Where Winds Meet Recensione: il wuxia free-to-play che non ti aspetti… ma che ti travolge!

Where Winds Meet

Ci sono giochi che arrivano in punta di piedi e altri che irrompono nella vostra console come un maestro di spada piombato dal soffitto. Where Winds Meet, sviluppato da Everstone Studio e il publisher NetEase Games, giocato su PS5, appartiene felicemente alla seconda categoria: rumoroso, ambizioso, esagerato, strapieno di idee (alcune brillanti, altre discutibili), ma sempre affascinante. La versione PC è scaricabile da qui. È uno di quei titoli che, anche quando sbaglia, lo fa con stile, e nel panorama dei free-to-play è un’anomalia: grande, gratuito, e per giunta privo di meccaniche pay-to-win. Un gioco capace di superare i 2 milioni di giocatori già al day one. Una rarità quasi commovente. Dopo averlo spolpato per giorni, alternando duelli all’ultimo sangue a voli mistici sopra tetti e bambù, posso dire che Where Winds Meet è un paradosso vivente. Un’esperienza che alterna momenti da “wow” a momenti da “perché?”, un titolo pieno di cuore, imperfezioni ed esuberanza. Ma soprattutto: è impossibile ignorarlo.

Una spettacolare scena iniziale

Una fuga, un neonato, un destino: l’inizio che non ti aspetti

Il gioco parte a tutta velocità. Niente introduzioni, niente frasi epiche, niente contesto. Solo un neonato legato alla schiena di un guerriero enigmatico, una fuga disperata a cavallo, un esercito che vuole trasformarvi in poltiglia e una serie di quick-time event lanciati con il timing dell’ispettore fiscale a fine mese. È un tutorial mascherato da film wuxia, con toni epici e drammatici a dismisura. Poi il salto temporale. Ed è qui che arriva il primo vero impatto: l’editor del personaggio. Un editor talmente profondo che potete modellare il volto del protagonista più di quanto un chirurgo estetico possa fare nella vita reale. Potete perfino usare la vostra voce o una vostra foto (quando il sistema funziona) per generare un avatar.

E se non vi va di perdere tempo, potete direttamente importare creazioni della community. Finita la personalizzazione, la storia vi mette immediatamente davanti alla vostra missione: scoprire chi siete davvero e, immancabilmente, vendicare chi vi è stato tolto. Niente di nuovo, certo, ma l’ambientazione, una Cina del X secolo rivisitata in chiave magico-marziale, dà al tutto un sapore fresco e affascinante.

L’editor per personalizzare i personaggi

Una storia epica (fino a un certo punto) e il combat-system che si ispira a Sekiro e Nioh

La trama di Where Winds Meet ha due anime: una prima parte ricca di mistero, ritmo, duelli mozzafiato e colpi di scena, e una seconda parte più lenta e meno ispirata, che tende a diluire troppo i suoi momenti migliori. I dialoghi sono lunghi, spesso dispersivi, e vi ritroverete più volte a cliccare sul tasto della velocizzazione per evitare di perdere il filo. Quando però arrivano le sequenze clou (quelle con acrobazie impossibili, combattimenti sospesi a mezz’aria, villaggi devastati e antagonisti che sembrano usciti da un poema wuxia)  è impossibile non restare incollati allo schermo. La storia traballa, ma lo spettacolo marziale no. E in un gioco di questo tipo, conta moltissimo.

Se la narrativa ha alti e bassi, il combat-system non delude. Anzi, è uno dei punti più solidi dell’intera esperienza. Il combattimento ruota attorno al tempismo. Parry, deflection, contrattacchi e gestione della barra di resistenza: un’eco chiara a Sekiro, sebbene qui il sistema sia più permissivo e meno chirurgico. Affrontare un boss richiede pazienza, osservazione e un minimo di disciplina zen. È estremamente soddisfacente svuotare la postura dell’avversario e chiudere tutto con un colpo letale. Ed è altrettanto soddisfacente impostare build basate sulle arti marziali, sui talismani, sulle armi tradizionali o addirittura sui ventagli da combattimento, che possono trasformarsi in strumenti da curatore o armi letali a seconda dello stile scelto.

Potete tenere due armi equipaggiate e alternarle in mezzo alle combo, con un sistema che ricorda in modo evidente quello di Nioh. La varietà è altissima e la possibilità di sperimentare è una delle cose più divertenti del gioco. Chi trova il sistema troppo impegnativo può attivare l’assistenza al parry, che rallenta il tempo e suggerisce quando premere i tasti. Non rovina l’esperienza, ma rende il gioco più accessibile. Insomma: elegante, tecnico, spettacolare. Il tipo di combattimento che rimane impresso.

Qui una scena che elogia il combat-system

L’open-world di Where Winds Meet è enorme, vivo e pieno di sorprese

L’esplorazione è uno dei punti più notevoli di Where Winds Meet. Non solo la mappa è gigantesca, ma è costruita per essere attraversata come un maestro marziale in un film d’azione. Il vostro personaggio può arrampicarsi ovunque, correre sui muri, fare salti tripli, scattare in aria e planare sopra campi, villaggi e foreste. Il mondo è realmente vivo. Troverete puzzle ambientali nascosti, dungeon con nuove abilità da ottenere, accampamenti che premiano con miglioramenti permanenti, NPC controllati da IA con cui parlare tramite chatbot, animali da addestrare, eventi casuali che spuntano all’improvviso, punti panoramici da fotografare ( veramente suggestivi ) e zone segrete in cui praticare arti marziali proibite.

Ci sono persino aree in cui costruire strutture in stile survival, creando ponti, torrette e basi improvvisate. È una funzionalità secondaria, ma dà una sensazione di libertà rarissima per un free-to-play. Il sistema “a energia” è sorprendentemente intelligente: se non avete tempo, potete consumare tutta l’energia in un’unica volta per ricevere un’enorme quantità di ricompense. Invece di costringervi a grindare per ore, il gioco vi permette di ottimizzare il tempo. Un’idea che molti altri free-to-play dovrebbero copiare.

Il panorama è qualcosa di sublime

Multiplayer, cooperativa, MMO nascosto e menù da incubo

Una delle sorprese più grandi è scoprire che Where Winds Meet, pur giocabile interamente da solo, può trasformarsi in un MMO nel giro di un click. Attiva la modalità multiplayer e verrai catapultato in un mondo brulicante di giocatori: alleati, rivali, curiosi, invadenti, buffi e imprevedibili. Potete affrontare boss di gruppo, creare una gilda, esplorare in party, sposarvi (sì, sposarvi), accedere ad arene PvP o partecipare a una battle royale dove tutti partono dalla stessa base e devono equipaggiarsi sul campo. Le partite diventano spesso caotiche e imprevedibili, ma sono terribilmente divertenti. La componente social, (con messaggi stile Dark Souls, commenti condivisi e interazioni imprevedibili) aggiunge una dimensione sorprendente alla formula.

Se il combat-system è una danza elegante, i menu sono un colpo basso allo stomaco. La UI è confusa, invadente, labirintica: pannelli che richiedono tre click per essere raggiunti. Il problema non è solo la quantità, ma il modo in cui tutto è disperso. Gestire potenziamenti, talenti, materiali e abilità richiede un’attenzione degna di un commercialista sotto scadenza. Ci sono funzioni che facilitano l’upgrade automatico, ma non coprono l’intero sistema, costringendo a continui viaggi da una schermata all’altra. Questo è il difetto più serio del gioco. Non l’unico, ma sicuramente quello che stanca di più.

Essendo un free-to-play, il negozio è pieno di cosmetici: costumi, capigliature, cavalli, armi scintillanti e abilità con effetti speciali degni di un festival pirotecnico. Alcuni sono belli al punto da tentarti più del dovuto. I prezzi sono alti, sì. Molto alti. Ma non influiscono sul gameplay. Non esiste un modo per diventare più forti pagando. Tutto ciò che serve per migliorare il personaggio si ottiene giocando. E questa, nel 2025, è una dichiarazione d’amore al giocatore che non va sottovalutata.

Sconfiggere i Boss fa acquisire talenti

Where Winds Meet: un titolo immenso, coraggioso e imperfetto

Visivamente Where Winds Meet è spettacolare… a tratti. Gli scenari sono magnifici: montagne immerse nella nebbia, villaggi dettagliatissimi, foreste che sembrano dipinte a mano. Il senso artistico è notevole, a volte commovente. Poi però arrivano cut-scene meno curate, modelli alternati di qualità altalenante e qualche pop-in strano. Su PS5 il gioco gira bene, ma non perfettamente. Con il Ray Tracing attivo la console soffre visibilmente. Senza RT la situazione migliora, ma qualche calo di frame non manca. La colonna sonora, invece, è straordinaria: epica, melodica, suggestiva. Ricorda le grandi produzioni wuxia e accompagna perfettamente i duelli.

Where Winds Meet è un gioco gigantesco, sorprendente, coraggioso, pieno di idee e con un’identità forte. È uno dei pochi free-to-play capaci di offrire un mondo vasto e un gameplay profondo senza chiedere soldi in cambio di potere. È imperfetto, sì, ma anche sincero nel suo tentativo di creare qualcosa di nuovo. Chi ama gli action marziali troverà pane per i suoi denti. Chi ama l’esplorazione scoprirà un mondo pieno di segreti. Chi ama sperimentare troverà un arsenale di meccaniche quasi infinito. E chi non sopporta menu caotici… beh, potrebbe urlare.


 

Where Winds Meet è uno di quei rari titoli capaci di lasciare un segno anche quando inciampano. È ambizioso fino all’eccesso, caotico in più di un’occasione, ma animato da una volontà creativa che oggi si vede sempre meno: quella di rischiare. Nel suo mondo sconfinato c’è spazio per tutto: arti marziali spettacolari, narrativa wuxia, dungeon labirintici, acrobazie impossibili, modalità online fuori di testa e persino attività quotidiane che vanno dalla cucina alla costruzione. Non sempre tutto funziona alla perfezione, e talvolta l’impressione è che il gioco voglia abbracciare più idee di quante riesca davvero a gestire. Ma quando tutto si allinea, quando piazzi un parry perfetto, quando scolli il terreno con un salto triplo o quando ti perdi in un panorama che sembra un dipinto animato, allora Where Winds Meet mostra il suo vero volto: quello di un’esperienza che non ha paura di essere grande, né di essere imperfetta. In un mercato saturo di prodotti “sicuri”, questo free-to-play osa dove altri si frenano, offre contenuti senza chiedere vantaggi a pagamento, e regala una forma d’intrattenimento moderna che riesce a essere sia profonda che accessibile. La mancanza dell’italiano, i menu labirintici e qualche incertezza tecnica non possono essere ignorati, ma sono difetti che non spezzano la sua identità. Anzi, la rendono ancora più caratteristica, specchio di un’opera che preferisce essere audace piuttosto che levigata. Se amate gli action, se non temete un po’ di complessità, e se avete voglia di perdervi in un universo marziale dove fantasia e storia si intrecciano senza chiedere permesso, allora Where Winds Meet merita assolutamente il vostro tempo. Non è un gioco perfetto, ma è un gioco vivo… e spesso, questo conta molto di più.