Steelseries Rival 3 Wireless Gen 2 Recensione: il migliore mouse dal prezzo e forme contenute?

Lo sappiamo: le periferiche da gaming sono il lato più delicato a gestire – ancor prima del parlare di scheda grafica, scheda madre o processore – durante la costruzione della propria postazione da gioco. Da esse dipendono la qualità generale della nostra esperienza di gioco e come ogni aspetto della vita ci sono diverse linee di pensiero: chi utilizza le connessioni con cavo per diminuire l’input lag e chi invece apprezza la comodità (seppur con un plus nel prezzo d’acquisto) delle periferiche wireless moderne. E tra i vari produttori presenti all’interno di questo mercato, Steelseries sembra essere quel top player che non bada di certo a spese per garantire ai propri utenti esperienze in portabilità e comfort di qualità pari al proprio corrispettivo cablato. Per questo, oggi siamo qui per dare un’occhiata al mouse da gaming Steelseries Rival 3 Wireless di Seconda Generazione, l’opzione di fascia medio-bassa per chi cerca le massime performance ad un prezzo tutto sommato contenuto e competitivo. Come sarà andata la nostra prova sul campo? Scopriamolo!

Steelseries Rival 3 Wireless Gen 2
Una piccola Sona accompagna questo piccolo ma mostruoso device

Un rivale compatto

Una volta tirato fuori dalla sua scatola, lo Steelseries Rival 3 di seconda generazione si presenta in modo minimale ma diretto: il mouse e due batterie AAA di marca Duracell, necessarie per il suo funzionamento. E il resto? Tutto il necessario è infine rinchiuso all’interno della scocca principale della periferica, rimuovibile tramite una leggera pressione rivelando il dongle wireless da inserire sul nostro pc e lo slot dedicato all’inserimento delle batterie. Dal lato posteriore troviamo invece il sensore di movimento, i gommini per il grip e soprattutto l’interruttore per il cambio di modalità tra Wireless 2.4GHz e Bluetooth. E parlando infatti di specifiche tecniche, lo Steelseries Rival 3 presenta una componente hardware di tutto rispetto per il suo budget e sul quale spicca prima di tutto il sensore ottico TrueMoveAir da 18,000 DPI, 400 IPS di velocità massima e un polling rate di 1,000 Hz garantendo una comunicazione con i device veloce e con una latenza di 1 millisecondo. Ideale per chi è alla ricerca di un mouse da gioco compatto ma comunque funzionale. Concludono la dotazione i 6 tasti programmabili di cui 2 dedicati alle macro e uno alla gestione della sensibilità del sensore.

Parlando invece del feeling generale, lo Steelseries Rival 3 in questa seconda iterazione risulta non solo facile da manovrare ma anche adatto a tutti e tre i tipi di grip più gettonati: nel mio caso in quanto appartenente all’uso del mouse con le punte delle dita, il mouse è risultato più che comodo con un design tradizionale ma al tempo stesso funzionale, con la mano che si è abituata fin da subito alla sua ergonomia, con tutti i tasti facilmente raggiungibili e le macro dalle forme estese. I materiali invece, seppur plasticosi e non proprio pregiati, presentano una sensazione di stabilità e affidabilità. Se proprio devo presentare una rimostranza sulle sue proprietà fisiche è la scelta dei grip bianchi, sotto la sua struttura. Non tanto per il suo funzionamento, su quello nulla da contestare, più che altro per la scelta del colore che risulta un po’ fuori luogo in mezzo a tutto il nero della scocca, restituendo quella classica sensazione da “pugno nell’occhio” oltre che sottintendere un sorrisetto a tratti inquietante.

Steelseries Rival 3 Gen 2
Una presentazione hardware minimale ma al tempo stesso essenziale

Steelseries Rival 3: competere in totale libertà

Per comprendere meglio come lo Steelseries Rival 3 si sarebbe comportato durante le partite, ho optato per l’esecuzione di diversi test in-game su tre diversi titoli, accomunati dalla necessità di effettuare decisioni lampo sul momento e nei quali la coordinazione mano-occhio la fa da padrone: League of Legends, ULTRAKILL e Osu! I primi due sono titoli che effettivamente gioco durante le settimane, sia per diletto e puro intrattenimento sia durante le nostra trasmissioni streaming settimanali e devo dire che lo Steelseries Rival 3 si è adattato in maniera camaleontica al mio stile di gioco. Nel caso di League of Legends, non tanto per le mie non-abilità nell’utilizzo di campioni come Sona, ma l’uso degli skillshot come la sua R o come la maggior parte dei lanci di altri personaggi come Ezreal, Seraphine o Amumu (poi mi stupisco se sono ancora in low elo ma ne parleremo in un’altra sede) il mouse si è rivelato più che fluido e responsivo, come se stessi usando il solito cablato ma con una corsa sul tappetino più omogenea grazie ai grip. I due tasti macro seppur più sottili, hanno restituito un feedback più che positivo pur essendo comunque dei tasti fisici posizionati un po’ troppo vicini.

Con la prova di ULTRAKILL, il mouse è stato sottoposto ad un intenso stress test anche a causa della velocità d’azione che il gioco raggiunge una volta raggiunte le fasi di gioco e i boss più concitati come i due Cerberus, che richiedono una concatenazione di mosse speciali e dash continui per poter sopravvivere ai vari assalti nemici. In questa situazione caotica al limite della rottura del tunnel carpale, l’uso dello Steelseries Rival 3 è risultato comunque poco stancante e comodo soprattutto per quanto riguarda l’inserimento delle varie macro per distribuire meglio la propria configurazione. Su Osu! invece, si è trattato più di una questione personale: per tutte le volte in cui ho cercato di appassionarmi a questa tipologia di rhythm game, ci sono state altrettante volte in cui la presenza di un filo è risultata più un impedimento alla performance di gioco che altro. In questo caso, mi è bastato alzare leggermente i DPI e qualche minuto di pratica per trovarmi non solo a mio completo agio, e soprattutto liberarmi da quella paura ancestrale del temere che il filo sbatta contro la tastiera o le casse, mandando alle ortiche ogni progresso.

“Che si tratti di una killstreak o di una full combo, in entrambi i casi riesce a fare una porca figura!”

Versatilità a distanza

Un test interessante alla quale volevo sottoporre lo Steelseries Rival 3 era legata alla possibili connettività offerte dalla periferica, nel momento in cui siamo davanti a molteplici computer durante ad una sessione di lavoro in multitasking. Uno in modalità dongle USB e uno utilizzando il modulo Bluetooth integrato. Questo mi ha dato modo di testare la facilità d’uso dell’interruttore presente sulla parte inferiore del mouse e al tempo stesso comprendere i limiti tecnici di quello che è comunque un hardware da gaming improntato ad un budget contenuto.

Il risultato è stato caratterizzato da tante luci, perché sono effettivamente a traslare facilmente da un sistema all’altro senza particolari intoppi, permettendomi da un lato di completare l’editing di un video e dall’altro continuare a prendere schiaffi su League of Legends. Tuttavia, il continuo avanti e indietro tra modalità ha messo alla luce l’ombra più grande del prodotto: la modalità standby. Sicuramente per permettere allo Steelseries Rival 3 di durare dalle 250 alle 400 ore massime di autonomia tramite due sole batteria AAA la casa madre si è dovuta inventare un qualche tipo di magia in merito alla progettazione del risparmio energetico, a costo però di rendere lo standby poco reattivo durante i lunghi periodi di inattività o i cambi tra una modalità e l’altra. Nulla di troppo grave, roba di pochi secondi, ma al tempo stesso rimane un neo in un caso d’uso più che legittimo se pensiamo al target di chi spesso compra mouse portatili e che alla lunga potrebbe portare a situazioni piuttosto spiacevoli e frustranti. Perché un conto è dopo due settimane di utilizzo, ma cosa accadra dopo un anno o due?


La seconda incarnazione dello Steelseries Rival 3 Wireless si presenta come un dispositivo in grado di rispondere alle esigenze di quei giocatori che prima di ogni altra cosa cercano una libertà di movimento a 360°. Seppur con qualche inciampo nella ri-sincronizzazione, la connettività wireless e bluetooth hanno restituito performance notevoli e degne del prezzo di listino medio-basso sul quale si interfaccia, salendo a pieno diritto nel podio della classifica dei mouse budget per chi è alla ricerca di ottime prestazioni senza particolari fronzoli o coriandoli RGB. Unici nei sono caratterizzati dall’uso di pile AAA, usanza comprensibile seppur antiquato e l’instabilità del ricevitore durante le situazioni al limite del multitasking.


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!