Project Motor Racing Provato: un ultimo giro di formazione prima del lancio

Project Motor Racing Provato

Qualche mese fa – stiamo parlando del periodo della gamescom 2025 – abbiamo avuto modo di raccontarvi un primissimo e timido assaggio di Project Motor Racing, il nuovo e temerario contendente nell’eterna gara di endurance che ha luogo all’interno del genere di corse simulative, rimanendo principalmente entusiasti delle varie promesse messe in tavola da Straight4 Studios e GIANTS Software (quest’ultima in veste di publisher e supporter tecnico all’engine di gioco), parlando non tanto del gioco in sé, all’epoca ancora in una fase di pieno sviluppo e tuning, ma più dell’idea attorno ad esso. Qualche giorno fa però, siamo stati invitati da PLAION a Milano per una prova estesa e finalmente possiamo dirvi un po’ di più su quello che si propone come un “jolly” da tenere in considerazione.

Project Motor Racing
Immagine promozionale del gioco

Un altro gioco per i “car lovers”

La citazione ad uno degli slogan di Gran Turismo non è certamente casuale, in quanto Project Motor Racing nasce prima di tutto come un titolo in grado di soddisfare le richieste di quello zoccolo duro di appassionati alla ricerca di un nuovo simulatore sempre più “realistico” o quantomeno il più complesso e vicino possibile ad esperienze ad alto budget come per esempio il noleggio di una pista e di una macchina da corsa. Un compito non facile e che soprattutto nel mondo dei titoli simulativi è sempre stato affrontato con quale “compromesso” e varie interpretazioni, ma che il team di Straight4 Studios sembra aver preso di pieno petto promettendo un’esperienza costruita attorno al pubblico più hardcore. Un’esperienza che a livello simulativo ruoterà attorno alla tecnologia “Hadron Physics”, un sistema di implementazione della fisica in-game sviluppata e testata assieme a più di 120 piloti professionisti e che gestirà in tempo reale ogni componente delle oltre 70 macchine da corsa – suddivise in 10 classi che andranno a riassumere il meglio di oltre 50 anni di storia dell’automobilismo – cercando di restituire un’esperienza di guida dinamica e complessa nelle sue infinite variabili.

La tecnologia “True2Track” permetterà alle piste di evolvere nel corso della gara, con un ciclo giorno/notte sincronizzato e meteo variabile in grado di alterare pesantemente l’andamento della gara. Il supporto ufficiale alle mod create dalla community, una modalità carriera incentrata sulla gestione manageriale e stratificata di un team professionistico e una difficoltà rivolta ai temerari che non hanno paura di perdere un salvataggio dopo un incidente fatale, il pacchetto generale di Project Motor Racing mostra il potenziale per diventare un corridore da prendere sul serio.

Project Motor Racing
Che questo “underdog” delle corse possa svegliare un genere in apparente stallo? Vedremo

Un ultimo Pit-Stop

Prima ancora di entrare in pista e capire il livello di simulazione portato in tavola da Project Motor Racing, abbiamo avuto modo di dare un’occhiata al livello di personalizzazione dell’esperienza di guida, il tutto attraverso un’interfaccia dallo stile minimale ma funzionale nel mostrare in modo elegante le varie opzioni di gioco, in una sorta di fusione tra il grigiore serio e professionale di Forza Motorsport e la stratificazione di Assetto Corsa. Ovviamente al di là delle classiche impostazioni grafiche, abbiamo trovato un ricco editor per quanto riguarda la calibrazione dei device d’input come il sistema Turtle Beach Velocity One disponibile durante questa prova, smanettando quà e là per configurare la sensibilità e il feedback aptico del volante e dei pedali per restituire il miglior feeling possibile durante la sessione. Ultime ma non per importanza le eventuali opzioni dedicate agli aiuti e facilitazioni, suddivise da uno slider che passa dall’attivazione a quello che viene definito un comportamento “Autentico”, in modo da permettere ai veicoli di simulare un comportamento quanto più vicino possibile alla realtà. Una volta terminato il settaggio della postazione e scelto un veicolo, è finalmente arrivato il momento di partire!

Da menzionare anche la cura maniacale nella riproduzione degli interni, del tutto fedeli alle loro controparti reali

Project Motor Racing: “è l’ora di SBINNARE!”

Ammetto che, da appassionato dei titoli racing ma comunque da una prospettiva molto “casual”, il primo contatto con l’esperienza simulativa quasi completa di Project Motor Racing è stato a dir poco traumatico. Abbiamo iniziato in modo molto leggero, con una Mazda MX-5 che conoscevo bene e che avevo imparato a manovrare in altri titoli analoghi, all’interno del circuito del Canadia Tire Motorsport Park dell’Ontario. Semplice semplice, giusto qualche curva sufficientemente larga per ripassare le basi e vincere il weekend di gara con facilità. Eppure, tempo zero abbiamo subito innumerevoli penalità per una falsa partenza, essere usciti dalla pista al punto dallo sbandare rovinosamente contro il guard rail e compromettendo del tutto la performance di gara. Era chiaro che Project Motor Racing non era il classico titolo in cui – anche con gli aiuti attivati – si riesce ad essere quanto meno competitivi, ma piuttosto un titolo in cui ogni aspetto della vettura è lasciato alla discrezione del giocatore. A questo punto non restava altro che ingoiare la cocente sconfitta e riprovare.

Dopo qualche tentativo finalmente riesco a prendere le redini del sistema di guida sia tramite il controller che soprattutto sul volante. Un sistema basato a prima vista su una guida che prova a farti sentire tutto il peso dei motori e della tenuta in strada attraverso un force feedback e un lavoro di simulazione dell’ABS e Traction Control che non perdona la minima indecisione o avventatezza tra pedale e freno, tenendo conto anche del più piccolo sassolino incontrato sul percorso per calcolare eventuali sconvolgimenti e guasti improvvisi, come per esempio lo scoppio di una delle gomme. Project Motor Racing però non disdegna anche i guidatori meno precisi, offrendo attraverso gli aiuti un set di facilitazioni che mi hanno permesso di quantomeno sistemare alcune delle lacune più gravi nel mio stile di guida, come la traiettoria del veicolo e . E infatti al termine della sessione sono riuscito a concludere un giro all’interno di uno dei tracciati più complessi tra i 28 tracciati disponibili al lancio: l’Inferno Verde del Nürburgring Nordschleife, ricreato perfettamente sia nelle curve sia nei suoi più piccoli dettagli come i graffiti comparsi negli anni.


Project Motor Racing si proporrà come una delle più interessanti novità nel panorama delle simulazioni automobilistiche. Il cuore simulativo è sostenuto non solo da una fisica che potrebbe davvero rivoluzionare il genere, ma anche da un’interfaccia chiara e curata, da un sistema di calibrazione avanzato per dispositivi di input, e da un approfondito livello di personalizzazione che permette di adattare ogni aspetto della guida, dagli aiuti elettronici fino al comportamento “autentico” dei veicoli. Il gameplay, severo ma onesto, costringe il giocatore a migliorare la propria sensibilità e controllo, premiando la disciplina e la concentrazione più che la semplice velocità di riflessi. La presenza di una modalità carriera manageriale e il supporto ufficiale alle mod denotano inoltre la volontà di creare un ecosistema vivo, capace di valorizzare la creatività e la longevità della community. Sotto il profilo competitivo, il titolo mostra un potenziale significativo nel campo degli esport: la sua complessità tecnica, la precisione richiesta e la natura fortemente meritocratica del sistema di guida potrebbero infatti tradursi in competizioni di alto livello, dove abilità e conoscenza meccanica diventano elementi chiave del successo. Se supportato da infrastrutture online solide e da un ecosistema di tornei ben strutturato, Project Motor Racing potrebbe affermarsi come una nuova pietra miliare per gli appassionati di corse simulative.


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!