Stupid Never Dies Anteprima: l’Amore ai tempi di Romero

Stupid Never Dies Anteprima

Ormai alla soglia dei 28 anni (lo so, ancora giovane ma “lasciatemi sproloquiare”) comincio ad essere particolarmente nostalgico verso le abitudini dei tempi che furono: serie animate dallo stile punk e  in tv, videogiochi delle precedenti generazioni e la musica dei primi anni 2000 sparata a palla in radio, principalmente pop rock e altri derivati passati da un telefono all’altro tramite Bluetooth. Potete quindi capire la mia eccitazione quando il primo trailer di Stupid Never Dies è comparso sul palco dei Game Awards 2025, rappresentando una sorta di portale verso il passato con un mix di zombie ed action hack and slash che risulta familiare ma al tempo stesso molto “fresco” rispetto al panorama videoludico attuale. Scopriamo insieme quindi i primi dettagli sul gioco e soprattutto sullo sviluppatore dietro alle avventure di Davy e Julia!

Stupid Never Dies
Immagine promozionale del gioco

Stupid Never Dies: I really want to slay your enemies!

A prima vista, il canovaccio narrativo di Stupid Never Dies potrebbe essere intuibile anche solo partendo dall’estetica punk rock presentata. Da una parte abbiamo Davy, un ragazzo che sembra essere uscito da un drama per ragazzi della BBC “a la” Skins: trasandato, impacciato e l’ultima ruota del carro di una società fatta di mostri, licantropi e ovviamente zombie. Dall’altra abbiamo Julia, una delle ultime (si suppone) entità umane ancora in circolazione, anch’essa probabilmente ispirata nel design da film come “Mean Girls” e qualsiasi altro teen movie uscito su Disney Channel: popolare, abile cheer leader e soprattutto di una bellezza invidiabile. Un duo di personaggi che potrebbe vagamente ricordare Juliet e Nick di Lollipop Chainsaw, assieme anche all’intera premessa generale dove magari si può pensare che la coppietta dovrà sopravvivere alle orde di mostri per salvare il pianeta, ma la realtà è molto più diversa di così. Stando sia alla canzone che ci accompagna per tutto il trailer e le varie grafiche di intermezzo, questi due non si conoscono manco per sbaglio! Anzi, per quel che ne sappiamo tutta la storia di Stupid Never Dies potrebbe nascere e morire dentro l’immaginazione di Davy. Sui (pochi) dettagli lasciati dallo sviluppatore su Steam, scopriamo infatti che tutto potrebbe nascere da un classico “colpo di fulmine” adolescenziale, nel momento in cui Davy incontra una Julie “congelata” ed apparentemente morta, ma la cui resurrezione diventerà l’obiettivo principale della missione del ragazzo zombie. E a questo punto, la premessa cambia del tutto e si trasforma in un mix di altre opere molto influenti: Shadow of the Colossus e… Chainsaw Man? Non so, forse mi sto costruendo un castello di carte partendo da nient’altro che una diffidenza verso l’uso del trope della “Damzel in Distress” in questi tempi, soprattutto grazie a Fujimoto e all’epopea di Denji nel già citato manga, però al tempo stesso non vedo l’ora di scoprire come si evolverà la premessa e se devierà o meno da questa previsione.

Stupid Never Dies
Anche perché siamo onesti: in nessun contesto da teen drama dell’epoca un perdente come Davy avrebbe opportunità con una cheer leader

Davy of the Monsters

Dal punto di vista del gameplay, Stupid Never Dies si presenta come un Hack and Slash RPG in cui il nostro Davy si farà strada in questo mondo ultraterreno alla ricerca di potere, nemici da sconfiggere ed oggetti particolari necessari per “completare il rituale” di resurrezione di Julia. Nel trailer queste premesse vengono rappresentate con uno stile ultra colorato e appariscente, in cui le movenze goffe di Davy vengono accentuate da effetti speciali in cel-shading che ricalcano la Graffiti Street Art dell’epoca di riferimento e violente pennellate di colore per accentuare gli impatti dei suoi pugni… o degli schizzi di vomito infettivo. Un moveset particolare che potrà evolversi col tempo, sbloccando abilità innate come l’adunata di zombie minori da scagliare contro i nemici oppure morderli furiosamente per assorbirne i poteri, cambiando la propria forma e potenza in base a ciò che avrà mangiato. Un misto tra un titolo in stile Grasshopper Manufacturers come No More Heroes e… Crash of the Titans? Sembra assurdo ma questo titolo sembra incarnare la lista dei sogni di chi sguazzava nel “pop” degli anni 2000, fatto di Avril Lavigne, effetti strani su Messenger e serie di Cartoon Network come Ben 10 e ovviamente Devil May Cry, con quest’ultimo che potrebbe non essere un caso se guardiamo nel dettaglio lo sviluppatore GPTRACK50.

Il corpo di Davy sembra essere propenso al trasformarsi in diverse armi come un machete demoniaco

Hiroyuki Kobayashi e GPTRACK50

La storia di Stupid Never Dies nasce dalla fine di un rapporto di lavoro durato quasi 30 anni. Prima di fondare lo studio sotto l’ala protettiva di NetEase nel 2022, Hiroyuki Kobayashi era una delle figure di spicco di CAPCOM, soprattutto dopo aver collaborato (come primo ingaggio) alla programmazione del primo Resident Evil nel 1995 e sui suoi sequel. Lavori che gli hanno permesso di scalare rapidamente le gerarchie interne all’azienda, diventando Producer e Planner della serie Dino Crisis, Sengoku Basara, Dragon’s Dogma e soprattutto Devil May Cry.

Una fucina di ispirazioni dal quale prendere spunto nella creazione di un titolo che va a ricalcare quella filosofia caciarona e trash che ha preso piede durante la sesta e settima generazione di videogiochi, magari estendendola ad altri medium come light novel, film e animazioni. Insomma, un iter molto simile a quello di ogni software house AA che punta a farsi notare prima di tutto in Giappone. Però chi lo sa, magari un po’ come Gang of Dragon, anche questo secondo progetto targato NetEase troverà fortuna in occidente, soprattutto in un anno in cui gli amanti degli Hack & Slash nipponici ultra colorati potrebbero trovare pane per i loro denti.


Per quanto breve, il primo trailer di Stupid Never Dies ha avuto un effetto molto simile a quello avuto ormai qualche anno fa con Hi-Fi Rush: una genuina curiosità su un mix di idee, trope e mix musicali diventate ad oggi “cult” e classiche, figlie di un’epoca che ci siamo lasciati alle spalle ma che al tempo stesso vogliamo disperatamente ripercorrere attraverso la moda vintage e opere come questa. È un’anteprima fatta più di supposizioni che di concrete premesse, ma quanto visto fa già ben sperare per il futuro delle avventure di Davy e Julia, anche se qualche dubbio su come si svolgeranno gli eventi effettivamente c’è. Di una cosa sono però sicuro: nel peggiore dei casi troverà sicuramente spazio all’interno della nicchia di giocatori appassionati degli Hack & Slash ultragiapponesi.


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!