Checkpoint Festival

Checkpoint Festival 2025: Women in Games porta a Roma arte, inclusione e cultura videoludica

Dal 13 al 16 novembre il GAMM Video Games Museum di Roma ospiterà il Checkpoint Festival 2025, un evento internazionale che si pone l’obiettivo di ridefinire il ruolo del videogioco come arte e come strumento culturale. Nato dalla collaborazione tra Women in Games e il Centro Sperimentale di Arti Interattive (CSAI), il festival si presenta come un’esperienza “boutique” unica nel panorama europeo, capace di unire creatività, innovazione e attivismo culturale.

L’iniziativa, curata dal Direttore del GAMM Marco Accordi Rickards e dalla CEO di Women in Games Marie-Claire Isaaman, offrirà panel, workshop e performance che metteranno al centro sviluppatori, creatori, pensatori e visionari da tutto il mondo, con l’obiettivo di esplorare come il videogioco possa plasmare e riflettere la società, travalicando i confini dell’intrattenimento per affermarsi come vero e proprio artefatto culturale.

Tra i punti cardine del Festival ci sarà il Women in Games Forum, integrato nella programmazione per dare spazio alle voci sottorappresentate e promuovere inclusione e mentorship. Il forum si articolerà in sei filoni:

  • Giocatrici, Streamer e Performer
    Lo streaming oggi è molto più che semplice gameplay: è un mezzo performativo e artistico. Questa sessione esplorerà come le streamer donne stiano ridefinendo il panorama digitale attraverso comunità inclusive, contenuti innovativi e resilienza creativa.

  • Imprenditrici
    Il Festival dedicherà particolare attenzione a chi vuole avviare o far crescere il proprio progetto. Le sessioni metteranno in evidenza fondatrici di studi e nuovi modelli di business, offrendo consigli pratici su finanziamenti, pubblicazione e crescita sostenibile.

  • Disruptor e Innovatrici
    Con l’evoluzione di XR, IA e machine learning, cambiano anche i modi di giocare. Questo filone esplorerà come le tecnologie emergenti possano potenziare – e non sostituire – la creatività umana, liberando artiste e designer per concentrarsi su narrativa, design ed esperimenti.

  • Educatrici, Role Model e Mentor
    Come ispirare la prossima generazione? Attraverso visibilità, guida e opportunità. Questo percorso celebrerà chi insegna, guida con l’esempio e trasforma pipeline chiuse in strade aperte.

  • Alleanze e Crossover
    Dalla moda al cinema, dall’architettura all’attivismo: questo tema valorizzerà le collaborazioni interdisciplinari e gli ibridi creativi più sorprendenti.

  • Comunità Videoludiche
    Al centro di Women in Games c’è una rete globale di ambasciatrici, la cui influenza sarà mostrata tramite nuove ricerche e iniziative concrete. Queste comunità dimostrano come l’azione dal basso possa trasformare le norme dell’industria.

Oltre al Forum, il Checkpoint Festival proporrà anche una serie di approfondimenti dedicati ad altri aspetti chiave dell’industria, spaziando dal riconoscimento degli autori come figure culturali alla conservazione del patrimonio videoludico. Tra i temi in evidenza:

  • Plasmare il Futuro del Gioco – Dare un volto a un nome
    Dai pionieri come Don Daglow ai visionari moderni come Hideo Kojima, gli autori di videogiochi trasformano l’intrattenimento interattivo in pietre miliari culturali. Il loro lavoro ridefinisce narrazione, meccaniche e profondità emotiva, dimostrando che i videogiochi possono stare al fianco di cinema, musica e letteratura come forma d’arte.

    Quali nuovi confini possiamo superare quando creatori di ogni provenienza vengono messi in condizione di guidare la creatività interattiva e di essere pienamente riconosciuti?

  • Plasmare il Futuro del Gioco – Collezionisti, Curatori e Custodi della Memoria
    Il passato vive grazie a chi lo preserva. Dai grandi archivi culturali ai collezionisti privati, questi custodi garantiscono che le pietre miliari del gaming – dalle console iconiche al codice raro – non vengano dimenticate. Ma preservare i videogiochi non è semplice: decadimento digitale, hardware obsoleto, mondi online scomparsi e difficoltà nel catturare esperienze e culture di gioco rischiano di cancellare per sempre parti vitali della storia videoludica.

A sottolineare la visione e le ambizioni dell’evento arrivano le parole del Direttore del GAMM e del Festival e della Co-Direttrice e CEO di Women in Games.

Marco Accordi Rickards, Direttore GAMM e del Festival: “I videogiochi non sono solo strumenti di intrattenimento. Sono opere d’arte interattive, complesse, stratificate e ricche di significato, capaci di trasmettere la visione, le emozioni e le filosofie di chi le crea. Come la letteratura, il cinema o la musica, un videogioco può portare l’impronta di un autore. Attraverso meccaniche, design narrativo, linguaggio visivo e libertà del giocatore, gli sviluppatori costruiscono esperienze che parlano della condizione umana, sfidano le nostre prospettive e lasciano un’impronta culturale duratura. In questo senso, considero il videogioco una potente forma di espressione autoriale: uno spazio dove esplorare idee, mettere in discussione le norme e costruire interi mondi che riflettono la propria voce interiore. Che sia in modo sottile o esplicito, ogni scelta di design è una dichiarazione. Ogni interazione è un invito a interpretare, riflettere e sentire.”

Marie-Claire Isaaman, CEO Women in Games e Co-Direttrice del Festival: “I videogiochi sono più che codice: sono espressioni culturali di identità, immaginazione e intenzione. In Women in Games crediamo che la voce di ogni creatore conti. Un’industria davvero inclusiva deve riconoscere i videogiochi non solo come intrattenimento, ma come veicoli di significato, resistenza, gioia e cambiamento. Quando vediamo i videogiochi come arte, ne riconosciamo il potere di mettere in discussione lo status quo, riflettere esperienze di vita diverse e stimolare dialoghi che vanno oltre lo schermo. Questo è particolarmente importante per le donne e per i creatori sottorappresentati, le cui storie sono state troppo spesso marginalizzate o ignorate.
Nel loro meglio, i videogiochi ci invitano non solo a osservare, ma a giocare e partecipare – a entrare in altri mondi, prospettive e possibilità.
Il Checkpoint Festival rappresenta un punto di svolta: uno spazio dove le voci diverse guidano e dove il valore dei videogiochi come artefatti culturali viene affermato senza compromessi. È grazie a festival come questo che possiamo riscrivere la narrazione su chi ha il potere di plasmare il futuro del gioco.”

Per celebrare il Checkpoint Festival, d3t, studio di co-sviluppo parte di Keywords Studios, ha realizzato il poster ufficiale della manifestazione, ispirato ai grandi festival cinematografici e arricchito da alcuni dei monumenti più iconici di Roma. Un’opera pensata come una vera e propria lettera d’amore alla città e alla missione culturale dell’evento.

Louise Andrew, Head of Studio di d3t, ha commentato: “Come studio di co-sviluppo work-for-hire, il nostro team di oltre 200 sviluppatori conosce l’importanza di lavorare in collaborazione con i partner, rispettando brief e scadenze. Quando il team di Women in Games ci ha chiesto di collaborare al poster per il Checkpoint Festival, abbiamo accolto la proposta con entusiasmo. Il lavoro che Women in Games svolge per sostenere le donne nell’industria videoludica è perfettamente in linea con i valori di d3t di cultura, comunità e inclusività, e quando ne abbiamo parlato ai nostri artisti, è stato chiaro che volevano supportare l’evento.
Il risultato finale prende ispirazione da alcuni dei più iconici poster di festival cinematografici, integrando anche i monumenti più famosi di Roma. Ne è nato un poster audace e di gusto, e per noi di d3t è stato un privilegio poter contribuire alla sua creazione.”

CHECKPOINT FESTIVAL