Hotel Barcelona Recensione: una vacanza da incubo?

Hotel Barcelona

Era il 2019 quando SWERY65 e SUDA51, due dei game designer più conosciuti e influenti del Giappone annunciarono Hotel Barcelona. All’epoca il gioco ancora non esisteva: al timone dell’annuncio, oltre ai due designer, ci fu anche il publisher dell’epoca, un nome decisamente noto ai più che masticano le produzioni più piccole di questa industria. A distanza esattamente di sei anni, le cose però sono un po’ cambiate. Quel publisher non c’è più e il progetto, rimasto in fase dormiente per diversi anni, alla fine è stato annunciato per davvero e oggi è oramai pronto a fare capolino su PC e console. Già, perché nonostante il silenzio radio facesse presagire il peggio, in realtà la produzione nipponica, che strizza come da consuetudine e marchio di fabbrica dei due designer la realtà statunitense, è finalmente giunta tra noi.

L’attesa per Hotel Barcelona, ammettiamolo, è stata molto lunga. L’annuncio di sei anni fa, senza nessun tipo di dettaglio, aveva fatto pensare immediatamente a qualcosa di particolare. E come potevano smentirci i creatori di The Good Life, No More Heroes e tanti altri cult che oggi si sono giustamente ritagliati un posto nel cuore? Semplicemente non potevano: questa produzione, infatti, è un inno alla follia, piena di tocchi di stile, provocazioni volontariamente esagerate e soprattutto un grande omaggio agli anni ’80 e tutto quel filone dei buoni, vecchi slasher movie targati stelle e strisce. Con un pizzico di tocco paranormale. Siete pronti per un soggiorno.. terrificante?

I dialoghi sono una delle parti più assurde di Hotel Barcelona

Hotel Barcelona: non la vacanza che vi aspettate

Per tanti, un soggiorno in un hotel è sicuramente motivo di relax e grandi scoperte. In realtà, il mondo di gioco in cui si svolge Hotel Barcelona è tutt’altro che il luogo che sceglierete per le vostre future vacanze. Già, perché dietro un personale attento e un mini bar sempre fornito, si nasconde in realtà un terribile segreto, ovvero l’esistenza di alcuni spettri e ricordi dei serial killer più inquietanti d’America. Non proprio un biglietto da visita pregevole per un bel 5 stelle, figuriamoci se poi a doversene occupare è la nostra protagonista. In Hotel Barcelona, infatti, vestiremo i panni di Justine, una Marshall appena assunta, che si ritrova a dover fare i conti con un terribile incidente in auto e la scoperta di avere dentro di sé uno sgradito ospite, ovvero il Dr Carnival. Da semplice indagine di routine, Justine si ritrova così a dover affrontare una serie di terribili nemici e ovviamente a scoprire la verità su ciò che la circonda.

Come da tradizione per questo genere di giochi, in realtà la storia che avvolge il gioco è un semplice pretesto per buttarci in mezzo a un’azione frenetica, ma è perfetta, complice ovviamente anche i due designer. Hotel Barcelona è infatti un gioco folle, ricco di riferimenti alla cultura pop e a quel filone degli slasher movie anni ’80 che hanno segnato la fortuna di produttori statunitensi. Tutto, ma proprio tutto, strizza infatti l’occhio alla cinematografia che ha ereditato Quentin Tarantino e questo si traduce in animazioni ed effetti gore, dialoghi sopra le righe e personaggi alquanto bizzarri, in grado di entrare nella mente dei giocatori in pochissimo tempo. Tutti questi elementi funzionano tanto bene insieme, rendendo così l’esperienza di gioco ancora più divertente e soprattutto coerente con ciò che sono i temi trattati. Per esempio, ogni boss e ogni run sono studiate come una locandina di un film, con tanto di titolo assurdo preso proprio da quella decade che tanto ha segnato il mondo come poche. Ma chiaramente, oltre al world building, c’è anche bisogno di un gameplay. Che in questo caso, fortunatamente, mostra pochi segni di cedimento.

Cattivi sì, ma con una storia tragica alle spalle, come insegnano i bravi serial killer

Non chiamatelo metroidvania

A prima impressione, Hotel Barcelona potrebbe essere definito un metroidvania. In realtà SUDA51 e SWEARY65 non hanno fatto altro che prendere in presto da diversi generi per creare un’esperienza di gioco abbastanza complessa, profonda ma non priva di qualche problema. Partiamo dalle basi: il gioco è un classico hack ‘n’ slash in 2.5D. Justine ha a disposizione un’arsenale di armi decisamente importante, che vanno da quelle corpo a corpo fino a quelle dalla lunga distanza. Abbiamo un ricco albero delle abilità, che potranno essere sbloccate in cambio di materiale raccolto nel corso delle varie partite nei vari stage e così via. Gli scontri sono frenetici, ricchi di adrenalina e soprattutto decisamente tecnici, soprattutto quando si parla di combattimenti contro i boss di fine arena. Le caratteristiche in comune con i metroidvania finisco però qui, perché fin dai primi momento è possibile rendersi conto di come tanti altri elementi “contamino” Hotel Barcelona, rendendolo di fatto un gioco decisamente particolare. A livello di esplorazione, infatti, il gioco è diviso in piccole micro aree, con livelli di cui disponiamo praticamente subito della mappa, con tutte le deviazioni del caso, che nascondo bonus o sfide in grado di regalarci delle ricompense decisamente interessanti. In aggiunta è possibile anche selezionare il livello di difficoltà e nel caso espanderlo, grazie alla Reception, che ci permetterà di aggiungere dei malus che condizioneranno un’intera partita. Non manca l’elemento rougelike, anche se la generazione casuale del dungeon in realtà rimane abbastanza limitata.

A livello puramente tecnico, il gameplay di Hotel Barcelona funziona. Il gioco è veloce ed è rapido, ricco di nemici a schermo e con tante possibilità interessanti, non solo a livello di esplorazione ma anche di combattimento. La libertà di movimento è interessante e ci permette di muoverci come più ci piace, anche se ovviamente con alcune limitazioni. Lo skill tree ci consente di sperimentare tra stili diversi, da quello difensivo a quello più aggressivo e la possibilità di permettere ai giocatori di scegliere malus per rendere la run più interessante e con un livello di sfida più alto è qualcosa che strizza l’occhio ai player che amano i giochi più hardcore. In aggiunta, i due game designer hanno inserito una modalità co-op e PvP (che non abbiamo avuto modo di provare con mano) e, prendendo ispirazione da altri filoni e generi, anche i fantasmi delle run precedenti. A ogni morte, infatti, ripetendo un determinato spezzone del gioco o dell’arena, avremo ad accompagnarci il nostro fantasma, che ripercorrerà in maniera esatta le nostre mosse e l’esplorazione. Il lato gameplay è sicuramente quello più interessante e che ci permette di apprezzare nella sua interezza questa particolare opera.

Effetti gore al loro massimo: un vero e proprio omaggio alla cultura anni ’80

Un vero omaggio alla cultura pop

Hotel Barcelona funziona anche sotto l’aspetto grafico e quello della direzione artistica. L’intero comparto tecnico è infatti un vero e proprio omaggio agli anni ’80, con animazioni e cutscene degne di un vero e proprio film. Il gioco è colorato, divertente e riesce a conquistare con dialoghi veloci, taglienti e uno stile grafico decisamente sopra le righe. Gli effetti gore, come arti e sangue, seppur possono essere limitati dal menu di gioco, rispecchiano appieno la visione e la lore dell’intero gioco, che mettere i serial killer più sanguinosi d’America al centro dell’attenzione. Ottima attenzione anche alla direzione artistica, che sembra non perdere mai un colpo, soprattutto nei dialoghi, con artwork fantastici e ben realizzati, oltre che alla colonna sonora: un mix di brani originali e cover riesce a farci immergere e a creare un’atmosfera da brividi.

Se il lato artistico, insieme a quello di gameplay aiuta Hotel Barcelona a diventare un bel videogioco, purtroppo non è tutto oro ciò che luccica. Purtroppo, l’HUD e gli elementi a schermo sembrano essere posizionati davvero male, rendendo l’intera schermata fin troppo confusionaria. Da segnalare, almeno nella versione Steam, una serie di micro lag e scatti, oltre che pochissime personalizzazioni grafiche, praticamente assennti. Il gioco è sempre fluido, complice anche un comparto tecnico abbastanza leggero e tutti i bug più gravi riscontrati durante le prime prove sembrano aver lasciato il posto a un gioco abbastanza solido.

L’offerta ludica di Hotel Barcelona è decisamente soddisfacente, ma non basta probabilmente a convincere i giocatori. Il livello di rigiocabilità è decisamente altissimo (una singola run dura 60 minuti, ma non bastano a scoprire tutti i segreti dietro il gioco), ma purtroppo il fattore ripetitività è dietro l’angolo. Questo, unito comunque a un HUD un po’ confusionaria, a uno stile di scrittura divertente ma che diventa un po’ ripetitivo e fine a se stesso dopo poche ore. Anche l’idea di inserire così tanti elementi all’interno del gioco stesso rischia di snaturare un po’ l’esperienza di gioco, un classico esempio di elementi che non sono stati dosati correttamente. L’esperienza di gioco rimane positiva? Sì, ma sembra che l’idea base del gioco si sia persa in mezzo a tantissimi appunti e altre idee, e che alla fine il tutto sia un esperimento sicuramente funzionale, ma che ogni tanto sbaglia a centrare l’obiettivo ed esce dai binari, perdendo il focus e anche un po’ di ritmo.


Dai ritmi frenetici e incalzanti al gore, ai personaggi assurdi e alle linee di dialogo ben scritte, Hotel Barcelona è un’esperienza di gioco decisamente strana, ricca di incontri assurdi e fuori dal comune. Gli amanti degli slasher game troveranno nella produzione di SUDA51 e SWEARY65 un buon titolo, ricco di novità e con un adeguato livello di sfida. Per tutti i novizi che si affacciano invece al genere, rimarrà sicuramente un buon gioco ma il rischio frustrazione è dietro l’angolo. Per essere una prima produzione tra due geniali director il risultato è comunque positivo, ma non troppo. Buona la prima? Sì, ma con riserva.