FANTASY LIFE i

FANTASY LIFE i La ragazza che ruba il tempo Recensione: il mestiere della magia

È arrivato un momento magico per gli amanti dei giochi di ruolo che sognano una vita diversa, una in cui la routine si tinge di avventura e ogni giorno è una nuova scoperta. Ed è proprio questo ciò che ci ha sempre garantito il mondo della serie Fantasy Life: una dolce, simpatica ma profonda evasione dalla realtà, un luogo dove possiamo essere eroi senza rinunciare al piacere di coltivare un orto o cucinare un piatto delizioso. Vanto del franchise è la sua capacità di mescolare generi apparentemente distanti, architettando un ibrido irresistibile tra un simulatore di vita rilassante e un’epopea fantasy ricca di personaggi memorabili e missioni avvincenti. Non si tratta solo di combattere mostri o salvare il mondo, ma anche di imparare una professione, stringere amicizie e costruire la propria felicità in un universo animato e variopinto. Quest’ultima iterazione, che sta per giungere anche su Switch 2, vuole elevare esponenzialmente l’esperienza dell’originale del 2012, affinando ciò che già amavamo e introducendo novità capaci di catturare il cuore di nuovi e vecchi avventurieri, pur con qualche piccolo passo falso lungo il cammino.

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I veri eroi sanno maneggiare spade, mestoli e pennelli con la medesima competenza

FANTASY LIFE i: impara l’arte e mettila da parte

Una volta mossi i primi passi all’interno dell’avventura, la prima cosa che salta all’occhio è la sua incredibile profondità, accostata a una leggerezza che la rende accessibile a tutti. La narrazione si dispiega con estrema grazia, un filo d’Arianna che ci guida attraverso scenari fiabeschi e incontri inaspettati. La trama, sebbene non pretenda di essere un’epopea shakespeariana, riesce a toccare corde inaspettate, mescolando umorismo, momenti di tenerezza e, a volte, una profondità tematica che sorprende. Non è solo una serie di missioni da spuntare, ma un vero e proprio viaggio emotivo, dove le scelte che facciamo e le persone che incontriamo lasciano un segno indelebile. Ogni personaggio secondario, dal fabbro brontolone alla saggia maga, contribuisce a tessere una rete di relazioni che rende il mondo di gioco vivo e pulsante. E la bellezza sta proprio qui: nel trovare significato anche nelle piccole cose, nel sorriso di un NPC o nella scoperta di un segreto nascosto dietro un albero secolare. La storia, a dispetto delle sue premesse giocose, ha una propria dignità e si rivela un ottimo propulsore per esplorare ogni angolo di questo universo.

Le meccaniche di gioco sono il vero gioiello della corona, il motore che rende ogni sessione di gioco un’esperienza fresca e coinvolgente. Al centro di tutto c’è il sistema dei Mestieri, un concetto geniale che ci permette di abbracciare svariate professioni, ognuna con le proprie sfide e ricompense. Non c’è limite alla nostra curiosità: possiamo essere una guerriera impavida di giorno e una cuoca sopraffina di notte, oppure un minatore instancabile che nel tempo libero si dedica alla sartoria. Questa libertà di scelta non è solo un vezzo, ma una parte integrante della progressione. Ogni Mestiere possiede il proprio albero delle abilità, le proprie missioni specifiche e i propri strumenti, invitandoci a padroneggiarne i segreti e a scoprire come le diverse professioni possano influenzarsi a vicenda. Ad esempio, il legname raccolto come boscaiolo può essere trasformato in mobili da un carpentiere, o i minerali estratti da un minatore possono diventare armi scintillanti grazie a un fabbro. Questo intreccio crea un ciclo ludico incredibilmente gratificante, dove ogni azione ha un senso e contribuisce al nostro sviluppo complessivo. È come avere un guardaroba infinito di possibilità, dove ogni completo ci permette di affrontare il mondo con una prospettiva diversa. Tuttavia, è giusto notare che il sistema di combattimento, pur essendo funzionale, rimane piuttosto basilare. Non aspettatevi sfide tattiche complesse o un’ampia varietà di strategie; spesso ci limiteremo a schivare e a spammare gli stessi identici attacchi, il che potrebbe risultare un po’ ripetitivo per chi cerca un’esperienza più profonda in questo specifico ambito.

Bisogna essere sempre ben equipaggiati per affrontare l’ignoto, che sia un dungeon tenebroso o una strana ricetta

Un incantesimo polisensoriale

Ma il nostro mondo fantastico non è fatto soltanto da meccaniche e strategie di ottimizzazione, poiché il benvenuto ci viene fornito da un’estetica che è pura poesia visiva. I colori sono vivaci e brillanti, i personaggi disegnati con uno stile adorabile e le ambientazioni ricolme di particolari che solleticano la voglia di esplorare. È come sfogliare un libro illustrato che prende vita, con foreste lussureggianti, città brulicanti di vita e paesaggi che cambiano con le stagioni e l’ora del giorno. La cura posta nel design di ogni elemento, dalle foglie che cadono dagli alberi ai riflessi sull’acqua, è palpabile e contribuisce a creare un’atmosfera immersiva e accogliente. Rispetto al predecessore su Nintendo 3DS, le svariate migliorie grafiche sono più che evidenti, e portano su schermo un livello di pulizia e dettaglio che eleva ulteriormente l’esperienza. Ogni animazione, ogni espressione degli abitanti, contribuisce a infondere vita in questo universo, rendendolo non solo bello da vedere, ma anche piacevole da abitare. Non è solo un aspetto tecnico, ma un invito a rallentare, a prendere il tempo necessario per ammirare un tramonto pixellato o perdersi tra le stradine di un villaggio pittoresco.

E se gli occhi sono appagati, le orecchie non sono certo da meno. La colonna sonora è una vera meraviglia, capace di evocare un’ampia gamma di emozioni. Ogni melodia è pensata per accompagnare perfettamente l’azione, sia che si stia esplorando un dungeon pericoloso con una traccia incalzante, sia che si stia cucinando una zuppa con una melodia dolce e rilassante. I brani si adattano dinamicamente all’ambiente e alla situazione, creando un’esperienza sonora coesa e mai ripetitiva. Altrettanta cura è stata riposta negli effetti sonori, dai tintinnii delle monete raccolte al rumore delle spade che si scontrano, ogni dettaglio acustico contribuisce a rendere il mondo più credibile e coinvolgente. Ascoltare la pioggia che tamburella sul tetto della propria casetta o il fruscio del vento tra gli alberi mentre si cammina in un bosco è parte integrante del piacere di giocare. La musica non è solo un sottofondo ma una compagna di viaggio, una voce che ci conduce per mano in ogni avventura e ci aiuta a calarci completamente nell’atmosfera di questo magico mondo. Se dovessi trovare un piccolo neo, potrei aggiungere che, a volte, la zona di Ginormosia può sembrare un po’ slegata dal resto del mondo, quasi fosse un ripensamento dell’ultimo minuto, e non riesce a legarsi alla perfezione con l’esperienza generale, ma è un piccolo appunto soggettivo che non inficia il resto dell’avventura.

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Ogni mostro abbattuto, o divenuto amico, è un passo in più per costruire la nostra leggenda

FANTASY LIFE i: il mondo che vorrei

Oltre a quanto detto, ci sono tutti quei piccoli, deliziosi dettagli che fanno innamorare di questo gioco. La possibilità di personalizzare la propria casa, arredandola con gli oggetti più svariati e trasformandola in un vero e proprio rifugio personale, aggiunge un ulteriore strato di coinvolgimento. Ogni mobile, ogni decorazione può raccontare una storia, riflettendo le nostre preferenze al pari delle traversie che abbiamo affrontato per ottenerli. E poi c’è il ciclo giorno-notte, che non è solo un cambio estetico, ma influenza anche il comportamento degli NPC, la disponibilità di certi oggetti e persino i mostri che incontriamo. Tutto questo contribuisce a rendere il mondo dinamico e reattivo alle nostre azioni.

Non si può non menzionare anche la deliziosa ironia che pervade molti dialoghi e situazioni, strappando più di un sorriso e rendendo l’esperienza ancora più piacevole. Non è un gioco che si prende troppo sul serio, ma allo stesso tempo sa quando è il momento di essere toccante o avvincente. C’è una leggerezza che permea ogni aspetto, un invito a divertirsi senza troppe preoccupazioni, a esplorare per il puro gusto della scoperta. Un aspetto che potrebbe non convincere tutti invece è il multiplayer: sebbene presente, non si configura come l’elemento centrale del gioco e potrebbe non aggiungere un valore significativo all’esperienza per chi è abituato a sessioni cooperative più strutturate o competitive.


FANTASY LIFE i La ragazza che ruba il tempo è un’ode alla gioia di vivere e di esplorare, un’avventura che ci culla con la sua atmosfera accogliente e ci stimola con la sua infinita varietà. Per chi cerca un gioco capace di offrire ore e ore di svago, un luogo dove la libertà creativa si fonde con la progressione narrativa e l’azione, non si può chiedere di meglio. Nonostante un sistema di combattimento semplice e alcune piccole imperfezioni nella coesione di alcune aree o nelle funzionalità multiplayer, è un’esperienza che sa come rubare il tempo, ma lo fa con un sorriso, lasciandoci alla fine con un senso di appagamento e la voglia di tornare a casa o, meglio, nel nostro mondo fantastico. Un autentico gioiellino, da accogliere a braccia aperte.