli, soprattutto per i puristi che apprezzano il feedback tattile preciso durante le sessioni più intense. Insomma, se da un lato il controller è costruito per essere funzionale e accessibile, dall’altro alcuni compromessi nella scelta dei materiali e nella rifinitura di certi componenti sono palesi, riflettendo forse la necessità di contenere i costi per offrire un prodotto a un prezzo competitivo.

PDP Riffmaster
La compatibilità è assicurata sia con Rock Band che con Fortnite Festival

PDP Riffmaster: Smoke on the Water

Oltre alle funzionalità essenziali, la Riffmaster integra alcune aggiunte degne di nota che ne migliorano l’usabilità e la polivalenza. In primis, l’adattabilità totale per destrorsi e mancini è un vantaggio significativo, che permette a un pubblico più ampio di godere appieno dello strumento senza dover acquistare versioni specifiche grazie al posizionamento oculato di tutti i comandi. Inoltre, la presenza di uno stick analogico per la navigazione all’interno di Fortnite Festival è una piccola ma apprezzabile rifinitura che semplifica l’interazione fuori dal gameplay. Speriamo soltanto che un futuro aggiornamento lo renda utilizzabile anche al di fuori di quel contesto specifico, trasformando così la Riffmaster in qualcosa di più che una semplice periferica musicale.

La durata della batteria è un altro punto di forza notevole: con una singola carica, il controller riesce a garantire circa 40 ore di autonomia (persino qualcuna in più delle 36 dichiarate sulla confezione), una prova di resistenza davvero encomiabile che riduce la frequenza dei collegamenti alla rete elettrica e permette lunghe sessioni di gioco senza interruzioni. La chitarra è dotata di un accumulatore al litio integrato e include un cavo USB-C da 1 metro, una lunghezza abbastanza generosa che offre molta flessibilità durante la ricarica anche se, purtroppo, la periferica non è fruibile mentre si rigenera. La connettività wireless tramite un dongle USB dedicato è parimenti impeccabile e resiste fino a quasi 10 metri di distanza, attributo che rende la Riffmaster una compagna affidabile per le nostre avventure musicali (anche) da divano. La sua compatibilità assicurata con Fortnite Festival la rende l’unica periferica ufficiale per la declinazione ritmica dello sparatutto in terza persona di Epic Games, consolidando il suo ruolo di scelta preminente per gli appassionati.


La PDP Riffmaster è un graditissimo ritorno al periodo in cui le periferiche per rhythm game imperversavano, e offre una soluzione moderna e accessibile per i fan di Rock Band e i nuovi arrivati di Fortnite Festival. I suoi capisaldi risiedono in una connettività senza fili irreprensibile, nell’eccellente portabilità grazie al manico pieghevole e nella lunga durata della batteria. Si tratta di un innegabile passo in avanti rispetto ai vecchi controller usurati che molti di noi conservano ancora nell’armadio, anche se non privo di alcune imperfezioni: la qualità costruttiva generale, pur funzionale, non fa certo gridare al miracolo, e la plettrata così cedevole potrebbe non incontrare i gusti di chiunque. Anche la necessità di una manovra decisa per attivare lo Star Power e il leggero tremolio del manico ripiegato sono piccoli dettagli che, sebbene non rovinino la fruizione, potrebbero far storcere il naso. Per finire, il costo di 149,99 euro, a scapito di tutte le migliorie e le funzionalità aggiuntive, potrebbe rappresentare un ostacolo per chi presta un occhio di riguardo al budget. In ogni caso, la chitarra PDP rappresenta comunque un toccasana per i nostalgici di Rock Band e Guitar Hero: si tratta di un controller che, pur con qualche compromesso, segna un passo importante nel rilancio del genere e costituisce una base robusta per le future generazioni di rhythm game. Se aspettavate da un decennio il ritorno delle chitarre di plastica come il sottoscritto, la Riffmaster è senza dubbio un investimento su cui vale la pena riflettere, magari con un leggero sconto sul prezzo di listino.


 

V MENSILE
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Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.