Artis Impact Recensione: creatività che lascia il segno

Artis Impact descrive un futuro in cui l’umanità è sopravvissuta a una catastrofe, ma vive sotto la costante minaccia di AI corrotte, creature massicce e spietate che devastano tutto ciò che incontrano. In questo scenario desolante, piccoli villaggi sono stati costruiti sulle rovine delle antiche civiltà, cercando di trovare un barlume di speranza.

Un mondo post-apocalittico ricco di contrasti: piccole città, aree industriali decadenti e ambienti familiari ricostruiti con spirito di speranza. Le mappe sono interamente disegnate a mano, una per una: ogni luogo emana personalità e invita all’esplorazione, grazie a dettagli narrativi integrati nell’ambiente stesso. Aree come spa, negozi di ramen, case in rovina e angoli quotidiani contribuiscono a ricreare un mondo vivo e credibile, dove ogni spazio racconta qualcosa di più del semplice sfondo.

Al centro di questa avventura si erge Akane, una figura di algida bellezza albina avvolta in vesti tenebrose, la cui lingua affilata cela un passato intriso di mistero. Dotata di una gentilezza intrinseca, eleganza innata, generosità e una spontaneità che sfiora l’ingenuità, si trasforma in una macchina da guerra implacabile quando una lama le solca la mano.

La premessa della storia la vede lavorare come agente per un’organizzazione chiamata Lith, il cui compito è proteggere l’umanità da queste minacce robotiche. Il gioco inizia proprio con Akane che sta per sostenere un test cruciale per diventare un membro a pieno titolo e ricevere il suo primo incarico ufficiale, un evento che la catapulterà in questo mondo pericoloso e affascinante. Al suo fianco, Bot, un drone volante, dispensa momenti di puro spasso, alimentando schermaglie verbali con la protagonista che illuminano la narrazione con sprazzi di umorismo pungente.

Fin dalle prime battute, appare evidente la scrittura di altissimo livello che sorregge l’intera impalcatura del gioco. Non solo il duo protagonista, ma l’intero coro di personaggi secondari è tratteggiato con maestria e descritto con una profondità che lascia ammirati. È doveroso togliersi il cappello dinanzi alla qualità della prosa e alla fluidità con cui essa transita dal comico al drammatico, dal romantico al cinico, con una naturalezza disarmante.

Alcuni panorami sono semplicemente splendidi e mostrano una pixel art di altissima fattura

La genesi solitaria dell’opera di un mastro artigiano

A dare vita ad Artis Impact è un talentoso sviluppatore indie malese, celato dietro lo pseudonimo di Mas. Un vero e proprio demiurgo che ha forgiato tutto in completa solitudine: ideando la pixel art, intessendo i dialoghi, programmando il gameplay e animando ogni singolo fotogramma, il tutto nell’arco di circa quattro anni. L’arte visiva, interamente disegnata a mano, frame-by-frame, è stata realizzata utilizzando RPG Maker MV e strumenti quali Asperite, testimoniando un’attenzione meticolosa ai dettagli.

La narrazione principale è spesso veicolata attraverso suggestivi pannelli in bianco e nero che rievocano la struttura di un fumetto. Queste tavole, disegnate a mano con squisita fattura, interrompono il ritmo dell’esplorazione per concedere spazio a momenti di intimità o di profonda drammaticità. Ogni vignetta incornicia un frammento della scena: un volto in primo piano, un gesto eloquente, un dettaglio ambientale, creando un flusso visivo che guida lo sguardo del giocatore con la stessa armonia di una pagina di manga.

L’assenza di colore accentra l’attenzione sull’espressione dei personaggi e sul contrasto tra luci e ombre, amplificando l’impatto emotivo e rendendo questi pannelli parte integrante del linguaggio visivo e dell’identità stessa del gioco. La loro espressività ricorda la potenza evocativa dei disegni di Slay the Princess, sebbene con una propria, distintiva cifra stilistica.

Pur adottando l’ossatura tradizionale dei JRPG a turni, fatta di attacchi di base, parate e l’uso strategico di abilità o oggetti, il gioco si distingue per un tratto raro: l’eliminazione totale del grinding, spezzando così una consuetudine radicata nel genere. E’ presente un limite di livello facilmente raggiungibile, rendendo il prolungarsi della permanenza nei dungeon per affrontare i nemici priva di senso, salvo il ricorso a un oneroso “rank up” presso il quartier generale dei Lith, che resetta il livello e permette di riprendere l’accumulo di esperienza in battaglia.

I combattimenti sono molto classici e non portano nessun novità, con le classiche quattro opzioni standard.

Artis Impact: un JRPG anomalo, l’avventura al centro

In virtù di quanto detto, credo sia più appropriato inquadrarlo come un’avventura con combattimenti a turni piuttosto che un JRPG in senso classico. La narrazione non viene mai ostacolata dai combattimenti e non richiede mai di fermarsi per potenziarsi al fine di progredire. Il racconto è un flusso continuo, e i combattimenti sono quasi un elemento secondario, pur essendo ben integrati.

Completano il quadro missioni secondarie coinvolgenti, un’esplorazione premiata da numerose aree segrete, e finali multipli che dipendono dal “rispetto” guadagnato nel corso del gioco attraverso le azioni del giocatore. Vi è anche un discreto e articolato sistema di potenziamento del personaggio, che va oltre la progressione per livelli, includendo elementi come il consumo di cibi specifici, l’allenamento in palestra, o l’infusione e potenziamento della lama di Akane con i nuclei dei boss sconfitti. Nulla di realmente necessario, in realtà, perchè superata la prima ora i combattimenti non presentano nessun tipo di ostacolo, e l’albina protagonista riuscirà a farsi strada uccidendo con un singolo colpo qualsiasi cosa le si pari davanti, boss esclusi.

Artis Impact vanta un design audio di buon livello. Gli effetti sonori, dal sibilo metallico della spada che fende l’aria al clic soddisfacente dell’apertura di una porta, sono puliti, precisi e mai casuali, contribuendo in modo narrativo all’atmosfera generale del gioco. La colonna sonora, pur non essendo rivoluzionaria, restituisce perfettamente il mood con qualche (raro) esempio particolarmente riuscito, ma la media accompagna senza disturbare. Comprensibilmente vista la natura del progetto non è presente alcuna forma di doppiaggio.

Le animazioni del gioco, invece, sono straordinariamente fluide e dettagliate. Ogni fotogramma, disegnato a mano rivela una cura artigianale e una morbidezza visiva sorprendenti. La narrazione visiva transita con naturalezza da pannelli in stile fumetto a sequenze animate. Questa versatilità stilistica crea un effetto cinematografico, passando da animazioni lisce e fluide a scene dinamiche con tagli netti, il tutto confezionato con uno stile coerente ma capace di sorprendere ad ogni svolta.

La trama di Artis Impact esplora tematiche di stringente attualità: cosa significa essere umani? Si può trovare la felicità in un mondo dominato dalla tecnologia? Come ci si adatta a una realtà che ha ribaltato quasi tutte le nostre convinzioni negli ultimi anni? Riusciranno umani e intelligenze artificiali a convivere in futuro? Sono interrogativi più che risposte, certamente, ma tutt’altro che banali, destinati a rimanere con voi ben oltre i titoli di coda (specialmente dopo aver visto il finale completo). L’avventura si colloca tra le sei e le dieci ore di gioco, inclusi i contenuti secondari, un tempo più che congruo considerato il prezzo. Breve, sì, ma vi assicuro che alcuni discorsi, personaggi e momenti vi accompagneranno a lungo. Un autentico gioiello di scrittura, umanità e speranza.


Artis Impact emerge come un’opera singolare e rara che, pur manifestando evidenti limiti, si eleva grazie a una scrittura raffinata e a personaggi di rara profondità, su tutti Akane, dando vita a un’esperienza narrativa tanto avvincente quanto commovente, in cui umorismo e dramma si intrecciano con naturalezza ed equilibrio.  L’opera solitaria di Mas, volta a forgiare uno stile inconfondibile e singolare, si rivela un autentico trionfo creativo, capace di imprimersi con forza e immediata riconoscibilità. Pur presentandosi come un JRPG atipico, il gioco privilegia la narrazione fluida e l’esplorazione, offrendo un’avventura breve ma incisiva, capace di sollevare interrogativi profondi sull’esistenza umana e il futuro tecnologico. È un’esperienza che, pur nella sua concisione, lascia un segno duraturo, confermando Artis Impact come un imperdibile esempio di come l’arte videoludica possa toccare l’anima. Voglio il seguito ora.


 

Provengo da un’epoca particolare, in cui le edicole vendevano videogames e le sale giochi erano giungle urbane abitate da creature stravaganti. Si sognava per mesi (o anni) su una singola immagine vista su rivista, si attraversavano quartieri interi per noleggiare un gioco sperando che fosse ancora lì, pronto ad accoglierci per un’avventura irripetibile. Il marketing si faceva per strada, la console war si combatteva faccia a faccia, e il venditore era una creatura leggendaria. Un mondo folle e ingenuo, forse, ma proprio per questo indimenticabile.