Razer Deathadder V4 Pro Recensione: il Mouse Perfetto, ma non per tutti

Razer Deathadder V4 Pro Recensione

La scorsa settimana vi abbiamo dato una piccola anteprima del Razer Deathadder V4 Pro, il nuovo mouse top di gamma progettato dall’azienda leader nella produzione di hardware da gioco che promette di migliorare quanto di buono si è già visto in quasi 20 anni di storia della linea Deathadder. Nel corso degli ultimi giorni abbiamo avuto modo di effettuare ulteriori test al di fuori della prova stampa e siamo pronti ad emettere un responso degno del blasone e dell’eredità che oggetti come questo portano sul groppone. Come sarà andata? Siamo di fronte a un nuovo re dei mouse da eSport? Scopriamolo insieme!

Razer Deathadder V4 Pro
Immagine promozionale del Razer Deathadder V4

Razer Deathadder V4 Pro: “Il Neo dei Mouse da Gioco”

La presentazione del Razer Deathadder V4 Pro stupisce fin dal momento in cui alziamo il coperchio del suo semplice ma funzionale packaging. Al suo interno troveremo infatti l’ovvio mouse, un cavo USB-A to USB-C per il collegamento cablato della periferica o per l’alimentazione del dongle Hyperspeed Wireless Gen-2, che ci permetterà di utilizzare il dispositivo in totale libertà. Concludono la dotazione un pratico libretto di istruzioni multilingua, un set di comodi grip da applicare sulla struttura del mouse e una lettera del CEO Mia-Lang Tang in cui essenzialmente si parla in “PR Lango” della figura del Pro Gamer e sulla filosofia dei designer durante la creazione di questi dispositivi. Una presentazione elegante e che rispecchia l’immagine che Razer vuole dare a questo tipo di prodotti, proposti come il non plus ultra dell’equipaggiamento per i videogiocatori competitivi e sviluppati anche grazie alle conoscenze di questi ultimi, come testimoniato dai test del “Erlkonig Prototype” effettuati durante i campionati europei e cinesi di Valorant lo scorso Marzo, test sul campo necessari per ottenere gli ultimi feedback e prepararsi alla release finale e renderlo disponibile ad ogni giocatore competitivo.

Razer Deathadder V4 Pro
Il contenuto completo della scatola

Una “Reincarnazione” stilosa

Per quanto concerne il design, Razer Deathadder V4 Pro presenta una scocca pressoché identica al suo predecessore, utilizzando il nuovo stile introdotto con la terza generazione ma riprogettato nella sua struttura interna ed esterna. Dall’esterno possiamo infatti trovare materiali plastici più leggeri e slanciati per adattarsi a più tipi di impugnatura, ma anche un’ottimizzazione generale del grip alla base del dispositivo. Se prima il Deathadder V3 e le sue varianti utilizzavano piedini d’appoggio molto simili a quelli visti in altri mouse come lo SteelSeries Rival 3 che abbiamo recensito non molto tempo fa, nel caso del Deathadder V4 Pro questi sono stati sostituiti da due strati di grip posizionati ai due estremi del mouse, coprendo una parte di superficie superiore al passato. In questo modo grip che un tempo potevano risultare in parte irregolari ora ci permettono di percorrere gran parte del tappetino in maniera consistente e fluida.

Il Dongle Hyperspeed Wireless rappresenta invece il nucleo centrale del mouse e anch’esso presenta un design elegante nella sua semplicità e soprattutto funzionale nel modo in cui si propone ai giocatori. Una volta alimentato e acceso il mouse, il dongle andrà a mostrare tre piccoli led che – a seconda del colore – andranno ad indicare lo status della connessione, la durata rimanente della batteria e soprattutto il Polling Rate utilizzato durante la sessione di gioco. Il tutto avviene con rapidità e soprattutto in modo chiaro e facilmente comprensibile. Unico neo se possiamo definirlo tale dell’intera interfaccia del Deathadder V4 Pro è l’impossibilità di modificare proprio il Polling Rate del dispositivo in maniera fisica, al di fuori del software Razer Synapse 3. Un problema triviale se possiamo definirlo tale e che nella pratica avrebbe appesantito (seppur di poco) il peso totale del mouse, ma che al tempo stesso avrebbe potuto dare al prodotto quel plus “Premium” e un controllo totale anche per l’utente che si accontenta del prodotto in sé per sé una volta tirato fuori dalla scatola.

Che questa sia la forma finale del design di casa Razer?

Un carro armato campione dei pesi piuma!

Bisogna fare un particolare plauso a Razer per come ha effettivamente progettato il lato software del Deathadder V4 Pro dal punto di vista della connettività e ricezione generale del mouse. Per attestarlo ho provato ad inserire il mouse all’interno di scenari assurdi in quanto improbabili, come per esempio utilizzare il dispositivo all’interno di stanze distanti dal computer come il bagno di casa o un ripostiglio distante un paio di metri dal PC e separato da muri abbastanza spessi. Il risultato è stato sempre un segnale praticamente stabile e limpido, non proprio qualcosa di applicabile al gaming professionistico, quanto più ad un uso casual, come per esempio durante le serate con amici davanti ad un proiettore o perché no tra uno scambio e l’altro di periferica durante una sessione di videogiochi arcade come un’avventura punta e clicca o un Action RPG isometrici alla Diablo.

In realtà questo panegirico apparentemente senza senso va a tessere le lodi di una stabilità d’insieme ottima e che rende il Razer Deathadder V4 Pro un mouse che vale in tutto e per tutto il suo prezzo al dettaglio di ben 179,99 euro. Non soltanto per via dei materiali utilizzati, una scocca sostenibile prodotta da plastiche riciclabili e ultra leggere, che lo rendono resistente a grandi stress come una presa decisa durante una, piacevole al tatto e soprattutto facile da manovrare, ma in particolare anche grazie al modulo Hyperspeed Wireless Gen-2 al suo interno che – come abbiamo appurato in precedenza – garantisce tempi di input reattivi e veloci. Insomma, che si tratti di uno strumento comprato per migliorare la propria performance eSportiva o anche solo come mouse da gioco per la propria postazione e per l’uso su titoli tutt’altro che competitivi, il Razer Deathadder V4 Pro è assolutamente un’opzione validissima. Anche se…

Il sensore ottico permette non solo una precisione senza pari, ma anche una rapida ricalibrazione del puntatore dopo un riposizionamento sulla superficie, oltre che a performance sopraffine fino a 45,000 DPI

Una scelta consapevole

Mettiamo le cose in chiaro: il mio ruolo da recensore non è quello più idoneo per parlare nel dettaglio di come funziona il Razer Deathadder V4 Pro, in quanto non vengo dal mondo per cui questo prodotto è stato pensato. Sono un classico videogiocatore da scrivania che ogni tanto – saltando da un genere all’altro per lavoro e per svago – si tuffa nel mondo degli Sparatutto, dei Rhythm Game e dei MOBA. Va da sé quindi che la mia visione del prodotto si basa su un tipo di esperienza molto più tranquilla rispetto agli scenari per il quale Razer ha investito una valanga di soldi in ricerca e sviluppo e che sì, superficialmente rispetto ad altri mouse questa nuova iterazione del Deathadder risulta essere talmente piacevole da risultare “eccessiva” come soluzione hardware d’uso personale, anche utilizzando i suoi settaggi di base (1000 Hz di Polling Rate e 1600 DPI).

Perché sì, possiamo continuare a tessere le lodi alle varie innovazioni hardware come l’utilizzo di meccanismi ottici dell’intera struttura, l’iper precisione del sensore di movimento che mi ha più volte salvato durante i game con amici su Splitgate 2 o applaudire alle varie implementazioni e personalizzazioni via software come il Razer Hypershift usato per la creazione di nuove macro attraverso combinazioni uniche di tasti in giochi come League of Legends, ma la verità è che il suo vero potenziale può essere espresso solo al massimo livello di competizione. In generale, diciamo che la scelta nell’acquisto di un Razer Deathadder V4 Pro è equivalente a quella che si può fare all’interno di un concessionario: da un lato l’idea di comprare e possedere una supercar ci fa molta gola, dall’altro l’acquirente dovrà essere al 100% sicuro di poterla utilizzare al meglio e rendere l’acquisto fruttevole e sensato.


Mettiamolo agli atti e togliamoci via il cerotto: il Razer Deathadder V4 Pro è sulla carta il mouse da gioco perfetto. Al di là dei nitpick che possono nascere da punti di vista personali, l’offerta top di gamma per il gaming di Razer per l’anno domini 2025 è quanto di più completo si possa cercare all’interno del suo mercato di riferimento per quanto riguarda l’attrezzatura da gamer professionista. Il suo unico difetto che potremmo definire tale è rappresentato dalla sua stessa natura come attrezzo per chi percorre una carriera eSportiva e ha quindi bisogno di un numero di settaggi e minuzie che agli occhi del gamer della domenica potrebbero risultare inutili. In generale, consigliamo l’acquisto del Razer Deathadder V4 Pro a chi veramente potrà e saprà utilizzarlo al meglio delle sue capacità e farla andare come una Ferrari da gara.


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!