Quando si cerca qualcosa che mescoli insieme violenza, ironia dissacrante, colori, battute fuori di testa e un arsenale di armi talmente smisurato da sembrare infinito, la mente va subito alla famosa saga di Borderlands. Innegabile però affermare che il famoso franchise ideato da Gearbox, abbia perso smalto nel corso degli anni. Una saga che ha fatto scuola nel settore dei looter-shooter ma che da qualche tempo ha anche iniziato a mostrare la ruggine. I tanti fan sparsi per il globo aspettavano da tempo un capitolo che potesse riportarli ai fasti del primo e secondo atto, mettendo allo stesso tempo nel dimenticatoio il terzo, tanto atteso quanto criticato. Per questo motivo la casa di produzione ha ascoltato con attenzione i desideri del pubblico, che richiedevano una narrativa più matura, un gameplay rinnovato e, soprattutto, un comparto tecnico che stesse al passo con i tempi. Borderlands 4 arriva su PC, PlayStation 5, Xbox Serie X|S e Nintendo Switch 2 con questa grande responsabilità. Noi non vediamo l’ora di scoprire quale sarà il prossimo viaggio della saga dei Cacciatori della Cripta.
Borderlands 4: c’era una volta un pianeta lontano lontano
Questa volta la trama di Borderlands 4 ci porta lontano dai confini di Pandora. I Cacciatori della Cripta saranno chiamati a prendere parte a un conflitto intergalattico su un mondo totalmente nuovo: Kairos. Il pianeta è rimasto nascosto alla vista dell’universo per molto tempo, sotto la protezione (o la tirannia) del terribile CronoCustode. Questo nuovo villain è una figura dalle molte sfaccettature. Si tratta di un predicatore interstellare che mescola fanatismo religioso e culto delle armi, trascinando dietro di sé orde di seguaci pronti a morire per lui. È un personaggio carismatico, a tratti inquietante, che finalmente restituisce peso alla trama principale. Ovviamente possiede anche terribili poteri da cui dovremo guardarci con attenzione. Come sempre saremo chiamati a interpretare uno dei quattro nuovi personaggi che hanno avuto la sventura di cadere sotto le sue grinfie e che ne sono scappati non senza perdere qualcosa. Una volta liberi, però, possiamo finalmente lanciarci in questo nuovo mondo, ribellandoci al potere e cercando di accaparrarci quanti più tesori possibili. Il tutto all’interno di una campagna che punta molto di più sull’epicità rispetto ai capitoli precedenti, senza perdere l’irriverenza e la comicità che hanno contraddistinto la saga.
Questa nuova narrazione, infatti, inserisce diverse sequenze a forte impatto cinematografico. Le cutscene appaiono più curate e i dialoghi risultano meno dispersivi. Si percepisce forte il desiderio di trovare il giusto equilibrio tra la follia di Borderlands e una tensione drammatica più solida. Obiettivo non sempre raggiunto ma ben visibile ogni volta che procediamo nella trama principale. Alcuni colpi di scena, però, appaiono prevedibili ma funzionano comunque bene e ci accompagnano all’interno della storia. Di supporto abbiamo anche dei grandi ritorni, uno fra tutti Claptrap, il simpatico robot ancora più folle, ma anche nuovi personaggi molto carismatici. Sicuramente un bel passo avanti rispetto al poco soddisfacente terzo capitolo e i successivi spin-off. Avventure che avevano poco a che fare con la direzione artistica originale e solida dei primi due titoli, che sconvolsero e divertirono i videogiocatori dell’epoca. Un mix di narrazione e comicità che in Borderlands 3 si era perso, colpa anche di villain poco incisivi, battute forzate e una narrazione che oscillava tra il grottesco e l’inconsistente. Con Borderlands 4, Gearbox sembra aver decisamente corretto il tiro. Qui dentro vediamo affrontare le tematiche del potere, della fede e della manipolazione di massa, anche se non sempre centrate. In ogni caso, nonostante qualche passo falso in termini di ritmo, il gioco riesce ad essere di nuovo coinvolgente e strutturato. Anche se non perfetta, la trama sembra dare una direzione chiara al futuro della saga.
È ora di tornare in azione
Uno dei pilastri, e forse il vero cuore pulsante di ogni titolo della saga, è sempre stato il suo gameplay. In questo, Borderlands 4 non fa eccezione. Ci troviamo nuovamente di fronte alla solita formula base: spara, distruggi, saccheggia, accumula armi e tesori e ricomincia. Da questo punto di vista, quindi nessuna novità però il tutto è stato ricalibrato in maniera oculata. Gearbox ha introdotto una serie di modifiche per rendere l’esperienza più fresca e appagante. Uno fra tutti il sistema di loot. Adesso appare più bilanciato, permettendoci di trovare meno “spazzatura” inutile e più armi davvero interessanti. In ogni caso, perderemo ancora diverso tempo a selezionare le armi migliori da tenere e quelle invece da vendere, per non parlare di quelle che saremo costretti ad abbandonare a causa di poco spazio nello zaino. Oltre a questo, anche le abilità di classe sono state riviste. Adesso abbiamo maggiore varietà per creare delle build molto più differenziate, così da effetturare una vera specializzazione. Una costruzione che fa la differenza sia durante i co-op in locale, con lo schermo diviso, che nel multiplayer online fino a 4 giocatori. In questo modo possiamo creare gruppi di distruzione ben bilanciati, pronti a saccheggiare tutto Kairos. Insomma, il gameplay resta solido, caotico e divertente, con il giusto mix di vecchio e nuovo.
Tra le vere sorprese presenti in Borderlands 4, c’è sicuramente il suo mondo di gioco. La decisione di ambientare questa nuova avventura in un differente pianeta, rappresentata sicuramente un segno di netta rottura con il passato. Una delle critiche avanzate ai capitoli precedenti, è stata la massiccia presenza di ambienti desertici che, alla lunga, risultavano monotoni. Su Kairos ci troviamo di fronte a un mondo completamente differente: vasti prati pianeggianti, floride colline ondulate e fitte foreste aliene. Non mancano inoltre ambienti più industrializzati e futuristici, come basi sotto il controllo del CronoCustode o metropoli cyberpunk ricche di luci al neon. È evidente la varietà stilistica, valorizzata anche da un buon level design che favorisce l’esplorazione verticale. A disposizione abbiamo un rampino che possiamo utilizzare non soltanto per raggiungere luoghi elevati ma anche per raccogliere oggetti da poter lanciare verso gli avversari. Gli spostamenti sono più veloci grazie ai nuovi mezzi di trasporto, del tutto personalizzabili e alla possibilità di teletrasportarsi da una base della resistenza a un’altra. Le diverse missioni secondarie presenti sul terreno, però, a volte risultano ripetitive e poco stimolanti. Il mondo appare comunque vivo: ci sono alcuni NPC che reagiscono agli eventi, fazioni che combattono tra loro anche senza l’intervento del giocatore, ambienti che cambiano in base alla progressione narrativa. Non siamo ancora ai livelli di un open world dinamico come altri titoli moderni, ma Borderlands 4 compie un passo deciso in quella direzione.
Cacciatori di Cripte, cultisti e pazzi psicopatici
Ovviamente non poteva mancare una sezione dedicata ai nuovi eroi di questa grande avventura. Quattro nuovi Cacciatori della Cripta fanno il loro ingresso in Borderlands 4, mantenendo un forte legame con il passato ma con psicologie e background differenti. La nuova Sirena si chiama Vex ed è caratterizzata da un’infanzia difficile, soprattutto nel tentativo di ottenere i suoi poteri. Una ragazza cinica e sarcastica che nasconde attentamente il suo lato più sensibile. Amon è il ragazzone del gruppo. È l’unico sopravvissuto all’apertura di una Cripta durante la quale un terribile mostro ha divorato tutti i membri del culto di cui faceva parte. La sua unica missione è distruggere quante più bestie possibili. A seguire troviamo Rafa, l’eco-soldato cresciuto in microgravità. Il risultato è che non può fare altro che vivere all’interno della sua eco-tuta. Il suo passato lo ha reso una macchina per uccidere, oltre che totalmente fuori di testa. Per concludere abbiamo Harlowe, un’ex scienziata spinta dal desiderio di comprendere come funziona ogni genere di marchingegno. Il suo intelletto è la sua vera arma, che utilizza con piacere per trovare sempre nuovi modi tecnologici di distruggere. Ognuno di questi personaggi ha un background narrativo più articolato e profondo, che viene valorizzato anche da alcune missioni personali che ne approfondiscono motivazioni e conflitti. Il tutto viene accompagnato dai commenti specifici che ognuno di loro esprime durante il gameplay, rendendoli ancora più vivi.
Accanto a loro vedremo sfilare nuovi personaggi secondari, pronti a fornirci supporto o ad ostacolarci a seconda della tipologia di incontro. Non mancheranno inoltre graditi ritorni che, inseriti in ruoli chiave, mantengono forte il legame con il passato, strizzando l’occhio ai videogiocatori di lunga data. In ogni caso, Borderlands 4 riesce a proporre personaggi interessanti, con un design definito e accattivante. Tutti sono arricchiti con mosse e caratteristiche uniche che li contraddistinguono sul campo di battaglia. Di avversari ce ne sono a bizzeffe e tenteranno in tutti i modi di distruggerci nel modo più truculento possibile. Innanzitutto, nuovo mondo significa nuove creature. Alcune ispirate fortemente al passato, altre invece totalmente nuove per raccontare dal punto di vista faunistico Kairos. Non mancano le classiche orde di pazzi psicopatici, rinnovati per l’occasione con nuove armi e modi per uccidere. Infine sono presenti le varie fazioni inedite che rispecchiano il culto che gira intorno al CronoCustode. Armati con attrezzatura hi-tech, non sono semplicemente carne da cannone ma hanno stili di combattimento più vari e organizzati, rendendo gli scontri meno prevedibili. Certamente si nota un passo avanti deciso nella caratterizzazione, anche se rimane ancora fortemente legata all’azione piuttosto che alla profondità psicologica. Le missioni principali alternano sparatorie frenetiche a momenti di esplorazione, con boss fight particolarmente curate. Diversi mostri non sono più soltanto giganteschi sacchi di punti vita, ma hanno pattern più complessi, attacchi unici e fasi che costringono il giocatore a cambiare approccio. Alcune battaglie sono memorabili, degne di rientrare nella top ten della saga.
Al livello di grafica, Borderlands 4 rimane fedele al suo iconico cel-shading, portandolo però a un livello superiore. Possiamo infatti ammirare texture più dettagliate, valorizzate da un’illuminazione dinamica che crea atmosfere suggestive. Gli effetti particellari, inoltre, durante le sparatorie rendono ogni scontro un tibruto alla saga: esplosioni di caos e colori, come tutti quanti ci aspettiamo da un degno erede della saga looter-shooter più folle. A chiudere il pacchetto, abbiamo una colonna sonora decisamente rock. Brani duri che enfatizzano i momenti più concitanti, favorendo l’immedesimazione, facendoci perdere dentro questo nuovo mondo. In conclusione, dal punto di vista artistico, Borderlands 4 resta unico. Nessun’altra saga ha saputo mantenere un’identità così riconoscibile, tra ironia, stile visivo e atmosfera folle. Nonostante questo, il titolo non rivoluziona davvero il genere. Lasciamo a voi stabilire se sia un bene o un male. Quel che è certo è che innova quanto basta senza segnare una vera rivoluzione. Un capitolo che dimostra una crescita rispetto al terzo, sistemando alcune criticità ma lasciandone altre aperte. È un passo avanti, forse non un salto epocale, ma abbastanza per riportare entusiasmo tra i fan (che sembrano aver gradito il ritorno) e aprire la porta a una nuova epoca nel mondo di Borderlands.
Dopo anni di attesa, Borderlands 4 è finalmente realtà. Ci si domanda però se il titolo possa risollevare la saga dopo le ultime uscite poco soddisfacenti per i molti fan. Gearbox dimostra di aver ascoltato le lamentele e di aver cercato di sopperire ai diversi problemi sorti in passato. Innanzitutto una trama più articolata, strutturalmente complessa e profonda. Elemento che si riscontra anche nei nuovi cacciatori, più psicologicamente approfonditi. Il risultato non è sicuramente impeccabile ma dimostra di saper rispettare comunque l’ironia e la follia che hanno caratterizzato la serie, il tutto condito con una buona dose di azione e violenza. L’unione tra vecchio e nuovo si rispecchia anche nel cambio di location: Kairos è un pianeta totalmente diverso da Pandora, immerso nel verde ma che garantisce anche una buona varietà di ambienti, con basi militari e città futuristiche. Anche gli avversari possono contare su questa formula. I nostri amati psicopatici ritornano con un look rinnovato e a questi si unisce una fauna nuova. Dovremo poi fare attenzione al CronoCustode, un tiranno a capo di una setta a metà tra il religioso e il militare. Questa nuova avventura riesce a soddisfare anche in multiplayer, grazie a una gestione dei talenti più oculata che permette una maggiore personalizzazione e quindi la formazione di team più completi. L’iconica grafica cel-shading permane ma viene raffinata e migliorata, per una maggiore sensazione di realismo. Purtroppo le missioni secondari rimangono ancora ripetitive in alcuni casi. Borderlands 4 non è certamente perfetto ma segna un deciso cambio di passo nella storia della folle saga shooter. Non ci resta che attendere le future uscite per scoprire se Gearbox riuscirà a mantenere la rotta!
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