Red Dead Redemption

Red Dead Redemption 3: probabilmente si farà

Il West potrebbe tornare, ma a quale prezzo narrativo? Durante una recente intervista al Lex Fridman Podcast, Dan Houser, co-fondatore ed ex lead writer di Rockstar Games, ha condiviso il suo punto di vista su un possibile Red Dead Redemption 3, ammettendo che il sequel è “probabile”, ma lasciando trasparire un certo scetticismo creativo sul suo effettivo bisogno. Houser, oggi impegnato con il suo nuovo studio Absurd Ventures, ha confrontato la struttura “antologica” di Grand Theft Auto con quella di Red Dead Redemption, spiegando che mentre GTA si reinventa a ogni capitolo con nuovi protagonisti e ambientazioni, Red Dead racconta una saga chiusa e coerente in due atti. “Ogni GTA era una storia a sé stante. Red Dead, invece, è diverso: in un certo senso sarebbe più triste se qualcuno la continuasse, perché era un arco narrativo completo in due giochi” ha spiegato Houser. “Detto questo, probabilmente accadrà. Non possiedo più l’IP: è un privilegio lavorarci, ma non significa che ti appartenga.”

Le parole di Houser arrivano in un momento in cui la community è in fermento: con GTA 6 atteso nel 2026, cresce la curiosità su quale sarà il prossimo grande progetto Rockstar. E se da un lato il co-fondatore riconosce che l’universo di Red Dead ha trovato la sua chiusura naturale con i destini intrecciati di Arthur Morgan e John Marston, dall’altro ammette che la logica commerciale renderà difficile resistere a un ritorno in sella. Del resto, Red Dead Redemption 2 resta uno dei titoli più venduti e acclamati di tutti i tempi, capace di generare profitti costanti e un impatto culturale enorme. Houser lo sa bene, ma mette in guardia: un terzo capitolo dovrà conquistarsi il diritto di esistere, offrendo qualcosa di realmente nuovo e non una semplice ripetizione. “I primi due giochi si rispecchiano e si completano. Un terzo capitolo dovrebbe trovare una prospettiva completamente diversa, altrimenti rischia di sembrare solo un’appendice” ha aggiunto.

Se Rockstar deciderà davvero di cavalcare di nuovo nella frontiera, dovrà affrontare una sfida titanica: espandere un mondo già perfettamente concluso, senza tradirne l’anima. Le possibilità non mancano (un prequel più remoto, una nuova generazione di protagonisti o persino un salto di epoca) ma come suggerisce Houser, la chiave sarà il “perché”, non solo il “come”. “Sarebbe triste se continuassero… ma probabilmente lo faranno.” Le parole di Dan Houser suonano come una dichiarazione d’amore e un monito. Sì, Red Dead Redemption 3 potrebbe davvero diventare realtà. Ma, per onorare l’eredità di Arthur e John, dovrà cavalcare in una direzione nuova, con la stessa forza emotiva che ha reso immortali i primi due capitoli.