Raidou Remastered The Mystery of the Soulless Army Recensione: abbiamo un caso da risolvere, no?

Raidou Remastered

L’era Taisho, un periodo di transizione e modernizzazione per il Giappone, è lo scenario affascinante e pregno di mistero nel quale Raidou Remastered The Mystery of the Soulless Army si dipana. Da sempre un piccolo cult di nicchia persino rispetto alla già non troppo folta platea di estimatori di Shin Megami Tensei, l’originale Raidou Kuzunoha vs. The Soulless Army, pubblicato nel 2006 su PlayStation 2, rinasce oggi in una veste migliorata che non si limita a scrollargli di dosso la polvere accumulata negli anni ma lo arricchisce sotto molteplici punti di vista, rendendolo accessibile e coinvolgente anche per quanti non avevano potuto saggiarlo all’epoca. Fin dalle prime battute, il gioco riesce a catturare l’attenzione con un’atmosfera unica, una miscela intrigante di elementi storici, folklore giapponese e un’oscura vena soprannaturale che permea ogni angolo di una Tokyo preda del suo sviluppo industriale. La saga spin-off Devil Summoner, di cui Raidou fa parte, è composta da una serie di titoli che affrontano eventi alternativi alla serie principale: vestire i panni di Raidou Kuzunoha, un detective del soprannaturale con l’abilità di evocare e controllare demoni, è un’esperienza che si rivela subito profonda e gratificante, portando il giocatore attraverso una serie di enigmi e battaglie che mettono alla prova sia l’intelletto che le abilità strategiche. Un’atmosfera unica e un protagonista carismatico sono i due elementi che colpiscono subito, e invitano a scoprire tutto ciò che questa peculiare reinterpretazione degli anni ruggenti nipponici contiene.

Raidou è un giovane studente del liceo Yumizuki addestrato nell’arte dell’evocazione demoniaca

Raidou Remastered: vacci piano, è il mio motto

La trama si dipana attraverso una serie di episodi investigativi, ciascuno un tassello di un mosaico più grande e sinistro. La narrazione è scandita da un ritmo incalzante, evitando lungaggini superflue per concentrarsi sull’essenza del mistero. Nei panni di Raidou, assistito dal suo fedele compagno felino Gouto, ci troveremo a indagare su una serie di eventi inspiegabili che affliggono la capitale giapponese. La sensazione di essere un vero detective è tangibile: ogni indizio raccolto, ogni testimonianza ascoltata e ogni manipolazione delle menti degli NPC, resa possibile dai poteri demoniaci di Raidou, contribuisce a svelare strati su strati di una cospirazione oscura, una struttura narrativa che, per quanto intrinsecamente episodica, converge in un arco narrativo generale di gran lunga più profondo e avvincente di quanto si possa immaginare a un primo sguardo, che va a culminare in un mistero di proporzioni eccezionali che tiene incollati allo schermo fino alla fine. Il fascino dell’era Taisho è palpabile in ogni dettaglio, dalle architetture ai costumi, e contribuisce a plasmare un’ambientazione ricca di fascino storico e culturale che si sposa perfettamente con gli elementi soprannaturali. La successione degli eventi riesce a mantenere un equilibrio tra la serietà delle indagini e momenti di arguto umorismo, un connubio che rende l’esperienza mai tediosa o troppo snervante.

Le meccaniche investigative sono intuitive e gratificanti. L’utilizzo dei demoni non si limita al combattimento, poiché sono strumenti essenziali per la risoluzione degli enigmi: ad esempio, potremmo aver bisogno di un demone specifico per leggere la mente di un sospettato, oppure per evocare un’illusione che distragga una guardia. Una simile integrazione tra narrazione, esplorazione e utilizzo delle abilità demoniache è stata pensata per trascendere i confini del semplice gioco di ruolo d’azione, trasformandolo in una vera e propria avventura investigativa con elementi RPG. La Tokyo raffigurata trabocca di dettagli e personaggi, ognuno con la propria storia e svariati segreti da nascondere. Esplorare le strade affollate, interagire con gli abitanti e setacciare ogni angolo alla ricerca di indizi diventa un’attività appagante, che rafforza ulteriormente l’immersione nel periodo storico. L’atmosfera che si respira è unica: un amalgama tra la modernizzazione in atto, credenze popolari consolidate e antiche tradizioni, generando un contesto in cui il soprannaturale si insinua nella quotidianità in modi inaspettati e spesso terrificanti. Un JRPG atipico, insomma, che mescola procedure investigative ed elementi soprannaturali.

Raidou Remastered
Questa versione rimasterizzata include anche demoni provenienti da altri capitoli della serie

Tu esisti nell’oscurità proprio per sconfiggerla

La vera anima di Raidou Remastered, come nell’originale, risiede nel suo sistema di combattimento, che ha subito una revisione profonda e quasi sorprendente. Abbandonando le rigidità del passato, la rimasterizzazione introduce un sistema d’azione più fluido e dinamico allineato agli standard moderni del genere. La telecamera, ora completamente libera e controllabile, permette una visione chiara del campo di battaglia, essenziale per gestire al meglio Raidou e i suoi alleati demoniaci. La possibilità di avere due demoni attivi contemporaneamente in battaglia, formando un trio con Raidou, apre a strategie complesse e gratificanti. Il cambio senza soluzione di continuità tra i demoni è implementato in modo impeccabile, consentendo di adattare la propria strategia alle diverse minacce in tempo reale, mentre il puntamento con la pistola è stato semplificato grazie al blocco automatico del bersaglio, rendendo i colpi più precisi e il flusso generale delle battaglie orchestrato meglio. Sebbene i demoni siano controllati dall’IA, è possibile impartire loro comandi specifici, un modo per conservare un certo grado di controllo tattico. Raidou stesso può equipaggiare diverse armi – spada, lancia o ascia – ognuna con il proprio set di mosse e punti di forza, il che va a sommare un ulteriore strato di profondità al gameplay. Di fatto, il combat system ha smussato buona parte dei suoi aspetti più ruvidi per divenire abbastanza reattivo e divertente, trasformando quelle che in passato potevano essere sezioni frustranti in momenti più gestibili.

Oltre alle migliorie in termini di gameplay, il comparto audiovisivo di Raidou Remastered è stato trattato con la massima cura. La colonna sonora originale di Shoji Meguro, già una meraviglia per l’epoca, risplende oggi in tutta la sua magnificenza, con un audio più nitido e potente che esalta l’atmosfera oscura e misteriosa del gioco. Ogni brano musicale contribuisce in modo significativo all’immersione, scandendo i momenti di tensione, le indagini e le epiche battaglie. Il doppiaggio inedito, un’aggiunta notevole, è di altissimo livello, con voci che catturano abbastanza bene le personalità dei personaggi e il tono dell’era Taisho. La cura riservata all’interpretazione contribuisce a dare vita ai dialoghi e alle interazioni, rendendo l’esperienza narrativa ancora più coinvolgente. Dal punto di vista visivo, le aree di gioco appaiono più colorate e dettagliate, con un’illuminazione migliorata che accentua le atmosfere. Gli oggetti e gli indizi sono più visibili, semplificando l’esplorazione e la ricerca. Sebbene il gioco mantenga chiaramente il suo stile artistico originale, i miglioramenti estetici sono palesi e ben integrati, e fanno risaltare il mondo di gioco in maniera più vivida e accattivante senza snaturarne l’essenza, come dovrebbe fare qualsiasi restyling degno di tale nome

Raidou Remastered
La grafica rinnovata enfatizza la spettacolarità delle battaglie in tempo reale

Raidou Remastered: possiedi un potere che gli altri non hanno

Le aggiunte e i miglioramenti di Raidou Remastered non si limitano agli aspetti più appariscenti, ma si estendono a una serie di accorgimenti tesi a incrementare la qualità dell’esperienza e renderla molto più scorrevole e apprezzabile rispetto al passato. L’esplorazione è stata notevolmente facilitata; non solo gli oggetti e gli indizi sono più evidenti, ma anche la navigazione generale è meno frustrante, tutte piccole, ma significative, modifiche che dimostrano un’attenzione ai dettagli e un desiderio di modernizzare il titolo, preservandone l’identità peculiare anche rispetto agli altri Shin Megami Tensei. Persino il sistema di livellamento è diventato più user-friendly: ora, tutti i demoni ottengono esperienza dalla battaglia, anche quelli non evocati attivamente. Tale scelta elimina la necessità di grindare ossessivamente per mantenere l’intero roster al passo con le sfide che man mano affronteremo, permettendoci di rivolgere maggiormente la concentrazione sulla storia e sulle strategie di combattimento piuttosto che sull’ottimizzazione forzata.

Tuttavia, è importante notare che alcune missioni secondarie, benché utili per ottenere materiali e migliorare le abilità delle armi di Raidou, conservano il retaggio del design originale: spesso si tratta di compiti semplici, come trovare e sconfiggere un demone specifico o consegnare un oggetto, che però alla lunga tendono a ripetersi. Sebbene non siano particolarmente innovative per gli standard attuali, la loro semplicità è funzionale e non distrae eccessivamente dall’esperienza principale. Sono un promemoria delle radici del gioco, ma possono apparire un po’ troppo datate e ripetitive. In un panorama di remaster che spesso si limitano a un semplice upscale grafico, Raidou Remastered si distingue per la profondità delle sue modifiche, specialmente nel sistema di combattimento. Questa riedizione non è solo un omaggio a un classico, ma una vera e propria riprogettazione di elementi chiave che lo rende un titolo competitivo anche nel mercato odierno, anche se alcune imperfezioni restano saldamente incastonate nel suo DNA e gli impediscono di raggiungere l’eccellenza. Il lavoro svolto è minuzioso, e a volte si ha la sensazione di giocare a un titolo quasi nuovo, un testamento all’impegno profuso nel riportare in vita questo spin-off quasi dimenticato da parte di Atlus, che tuttavia avrebbe beneficiato di una revisione ancora più approfondita. Non resta che augurarci che il riscontro di pubblico garantisca anche al suo sequel, Raidou Kuzunoha vs. King Abaddon, un trattamento simile, accordandogli in tal modo lo sbarco ufficiale sulle coste del Vecchio Continente.


Raidou Remastered The Mystery of the Soulless Army è un esempio di rivitalizzazione ben fatta che non vuole limitarsi a un semplice aggiornamento grafico, ma reinventa aspetti cruciali come il sistema di combattimento, aggiungendo significative migliorie che rendono l’esperienza più accessibile e gratificante per un pubblico moderno. Il suo fascino risiede nella fusione di una trama investigativa avvincente, ambientata in una Tokyo dell’era Taisho splendidamente rievocata, con un gameplay d’azione profondo e personalizzabile che bilancia la sua identità di nicchia con le aspettative contemporanee. Per i fan di lunga data, è l’occasione perfetta di rivivere la versione definitiva di un classico, mentre i nuovi arrivati potranno godere di una valida introduzione a una delle saghe JRPG più originali e stilisticamente distinte del catalogo Atlus, dimostrazione pratica di quanto anche i titoli meno conosciuti possano brillare se trattati con la dovuta premura, al netto di qualche riserva congenita.


 

V MENSILE
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NeoGeo Collector’s Bible Special Preview
Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.