Da tempo il mercato videoludico ci ha abituato a grandi ritorni dal passato. Reboot, remake e ritorni di prodotti iconici che hanno fatto la storia del settore, con risultati altalenanti. Questo nuovo reboot, però, non sembra avere nulla da invidiare alla sua controparte storica, portandoci nuovamente in un Giappone mistico e violento. Shinobi Art of Vengeance prende infatti l’omonima saga che ha rappresentato una delle avventure più amate dai videogiocatori e la trasforma, con una veste grafica rinnovata ma tenendo intatta la sua natura originale. Qui dentro troviamo ambientazioni urbane, atmosfere notturne, combattimenti rapidi e letali: tutti gli elementi per preannunciare un grande successo. La promessa è chiara: riportare i giocatori nell’ombra del ninja.
Shinobi Art of Vengeance: la strada del guerriero
SEGA lancia la serie Shinobi nel 1987, diventando immediatamente un simbolo per quello che era il genere dei videogiochi d’azione a scorrimento laterale. Il suo carismatico e silenzioso protagonista, Joe Musashi, entra nel cuore di tanti videogiocatori grazie alla velocità di azione e alla sua abilità nel padroneggiare katana e shuriken. Per questi motivi, diversi furono poi i seguiti, cambiando forma ma mantenendo intatto lo stile. Partendo dal classico stile arcade delle origini è approdato poi alle console casalinghe, mantenendo sempre al centro il fascino delle ombre e il dualismo fra onore e vendetta. Grande valore venne dato alle sue atmosfere cupe e alle colonne sonore ipnotiche che, insieme al gameplay sfidante e stimolante, hanno contribuito al costruire l’idea del ninja che abbiamo tutti noi oggi. Era inevitabile quindi, che SEGA pensasse di rilanciare nuovamente il brand. L’idea è semplice: costruire un nuovo capitolo che possa valorizzare l’identità forte del passato, rielaborando i punti cardine della saga, contestualizzandoli in un mondo narrativo più ampio e complesso. L’ombra del ninja rimane protagonista ma viene inserita in un contesto che unisce la tradizione culturale alla modernità.
In Shinobi Art of Vengeance vestiamo nuovamente i panni del nostro ninja preferito, impegnato a fronteggiare una minaccia senza eguali. Lord Ruse, a capo dell’organizzazione paramilitare ENE Corp., è intenzionato a governare il mondo. È anche però consapevole che solo un gruppo può ostacolare i suoi piani di dominio: gli Oboro, il nostro clan. Per questo motivo rade al suo il nostro dojo, il villaggio che lo ospita e trasforma in pietra tutti gli abitanti, comprese le persone a noi più care. A Joe non rimane altro che partire per fermare Lord Ruse. Un viaggio che lo porterà a combattere in villaggi tradizionali giapponesi, basi nemiche sommerse, deserti, laboratori, metropoli futuristiche e molto altro ancora. Un lungo percorso durante il quale dovremo raccogliere più poteri e tecniche possibili, così da divenire sufficientemente forti da sconfiggere Ruse. Perché il comandante non è solo un militare ma nasconde un potere terribile che gli permette di avere ai suoi ordini mostri tradizionali della cultura nipponica, terribili soldati addestrati e creature geneticamente modificate. All’interno di questa trama si percepisce forte il confine labile che scorre tra vendetta e giustizia. Rispetto ai capitoli storici, la narrazione assume un peso maggiore, con cutscene curate e dialoghi che approfondiscono il carattere dei protagonisti. Forse però avrebbe necessitato di un maggiore approfondimento, per arricchirlo ancora di più.
Scegli un ninjutsu e salva il mondo
Tutta l’avventura di Shinobi Art of Vengeance è suddivisa in zone da completare lungo una mappa più vasta. Strutturato come un platform a scorrimento orizzontale, la verticalità assume comunque un ruolo fondamentale, così da permetterci di sfruttare le capacità e l’agilità di Joe al massimo. Ogni ambientazione viene poi suddivisa in sezioni più piccole, senza però raggiungere la frammentazione che siamo abituati a vedere nei classici metroidvania. Non mancano inoltre aree segrete dove raggiungere tesori nascosti, poteri e capacità aggiuntive o scontrarci con mostri più potenti. Ci muoviamo tra quartieri degradati di metropoli futuristiche, antichi templi nascosti nelle montagne e basi segrete sotterranee, ciascuna con un design che invoglia l’esplorazione. Non si tratta di semplici scenari di passaggio. Le ambientazioni diventano parte integrante del gameplay, con trappole, passaggi segreti e sezioni che richiedono riflessi e pianificazione. Arrivati a un certo livello di potenza, diventa quasi più divertente e stimolante superare le sfide segrete. Qui possiamo utilizzare al meglio la nostra velocità e riflessi, piuttosto che procedere negli scontri che la narrazione ci offre. Questo perché il livello di difficoltà non è ben calibrato. Se infatti ci prendiamo del tempo per sbloccare con pazienza tutti i power up, alcuni scontri risulteranno troppo facili e la progressione diventerà molto semplificata.
Nonostante questo, gli avversari che si pareranno di fronte al nostro cammino sono divertenti da affrontare e variegati. Ruse, dopotutto, è il folle comandante di un’organizzazione paramilitare ma anche un cattivone dotato di poteri soprannaturali. Questo vuol dire che troveremo militari addestrati in grado di spararci dalla lunga distanza o soldati armati di pistole e bombe a mano. Accanto a loro ci saranno però mostri della tradizione folkloristica giapponese. Esseri come demoni colossali con spade e mazze, arcieri mostruosi che faranno piovere fulmini dal cielo, spiriti acquatici e molto altro ancora. I boss meritano una menzione speciale: ognuno di essi non solo rappresenta una sfida tecnica, ma è anche un simbolo della narrativa del gioco. Combattere contro un rivale che conosce le stesse tecniche del protagonista o affrontare colossi meccanici legati alla corporazione nemica significa vivere un duello che unisce spettacolarità e significato. Oltre a richiedere una buona dose di strategia per comprenderne i pattern di combattimento. Ad aiutarci nel completare la nostra vendetta o cercare giustizia, avremo fin da subito dei checkpoint. Qui il gioco verrà salvato ma li potremo utilizzare anche come teletrasporto per muoverci velocemente all’interno delle ampie mappe. Non mancheranno poi i negozi dove poter acquistare nuove mosse, abiti e power up generali.
Il cuore di Shinobi Art of Vengeance rimane comunque il suo sistema di combattimento. Il gameplay riprende i cardini storici della saga e li reinterpreta con un approccio moderno. Oltre a combattere con la katana e lanciare shuriken, potremo fare affidamento su molte tecniche ninja. Innanzitutto possiamo utilizzare mosse Ninbi che ci permetteranno di scattare, arrampicarci, distruggere pareti danneggiate e molto altro ancora. Sconfiggendo gli avversari, inoltre, caricheremo le nostre tecniche Ninpo. Si tratta di diverse mosse speciali associabili a quattro tasti differenti, con le quali soffiare fuoco o lanciare uno shuriken gigante, ad esempio. La vera potenza viene però scaturita raccogliendo sfere per il caricamento dei Ninjutsu, tecniche devastanti che avranno effetto su tutta la schermata e che evocano spiriti giapponesi. Vedere due dragoni infuocati scatenarsi o uno spirito dell’acqua venire in nostro aiuto per curarci, sono esperienze che fanno percepire fisicamente la potenza del nostro caro Joe Musashi. Una potenza che ci permetterà di finire il nostro avversario con un solo colpo se riusciremo a riempire la barra specifica. Solo allora potremo trafiggerlo crudelmente con la nostra spada. Un insieme di possibilità che ci permette di sbizzarrirci con combo e strategie di attacco. In questo senso, Shinobi Art of Vengeance riesce a combinare l’immediatezza arcade delle origini con una stratificazione moderna, offrendo un gameplay che non si esaurisce dopo poche ore ma che stimola la costante ricerca di perfezione.
Shinobi Art of Vengeance è molto più di un semplice ritorno: è la dimostrazione che una saga nata quasi quarant’anni fa può ancora avere voce nel panorama videoludico moderno. Il titolo riesce a bilanciare in modo sorprendente la fedeltà alle sue radici con una serie di innovazioni che ne rinfrescano la formula senza snaturarla. L’atmosfera cupa e suggestiva, il combat-system frenetico ma tecnico e la varietà dei livelli sono un mix armonioso. Restituiscono al giocatore la sensazione di vestire i panni di un ninja letale, pronto a muoversi nell’ombra e affrontare sfide sempre più ardue. Inoltre è già disponibile un DLC celebrativo (qui trovate tutte le info). La trama, pur non raggiungendo livelli cinematografici, offre un intreccio interessante, con colpi di scena e personaggi memorabili che danno spessore al viaggio del protagonista. Sul piano tecnico il gioco si comporta bene, anche se il livello di difficoltà, in certi momenti, appare poco equilibrato. Sono dettagli che non rovinano l’esperienza complessiva, ma che testimoniano come ci sia ancora margine di miglioramento. In definitiva, Shinobi Art of Vengeance è un titolo che sa conquistare i fan storici, riportandoli indietro nel tempo. Riesce però ad affascinare anche i nuovi giocatori, offrendo loro un assaggio della magia che rese grande il nome di Shinobi. Non è perfetto, ma rappresenta un passo importante per la rinascita del franchise.
![](https://www.vgmag.it/wp-content/uploads/2025/12/Banner.png")