Il mondo dei videogiochi è un ambiente vasto e sconfinato. A volte, in un mare di generi e sottogeneri, emergono alcuni titoli che sfuggono alle classificazioni tradizionali. Dei piccoli esperimenti ludici che divengono dei cult. Patapon è uno di questi. Uscito originariamente su PSP alla fine degli anni 2000, il gioco seppe mescolare con attenzione il genere strategico con quello musicale. Una grafica stilizzata, una musica ossessiva e l’atmosfera tribale, lo fece spiccare immediatamente per originalità. Oggi Patapon 1+2 Replay ci riporta in quel mondo ancestrale, pronto ad incantare una nuova generazione di videogiocatori. Tra tamburi, marce e battaglie ipnotiche, il gioco continua a offrire un’esperienza sorprendente e coinvolgente.
Patapon 1+2 Replay: la lunga strada a ritmo di tamburi
Per comprendere meglio il valore di Patapon 1+2 Replay, è importante conoscere la storia che viene narrata. Nel primo capitolo della saga, i Patapon sono una tribù ormai in declino. I piccoli esseri monocoli e neri hanno perso tutto: le loro terre, la loro forza, perfino la loro fede. L’unica speranza è quella del ritorno della loro divinità, interpretata per l’occasione proprio da noi giocatori. Siamo quindi chiamati a vestire i panni del loro Dio Supremo, un’entità silenziosa ma che guida il suo popolo in maniera chiara attraverso il suono di sacri tamburi. Non appena inizieremo a parlare ritmicamente con loro, i Patapon riacquisteranno subito speranza nel futuro. Quando prendiamo in mano i sacri tamburi, la tribù riscopre il suo antico spirito guerriero e si mette in marcia verso la salvezza. L’obiettivo è chiaro: raggiungere la leggendaria Terra della Ricompensa, un paradiso promesso in cui abbondano cibo e gloria eterna. Attraverso sequenze prestabilite di suoni tribali, dobbiamo far avanzare la tribù attraverso foreste, deserti e antiche rovine, affrontando nemici sempre più temibili. I principali antagonisti che incontreremo lungo la nostra marcia, sono gli Zigoton, una feroce razza di guerrieri, determinati a fermare la marcia dei Patapon per proteggere i propri interessi. Non mancheranno inoltre scontri contro bestie colossali e misteriose divinità della natura, incarnazioni di forze primordiali. Il tutto è raccontato con uno stile fiabesco, fatto di canti tribali e rituali ancestrali, che trascina il giocatore in una dimensione onirica e sospesa, dove il mito si fonde con il ritmo.
Il secondo capitolo del gioco ci spinge verso altre grandi imprese. Raggiunta la Terra della Ricompensa, i Patapon vogliono raggiungere nuove vette gloriose. Per questo motivo decidono di spingersi oltre l’orizzonte. Salgono su una nave e si lanciano in un viaggio via mare alla ricerca di nuove terre. Durante il tragitto, però, una terribile tempesta li fa naufragare, disperdendo l’esercito sulle rive di un continente sconosciuto. La tribù non si abbatte, forte della nostra presenza, la sua divinità suprema. Raccolgono il poco che è rimasto e si mettono in marcia, alla scoperta di questa nuova terra. Ovviamente anche qui non mancano le difficoltà e gli scontri. I principali ostacoli sono rappresentati dai Karmen, la popolazione locale, determinata a fermare l’avanzata dei nostri. Patapon 2 si caratterizza per un tono più epico e misterioso, grazie alla scoperta di un mistico manufatto: l’Uovo della Profezia, un oggetto sacro che secondo le leggende potrebbe svelare il segreto del loro destino. Parallelamente viene introdotto anche il Patapon Eroe, un guerriero predestinato dotato di poteri straordinari, la cui identità può essere modellata dal giocatore. Un elemento fondamentale per superare gli scontri decisamente più ardui che siamo chiamati ad affrontare, di un livello superiore rispetto al primo capitolo. La storia in generale è più strutturata e stratificata, dipanandosi lentamente durante l’avanzata dei piccoli esserini neri. Nonostante il tono resti sempre ironico e leggero, Patapon 2 riesce con semplicità e naturalezza ad affrontare i temi del destino, della fede e della rinascita, trasformando quella che inizialmente sembrava una semplice marcia guerriera, in una riflessione sul potere collettivo e sul ruolo dell’eroe nella società. Una maturità narrativa decisamente apprezzata e di cui si sentiva la mancanza nel capitolo precedente.
Ritmo e strategia in un’evoluzione moderna
Il punto di forza di Patapon 1+2 Replay è sicuramente il suo gameplay. Potremmo definire i due giochi come dei semplici giochi strategici a scorrimento orizzontale, ma sarebbe sicuramente riduttivo. Durante le marce, che saranno caratterizzate da scontri contro i boss, semplici spedizioni di combattimento o viaggi alla ricerca di cibo e materiali, possiamo dare ordini al nostro esercito a ritmo di musica. Dopotutto siamo una divinità che comunica con il ritmo. Per questo motivo dovremo eseguire, a tempo di musica, combinazioni di 4 tasti per ordinare ad esempio ai Patapon di avanzare, attaccare, difendersi, etc. I comandi possono essere impartiti solamente quando la tribù non sta cantando. Questo sistema di input ritmico crea un legame diretto tra il giocatore e i Patapon, rendendo ogni battaglia una danza di comandi da eseguire con precisione. Se però, per qualsiasi motivo, smetteremo di comunicare o sbaglieremo a effettuare la sequenza di comandi, il contatore delle combo verrà azzerato, facendoci perdere la possibilità di raggiungere brevemente la Fever Mode. Si tratta di una sorta di trance bellica, in cui i Patapon diventano più potenti e aggressivi. Una volta terminata la missione, possiamo tornare al nostro accampamento dove creare nuovi guerrieri, equipaggiarli per una nuova missione ma anche recuperare e combinare i materiali raccolti. Questo permette di adattare il proprio stile di gioco, privilegiando forze d’attacco, difesa o velocità, inserendo una sottile ma efficace componente strategica. A tutto questo si aggiunge anche un restyling grafico ben riuscito, (come vi avevamo anticipato) con animazioni più fluide, texture più definite, interfacce completamente ridisegnate e una risoluzione adattata ai display moderni, pur mantenendo lo stile minimalista e tribale originale.
Le differenze sul piano narrativo tra il primo e il secondo capitolo della saga, sono riscontrabili anche dal punto di vista del gameplay. Nella versione rimasterizzata di Patapon 2, la grafica pulita e l’interfaccia migliorata esaltano ancor di più la varietà di scelte disponibili, rendendo l’avventura più chiara e gratificante anche per i nuovi giocatori. Come già detto, una delle novità più interessanti è il Patapon Eroe, una potente unità personalizzabile che diventa il perno centrale di ogni battaglia. Il giocatore può assegnare all’eroe diverse classi, ognuna con abilità uniche, e modificare il suo equipaggiamento per adattarlo a situazioni specifiche. Il suo attacco in Fever Mode, inoltre, è devastante e può ribaltare le sorti anche degli scontri più disperati. Anche il sistema di crescita dei Patapon è stato migliorato, riprendendo fedelmente i contenuti originali ma rendendoli più leggibili e chiari, in una versione più pulita e accessibile. Ora possiamo non soltanto cambiare il loro equipaggiamento, con una gamma di armi e armature più ampia rispetto al passato, ma anche far crescere ogni unità attraverso percorsi specifici, sbloccando nuove forme, abilità e statistiche. In questo modo possiamo personalizzare ulteriormente la nostra armata e sperimentare combinazioni diverse per affrontare boss e livelli particolarmente ostici. A tutto questo si aggiunge anche la possibilità di affrontare missioni secondarie per guadagnare materiali rari.
Nonostante la grande operazione di restyling grafico, quindi, Patapon 1+2 Replay riesce a riportare su PlayStation 5, nintendo Switch e PC tutto il fascino e la bellezza dei due titoli, conservando intatto il livello di sfida e l’originalità che li avevano contraddistinti in passato. Entrambi i giochi richiedono riflessi pronti e una buona dose di memoria muscolare, soprattutto nelle fasi avanzate, dove i pattern ritmici si fanno più serrati e i nemici più aggressivi. L’utilizzo continuo di queste sequenze di tasti, necessari ad affrontare le sfide e proseguire nel viaggio, però, potrebbero risultare ripetitivi per alcuni giocatori. Inoltre bisogna segnalare anche l’assenza di qualche vera novità o contenuto extra. Sarebbe stato bello avere all’interno di questo titolo anche Patapon 3, titolo che forse avrebbe spezzato la possibile sensazione di monotonia dei suoi predecessori. Il terzo capitolo, infatti, aveva tentato di rinnovare la formula introducendo elementi da dungeon crawler e un focus più marcato sul multiplayer. La scelta di includere solo i primi due capitoli lascia l’impressione di un’operazione incompleta. Bisogna però ammettere che i puristi della saga considerano il terzo capitolo quasi un titolo a sé, poco fedele all’anima originale della serie. Comprensibile quindi la scelta di Bandai Namco di concentrarsi solamente sui primi due. Nonostante questo, Patapon 1+2 Replay offre ancora oggi una proposta originale e divertente, un’avventura fuori dagli schemi accessibile a tutti ma non per questo con un livello di sfida troppo basso. Il fascino della saga Patapon continua a pulsare, tamburo dopo tamburo, con una forza sorprendente anche a distanza di anni
Patapon 1+2 Replay rappresenta il ritorno di due titoli unici nel panorama videoludico, capaci di fondere in modo sorprendente ritmo musicale e strategia. Originariamente usciti su PSP, questi giochi trasportano il giocatore in un viaggio epico al fianco dei Patapon, minuscoli guerrieri monoculi guidati dai tamburi sacri della loro divinità, ovvero il giocatore stesso. Il primo capitolo racconta la marcia della tribù verso la mitica Terra della Ricompensa, tra scontri con i rivali Zigoton e battaglie contro mostri colossali, in un mondo stilizzato e fiabesco. Patapon 2 espande la formula introducendo un nuovo continente, il misterioso Uovo della Profezia e l’Eroe Patapon, un’unità personalizzabile capace di cambiare il corso della battaglia. In entrambi i giochi, il cuore dell’esperienza resta il sistema di comandi ritmici, che richiede al giocatore di impartire ordini attraverso sequenze di tamburi, mantenendo il ritmo per ottenere il potenziamento del Fever Mode. La versione rimasterizzata migliora la grafica, con linee più nitide e animazioni fluide, senza intaccare il fascino minimalista originale. Patapon 2 aggiunge una forte componente di personalizzazione, rendendo l’esperienza più ricca e rigiocabile rispetto al primo capitolo. Sebbene manchi Patapon 3, questa raccolta racchiude l’anima più autentica della serie, offrendo un’avventura fuori dagli schemi. Ancora oggi, Patapon 1+2 Replay continua a stupire, trascinando il giocatore in un mondo fatto di ritmo, strategia e meraviglia.
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