ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2 Recensione: imbrigliare il fulmine

Molti esperti e professionisti sono consapevoli che, al giorno d’oggi, i dati sono la pietra angolare su cui poggiano svariati aspetti della società in cui viviamo, e i NAS (Network Attached Storage) sono diventati i centri nevralgici delle nostre vite digitali, sia in ambito lavorativo che domestico. Dalle umili cassette degli attrezzi per il backup familiare a vere e vere e proprie centrali operative per la produzione multimediale ad alta definizione, la loro evoluzione è stata un crescendo. Ma ogni tanto, sul mercato, si affaccia un prodotto che non si limita a proseguire la marcia, bensì propone di riscrivere le regole del gioco. L’ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2 (FS6806X) è proprio uno di questi, un dispositivo che si lancia nell’arena con l’ambizione di demolire i limiti di velocità e reattività, incarnando il concetto di NAS “all-flash” in una forma quasi estrema. Ho avuto l’opportunità di approfondirne caratteristiche e prestazioni nei minimi particolari e posso affermare che, sebbene sia una vera e propria saetta tecnologica, presenta anche diverse sfumature che meritano un’analisi scrupolosa. Per chi, come me, ama sviscerare ogni dettaglio prima di un investimento così significativo, la chiave di lettura è nel bilanciamento tra potenza pura e alcune scelte di design che ne definiscono il carattere.

ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2
Le linee taglienti dell’ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2 si integrano perfettamente in qualsiasi contesto

Il NAS, questo (s)conosciuto

Prima di addentrarci ulteriormente nelle specifiche del Flashstor 6 Gen 2, è utile fare un passo indietro e chiarire cosa sia esattamente un NAS e perché sia diventato uno strumento quasi indispensabile nel panorama lavorativo contemporaneo. Un NAS (Network Attached Storage) è, in termini semplici, un dispositivo di archiviazione dati connesso alla rete. A differenza di un hard disk esterno collegato direttamente a un singolo computer, un NAS è accessibile da più dispositivi contemporaneamente (computer, smartphone, tablet) all’interno della stessa rete, o anche da remoto tramite Internet. Immaginate una sorta di “cloud privato” che risiede fisicamente nel vostro ufficio o a casa vostra, con tutti i vantaggi in termini di controllo sui dati, privacy e spesso anche velocità, soprattutto su reti locali ad alte prestazioni. Non è solo un contenitore per file, ma un vero e proprio mini-server in grado di eseguire app, gestire backup automatizzati, ospitare siti web, fungere da server multimediale e molto altro ancora. La sua flessibilità e centralizzazione lo rendono un hub versatile per la gestione dei dati.

Per i professionisti moderni, l’utilità di un NAS è difficile da sottovalutare. In un’epoca dove il telelavoro è la norma e la collaborazione è fondamentale, avere un punto di accesso centralizzato e sicuro ai propri progetti è cruciale. Pensate a grafici che devono condividere file di grandi dimensioni con colleghi, a videomaker che necessitano di un accesso rapido a terabyte di riprese 4K, o a team di sviluppo che gestiscono repository di codice. Un NAS offre la possibilità di accedere ai dati in modo collaborativo, sincronizzare file tra dispositivi diversi e garantire un backup robusto e automatizzato, proteggendo il proprio lavoro da perdite accidentali. Inoltre, la possibilità di personalizzare il NAS con applicazioni specifiche per la propria professione, trasformandolo in un server di posta, un sistema di sorveglianza o un database, lo rende uno strumento estremamente potente e scalabile per ottimizzare i flussi di lavoro e aumentare l’efficienza operativa. La sua presenza garantisce autonomia e un maggiore controllo sui propri asset digitali.

La connettività è garantita da svariate porte esterne, anche se la selezione avrebbe potuto essere più ampia

ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2: un curioso balzo generazionale

Quando si parla di nuove generazioni di hardware, spesso ci si aspetta un semplice affinamento delle specifiche esistenti. Con l’ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2, l’azienda taiwanese ha chiaramente voluto fare molto di più. Non è un rimpiazzo, o almeno, non è da intendersi come il successore diretto che soppianta il modello precedente rendendolo obsoleto. Piuttosto, è un’alternativa decisamente più muscolosa, pensata per chi mastica dati a velocità folli e ha budget che permettono di inseguire l’ultima frontiera delle performance. Immaginate di avere una supercar nel vostro garage di NAS: ecco, il Gen 2 è quella macchina lì. È un NAS che urla “velocità” da ogni singola specifica. Non è per tutti, ed è bene chiarirlo subito, ma per chi può permetterselo, le promesse sono allettanti.

Analizzando il cuore pulsante di questa macchina, è impossibile non notare il significativo balzo in avanti a livello di componentistica hardware. Il processore è un vero protagonista: parliamo di un AMD Ryzen V3C14 quad-core da 6 nm, con frequenze che arrivano fino a 3.8 GHz. Rispetto alla prima generazione, è un netto miglioramento non solo in termini di potenza bruta, ma anche di efficienza energetica, un aspetto sempre più cruciale per dispositivi che rimangono accesi 24/7. Ma le novità non finiscono qui. La connettività di rete è stata potenziata con l’introduzione della LAN 10GbE, una singola porta per il modello a 6 bay che ho analizzato (il modello a 12 bay ne offre due). Questo significa che il collo di bottiglia della rete, spesso il limite maggiore per le prestazioni di un NAS, è stato drasticamente ridotto. Aggiungete a questo le nuove porte USB 4.0 (Type-C), che si affiancano alle già presenti USB 3.2, e un raddoppio della RAM standard a 8GB DDR5-4800 (espandibile fino a ben 64GB), e avrete un quadro di una macchina costruita per la pura velocità. L’ampiezza di banda interna è stata ottimizzata per sfruttare al meglio i sei slot M.2 NVMe Gen 4, garantendo che ogni singolo bit possa viaggiare alla massima velocità possibile. Insomma, sulla carta, una vera e propria centrale di calcolo e archiviazione.

ASUSTOR ha compiuto diversi passi avanti ma anche qualche passo indietro con la nuova generazione di FLASHSTOR

Da grandi sfide derivano grandi aspettative

Nonostante l’enorme avanzamento tecnologico riversato al suo interno, di primo acchito il Flashstor 6 Gen 2 si presenta con un’estetica familiare. Il design del case è rimasto fedele alla linea del Gen 1, con la sua distintiva forma a trapezio compatta che lo rende adatto a essere posizionato su una scrivania senza ingombrare eccessivamente. Questa coerenza stilistica può essere un punto a favore per chi apprezza la continuità del marchio, ma al contempo, per un prodotto così innovativo, forse mi sarei aspettato un’estetica che “urlasse” un po’ di più il suo status di ammiraglia. Tuttavia, l’eleganza minimalista ha il suo perché, e in un ambiente professionale, la discrezione è spesso più gradita dell’ostentazione. La vera sfida, o meglio, l’esperienza che differenzia un po’ il Gen 2, è l’installazione dei moduli M.2. Per accedere ai sei slot, è necessario rimuovere un pannello che ospita una delle ventole da 80 mm, fissato con quattro viti. È un’operazione relativamente semplice, ma richiede un cacciavite e un minimo di manualità, a differenza di altri dispositivi “tool-less”. È un piccolo dettaglio, ma per chi è abituato alla semplicità plug-and-play, può essere una nota da considerare.

Una volta installati gli SSD NVMe e avviato il sistema, le prime impressioni sono state immediatamente dominate dalla silenziosità operativa del dispositivo. Nonostante la potenza racchiusa al suo interno, ASUSTORha chiaramente investito in un sistema di raffreddamento efficiente e discreto. Le due ventole ultra-silenziose, abbinate a un sistema di heat pipe ad alta efficienza, svolgono un lavoro egregio nel mantenere le temperature sotto controllo senza generare il classico ronzio o sibilo che spesso accompagna i NAS ad alte prestazioni. Questo è un enorme vantaggio, soprattutto se, come me, avete il NAS posizionato in un ambiente di lavoro o domestico dove il rumore è un fattore critico. Dal punto di vista dei consumi energetici, le sorprese positive continuano. Con una media di soli 32.2W e un picco di 56W sotto carico massimo, il Flashstor 6 Gen 2 si dimostra sorprendentemente efficiente per la potenza che eroga. Questo contribuisce a renderlo una soluzione più sostenibile a lungo termine, sia per le bollette che per l’impronta ecologica. Tuttavia, è qui che si inizia a percepire una certa dualità. Se da un lato l’hardware è una vera forza della natura, dall’altro emergono delle piccole curiosità o scelte progettuali che lasciano qualche perplessità. Ad esempio, la gestione delle velocità PCIe tra gli slot M.2 non è perfettamente uniforme, il che potrebbe rendere leggermente più complessa la configurazione di array RAID che sfruttino al massimo ogni singolo modulo. E un aspetto che mi ha fatto storcere il naso, considerando la natura “all-flash” e le altissime temperature che gli NVMe possono raggiungere sotto stress, è l’assenza di dissipatori per M.2 inclusi. Per un prodotto di questo calibro e costo, mi aspetterei che ASUSTOR fornisse soluzioni integrate per garantire la longevità e le massime prestazioni degli SSD.

L’ampia disponibilità di slot e l’eccezionale sistema di raffreddamento garantiscono discrezione assoluta

ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2: prestazioni, supporto e qualche compromesso

Parliamo ora del vero motivo per cui si acquista un NAS di questo calibro: le prestazioni. E qui, il FLASHSTOR 6 Gen 2 non delude affatto. È, senza mezzi termini, una macchina eccezionalmente veloce, in grado di gestire con disinvoltura i carichi di lavoro più intensivi. Se siete editor video che lavorano con filmati 4K o 8K, grafici che gestiscono file enormi, o professionisti che necessitano di accesso istantaneo a grandi quantità di dati, questo NAS è stato progettato per voi. La vera magia si verifica quando si sfrutta appieno la porta 10GbE con la funzione SMB Multichannel. In questo scenario, le velocità di trasferimento possono superare ampiamente la barriera dei 10 Gigabit, raggiungendo picchi impressionanti di 2331 MB/s in lettura e 2358 MB/s in scrittura. Questi numeri non sono solo teorici; rappresentano un’esperienza d’uso fluida e reattiva che fa la differenza nelle operazioni quotidiane più esigenti. L’idea di non avere più attese snervanti durante il trasferimento di progetti colossali è qualcosa che ogni professionista del settore può apprezzare a fondo. Il silenzio operativo, come accennato, completa l’esperienza, permettendovi di concentrarvi sul lavoro senza distrazioni.

Sul fronte del software, il FLASHSTOR 6 Gen 2 si affida all’ADM (ASUSTOR Data Master) 5.0, il sistema operativo proprietario del marchio taiwanese. Basato su Linux Kernel 6.6, l’ADM è un OS maturo e stabile, costantemente aggiornato con le ultime patch di sicurezza. È un’interfaccia utente che definirei nella media: funzionale, intuitiva quanto basta e sufficientemente aperta per consentire una buona personalizzazione. L’App Central di ASUSTOR è un punto di forza, grazie a una vasta libreria di oltre 200 applicazioni che coprono un’ampia gamma di esigenze, dal business all’hosting web, dall’intrattenimento domestico alla produttività. In particolare, il supporto alla sincronizzazione di cartelle con Adobe Creative Cloud e la robustezza delle funzionalità di backup con snapshot mi hanno soddisfatto non poco, strumenti essenziali per chi lavora con dati importanti sia per quantità che per valore. Ulteriore vantaggio è la sua compatibilità con sistemi operativi di terze parti come TrueNAS e Unraid, offrendo una flessibilità notevole per gli utenti più esperti che desiderano spingere ulteriormente i confini della personalizzazione. Tuttavia, non tutto è oro quel che luccica. Le prestazioni eccezionali e la ricchezza software si scontrano con alcune considerazioni cruciali che influenzano il rapporto qualità-prezzo, con quest’ultimo a rappresentare il primo ostacolo: il Gen 2 è notevolmente più costoso del Gen 1 e di molte alternative sul mercato, posizionandosi attorno ai 1150 euro da listino. A questo si aggiunge la perdita di alcune funzionalità presenti nel modello precedente che, per certi versi, è difficile da giustificare. La più lampante è l’assenza di grafica integrata (il processore V3C14 non ne ha), il che limita drasticamente le capacità di transcodifica hardware, un punto dolente per chi vorrebbe utilizzarlo come server multimediale (ad esempio con Plex) senza passare per un PC. Contendenti come l’Ugreen NASync DXP480T Plus, a parità di prezzo per un 4-bay, offrono CPU più potenti, porte Thunderbolt (presenti anche sul FLASHSTOR) e Wi-Fi integrato. Tanto per portare un altro esempio, il TerraMaster F8 Plus, pur essendo un 8-bay M.2, è significativamente più economico e dispone di dissipatori individuali per gli SSD che monta. Questi dettagli mi portano a riflettere su quanto l’ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2, pur essendo un prodotto di punta per le prestazioni nude e crude, richieds al potenziale acquirente di scendere a patti con alcuni compromessi, soprattutto se le sue esigenze vanno oltre la pura velocità di I/O.


Dopo aver analizzato a fondo l’ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2, è chiaro che non si tratta di un prodotto per tutti. Il suo posizionamento è decisamente di nicchia, rivolto a un pubblico ben specifico: i professionisti con esigenze di archiviazione estreme e i “power user” che non si accontentano di compromessi in termini di velocità. Sto parlando di editor video 4K e 8K, studi di post-produzione, grafici, sviluppatori, o chiunque lavori quotidianamente con dataset massicci e richieda tempi di accesso e trasferimento quasi istantanei. Per loro, l’investimento, per quanto significativo, si traduce in un miglioramento tangibile del flusso di lavoro e in un aumento della produttività. È una macchina costruita per chi vede nel tempo risparmiato un valore economico concreto. Tuttavia, per l’utente domestico medio, o anche per piccole e medie imprese con esigenze meno estreme, il prezzo elevato e l’assenza di alcune funzionalità (come la transcodifica hardware o i dissipatori M.2 inclusi) potrebbero rendere il FLASHSTOR 6 Gen 2 meno attraente rispetto ad alternative più bilanciate o meno costose. La sua natura “all-flash” lo rende potente, ma al contempo lo lega a un costo iniziale più elevato, sia per l’unità NAS stessa che per gli SSD NVMe di cui avrà bisogno. Insomma, se siete alla ricerca della massima velocità e non volete badare a spese, l’ASUSTOR FLASHSTOR 6 Gen 2 è una scelta eccellente. Se invece cercate un NAS versatile per un uso più generale, con un occhio al budget e alla multimedialità, probabilmente ci sono opzioni più adatte sul mercato.


 

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.