Turtle Beach Atlas 200 Recensione: headset entry-level per chi non vuole spendere tanto

Quanto è rilevante percepire i passi, gli spari o, in generale, il comparto sonoro all’interno di un videogioco? Ritengo che sia un aspetto cruciale se si desidera prestare attenzione a una serie di dinamiche in-game (e non solo). Prendiamo in considerazione uno degli elementi essenziali per la creazione di un’opera videoludica, ovvero il sound design che, sebbene il termine possa trarre in inganno alcuni, non si riferisce alla colonna sonora o a simili, ma a effetti audio specifici che sono funzionali al game design. Ad esempio, un urlo in un determinato titolo può indicare che un nemico sta compiendo un’azione particolare ed è fondamentale percepirlo con la giusta periferica. Perché questa premessa? Sicuramente lo avrete compreso dal titolo stesso dell’articolo. Nel mercato videoludico, è di grande importanza affidarsi a periferiche sonore che possano garantirci un’esperienza di qualità e senza imperfezioni anche dal punto di vista audio, oltre che grafico, ed è qui che entrano in gioco le nuovissime cuffie Atlas 200 di Turtle Beach, un marchio noto che da tempo produce articoli di alta qualità. Gli headset sono disponibili per PC, Xbox e PlayStation; noi della redazione abbiamo testato la versione per PC, che si differenzia da quelle delle console domestiche e offre caratteristiche aggiuntive. Siete curiosi di scoprire cosa possono fare queste cuffie?

Senza dubbio, una delle prime cose che notiamo è la custodia che contiene la nostra periferica. L’estetica di questa è molto raffinata, con le scritte sulla parte anteriore che riassumono in poche parole le caratteristiche più interessanti, mentre sul retro sarà rappresentato l’headset insieme a tutti gli accessori e le specifiche incluse. Una volta estratto il contenuto, ci troviamo di fronte al nostro prodotto e a delle istruzioni per l’uso dell’headset, niente di più, niente di meno. Avrei preferito avere qualcosa in più nella confezione, ma tutto sommato non posso di certo lamentarmi. Detto ciò, dopo aver rimosso tutto dalla scatola, possiamo ammirare le cuffie Atlas 200 della Turtle Beach e devo riconoscere che, dal punto di vista del design, sono davvero molto ben realizzate e il simbolo argentato della Turtle Beach sui due padiglioni esterni è particolarmente gradevole.

Dopo aver collegato le vostre Turtle Beach Atlas 200 tramite l’adattatore menzionato nel paragrafo precedente, potreste sentirvi un po’ disorientati, poiché la vostra cuffia non sarà completamente configurata. E vi chiederete: come posso personalizzarla e sfruttarne al massimo il potenziale? La risposta a questa domanda è piuttosto semplice: Turtle Beach Swarm II. Tuttavia, prima è necessario porsi la seguente domanda: che cos’è Turtle Beach Swarm II e perché è così rilevante? Quest’ultimo è il software ufficiale di Turtle Beach: una volta collegato un qualsiasi dispositivo della casa produttrice, l’applicazione lo riconoscerà e offrirà diverse impostazioni da configurare per il vostro dispositivo. Ad esempio, nel nostro caso, prima di procedere con la configurazione dei vari parametri, il software ci ha consentito di aggiornare i driver e, una volta completato il processo, abbiamo dovuto riavviare il nostro PC affinché l’installazione avvenisse senza problemi. In sintesi, per chiunque possieda un dispositivo dell’azienda, scaricare Turtle Beach Swarm II è essenziale.

Detto ciò, per quanto riguarda le Atlas 200, l’applicazione poteva innanzitutto mostrare il volume principale di gioco, a cui dovete prestare molta attenzione: non si tratta del mixer audio situato nella barra degli strumenti in basso a destra del vostro PC, ma è un volume separato. Pertanto, se desiderate apportare modifiche in questo ambito, dovrete regolare quel parametro, anche se esiste una manopola dedicata vicino al cavo che consente di aumentare o diminuire il volume del vostro headset. Inoltre, le Atlas 200 sono dotate della tecnologia chiamata “Human Superhearing”, la quale amplifica i suoni chiave del gioco, come i passi e le ricariche, per fornire ai giocatori un vantaggio audio e migliorare la consapevolezza della situazione nei giochi competitivi. Questa tecnologia funziona amplificando specifiche frequenze audio che spesso vengono sovrastate da altri suoni presenti nel gioco. Tale amplificazione mette in evidenza dettagli cruciali come il rumore dei passi dei nemici in avvicinamento, la ricarica delle armi o i veicoli in lontananza, elementi essenziali per prendere decisioni strategiche. Sono disponibili tre profili specifici: Footsteps, Legacy e Gunshot.

In aggiunta a quanto detto, il software in questione ci consentirà di bilanciare l’audio tra la chat di gioco e il volume del gioco stesso, creando così un equilibrio tra i due, permettendoci di ascoltare sia i nostri compagni mentre comunicano, sia l’audio del gioco durante le sessioni. Inoltre, abbiamo a disposizione la funzione Chat Boost, presente nelle cuffie Turtle Beach, che aumenta temporaneamente il volume dell’audio della chat vocale in entrata quando il volume del gioco si intensifica, aiutandoti a rimanere in conversazione senza perdere dettagli cruciali. Di norma, è possibile attivare e personalizzare Chat Boost attraverso il software di supporto delle cuffie, come Turtle Beach Audio Hub o l’app Swarm II; alcuni modelli offrono diverse impostazioni predefinite per una regolazione fine dell’effetto. Nel nostro caso, abbiamo tre profili: audace, dinamico e attivo, ciascuno dei quali ci assicura di non perdere la voce dei nostri compagni di squadra. In sintesi, è evidente che grazie a questo software possiamo ottimizzare l’uso dell’headset in ogni sua funzionalità.

Sebbene abbiamo discusso delle tecnologie in questione e software come Turtle Beach Swarm II offrano delle aggiunte piuttosto interessanti, la domanda che dobbiamo porci attualmente è: ne vale la pena? Innanzitutto, stiamo parlando di cuffie entry-level con un prezzo di €59,99 su console e €69,99 su PC, e questo è sicuramente uno degli aspetti più interessanti delle cuffie, nonostante ci siano alcuni elementi che non mi hanno convinto. Ad esempio, l’impossibilità di staccare il microfono e di utilizzare la funzione flip-to-mute per silenziarci, come ho menzionato nel paragrafo precedente, e un cavo piuttosto corto per collegarlo al nostro PC. Un’altra cosa che mi è sembrata strana riguarda il monitoraggio della nostra voce, ovvero il riverbero; nonostante nel software di Turtle Beach abbia impostato al massimo il volume dell’headset, questo funzionerà anche in base al volume delle Atlas 200, quindi se avrete un volume molto basso, sentirete anche la vostra voce a un volume ridotto e di conseguenza sarete costretti ad aumentare il volume se desiderate sentirvi meglio.