Senua’s Saga Hellblade II Enhanced Recensione: l’apoteosi dell’immersività

Ninja Theory ripropone (anche su PlayStation 5) la sua controversa e incredibile opera magna: Senua's Saga Hellblade II Enhanced.

Senua's Saga Hellblade II Enhanced

C’era una volta una moderna fiaba norrena, quella di Senua, che narrava il suo terribile sacrificio e il suo viaggio irto di pericoli e insidie di ogni sorta. C’erano una volta anche le cosiddette “esclusive” ma sembra proprio che oramai Sony e Microsoft hanno deciso di mischiare il mazzo e quindi i rispettivi cavalli di battaglia stanno arrivando sui rispettivi ecosistemi “rivali”: ecco dunque ora il debutto di Senua’s Saga Hellblade II Enhanced su console Sony, in contemporanea al lancio dell’edizione Enhanced del gioco sui sistemi Microsoft, che già godevano della versione vanilla. Xbox ci ha fornito un codice download per scaricare e testare la versione PlayStation 5 di Senua’s Saga Hellblade II Enhanced, e volentieri andiamo ora a scoprire le peculiarità di questa nuova versione.

Senua's Saga Hellblade II Enhanced
Siate pronti ad affrontare i peggiori orrori norreni mai visti… ma anche le voci nella vostra testa.

Senua’s Saga Hellblade II Enhanced: un doppio inferno da affrontare

Dopo la sofferta peregrinazione del primo capitolo, ricca di ordalie e momenti drammatici, Senua vive una nuova disavventura nell’Islanda del decimo secolo, al cospetto di demoni e dèi – veri e presunti, corporei o eterei che siano – come sempre accompagnata dalle “voci” nella sua testa. Si tratta di un contesto disperato, sanguigno, atroce, che non fa prigionieri né sconti, e del quale chi si appresta ad approcciarsi a Senua’s Saga Hellblade II Enhanced deve essere consapevole: non è un titolo per tutti e bisogna essere pronti ad affrontare non solo l’oscurità di un mondo malevolente ma anche quella interna della protagonista, resa in maniera magistrale dall’incredibile lavoro messo in atto da Ninja Theory, che potenzia esponenzialmente quanto già fatto nel primo episodio.
Non c’è una grande evoluzione nel gameplay in questo secondo capitolo, quanto una raffinatura delle meccaniche volte a rendere il tutto ancora più immersivo ed esperenziale. Come in precedenza, si tratta di esplorare gli ambienti, risolvere enigmi ambientali e sopravvivere a combattimenti all’ultimo sangue, il tutto senza soccombere alla follia che perennemente lambisce l’anima e il cervello della protagonista.

Senua's Saga Hellblade II Enhanced
A livello audiovisivo, Hellblade II gioca un campionato tutto suo.

Potenziare l’eccellenza

E parlando di Hellblade, “gioco” ed “esperienza” sono due termini cardine che bisogna tenere da conto. I più intransigenti faticano addirittura a categorizzare i due titoli in quanto “videogiochi” data la limitata interazione col mondo in cui è ambientata la storia, le effettive possibilità ludiche castrate etc., bollandolo quasi alla stregua di un film interattivo che dona solo una parvenza di libertà ma si pone principalmente l’obiettivo di far vivere un’esperienza provante e significativa (peraltro relativamente breve: siamo sulla decina di ore scarse). Il che, per certi versi, è anche vero; tuttavia, è bene ricordare che l’evoluzione del medium videoludico ha reso stretta la terminologia originaria e che il valore di un videogioco non si misura “a chilo” ma in soddisfazione. Se Senua’s Saga Hellblade II Enhanced vi restituisce un’esperienza soddisfacente e vi lascia qualcosa di significativo, vale sicuramente i soldi spesi; il problema, più che altro, è capire se è un’esperienza che può interessarvi o meno, avendo ben chiari limiti (palesi) e meriti (innegabili) della produzione. Perché probabilmente mai come prima di questo titolo c’è stata una tale attenzione al dettaglio e al realismo, per quanto in un contesto dark fantasy. Siamo al picco attuale di immersività mai creato per un videogioco, utilizzato per parlare di sacrificio e psicosi in un contesto mitologico.

Ad ogni modo, la versione Enhanced di Senua’s Saga Hellblade II non propone alcuna aggiunta effettiva a livello di personaggi, storie, ambientazioni o meccaniche rispetto all’originale uscito lo scorso anno per Xbox, ma aggiunge molte opzioni, possibilità e aggiornamenti alla quality of life e alle prestazioni del titolo (che è per altro anche certificato per Steam Deck):

  • Mentre su PC c’è una nuova opzione high end per hardware di fascia alta che promette faville, su console si può scegliere anche un Performance mode in grado di ottimizzare il tutto su 60fps stabili;
  • Un ricchissimo photo mode in grado di catturare gli istanti migliori dei vostri playthrough, con una pletora di opzioni cinematografiche;
  • Il vero e proprio Dark Rot Mode, che dalla leggenda metropolitana diventa realtà, e attende i più temerari fra i giocatori con il suo permadeath;
  • Infine, un apprezzatissimo commento audio degli sviluppatori per chi ama i retroscena;

Il titolo è reso disponibile anche in versione Deluxe, che contiene il primo episodio in versione rimasterizzata/adattata alle potenzialità di PlayStation 5: se non l’avete giocato diventa un acquisto obbligatorio per arrivare preparati all’esperienza del secondo titolo.


Senua torna infine su PlayStation con Senua’s Saga Hellblade II Enhanced: un ritorno benvenutissimo per uno dei titoli più significativi (e controversi) usciti negli ultimi anni. Si tratta di un gioco non adatto a tutti i palati: brutale, ossessivo, magnetico, non qualcosa a cui si va incontro alla leggera. Oltretutto il gameplay è relativamente semplicistico, con enigmi non sempre entusiasmanti controbilanciati da combattimenti molto coinvolgenti ma apparentemente poco “tecnici”. Il valore del titolo sta tutto nella qualità eccelsa della realizzazione delle sue basi, verosimili e immersive come quasi nessun altro videogioco; più che un “gioco”, tuttavia, si tratta quasi di dolorosa arte esperenziale interattiva, che sperimenta con successo sulle percezioni dei suoi fruitori e restituisce un’esperienza breve quanto intensa, che si può odiare o amare, ma di certo non può lasciare indifferenti.