Gachiakuta: la nostra INTERVISTA a Dimitri Winter, la voce italiana di Enjin

Quello in compagnia di Gachiakuta, si sta rivelando un viaggio entusiasmante, emozionante. Unico. L’anime targato Studio BONES, basato sull’apprezzatissimo manga di Kei Urana, sta letteralmente spopolando su Crunchyroll. Le motivazioni dietro a questo grande, e annunciato, trionfo sono molteplici: da una storia cruda e adulta fino allo stile artistico, dalla qualità dei personaggi principali fino alla verve di quelli secondari: insomma, al nuovo alfiere della piattaforma “arancione” non manca veramente nulla.

E, ovviamente, una parte del merito va anche al doppiaggio italiano, che ha dato una grossissima spinta sotto il profilo qualitativo ed emotivo. Il cast di doppiatori chiamato a dare vita ai personaggi ideati dalla geniale penna di Urana-sensei, e modellati dal genio dei graffiti design, Ando Hideoyoshi, ha saputo dare un tocco di vita in più ai vari protagonisti, rendendo così ancora più semplice provare empatia per uno o un altro personaggio, con tutto ciò che ne consegue sul piano pratico.

Con grande soddisfazione, noi di vgmag.it abbiamo avuto l’onore di poter scambiare quattro chiacchiere con uno dei protagonisti indiscussi della produzione, nonché uno dei doppiatori italiani più famosi e apprezzati della scena contemporanea: Dimitri Winter. L’attore bolognese, che nella sua lunghissima carriera, al netto della giovane età (classe 1984), ha dato vita a personaggi iconici, come Joseph Joestar (JoJo), Hisashi Mitsui (Slam Dunk), Larys Strong (House of the Dragon), Lord Castleroy (Reign), e tanti altri ancora, per poi dare vita a Enjin, uno dei personaggi più importanti proprio di Gachiakuta.

Dimitri Winter ha risposto con grande cordialità, precisione e disponibilità alle nostre domande, senza peli sulla lingua e senza giri di parole, dimostrandosi, ancora una volta, una persona dal bagaglio culturale impressionante, nonché un professionista del settore. Di seguito, vi riportiamo quanto ci siamo detti durante l’intervista che, chiaramente, ha avuto come protagonista Gachiakuta ma anche toccato argomenti diversi dal lavoro sull’anime disponibile su Crunchyroll dallo scorso mese di luglio.

Vgmait – La prima domanda, che nelle nostre intenzioni era un po’ quella più “cattiva”, riguarda il rapporto di Dimitri Winter con Gachiakuta: conosceva già l’anime o è stato “solo lavoro”?:

Dimitri Winter – “Sarò sincero: non conoscevo l’opera. Chiaramente, una volta iniziato il lavoro, come faccio sempre, con professionalità e passione, ho iniziato ad appassionarmi sempre di più a Gachiakuta e, alla fine, mi ha letteralmente conquistato. Nel momento in cui sono entrato nella storia, e chiaramente nel mio personaggio, l’ho apprezzato parecchio, tant’è che ora sto seguendo regolarmente l’anime su Crunchyroll.

Vgmagit – Quindi, stai seguendo l’anime e anche il manga di Gachiakuta?

Dimitri Winter – Assolutamente sì! Sto seguendo l’anime con grande interesse, ma non conosco la controparte cartacea. Devo ammettere che non sono un grandissimo fruitore di manga, ma guardo con piacere gli anime tra cui, ovviamente, Gachiakuta.

Vgmagit – Cosa ne pensi dell’evoluzione di Gachiakuta, dei suoi personaggi (in primis, il tuo) e della storia?

Dimitri Winter – Credo che nella storia di Gachiakuta ci sia tanta profondità, che va ben oltre i “semplici” combattimenti, tipici del genere di riferimento. Questo, ad esempio, diventa lampante andando ad analizzare, in particolar modo, il protagonista, Rudo. Credo che lui sia proprio l’esempio perfetto, un personaggio particolare mosso da una sanissima ed esuberante desiderio di rivalsa, con cui è impossibile non provare empatia e con cui in tanti potranno immedesimarsi.

Vgmagit – Sappiamo che tu hai dato voce a un pezzo da “novanta” del panorama anime e manga, Joseph Joestar: com’è stato interpretare questo personaggio memorabile?

Dimitri Winter – Devo ammettere che che questo ruolo mi ha particolarmente entusiasmato. Non è facile, specialmente quando non sei fruitore e appassionato di una determinata sfera dell’intrattenimento, che un personaggio riersca ad entrarti dentro allo stesso modo con cui tu ti cali nella sua parte, e devo ammettere che con Joseph si è creato un rapporto particolare. Sono stato veramente molto contento, e onorato, di poter dare voce a un personaggio tanto iconico, che ho seguito in tutta la sua crescita, anche perché il personaggio è presente in molti capitoli e, dunque, col passare del tempo invecchia. Infatti, è stato molto difficile, per me, abbandonarlo. E poi, poterlo interpretare mi ha divertito veramente tanto. Del resto, come vai a non divertirti interpretando Joseph Joestar?

Vgmagit – Sempre più spesso, alcuni doppiaggi vengono additati come scadenti, specialmente quando gli attori coinvolti sembrano non conoscere il materiale di riferimento. Secondo te, non conoscere appieno il materiale di riferimento può essere un problema per fare un buon lavoro? O è possibile “arginare” il problema?

Dimitri Winter – Credo che “arginare” il problema sia assolutamente fattibile, anche perché – essendo noi attori, professionisti – ci approcciamo al personaggio nel miglior modo possibile, utilizzando proprio tutte le nostre competenze. Poi, chiaramente, quando si tratta di dare voce a un personaggio che già conosci è tutto più facile, proprio per il fatto che conoscere già il materiale di riferimento può essere un’importante freccia al proprio arco.

In generale, comunque, si fa sempre del proprio meglio per restituire un feedback più credibile e “pulito” possibile rispetto al materiale di partenza. La bontà del risultato finale, però, è anche frutto del lavoro di squadra. Spesso, infatti, la buona riuscita di un progetto passa anche per il lavoro del direttore del doppiaggio, che riesce a dare una spinta in più a un po’ tutto il gruppo, con le sue competenze e le sue conoscenze. Personalmente, nel mio caso, ho avuto la fortuna di avere a che fare con direttori che mi hanno aiutato parecchio a sopperire la mia mancanza di conoscenza del materiale di riferimento, e questo ha significato veramente tanto per me e per il mio lavoro.

Vgmagit – Passiamo alle domande un po’ più scontate: come ti sei approcciato al mondo del doppiaggio?

Dimitri Winter – La mia carriera da doppiatore parte, come un po’ per tutti, “banalmente”, da una scuola di teatro. Successivamente, poi, ho sostenuto un corso da doppiatore più specifico, approcciandomi in maniera più diretta al doppiaggio. Per farlo, ho deciso di sportarmi a Roma. Ho iniziato a muovere i primi passi nel settore nell’ambiente romano, lasciando la mia città natale, Bologna, dove ho sostenuto il corso di doppiaggio. Quando ho iniziato io era un po’ più facile “farsi ascoltare” e lasciare il proprio segno. Sono riuscito a bussare alle porte giuste, ho avuto la fortuna di potermi far ascoltare e di strappare, così, le mie possibilità. Oggi è più difficile, gli studi sono più “blindati” e per un giovane che intraprende questa carriera c’è meno spazio.

Vgmagit – Io so che tu hai interpretato una marea di personaggi: c’è qualcuno, in particolare, che ti è rimasto nel cuore e per cui hai fatto più fatica a “staccarti”?

Dimitri Winter – Questa è una domanda difficile! Se ti devo dare una risposta “secca”, però, ti direi che sono particolarmente legato al primo personaggio che è riuscito a darmi una certa continuità lavorativa: Michael Cordero Jr. Di Jane The Vergin, una serie arrivata prima su Rai 2 e, successivamente, su Netflix. Interpretare questo ruolo, considerando anche i tempi più stretti tipici delle serie tv, a differenza del cinema, per dire, per me è stato anche un vero e proprio allenamento, una palestra perfetta per migliorare ed espandere le mie conoscenze nel settore. Sono rimasto particolarmente legato a questo ruolo anche per questi motivi e, pertanto, ringrazio Massimiliano Alto, il direttore del doppiaggio della serie, per la possibilità.

Vgmagit – Come pensi che si evolverà il tuo settore da qui a 10 anni?

Dimitri Winter – Ti dirò la verità: sono un po’ preoccupato in merito, ma voglio comunque rimanere ottimista. Io, di natura, cerco di esserlo sempre. Allo stesso tempo è anche abbastanza evidente che la situazione, per il settore (e non solo) è parecchio delicata, anche per tutto quello che concerne il discorso relativo allo sviluppo e alla diffusione sempre più “pesante” dell’intelligenza artificiale. Noi, come settore, abbiamo già cercato di creare qualche espediente per tenere, diciamo così, sotto controllo questo fenomeno, ma è veramente impossibile arginarlo del tutto. Sono sinceramente preoccupato immaginando a quello che potrebbe succedere al settore da qua a dieci anni, e mi sento anche di comprendere le paure di quella fetta di utenza più pessimista, ma non riesco davvero a immaginare che questo lavoro possa “finire”. Così per come lo conosciamo, almeno.

Vgmagit – C’è qualche personaggio che vorresti doppiare in futuro o che avresti voluto doppiare durante la tua carriera?

Dimitri Winter – In realtà, no. Non saprei dirti, su due piedi, ma sicuramente sono sempre pronto ad attivarmi per nuove opportunità e nuovi ruoli. Per quanto riguarda i vecchi ruoli, invece, ce n’è uno che non ho ricevuto e che, pensandoci bene, mi avrebbe fatto molto piacere di poter interpretare. Qualche anno fa, infatti, ho sostenuto un provino un po’ particolare, per il ruolo di Elvis nel film con protagonista Austin Butler. È stata un’esperienza particolare, un provino diverso dal solito, che mi ha portato a fare anche cose nuove, tra cui un grosso lavoro sulla vocalità, per avvicinarmi il più possibile al personaggio in questione. A pensarci bene, mi è dispiaciuto non ricevere la parte ma, come ti dicevo prima, guardo sempre avanti, e sono sicuro che ci saranno altre belle opportunità, in futuro.

Vgmagit – C’è qualche attore, invece, che vorresti tornare a interpretare?

Dimitri Winter – In realtà, non è così semplice e scontato tornare a doppiare lo stesso attore. Ad ogni modo, ti dico che, se ci fosse la possibilità, vorrei tornare a interpretare Matthew Needham, un attore che reputo molto bravo e con cui ho un grande feeling. Ho avuto la fortuna di doppiare il personaggio di Larys Strong, il perfido antagonista della serie House of the Dragon. Anche se si tratta di un personaggio negativo, odiato da tutti, a livello interpretativo è, invece, una bellissima sfida, un vero e proprio “regalo” perché, lo ammetto, ci si diverte molto a doppiare personaggi del genere. E poi, avevo già avuto modo doppiare Needham in un altro ruolo, quello del Signor Crowe in Sanditon e mi piacerebbe veramente tanto avere l’occasione di poterlo doppiare nuovamente.