ex CEO Bungie Pete Parsons

Bungie: Justin Truman nuovo CEO, Pete Parsons lascia dopo dieci anni

Dopo quasi dieci anni alla guida di Bungie, Pete Parsons ha annunciato le proprie dimissioni, passando il testimone a Justin Truman, attuale Chief Development Officer e volto storico della gestione di Destiny 2.

La notizia è arrivata attraverso un post ufficiale firmato dallo stesso Parsons, che ha voluto salutare il team e la community con queste parole:
Questo viaggio è stato l’onore di una vita. Sono profondamente orgoglioso dei mondi che abbiamo costruito insieme e, soprattutto, mi considero privilegiato per aver avuto l’opportunità di lavorare al fianco delle incredibili menti di Bungie”.

Parsons ha ricordato anche gli obiettivi che si era posto nel momento in cui, nel 2015, fu scelto per guidare lo studio: “Quando nel 2015 mi fu chiesto di guidare Bungie, il mio obiettivo era far crescere lo studio fino a renderlo capace di creare e sostenere intrattenimento iconico, capace di attraversare le generazioni”.

Durante la sua gestione, lo studio ha vissuto passaggi fondamentali: il lancio di Destiny 2, la fine della partnership con Activision nel 2019 e l’acquisizione da parte di Sony nel 2022 per 3,6 miliardi di dollari. Parsons era entrato in Bungie già nel 2002 come executive producer e studio manager, lavorando a Halo 2 e Halo 3, fino ad assumere il ruolo di CEO nel 2016 dopo l’uscita di Harold Ryan.

Sul futuro dello studio, Parsons ha dichiarato di avere piena fiducia in Justin Truman:
Ho lavorato al fianco di Justin per molti anni. La sua passione per i nostri giochi, il nostro team e i nostri giocatori è impareggiabile. Come leader nell’ingegneria, nella produzione e nel design – e più recentemente come general manager di Destiny 2 e nostro Chief Development Officer – è stato fondamentale nel dare vita ad alcuni dei momenti più memorabili della storia di Bungie”.

Dal canto suo, Truman ha riflettuto sul percorso dello studio, tra successi ed errori:
“Quando siamo al nostro meglio, creiamo questi mondi insieme a voi, la nostra community di giocatori, costruendo qualcosa che conta davvero. Sono stato parte di Bungie anche nei momenti in cui non siamo stati al nostro meglio. Quando abbiamo inciampato e ci siamo resi conto, ascoltando la community, di aver mancato il bersaglio”.

Il nuovo CEO ha poi aggiunto: “So di aver imparato personalmente molto nel corso degli anni, così come tutti noi qui, da quelle conversazioni. Mi impegno a supportare e lavorare al fianco di ogni membro del team mentre continuiamo a riversare cuore e anima in questi mondi. Stiamo lavorando duramente proprio ora – sia su Marathon che su Destiny. In questo momento siamo concentrati, ma più avanti nel corso dell’anno avremo molto altro da mostrarvi su entrambi i fronti”.

Il percorso di Parsons non è stato privo di ombre. Sotto la sua gestione, un’inchiesta di IGN aveva riportato accuse di sessismo, razzismo e discriminazioni sistemiche da parte di ex e attuali dipendenti. A riguardo, Parsons aveva dichiarato: “Non sono qui per confutare o mettere in discussione le esperienze raccontate da chi ha onorato il nostro studio con il proprio tempo e talento. Le nostre azioni o, in alcuni casi, le nostre mancanze, hanno causato dolore a queste persone. Chiedo scusa personalmente e a nome di tutti in Bungie, che so provino un profondo senso di empatia e tristezza leggendo queste testimonianze”.

Negli ultimi anni non sono mancate anche difficili ristrutturazioni interne, con licenziamenti che hanno ridotto del 17% il personale lo scorso luglio. Una decisione che Parsons aveva spiegato parlando di rapida espansione durante una fase di rallentamento economico e di un forte calo dell’industria videoludica. A questo si è aggiunto anche il rinvio di Marathon, inizialmente previsto per il 23 settembre 2025 e ora atteso entro l’anno fiscale. Sony ha inoltre chiarito come Bungie stia progressivamente perdendo la sua autonomia, integrandosi sempre più nei PlayStation Studios.