Disney Diary: Pinocchio #Capitolo 2

Bentrovati sulla rubrica di VMAG dedicata a tutti i capolavori Disney. Dopo aver trattato della storia di Walt e di Biancaneve e i sette nani, il nostro capitolo di oggi sarà dedicato al bambino di legno più famoso al mondo: Pinocchio. Questo classico è stato prodotto dalla Walt Disney Production, ma non riscontrò da subito il successo che si sperava ottenesse, al pari del precedente lungometraggio (Biancaneve e i sette nani), poiché la guerra lo impedì in un primo momento. Nonostante ciò, Pinocchio è al giorno d’oggi uno dei film d’animazione Disney più amati, seppur risalga all’anno 1940. Siete curiosi di conoscere i retroscena della pellicola? Continuate a leggere e non ve ne pentirete.

L’ispirazione

L’idea di realizzare un lungometraggio complesso come Pinocchio arrivò a Walt Disney attraverso suggerimenti di alcuni suoi amici, i quali gli consigliarono di ispirarsi alla storia dell’italiano Carlo Lorenzini, conosciuto anche come Carlo Collodi, che mezzo secolo prima aveva scritto una delle opere più celebri della letteratura italiana: Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino (1881). Walt trovò la sua ispirazione durante un viaggio in Europa, lo stesso che lo spinse a creare la storia di Biancaneve. Il progetto di Pinocchio venne avviato nel 1937, sorpassando tra l’altro la produzione di Bambi, in cantiere nello stesso periodo, quando il Sig. Disney concluse la lettura del romanzo di Collodi rimanendone ammaliato. Il team si mise subito al lavoro, realizzando 46 metri d’animazione ma il processo non andò secondo i piani: la parte più complessa riguardava infatti la personalizzazione dei personaggi, i quali si presentavano, soprattutto psicologicamente, difficoltosi da sviluppare proprio perché nella versione originale vi erano molti aspetti negativi, e pochissimi momenti di felicità o comicità. Insoddisfatto, Disney ordinò di ripartire da zero, nonostante avesse già speso una somma di 500.000 dollari; la produzione di Pinocchio parti in modo effettivo nel 1938.

Le differenze tra Disney e Collodi

Vi sono molteplici aspetti nella trasposizione disneyana che si allontanano dall’originale opera italiana: mentre la versione più antica vede la storia svolgersi nel centro Italia, la scelta della locazione Disney ricade nell’alta montagna della Baviera, forse più vicino all’Alto Adige. Inoltre, secondo la tradizione del Bel Paese, il protagonista Pinocchio, un pezzo di legno che prende vita nello studio di un falegname, è ispirato ad una marionetta di legno, in grado di muoversi e parlare, in onore della celebre arte dei burattini nata in Italia grazie all’innovativa commedia dell’arte, un modello a cui fecero riferimento tutte le opere teatrali del mondo all’epoca. Tuttavia, l’adattamento Disney preferisce dare a Pinocchio un aspetto il più simile possibile ad un bambino vero, limitando le sembianze di un pezzo di legno, come si può notare anche dai guanti che coprono il vero aspetto delle mani. Senza contare che sulla base dello scritto di Collodi, il protagonista è capace di compiere parecchie monellerie e dispetti, oltre ad essere disobbediente, bugiardo e molto ingenuo; nella versione Disney, d’altro canto, è un amabile, ingenuo bambino che sfortunatamente incappa nelle “persone” sbagliate, e per rimediare ai suoi errori viene aiutato dal fedele amico Grillo Parlante il cui compito è affidato dalla Fata Turchina, anche lei raffigurata come una donna adulta differentemente dall’opera autentica in cui è una bambina.

La metafora

Dietro ogni capolavoro Disney è nascosta, come ben sappiamo, una morale, ripresa dalle stesse fiabe a cui Walt Disney si ispirò nel corso nella sua vita; ogni racconto, infatti, racchiude un profondo insegnamento che da piccoli molto spesso è difficile comprendere. La storia di Pinocchio è difatti una metafora della crescita psicologica e fisica di un individuo, il quale, attraverso gli ostacoli che incontra durante il suo percorso e con l’aiuto di coloro che gli vogliono bene, riesce a crescere, e, in questo caso, a diventare un bambino vero. Nonostante la fiaba americana sia per molti aspetti differente da quella italiana, soprattutto per l’esigenza di mantenere uno standard adatto ai bambini più piccoli, ne conserva il contenuto. Ma a distanza di anni, consociamo veramente il ruolo dei personaggi e delle situazioni che incontriamo mano mano nella vicenda? Come sicuramente in pochi sapranno, sembra che Collodi facesse parte della setta massonica italiana ed è proprio da questa sua misteriosa natura che possiamo trarre un verdetto sul significato di vari aspetti della storia.

I segreti nascosti nella fiaba di Pinocchio

Collegandoci con il paragrafo precedente, andiamo ad analizzare i segreti della Massoneria che la fiaba racchiude, e noterete presto che vengono mantenuti anche nel cartone. Le avventure di Pinocchio iniziano quando il falegname Geppetto decide di scolpire un bambino su un pezzo di legno, ma, desiderando che sia vero, si rivolge ad una stella per realizzare il suo sogno. Ecco il primo elemento: la stella, simboleggia la figura di Dio, il “grande architetto dell’universo” per i massoni. Andiamo avanti; la stella, e quindi Dio, si mostra in carne ed ossa attraverso la figura della Fata Turchina, la quale conferisce a Pinocchio il dono della vita e del libero arbitrio, che egli dovrà sfruttare per riuscire a diventare a tutti gli effetti un bambino vero, un “illuminato“. Per raggiungere l’ “illuminazione“, l’inizio della vita vera e propria secondo l’ideologia della setta, Pinocchio deve affrontare gli ostacoli che incontra sul suo cammino attraverso un processo interiore, facendo affidamento alla sua coscienza, personificata dal Grillo ParlanteIncamminandosi in direzione della scuola, la quale rappresenta la conoscenza, si imbatte nel Gatto e la Volpe, due imbroglioni che gli indicano la via per il successo, simbolo di “strada facile” per ottenere fortuna e fama. Pinocchio, ascoltando la sua coscienza, comprende lo sbaglio e cerca di liberarsi, ma prima deve mostrarsi sincero alla Fata (messaggero divino) e a sé stesso: ecco il perché del naso che si allunga ad ogni bugia. Sulla strada di ritorno per casa, il protagonista incappa nuovamente nella Volpe, che lo attrae questa volta nel Paese dei Balocchi, luogo senza scuola (conoscenza) e leggi (morale); questo è il luogo della vita “profana” caratterizzata dall’ignoranza, dalla ricerca di gratificazione immediata tramite gli stimoli più insignificanti. Al termine della storia, Pinocchio ritorna a casa, ma viene inghiottito da una balena per salvare suo padre Geppetto intrappolato nello stomaco dell’animale; quest’ultimo rappresenta le tenebre dell’ignoranza contro cui il burattino deve lottare per conquistarsi la luce spirituale e diventare un bambino vero. Cosa ne pensate? Ritrovate tutto nella storia Disney? Qui sotto troverete in sequenza tutti i passaggi della storia.

Il successo

Tornando alla storia dello sviluppo del cartone, esso fu realizzato con la tecnica del live-action, con gli attori che recitavano le scene; il team eliminò del tutto il rotoscope e per questo motivo Pinocchio risultò innovativo in termini di animazione. Inoltre, fu il primo film ad usare come doppiatori personaggi celebri; per quanto riguarda il doppiaggio italiano, esso non fu mai rivisitato, ancora oggi le voci del cartone sono le originali. La pellicola debuttò a New York il 7 Febbraio 1940 mentre in Italia arrivò nel tardo 5 Novembre 1947. Come abbiamo già detto nell’introduzione, Pinocchio non riscontrò da subito il successo che tutti si aspettavano, a causa della seconda guerra mondiale che tagliò fuori i mercati europei e asiatici. Più tardi la produzione fu accolta con grande clamore, e dai 2.289.247 dollari iniziali, Walt Disney incassò una somma di ben 84.254.167 dollari negli anni successivi. Vinse due premi Oscar: uno per la miglior colonna sonora e uno per la miglior canzone con “Una stella cade”.

 

Anche questo capitolo di Disney Diary è terminato. Speriamo come sempre di aver accarezzato almeno un po’ la vostra curiosità, e di aver approfondito aspetti del classico che non conoscevate. Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate e non siate timidi nell’esporre i vostri pensieri e le vostre idee, e fatevi avanti per eventuali domande. Il prossimo episodio sarà dedicato ad un’altra celebre pellicola: Fantasia. Rimanete sempre con noi e non rinunciate mai all’animo di bambino che è in voi. A presto.