Crysis 3: la recensione di VMAG

Che la missione della famiglia Yerli fosse quella di creare la pietra di paragone per ogni FPS sviluppato su console e PC non è più un segreto per nessuno. Che però Crysis 3 riesca effettivamente nel gettare ombra su qualsiasi altro esponente del genere è una sorpresa che, per quanto ottimisti sull’ultimo lavoro di Crytek, difficilmente credevamo di poter definire tale. Riuscendo a spingere l’hardware delle macchine al massimo conosciuto sinora (almeno per quanto riguarda le due console targate Sony e Microsoft, che sapete bene avere un ciclo vitale diverso rispetto a quello dei PC), Crysis 3 si rivela un titolo estremamente valido, che fa della sua forza non solo la tanto decantata potenza grafica o il gameplay stratificato e innovativo già presentato nei capitoli precedenti, quanto una struttura narrativa solida e un comparto multiplayer abbastanza soddisfacente. Ed è proprio dal capitolo precedente che si riparte, da quell’acclamato Crysis 2 che ci ha dato modo di conoscere Prophet e scoprire le incredibili capacità della (nano)tecnologica armatura che indossa. È il 2042, sono passati poco più di venti anni dal secondo capitolo della trilogia firmata Crytek e centro della narrazione è ancora una volta la splendida città di New York. A differenza di quanto avremmo creduto dopo la conclusione del secondo capitolo però, la Grande Mela sembra aver subito il passare del tempo, è suddivisa in 7 zone definite le “meraviglie”, trasformandosi in una sorta di isola verde dove piante e alberi hanno risucchiato quasi completamente lo skyline urbano. I CELL hanno ormai preso possesso delle maggiori metropoli del globo, estraniandole dal resto tramite delle gigantesche cupole protettive e lasciando all’esterno lussureggianti ambientazioni dove la forza della natura ha preso il sopravvento.

L’impatto, ve lo anticipiamo, è a dir stupefacente, grazie a fisica, fluidità, illuminazione e dettagli curati nei minimi dettagli; vi sentirete davvero persi nella giunga “newyorkese” partorita dalla fantasia e dall’estro creativo dei designer Crytek. Ma la cornice grafica servirebbe a “poco” se Crysis 3 non mettesse in campo (finalmente, aggiungiamo noi) una componente narrativa degna di tale nome, intessuta filo per filo su quello che è lo stato di infezione Ceph di Prophet (se avete giocato il secondo capitolo, saprete di che stiamo parlando) e, ancora una volta, la salvezza del genere umano. Piccola nota per la spalla (più o meno comica) che vi affiancherà nella missione: il partner dal nome Psycho, un soldato a capo della milizia ribelle cresciuta nell’ombra in seguito ai disastrosi insuccessi ottenuti dai CELL nel tentativo di “asportare” le nanotute dai soldati operanti sotto il comando di Prophet.  Trama e ambientazione non avrebbero però la stessa veemenza e appeal senza lo sfaccettato gameplay già inaugurato nei capitoli precedenti. Un po’ come in Crysis 2, anche in questo terzo capitolo l’approccio all’azione sarà doppio, visto che potrete decidere sempre se affrontare il nemico a viso aperto o studiare il terreno di scontro operando in modalità stealth. Ed è proprio in questo contesto che entra in gioco forse la più sorprendente delle feature introdotte in Crysis 3: l’arco. Con questa silenziosa quanto letale macchina bellica infatti potrete uccidere a distanza senza dover abbandonare la vostra zona sicura. Straordinario la sensazione di essere un vero e proprio cacciatore quando, appollaiati su un albero, vi ritroverete a dare la caccia ai “poveri” CELL intenti a braccarvi per recuperare il vostro corpo, metterlo sotto ghiaccio e studiare per benino la vostra simbiosi con l’infezione Ceph. Certo, non pensate di poter finire il gioco a suon di frecce, perché anche l’arco avrà i suoi punti deboli e dovrete sudare parecchio per concludere i vari capitoli (che spesso, un po’ come da tradizione, non si asterranno dal classico vai da A a B stando attento a C e passando per D). Non pensate che Crytek però abbia messo da parte il resto dell’arsenale, visto che stavolta, oltre alla “classiche” bocche da fuoco estremamente distruttive (e personalizzabili esattamente come nel capitolo precedente) potrete usufruire anche delle armi aliene Ceph.

Piccolo cambiamento rispetto a Crysis 2 è dato dall’utilizzo del visore, che stavolta invece di proporre scelte tattiche vi permetterà di segnare i nemici e osservarli anche attraverso le pareti, da associare all’altra introduzione interessante che potremmo definire hackeraggio, tramite cui (grazie a piccoli minigiochi) potrete aprire porte, sbloccare dispositivi o addirittura avere influenza su alcuni Ceph. Arrivando finalmente al fulcro della serie, ossia la nanotuta, potete stare tranquilli, visto che le capacità basiche sono rimaste praticamente inalterate; quindi velocità, super salti, invisibilità e corazza saranno ancora dalla vostra, in aggiunta però avrete alcuni momenti di “superpotenza” sovraccaricando il generatore della tuta. Insomma, volendo chiudere con un paragone quasi dovuto, Crysis 3 è la naturale evoluzione del secondo capitolo; forse lievemente più breve, riesce a potenziare tutti i punti forti scoperti in Crysis 2, senza stravolgere il gameplay e regalando al giocatore una qualità tecnica quanto mai avanzata. Se poi a tutto questo ci unite anche un multiplayer più che apprezzabile, impossibile non candidare Crysis 3 come uno dei favoriti al trono di miglior FPS di fine generazione.