Kingdom Come Deliverance II Mysteria Ecclesiae Recensione: una beatificazione imperfetta

Kingdom Come Deliverance II è stato uno dei titoli videoludici più sorprendenti, amati e rispettati di tutto il 2025. Il team di sviluppatori di Warhorse Studios è riuscito a cogliere tutti i punti di forza del suo gioco di debutto, confezionando un sequel che ne ha affinato e ampliato la formula praticamente sotto ogni aspetto. Ma, come ogni grande storia, anche questa deve giungere al termine. Dopo un anno di avventure nella Boemia medievale, il gioco si congeda con il suo ultimo DLC, un’espansione che si presenta come una vera e propria magnum opus: Mysteria Ecclesiae, un’espansione interamente incentrata sui misteri e gli intrighi ospitati dal monastero e dalla chiesa di Nostra Signora di Sedlec. 

La doppia lama di Mysteria Ecclesiae

Concettualmente, Mysteria Ecclesiae rappresenta una conclusione poetica, dolce e, in qualche modo, circolare: Kingdom Come Deliverance II era stato presentato al pubblico con un reveal trailer girato nella Cattedrale di Santa Barbara, luogo caro alla saga; ora, la storia torna a intrecciarsi con la dimensione religiosa, offrendo un epilogo che concede finalmente ai giocatori la possibilità di esplorare gli interni di alcune chiese, un elemento sorprendentemente assente nel gioco base, il quale giustificava la mancanza con la costante presenza di lavori di restauro e costruzione. Una lacuna minore, certo, ma che ha comunque segnato un piccolo passo indietro rispetto agli standard presentati dal primo capitolo.

Come molte delle altre ambientazioni del titolo, anche il monastero di Sedlec e i luoghi che la circondano sono punti di interesse storici e culturali che sono presenti nel mondo reale. Gli sviluppatori non hanno mancato dunque di compiere un approfondito lavoro di ricerca architettonica, cercando di restituire meticolosamente l’aspetto che questi edifici potevano potenzialmente avere nel Quattrocento, periodo in cui si svolge l’avventura. Un compito tutt’altro che semplice: la moderna urbanizzazione ha profondamente alterato lo skyline dell’area, con alcune delle strutture satellite che hanno lasciato ormai spazio a un’azienda di tabacco.

Il DLC non si limita infatti a mettere a disposizione dei gamer esclusivamente la chiesa di Sedlec, bensì include anche quartieri adiacenti, edifici di servizio, orti, passaggi segreti e celle monastiche, offrendo un’area di gioco più ampia di quanto non fosse lecito pensare. Un’estensione che è peraltro necessaria, poiché il gameplay di Mysteria Ecclesiae si basa su esplorazione, indagine e infiltrazione. Avviata questa avventura aggiuntiva, il protagonista Henry dovrà infatti consegnare il suo equipaggiamento ai cavalieri teutonici che presidiano l’area, quindi si troverà costretto tra le mura del monastero, coinvolto in un thriller che richiederà qualche dote investigativa, un’oncia di sotterfugi e molte, moltissime, fasi di infiltrazione. Se il vostro obiettivo è menare le mani in singolar tenzone, questa espansione non fa insomma decisamente per voi.

L’epidemia che incombe

Mysteria Ecclesiae diventa accessibile non appena si raggiunge Kuttenberg, città chiave della seconda metà del gioco. L’incipit è semplice: Henry deve scortare il celebre medico Albich di Uniczow al monastero di Sedlec, affinché questi possa chiedere a Sua Grazia, l’Abate John III, di intercedere per lui presso il sovrano. Tuttavia, l’apparentemente semplice missione diplomatica si complica rapidamente: nel monastero si sta diffondendo un malanno misterioso che viene accomunato alla peste. Due monaci e una sguattera sono già gravemente malati, e i sintomi — anomali e inspiegabili — destano il sospetto di un contagio ignoto. Albich, curatore fedelissimo al giuramento di Ippocrate, si propone di assistere all’indagine clinica, la quale finisce immancabilmente a coinvolgere anche i giocatori.

A questo punto, complice l’urgenza della situazione, il giocatore non può più abbandonare il monastero, una condizione che viene ulteriormente accentuata dal fatto che il morbo, estendendosi progressivamente, spinge l’Abate a isolare la zona, imponendo a tutti una rigida quarantena. Questi risvolti fanno sì che l’avventura assuma una dimensione prettamente stealth: Henry deve allontanarsi costantemente dai quartieri assegnatigli per interrogare testimoni, esplorare indizi e analizzare corpi, il tutto evitando l’attenzione dei cavalieri che pattugliano senza sosta i viottoli e le aree interne del monastero.

Non volendo spoilerare, non esporremo più a fondo i dettagli dell’indagine, tuttavia non manchiamo di far notare che l’epidemia verrà sfruttata come forma di copertura per celare anche tutta una serie di macchinazioni politiche e di omicidi, in un intreccio che evoca le atmosfere cupe e intellettuali de Il nome della rosa di Umberto Eco. Non stupirebbe, anzi, se Warhorse si fosse ispirata esplicitamente al capolavoro letterario per costruire questo mistero profondo e appagante.

Kingdom Come Deliverance II Mysteria Ecclesiae: le assi che scricchiolano

Kingdom Come: Deliverance II è stato dunque graziato da un DLC perfetto e memorabile? Come già accennato, il fatto che l’espansione isoli il giocatore in un contesto investigativo e d’infiltrazione potrà sicuramente giungere antipatico a quei giocatori che prediligono invece i contesti d’azione. Tutti coloro che apprezzano questa idea, tuttavia, potranno godere di un gameplay tratteggiato è innegabilmente accattivante, poiché il monastero di Sedlec e i suoi abitanti sono definiti con un’attenzione tale da rendere il setting sorprendentemente “reale”. Su carta, Mysteria Ecclesiae è dunque un’aggiunta preziosa, un commiato delicato da parte di Warhorse Studios, il quale si prepara ormai a concludere uno storico capitolo professionale prima di lanciarsi in nuovi progetti ancora da definire. Detto questo, l’idea dietro al DLC viene significativamente corrotta dal modo in cui questa viene concretamente eseguita.

Premesso che la nostra prova del gioco si basa su di una build pre-lancio, di una beta, non possiamo fare a meno di segnalare che siamo incappati in tutta una serie di gravosi problemi. Non parliamo – solamente – dei bug di rito che definiscono più o meno ogni preview di un titolo in via di lancio, bensì di carenze più strutturali e di direzioni artistiche che finiscono con il compromettere la godibilità dell’intera avventura. Volendo trovare un peccato cardinale a Mysteria Ecclesiae, menzioniamo il fatto che alcuni degli obbiettivi di gioco sono stati lasciati fin troppo ambigui, forse nel desiderio che stia interamente al giocatore comprendere la situazione e risolvere gli enigmi.

Questo grado di autonomia rappresenta una dimensione autoriale tipica e fondamentale dello stile di tutto Kingdom Come: Deliverance II, di un suo punto forte. Tuttavia, le costrizioni specifiche del DLC, finiscono con l’acuirne il peso, con il risultato che è facile sfociare in derive frustranti. Un esempio concreto: per ridurre gli effetti dell’epidemia, Henry può crearsi una maschera della peste recuperando diversi ingredienti, tra cui una corda. Teoricamente, si tratterebbe di una sfida semplice, ancor più che ogni angolo della mappa ha cordaggi che pendono dalle pareti. Eppure, il gioco non permette di interagire con nessuna di queste corde, suggerendo piuttosto di cercare nel “cantiere”. 

Peccato che all’interno del monastero non ci sia un’area specifica adibita a cantiere e che, anzi, vi siano molteplici zone che potrebbero essere considerate al pari di un luogo addetto all’edilizia. Di queste, solo una sembra essere quella corretta e, al suo interno, è possibile interagire solamente con una corda specifica, la quale non spicca in alcun modo rispetto alle sue omologhe. Questa mefistofelica “caccia al tesoro” si è dunque accompagnata per tutto il tempo al fatto che il giocatore deve costantemente prestare attenzione allo sguardo delle guardie teutoniche, pena il rischio di essere cacciati dal dominio dell’Abate e di fallire l’intero DLC. 

L’ascetica fustigazione di Mysteria Ecclesiae

Questo genere di ambiguità possono essere risolte facilmente da una patch, magari aggiungendo qualche indizio più specifico, modificando qualche dettaglio della traduzione o inserendo puntatori sulla mappa che vadano a delineare meglio le aree di indagine da prendere in considerazione. Non si tratta di ostacoli tecnicamente insormontabili, bensì di piccole goffaggini che, però, vanno a incidere prepotentemente sulla fruibilità dell’avventura. Una svista che viene aggravata dalla presenza di glitch. Durante il nostro playtest ci siamo trovati almeno un paio di volte in un vicolo cieco, incerti se la difficoltà a progredire fosse dovuta alla mancanza di indizi o a bug che impedivano l’attivazione di determinate interazioni. Alla fine si è trattato di bug, ma ciò non ci ha impedito di perdere decine di minuti a scandagliare la mappa alla ricerca di eventuali elementi nascosti o di punti di interazione ben nascosti.

Per i motivi sopra esposti, ci è difficile guardare a Mysteria Ecclesiae con l’affetto che invece meriterebbe. L’ambientazione investigativa del monastero di Sedlec è coinvolgente, soprattutto se affrontata con un personaggio di alto livello che ha sviluppato abilità mediche, letterarie e alchemiche in grado di cogliere tutte le sfumature della vicenda. Tuttavia il DLC è al momento è in parte rovinato dalle imperfezioni che contiene. Ovviamente, ci auguriamo che i problemi vengano risolti entro oggi, giornata del lancio, ma nel frattempo consigliamo ai giocatori di attendere, così da verificare che i difetti da noi segnalati siano stati nel frattempo corretti e evitare il rischio di vedersi compromessa un’avventura che altrimenti meriterebbe tutti gli onori e la gloria di un contenuto scaricabile più che rispettabile.

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Mysteria Ecclesiae rappresenta un commiato tematicamente coerente e ambizioso con cui lo staff di Warhorse Studios saluta Kingdom Come Deliverance II, valorizzando l’ambientazione religiosa e i tratti più investigativi che fanno parte di questo encomiabile capitolo della saga. Nonostante questo, l’espansione è afflitta da criticità concrete — obiettivi spesso ambigui, scelte di level design che generano frustrazione e bug che ostacolano la progressione — che ne compromettono la fruibilità e attenuano l’impatto emotivo del “canto del cigno”. In definitiva, Mysteria Ecclesiae è un contenuto di grande potenziale che necessita di ulteriori rifiniture tecniche e di design prima di poter essere consigliato senza riserve.

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