Nomen Omen: cosa significano i nomi delle nostre software house preferite?

Nomen Omen! Nintendo, Bethesda, Konami, SNK, Nintendo, Ubisoft e chi più ne ha non esiti a metterne: si tratta di parole che orbitano da anni nel nostro vocabolario e rimandano ad aziende per cui nutriamo spesso un affetto speciale. Curiosamente, pur pronunciandole a cadenza quotidiana, il loro significato resta tuttavia ignoto ai più e costituisce per molti un mistero che andrebbe finalmente svelato.

Dopo aver scandagliato i quattro angoli della galassia videoludica, abbiamo pertanto isolato alcuni tra i brand più noti al grande pubblico col preciso scopo di risalire alla rispettiva origine. Alcuni di essi ci trascineranno alla scoperta di icone mitologiche, altri strizzeranno l’occhio a filosofia o storia, altri ancora ci racconteranno invece di un passato prossimo in cui i videogame non costituivano necessariamente il proprio core business. Mettetevi comodi dunque, ché di sorprese ne avremmo parecchie!

Ubisoft Toronto

Nomen Omen: SEGA

Indice di indiscussa qualità hardware e software, nonché obiettivo designato di facili ironie tutte italiane, il brand SEGA non è che la contrazione delle parole Service e Games. Fondata ad Honolulu (Hawaii) nel 1951 dagli imprenditori statunitensi Raymond Lemaire e Richard Stewart, l’azienda si occupava in principio di fornire macchine da gioco come flipper, jukebox e slot machine destinate al personale militare americano di stanza in varie aree del mondo, con particolare riferimento a Giappone e Corea.

Onde aggirare annose restrizioni legali e salate aliquote fiscali previste dal governo USA, la sede legale dell’azienda venne presto trasferita a Tokyo dove, nel 1965, sarebbe passata nelle mani dell’imprenditore David Rosen che la ribattezzò SEGA Enterprises e ne estese il raggio d’azione ai Casinò e alle sale giochi cittadine. Il debutto nel campo dell’intrattenimento videoludico sarebbe avvenuto alla fine degli anni ’70, a seguito del successo riscosso da una fortunata linea cabinati da gioco meccanici.

KONAMI

La Konami venne fondata nel 1969 ad Osaka e, per i primi nove anni di attività, si occupò della fornitura, del noleggio e della riparazione di jukebox e altre macchine a gettoni affini quali punching bag elettronici, slot machine e pesca dei gadget. Benché in molti abbiano più volte spolpato i dizionari di giapponese da capo a coda, il nome dell’azienda non ha alcun significato in lingua nipponica

Il termine Konami deriva, infatti, dalla semplice combinazione delle prime due lettere costituenti i cognomi dei tre rispettivi fondatori: Kagemasa Kozuki, Yoshinobu Nakama e Tatsuo Miyasako. Curiosamente, alla veneranda età di 84 anni, Kozuki-San è ancora oggi il presidente in carica dell’intera corporazione.

BETHESDA

In termini puramente geografici, Bethesda non è altro che il nome della cittadina del Maryland americano dove venne fondata la rispettiva azienda. Sfogliando la Bibbia è tuttavia possibile conferire alla scelta di questo nome una chiave di lettura molto più affascinante: nel vangelo secondo Giovanni, la Bethesda era difatti una piscina miracolosa sita a Gerusalemme, le cui acque avevano il potere di guarire ogni malattia.

Come ribadito più volte da Christopher Weaver, l’uomo che nel 1986 fondò la Bethesda Softworks, è preferibile ricondurre il brand alla più triviale origine toponomastica: a quanto pare, in quei giorni, questi non aveva la più pallida idea che la cittadina si chiamasse così per ragioni religiose.

Nomen Omen: SNK

Per buona parte dei primi anni ’90, la sigla SNK era sinonimo di un dorato mondo inaccessibile alla maggior parte dei videogiocatori se non in forma rigorosamente arcade: l’unico modo di portarsi a casa conversioni dirette dei classici della mazzata così targati consisteva difatti nell’acquistare il Neo Geo, il cui prezzo delle singole cartucce oscillava, sul mercato dell’import parallelo, dalle 300 alle 450 mila lire!

Ma cosa diavolo significava l’acronimo SNK? Nulla di troppo minaccioso né ispirato, verrebbe da dire: la sigla estesa Shin Nihon Kikaku può essere del resto tradotta come “Nuovo Progetto Giapponese”. L’intuizione fu tutta farina del sacco di Eikichi Kawasaki, l’imprenditore di Osaka che fondò l’azienda nel 1978.

NAMCO

Storico pilastro della sfera videoludica arcade, la Namco venne fondata da Seisakusho Nakamura a Tokyo nel giugno del 1955. Per i primi diciotto anni di attività l’azienda si occupò prevalentemente di giochi meccanici per i luna park, specializzandosi nella costruzione di cavallucci a gettoni.

La svolta videoludica si verificò nel 1977, quando il rispettivo settore ricerca & sviluppo virò verso la realizzazione di cabinati per il settore delle sale giochi. Quanto al nome, la scelta fu tanto semplice quanto efficace, come prendere le prime due lettere delle tre parole formanti la sigla: Nakamura Manufacturing Company.

 

Nomen Omen: UBISOFT

Ad oggi la più grande multinazionale videoludica a trazione europea, la Ubisoft fu fondata nel 1986 a Carentoir, nella Bretagna Francese dai cinque fratelli Guillemot: Christian, Claude, Gérard, Michel e Yves. Il significato del nome derivava dalla contrazione delle parole Ubiquitous e Software che, una volta unite, avrebbero fatto riferimento ad un “Software Onnipresente”.

Vista la prolificità del brand, viene oggettivamente da pensare che questa scelta sia stata più che azzeccata, ma è bene precisare che le cose non sono sempre state come oggi. Prima di diventare un colosso economico dell’industria dei videogame, Ubisoft dovette sgomitare non poco nella bagarre degli sviluppatori indipendenti verificatasi a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, superando ostacoli di ogni genere.

CAPCOM

Diversamente dalla maggioranza delle aziende citate nel nostro speciale, Capcom venne fondata con il preciso obiettivo di realizzare software e videogame destinati al mercato delle sale giochi. La sua nascita risale al 1979, anno in cui l’imprenditore nipponico Kenzo Tsujimoto la battezzò come I.R.M Corporation: un acronimo costituito da parole che non vennero mai svelate ufficialmente.

Nel 1981 il gruppo si sarebbe scisso in due divisioni: la Sanbi Co. orientata allo sviluppo di software rivolto alla sfera Personal Computer e la Capsule Computers il cui obiettivo era la creazione di cabinati e videogame destinati al mercato arcade. Nei due anni successivi, Tsujimoto si rese conto che, in assenza di competitor troppo affermati, il settore delle sale giochi garantisse maggiori opportunità di guadagno, motivo per cui egli decise di chiudere la divisione Sanbi, per concentrare tutti i suoi sforzi su di essa. Nel 1983, le parole Capsule e Computers si fusero così nel brand Capcom e il resto è storia.

ACTIVISION

Fondata nel 1979 da David Crane, Alan Miller, Bob Whitehead e Larry KaplanActivision fu per molti versi la prima, vera software house della storia: prima della sua fondazione, gli autori dei videogame facevano difatti parte della comune forza lavoro di grande aziende come Atari, percependo stipendi fissi a prescindere dal successo riscosso dai prodotti che avevano realizzato.

Tanto coraggiosa quanto legittima, la rivendicazione dei diritti d’autore, nonché della proprietà intellettuale del videogame, costituì una conquista enorme per la categoria dei game designer, rivoluzionando dalle fondamenta un sistema che, fino ad allora, vantava quasi carattere “feudale”. Al momento di battezzare questa nuova realtà produttiva, David Crane e soci scelsero il nome Activision: un neologismo nato dalla fusione dei termini “Active” e “Television” che indicava, per l’appunto, un utilizzo interattivo della comune TV.

NINTENDO

Sul significato della parola Nintendo si sono espressi innumerevoli esperti di linguistica e, ancora oggi, vi sono chiavi di lettura differenti. La più comune tradurrebbe l’abbinamento dei tre concetti Nin – Ten – Dō come “Lasciare la fortuna al cielo” che, in italiano, potrebbe suonare come “affidarsi alla volontà del cielo”, laddove cielo potrebbe indicare sia il destino che Dio.

Secondo una corrente minore, il succitato trittico farebbe invece riferimento ad un ideale “Tempio della fortuna celeste“: una traduzione senz’altro evocativa, ma giudicata troppo avventurosa. Sia come sia, al tempo della sua fondazione e, cioè, nel settembre del 1889, il nome dell’azienda era, per esteso, Nintendo Koppai, con quest’ultimo suffisso a indicare le carte da gioco Hanafuda che essa produsse fino al 1951. Con l’apertura commerciale al ramo dei giocattoli e dell’elettronica avvenuta proprio in quell’anno, il termine Koppai venne infatti rimosso definitivamente.

Nomen Omen: id SOFTWARE

Da leggere senza utilizzare la pronuncia inglese delle lettere i e d, la id Software ha preso questo termine in prestito dalla dottrina freudiana e, più nel dettaglio, dal concetto psicanalitico che egli battezzò, per l’appunto, come id: un primitivo crogiuolo di puro inconscio animato da desideri, impulsi e aggressività dove non c’è spazio per logica e morale.

Secondo la leggenda, John Carmack e John Romero scelsero questo termine col preciso scopo di sottolineare la natura brutale e istintiva di videogame realizzati senza cedere ad alcun compromesso. E dopo aver giocato per trent’anni e passa e Doom e Quake, gli crediamo senza battere ciglio.

Attivamente Impegnato nel settore editoriale dal 2003, ha scritto per le più note riviste videoludiche italiane, concentrandosi spesso nell'area Retrogaming. Dopo aver pubblicato il saggio Storia delle Avventure Grafiche: l’Eredità Sierra, ha svolto ruolo di docente universitario in tema di Storia del Videogame ed è attualmente impegnato col medesimo ruolo nel Corso di Giornalismo Videoludico di VGMag.