HORSES

Perché HORSES è stato bandito da Steam: i motivi reali spiegati da Santa Ragione

A distanza di due anni dal rifiuto di Steam, Santa Ragione ha pubblicato un documento ufficiale che getta luce, finalmente, sulle ragioni del bando di HORSES. Il quadro che emerge è più complesso e preoccupante di quanto inizialmente ipotizzato.

Ecco il trailer del gioco.

 

Vediamo insieme i 10 punti analizzati dal team Santa Ragione:

1. Nessuna spiegazione concreta: solo accuse generiche

Steam non ha indicato alcun contenuto specifico come motivo di violazione. La piattaforma si è limitata a citare in modo generico: “Tematiche, immagini o descrizioni che non intendiamo distribuire.” “Contenuti che in apparenza rappresentano condotte sessuali che coinvolgono un minore.” Secondo Santa Ragione, questa accusa è infondata, vagamente formulata e impossibile da contestare, soprattutto perché il gioco non contiene né nudità minorili né personaggi sotto i 20 anni.

2. Nessun appello, nessuna revisione, nessuna guida per modifiche

Il team ha tentato per due anni di ottenere:

  • chiarimenti,
  • indicazioni su cosa modificare,
  • una revisione della decisione.

Tutto è stato respinto. Steam ha risposto solo rimandando alle sue linee guida generiche, senza mai affrontare il contenuto reale.

3. Il presunto “trigger”: una scena preliminare con una bambina

L’unica sequenza che il team ritiene possa aver innescato il flag è una scena in una build incompleta, mai destinata alla versione finale: un padre e una figlia visitavano la fattoria e la bambina saliva sulle spalle di una “cavalla” (una donna adulta nuda, censurata). La scena non era sessuale, ma il contrasto visivo potrebbe aver attivato gli algoritmi o la sensibilità del revisore. La scena è stata poi completamente riscritta, sostituendo la bambina con una donna di vent’anni, ma a quel punto il bando era già definitivo.

4. Non riguarda la live-action né contenuti pornografici

Valve in un primo momento aveva espresso preoccupazione verso i segmenti live-action, ma:

  • non contengono nudità,
  • sono stati girati con attori adulti completamente tracciabili,
  • non violano alcuna policy.

Anche l’ipotesi di contenuti pornografici è stata esclusa: HORSES non è un gioco erotico, non mira all’eccitazione e non presenta atti sessuali espliciti.

5. Il problema non è legale: è una decisione di policy interna

Santa Ragione lo chiarisce nettamente: HORSES è legale negli USA, in Europa e nella maggior parte dei paesi. Non esiste alcuna violazione di legge e la scelta è puramente curatoriale e morale, non normativa.

6. Steam mantiene intenzionalmente una policy opaca

Secondo il team, Steam evita spiegazioni dettagliate per non dover applicare criteri coerenti, rispondere pubblicamente, garantire un vero processo di appello e accettare responsabilità sui casi borderline. Santa Ragione denuncia una pratica di: “censura moralizzante, arbitraria e impossibile da contestare.”

7. Nessuna modifica per altre piattaforme: la versione finale è quella originale

HORSES non è stato “ammorbidito” per uscire su GOG, Epic, Humble o Itch.io. Le uniche modifiche sono quelle normalmente previste nel corso dello sviluppo.

8. Il ban ha reso impossibile trovare un publisher e ha quasi ucciso lo studio

Senza Steam, finanziatori e partner si sono tirati indietro. Santa Ragione ha dovuto cercare prestiti personali per finire il gioco, rinunciare a bundle e accordi commerciali (Valve ha anche negato chiavi Steam per il precedente Saturnalia), investire circa 100.000 dollari, metà provenienti da amici. L’impossibilità di pubblicare su Steam mette ora in pericolo la sopravvivenza stessa dello studio.

9. Il ban crea un precedente preoccupante per la libertà creativa

Secondo Santa Ragione, il caso HORSES dimostra che:

  • gli sviluppatori potrebbero autocensurarsi su temi difficili,
  • “l’arte scomoda” rischia di sparire dal panorama indie,
  • un singolo attore con il 75% del mercato PC può decidere de facto cosa è arte accettabile.

10. Steam distribuisce giochi pornografici, ma non HORSES: una doppia morale

Steam permette la vendita di porno interattivi, romanzi visivi con nudità esplicita, titoli borderline che ripetono “tutti i personaggi sono maggiorenni”. Eppure un’opera non pornografica come HORSES è stata bandita. Per Santa Ragione, questo dimostra che Steam: “Non considera i videogiochi arte, ma prodotti da ottimizzare in base alla sensibilità commerciale del momento.”

Alla fine, la vicenda di HORSES somiglia a un faro acceso nel buio: illumina tutto ciò che, finora, molti hanno preferito non vedere. Se davvero vogliamo un ecosistema creativo vivo, capace di rischiare e di sorprendere, non possiamo accettare che l’accesso al pubblico dipenda da decisioni opache prese dietro una porta chiusa. Servono linee guida leggibili, processi di revisione che non puniscano chi sperimenta e un sistema di distribuzione che non trasformi un singolo store in arbitro culturale. Il 2 dicembre HORSES arriverà comunque tra le mani dei giocatori. Santa Ragione ha scelto di non arretrare, e questo atto in sé è già un manifesto. Ma il resto dell’industria non può limitarsi a osservare: deve interrogarsi su quanto sia fragile oggi la libertà creativa nel digitale. Perché se non si alza ora la voce, domani non sarà solo un gioco a sparire dai radar: rischiamo un futuro in cui intere visioni artistiche svaniranno non per mancanza di valore, ma perché qualcuno, da qualche parte, ha deciso che era meglio non mostrarle. E quello sarebbe un problema non solo per i videogiochi, ma per tutta la nostra cultura.