Razer Deathadder V4 Pro Provato: il “coltellino svizzero” per PC Gamer definitivo?

Razer Deathadder V4 Pro Provato Anteprima

Quando si parla di gaming a livello competitivo e la necessità di ottenere il meglio dalla propria postazione si fanno diversi nomi: Steelseries come abbiamo visto qualche settimana fa, oppure Nacon e Logitech se parliamo di nomi che fanno dell’equipaggiamento da eSports una parte delle loro produzioni. Ma in tutta franchezza e senza particolari bias, se pensiamo a questo tipo di periferiche il più delle volte dalla bocca dell’utente medio e meno navigato uscirà sempre lo stesso nome: Razer, un brand che ha fatto di questa fetta di mercato il suo marchio di fabbrica ancora prima del boom dei titoli competitivi come Counter-Strike: Global Offensive, League of Legends e DotA 2 e il cui simbolo identificativo è rappresentato dalla serie di mouse Deathadder iniziata nel 2006 e diventata negli anni una delle periferiche da gaming più vendute di tutti i tempi con 20 milioni di unità che hanno trovato una casa in tutti questi 19 anni. E proprio dopo questi 19 anni, siamo alle porte di una nuova generazione di mouse da gaming verde neon, con l’arrivo di un Razer Deathadder V4 Pro che abbiamo avuto modo di provare qualche settimana fa, in attesa di una nostra recensione estesa e nel dettaglio.

Razer Deathadder V4 Pro
Un piccolo sguardo ravvicinato alla dotazione del mouse fuori dalla scatola

Razer Deathadder V4 Pro: una storia di gloria e prestigio da rispettare

Come detto in apertura, il nome Deathadder e in particolare il marchio Razer sono diventate (nel bene e nel male) simbolo dell’esperienza da gaming su PC ad alte prestazioni, presentando in ogni sua incarnazione nuove idee di design in grado di migliorare l’esperienza utente su tutti i livelli. Che si tratti del giocatore alle prime armi che vuole affacciarsi a titoli più competitivi oppure un giocatore professionista in cerca di un upgrade, questa linea di prodotti (e in particolare la sua versione Pro) puntano ad offrire il meglio dal punto di vista del design e delle specifiche hardware. E la situazione non cambia nel caso del Razer Deathadder V4 Pro. Dal punto di vista del design infatti, ci troviamo davanti ad un mouse completamente riprogettato nelle sue fondamenta, prendendo in prestito giusto la forma del suo predecessore ma al tempo stesso rendendola più fine nelle sue sinuosità e rendendolo ancora più leggero dell’11%, arrivando ad un peso di appena 56g tra scheletro della scocca, pulsanti e componentistica. L’idea alla base è quella di proporre una sensazione di sicurezza ed affidabilità simile al passato, ma ancora più comoda al tatto e durante la corsa sul mouse pad, andando a migliorare esclusivamente le criticità principali del V3 Pro e sostituendole con soluzioni di ultima generazione.

Razer Deathadder V4 Pro
“Una scocca nuova, ma altrettanto riconoscibile”

Progettato assieme ai più grandi

Questo come si traduce da un punto di vista pratico? Semplice: attraverso un pesante investimento nella ricerca e sviluppo di componentistiche all’avanguardia, consultando e ricevendo feedback da figure leggendarie del professionismo esportivo come per esempio Faker (5 volte campione mondiale di League of Legends), Niko (Top Player di Counter-Strike) e Zellsis (Campione Valorant Masters 2024) e tanti altri ambassador che collaborano con la casa madre per la creazione di nuove tecnologie come i nuovi Razer Optical Switches Gen-4 in grado di garantire 100 milioni di click senza inceppamenti o incertezze, il sensore Razer Focus Pro Gen-2 che punta a garantire una precisione senza precedenti fino a 45 mila DPI di sensibilità e la rotella Razer Optical Scroll Wheel progettata specificatamente per prevenire scroll involontari ad alti livelli, attraverso un nuovo sistema di invio del segnale di input basato su segnali per l’appunto piuttosto che meccanici.

Il tutto gestito da un dongle Hyperspeed Wireless 2 alimentato tramite USB e in grado di garantire un polling rate di 8000 Hz a 4Mbit al secondo e che permetterà al mouse di offrire un livello di performance superiore alle sue controparti cablate, con una latenza di 0,291ms per ben 120 ore di gioco. Ovviamente – trattandosi di un prodotto Razer – anche il Deathadder V4 Pro sarà compatibile con i software di personalizzazione Razer Synapse, dando quindi la possibilità agli utenti non solo di personalizzare la mappatura del mouse (andando persino a cambiarne il funzionamento radicalmente), ma ovviamente anche a salvare la propria configurazione in diversi profili richiamabili a seconda del titolo che si vuole giocare. In generale, ciò che il Razer Deathadder V4 Pro ai propri aficionados è una riproposizione e miglioramento del “pacchetto completo”, anche a fronte del prezzo di ben 179,99 euro. Ma come si traduce tutto questo nella pratica?

“Il sensore Focus Pro sembra essere pronto a dire la sua nelle principali competizioni esportive, che ne dite?”

Prova sul campo deserto

Per quanto riguarda la nostra breve esperienza durante la presentazione del Razer Deathadder V4 Pro, abbiamo avuto modo di prendere parte ad una fase di demo all’interno di una partita personalizzata su Counter-Strike 2 in modalità Arms Race. Certo in fin dei conti si è trattato di massimo 10 minuti di prova, ma al tempo stesso questo non ci ha impedito di mettere in risalto alcune delle caratteristiche di questo prodotto. In primis, l’essere passato da un mouse con batterie stilo ad uno con batteria interna ha creato quella sensazione di leggerezza “in stile anime” in cui il protagonista della storia si toglie i propri pesi e inizia a sentirsi più leggero.

Laddove in precedenza lunghe sessioni all’interno di un FPS mi portavano a sviluppare leggeri crampi, con il Razer Deathadder V4 Pro la sensazione iniziale è stata simile a quella dell’utilizzare un touchscreen: fluida e quasi impercettibile al di là dei tasti fisici. Ovviamente una singola partita non è significativa dell’intera esperienza e attendiamo di entrare in sede di recensione per poter stressare al massimo questo gioiellino dentro videogiochi di stampo puramente competitivo che necessitano di grandi quantità di input in pochi secondi. Il terreno di gioco ideale per far brillare accessori come questo.


La nostra prova con il Razer Deathadder V4 Pro è stata breve, ma dal forte impatto. Siamo certamente rimasti impressionati dalla qualità e dal potenziale che il nuovo prodotto del brand porterà sul mercato delle periferiche da gioco. L’intera struttura, a partire dagli switch e dalla rotella ottica fino ad arrivare alle minuzie come il grip più allargato, dà l’impressione di essere davanti ad un prodotto sì premium, ma conscio di essere in lizza per il titolo di “Non Plus Ultra” dell’avanguardia per quanto riguarda mouse del genere. Staremo a vedere se questa resistenza e sicurezza si rifletterà anche in fase di recensione.


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!