Ready Or Not Recensione: riportare l’ordine, anche su console!

Ready or Not

Nel grande panorama delle uscite videoludiche estive, buona parte dei giochi spesso passano in sordina. E d’altronde è più che naturale: l’estate richiama vacanze e buona parte dei pensieri dei giocatori è comunque rivolta a un sano e meritato relax dopo mesi e mesi di lavoro. Esistono però delle eccezioni alla regola, con videogiochi che vengono puntualmente pubblicati anche nelle settimane più tranquille dell’anno, come nel caso delle versioni console di Ready or Not. Il gioco, sviluppato da VOID Interactive era già disponibile su PC tramite Steam e nel corso della sua (breve) vita è stato soggetto a diverse polemiche e controversie (tra cui la separazione da Team17 come publisher, un colpo che però la software house ha saputo assorbire molto bene), che hanno portato il team di sviluppo a procedere per gradi e spesso a rallentare i lavori. Già, perché come ogni produzione che si rispetti, anche in questo caso stiamo parlando di un piccolo progetto, nato dal cuore di pochi appassionati e che ha trovato nell’Early Access (ovvero il classico accesso anticipato) la sua strada maestra.

A porte chiuse, con lo sviluppo oramai completo da circa due anni e dopo essersi dedicati alla versione PC in toto, con tanto di rilascio di DLC e strumenti per il modding, VOID Interactive ha finalmente deciso di far uscire la sua neonata opera anche su console e più specifico per PlayStation 5 e Xbox Series X e Series X. Si tratta di una mossa naturale, con un prodotto che arriva sul mercato in un modo di relativa calma ma che è pronto a raccogliere tutto ciò che ha seminato nel corso degli anni a livello di popolarità anche su una piattaforma che non sembra esserli cucita intorno. Al di là di tutti i dubbi e le domande che avvolgono questa conversione, e a cui cercheremo di rispondere in maniera più esaustiva che mai, Ready or Not è finalmente disponibile per tutti anche su questo mercato. E forse non è mai stato così bello che un gioco di questo genere sia disponibile per una ancora più ampia fetta di pubblico.

Uno dei tanti scenari a disposizione

Ready or Not, ordine e adrenalina anche su console

Per parlare di Ready or Not, è necessario prima di tutto capire di che gioco stiamo parlando. L’opera di VOID Interactive non è in realtà un vero e proprio progetto originale, ma si rifà molto banalmente a un capostipite del genere di giochi simulativo, ovvero S.W.A.T. La serie videoludica originale e da cui trae ispirazione proprio Ready or Not affonda le sue origini nei lontani anni ’90 ed era stata progettata per vivere il gaming in maniera cooperativa, sia in una sala LAN che da lontano, con i primi esperimenti di giochi multiplayer sfruttando le connessioni internet. Ovviamente all’inizio non si conoscevano ancora le definizioni di tactical shooter, ma possiamo affermare con certezza che il gioco, prodotto da SIERRA, sia proprio servito a sdoganare questo termine, anzi, direttamente a coniarlo, insieme ad altri prodotti di ben più nota popolarità, come per esempio la serie di Rainbow Six.

Le origini di Ready or Not affondano proprio nella serie S.W.A.T. Nel gioco di VOID Interactive, infatti, i giocatori impersono un agente del comando delle forze statunitensi, intento a collaborare insieme ad altri suoi colleghi in scenari di pericolo che spaziano dalle feste finite in tragedia fino alle tentate rapine. Esattamente come potete immaginare, i contenuti del gioco non sono ovviamente per tutti e il realismo impiegato non solo per il gameplay, ma sacrificato anche su un altare per avere ancora più immersione da parte del giocatore rendono il titolo decisamente arduo da affrontare, soprattutto per coloro che non sono abituati a reggere la tensione. Già, perché il grande merito di VOID Interactive è stato quello di rendere Ready or Not un titolo in grado di far respirare proprio l’ambiente di gioco, rendendo ogni sfida e ogni scontro a fuoco il più realistico possibile.

Oltre all’atmosfera, il più grande pregio di Ready or Not è sicuramente il grande ventaglio di opzioni e personalizzazioni. Nel corso della campagna, infatti, il giocatore può sbloccare diverso equipaggiamento, per arrivare anche a cercare di terminare i vari scenari scegliendo un approccio non letale. I punteggi, assegnati a ogni missione, variano in base agli obiettivi principali e secondari che sono stati (oppure no) portati a termine. Ogni singolo errore pesa sul punteggio finale e spesso per ottenere il massimo della valutazione sarà necessario rigiocare da capo intere ambientazioni già viste. Non proprio un difetto, ma più un classico aspetto di questo genere di giochi, che spinge sull’acceleratore chiedendo al giocatore di impegnarsi per migliorarsi. Un trial and error, che risulta subito soddisfacente a livello di gameplay, considerando anche la generazione casuale dei nemici, delle loro posizioni e degli avvenimenti. Un bel pacchetto di ore e ore di divertimento, che affrontate con gli amici tramite il multiplayer può veramente portare il giocatore a vivere un’esperienza di gioco decisamente atipica. Già, perché il core dell’esperienza resta proprio il multigiocatore, soprattutto quello con gli amici. Giocare in gruppo permette ai giocatori di conoscersi e di pianificare al meglio ogni decisione, ogni approccio e ogni mossa, rendendo dunque quasi obbligata la scelta di avere un gruppo di persone con cui condividere le proprie campagne.

Il commissariato che funge da HUB

La SWAT colpisce anche su console

Nonostante il PC sia il territorio naturale per questo genere di giochi, VOID Interactive non poteva ovviamente esimersi dal portare anche su console il suo prodotto. E così, Ready or Not sbarca su PlayStation 5 e Xbox Series X (quest’ultima versione da noi provata), la versione che abbiamo avuto modo di analizzare. E al di là di alcuni difetti, in realtà si tratta di una conversione piuttosto solida. A partire proprio dalla grafica e dalle modalità di gioco. Giocando in performance il frame rate si mantiene abbastanza stabile e abbiamo notato pochissime sbavature a livello di ambientazioni 3D. Discorso diverso invece scegliendo la modalità qualità: sacrificare le performance, in questo caso, forse non conviene davvero troppo. Certo, gli ambienti risulteranno leggermente più belli, ma in un tactical-shooter dove le decisioni devono essere prese in maniera rapida e veloce e dove tutto può cambiare in una frazione di un secondo, dal nostro punto di vista è meglio premiare le performance rispetto alla qualità grafica.

Il vero, elefante nella stanza è il controller. Dopo aver giocato per oltre 20 ore alla versione PC, rimane chiaro che con mouse e tastiera il gameplay cambi radicalmente. Il lavoro svolto da VOID Interactive per quanto riguarda l’ottimizzazione con il pad è sicuramente da elogiare: lo schema comandi è chiaro ed è molto preciso, ma se avete avuto modo di giocare la versione originale, il controller vi chiederà qualche ora per abituarvi al meglio. Come ogni conversione che si rispetti, ogni tasto può essere personalizzato, dunque non abbiate paura di cambiare qualche piccola impostazione e provare a sperimentare per trovare la configurazione di tasti che vi permetterà di giocare al meglio.

Grafica e controlli a parte, la build che abbiamo avuto modo di provare è risultata abbastanza pulita e non abbiamo mai riscontrato troppi bug. Ready or Not per console è praticamente la stessa versione che abbiamo avuto modo di provare su PC, ma con qualche piccolo glitch grafico e con un framerate che sicuramente non può essere paragonato a quello della versione Steam. Nonostante ciò, il gioco può rappresentare un’ottima scelta, soprattutto se siete alla ricerca di un tactial shooter che fa dell’atmosfera e delle situazioni ad alto pericolo il suo pane quotidiano.


Affascinante, pericoloso e decisamente adrenalinico: Ready or Not sbarca su console in ottima forma, con qualche piccolo glitch grafico e performance nella media (ma non esaltanti), lasciando però immutata la sua identità di gioco. VOID Interactive chiede ai giocatori di adottare uno stile di gioco preciso, dove gli errori pesano e ogni decisione su ogni colpo o su cosa fare a ogni porta, a ogni angolo potrebbe radicalmente cambiare l’esito di un’intera sessione. In single player ci si diverte, ma è ovviamente in multiplayer dove l’anima del gioco esce. In una torrida estate, forse il brivido offerto da un’incursione all’ennesimo party finito in tragedia può essere ciò di cui avete bisogno per rinfrescarvi, soprattutto in gruppo.