EA Sports FC 26 Recensione: basta guardare il calcio, vivilo!

La stagione calcistica di EA Sports FC 26 è ufficialmente iniziata. La curiosità intorno al nuovo capitolo della serie calcistica targata Electronic Arts era veramente tanta, molta più del solito. D’altro canto, gli sviluppatori hanno promesso un numero importante di modifiche alla struttura del titolo, anche importanti, pensate per migliorare l’esperienza di gioco a trecentosessanta gradi. Mai come in questo caso, e lo diciamo in maniera assolutamente convinta, EA ha dimostrato di saper ascoltare i propri utenti. O, almeno, ci ha provato sinceramente.

Vi diciamo subito, però, che non sempre ci è riuscita. Chiaro, non ci aspettavamo di certo un titolo perfetto, né un prodotto capace di spazzare via con un colpo solo e, per lunghi tratti, siamo anche più che soddisfatti dello sforzo profuso, ma è chiaro che si poteva fare di più e ci aspettiamo che si farà di più, da qui in avanti. EA Sports FC 26 è un buonissimo passo di partenza. Su questo non vogliamo che ci siano dubbi. Lo è perché, finalmente, ci sono alla base idee più chiare, che possono piacere o meno, ma che hanno comunque un peso e un’identità nettamente diversa.

Come una stagione calcistica caratterizzata da una partenza supersonica e da un calo fisiologico sul finale, o da una rimonta incredibile sul fino di lana, EA Sports FC 26 è un titolo che non riesce a raggiungere il successo finale, ma lotta fino alla fine e, soprattutto, lascia il segno, un’impronta su cui riprendere i propri passi, per non smarrire la retta via. Dopo aver fagocitato un numero spropositato di ore e partite in pochi giorni, siamo pronti a tirare le somme definitive, tenendo sempre in conto tutto il percorso evolutivo che il gioco subirà durante i prossimi mesi, come da tradizione per la serie.

EA Sports FC 26: il gioco più bello del mondo?

La missione principale di Electronic Arts, con EA Sports FC 26, era quella di creare qualcosa che potesse realmente accontentare tutti o, almeno, nelle intenzioni. Negli ultimi anni, molte nubi si sono affacciate all’orizzonte per la compagnia, accusata di aver “perso” un po’ il controllo di alcune scelte di game design e politiche di gioco, con conseguente allontanamento sempre più massiccio di una discreta fetta d’utenza, specialmente quella “storica”. È ovvio, parlare di “problemi” per una serie che macina numeri simili sembra un po’ un paradosso, ma è altrettanto ovvio che chi è dentro alle dinamiche “storiche” del marchio FC, ex FIFA, riesce a capire meglio il nostro discorso.

Tra l’abbandono quasi premeditato di una buona parte delle meccaniche di gioco e quella pericolosa abitudine di non riuscire a rispettare appieno gli annuali proclami, Electronic Arts ha continuato la propria marcia, numeri alla mano trionfale, ma sempre più dannosa per il cuore della community. Non è un caso che EA Sports FC 25 sia stato un piccolo campanello d’allarme, specialmente per quanto concerne la profondità e la longevità di alcune delle modalità di gioco competitive più importanti, Ultimate Team in primis, abbandonato un po’ troppo presto da un numero sempre più importante di giocatori.

Fortunatamente, il team di sviluppo ha deciso di dare uno strattone forte alle redini, per tornare sui propri passi. Per farlo, il restyling è stato concettualizzato su larga scala, al fine di abbracciare ogni singolo aspetto dell’esperienza di gioco. Da Ultimate Team passando per la Carriera, fino alla natura ludica in sé: EA ha lavorato sodo per correggere il tiro e lasciarsi alle spalle alcune annate meno floride, in termini di idee e novità, s’intende. Per abbracciare il futuro il team ha rispolverato con amore anche il passato, gettando nel calderone un insieme – per lunghi tratti – vincente di novità e piacevoli ripensamenti, con risultati sicuramente positivi.

EA Sports FC 26 ha una rigogliosa carica seminale. L’edizione annuale è – senza dubbio – una delle più intelligenti e propositive degli ultimi anni. È una lettera d’amore agli appassionati, un messaggio romantico che speravi di ricevere tra i banchi di scuola, magari su un pezzo di carta stropicciato e improbabile, in modo del tutto inaspettato. Come per le storie d’amore più belle, però, non è tutto rose e fiori. Tante cose – finalmente – funzionano, ma molte altre continuano a rappresentare un problema da affrontare, che richiedono sedute extra dal terapista di “coppia”, ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta, soprattutto in termini di coraggio e accettazione dei propri limiti.

Un campo diviso in due

Una delle novità più importanti di questa stagione o, se vogliamo, una vera e propria presa di coscienza, è la divisione “ufficiale” del gameplay. Con EA Sports FC 26, Electronic Arts getta, qualora fosse ancora necessario, definitivamente la spugna e introduce, in via esplicita, un doppio gameplay: Realistico e Competitivo. Levandovi subito ogni tipo di dubbio, vi diciamo che che per Ultimate Team non avrete possibilità di scelta. Com’era ampiamente prevedibile, per la modalità regina dell’offerta multigiocatore si è preferito optare per un approccio ancora più violento e spettacolare, quasi brutale, che viene personificato proprio dal gameplay Competitivo.

Questo nuovo approccio non è, di fatto, un un nuovo approccio. Si tratta, infatti, di un vero e proprio potenziamento di quanto già visto negli anni scorsi, con un pizzico di libertà in più. Togliendo definitivamente quei – pochi – freni che si trascinavano, ormai stanchi, il gameplay di Ultimate Team è un vero e proprio parco giochi e non ha più paura di ammetterlo, anzi. Con fierezza, il team di sviluppo ha cucito addosso ai suoi alfieri virtuali un gameplay ancora più dinamico ed esplosivo, con ritmi altissimi e con un focus principale sul gioco di prima.

Questo si traduce in un aumento del tasso di spettacolarità impressionante, anche perché la maggior agilità dei giocatori si fa sentire parecchio negli spazi stretti, cosa che rende ogni passaggio più fluido e immediato. Ad essere onesti, avevamo un po’ di timore al riguardo. In realtà, ci siamo resi conto che, invece, questo nuovo “look” funziona, anche se diversi aspetti sono sicuramente da rivedere. Il gameplay Competitivo espone il gioco a una fragilità difensiva imbarazzante. Le partite di Ultimate Team finiscono, tendenzialmente, con risultati a dir poco improbabili. Durante le nostre sessioni non abbiamo quasi mai concluso una partita senza subire o segnare almeno 4-5 goal, e vi lasciamo immaginare cosa intendiamo dire con questo.

Discorso diverso per il gameplay Realistico. Paradossalmente, questa filosofia di gioco è quella che, per ora (al netto di patch correttive future), ci ha convinto di meno. Selezionando questa opzione, infatti, il gioco cambia parecchio, ma non sempre in modo positivo. Se da un lato – chiaramente – in questa modalità vengono evidenziate le nuove animazioni, la fisica della palla e – in generale – tutto quello che rende il gioco più “autentico”, dall’altro ci è sembrato che troppo spesso il cambio stia semplicemente nell’abbassamento drastico della velocità di gioco. In sostanza, spesso, i giocatori ci sono sembrati semplicemente forzatamente lenti, quasi goffi e non più “umani”. È chiaro, c’è tanto margine per migliorare. Per il momento, ci sentiamo di rimandare a “settembre” la questione.

Fisica del pallone, rimpalli, portieri: una pezza sui problemi più evidenti?

Electronic Arts, dimostrando ancora un sincero interesse nel voler ascoltare il feedback dei giocatori, ha promesso – e in parte mantenuto – di riguardare alcuni aspetti del gioco, i più critici e se vogliamo fastidiosi, con buoni risultati. In primis, gli sforzi del team si sono concentrati sui rimpalli, una delle problematiche più annose del titolo. Con EA Sports FC 26, grazie all’evoluzione del solito motore Hypermotion V, la fisica della palla ha subito una forte rivisitazione, con effetti evidenti sull’esperienza di gioco, anche in relazione alla questione rimpalli. Grazie alla nuova gestione dei dati elaborati, Electronic Arts ha potuto dare alla palla un feedback decisamente più credibile rispetto agli anni scorsi, e lo si avverte tanto con il gameplay Realistico quanto con quello Competitivo.

La sfera di gioco, ora, è decisamente più pesante (a volte quasi troppo) e disegna traiettorie meno improbabili. Questo, chiaramente, va a influire direttamente anche sui rimpalli, che sono stati costruiti con un algoritmo capace di smorzare parecchio quell’effetto “scontato” visto finora. Non esistono miracoli, certo, ma dopo le prime partite (e abbiamo già giocato veramente tanto) è già evidente quanto, tutte queste cose messe insieme, abbiamo saputo creare un sistema di gioco, sotto questo aspetto, nettamente più pulito e imprevedibile. I rimpalli hanno certamente perso la loro criticità premium, ma rimangono un fattore importante da tenere d’occhio. Quello che rimane è che la nuova fisica ha portato con sé alcune cose non esattamente piacevoli, legate anche ad alcune animazioni dei giocatori decisamente fuori fase e poco credibili.

In primis, è giusto far subito riferimento ai portieri, una delle lacune strutturali storiche della serie. Con EA Sports FC 26 il passo avanti compiuto con gli estremi difensori è evidente, tra nuovi playstyle, un piazzamento più intelligente e soprattutto animazioni nuove che, però, non sempre fanno benissimo il proprio dovere. In queste prime abbondanti tre-quattro dozzine di ore di gioco abbiamo assistito a miracoli impressionanti, con gli estremi difensori capaci di arrivare – seriamente – un po’ ovunque, anche da pochi passi, mossi anche da nuove animazioni che regalano dei colpi di reni degni del miglior Oliver Khan. Al netto di ciò, però, la natura randomica della validità del portiere ci sembra essere rimasta.

Questo, però, va detto, non è soltanto colpa dell’inefficacia dei portieri, ma anche della troppa potenza della fase offensiva. Se i portieri sono stati anche intelligentemente ritoccati, e la fisica della palla è meno surreale, al contempo sono stati fatti passi indietro sulla fase di tiro e sulle animazioni annesse. Tralasciando la bruttezza di alcune movenze, il problema principale è che tutto quanto detto di buono finora, viene un po’ vanificato dai tiri, a causa di tiri veramente improbabili, sia per estetica sia, e soprattutto, per la loro innaturale efficacia. Spesso e volentieri, infatti, quando si va a calciare la palla sembra tornare alla leggerezza di un tempo e forse anche di più, dando vita a delle sassate clamorose che si insaccano sotto l’incrocio dei pali, vanificando anche il buon lavoro compiuto sul dare ai portieri una maggiore abilità di posizionamento. Questo è un problema risolvibile, e ci auguriamo che con qualche patch possa tornare tutto a posto, ma lo stato attuale delle cose è questo e, chiaramente, va segnalato.

Ultimate Team: un’edizione completa, totale…per tutti (più o meno)

Al netto delle modifiche strutturali, che come abbiamo visto sono anche numerose, Electronic Arts si è concentrata parecchio anche sul restyiling dell’offerta contenutistica. EA Sports FC 26 non porta in dote nuove modalità, sia chiaro, ma una buona rivisitazione di alcune di esse, in primis quelle più giocate, amate e importanti. È chiaro che gli sforzi del team si sono concentrati su Ultimate Team e sulla Carriera Allenatore, che anche quest’anno rimangono i pilastri dell’offerta ludica del nuovo capitolo della serie più venduta in Italia nelle ultime decadi. Da appassionati, prima di tutto, di Ultimate Team, possiamo subito dirvi che – sotto questo aspetto – Electronic Arts ha sbagliato pochissimo. Con EA Sports FC 26, il team di sviluppo ha voluto dare realmente ascolto ai giocatori, e lo si capisce dopo poche ore di gioco.

L’elemento cardine di questo percorso, al netto del gameplay, è la scelta di tornare sui propri passi, andando così a ritoccare una formula si problematica, ma anche vincente ed economicamente imponente, a proprio rischio e pericolo. L’emblema di questo importante passo è il ritorno dei tanto amati, e soprattutto rimpianti, Tornei, spariti negli ultimi anni e che, finalmente, fanno il loro ritorno. Sotto la nuova nomenclatura di “Eventi Live” queste sfide hanno il potenziale per essere una delle attività più equilibrate e appaganti del pacchetto, con sfide giornaliere, uniche e a tema, pensate proprio per rendere l’esperienza di gioco più stimolante e longeva. I tornei hanno il compito di spezzare la monotonia del fastidioso binomio Champions-Rivals, che non a tutti è sempre andato a genio.

Rimanendo in tema, l’altra grande scommessa riguarda proprio la creazione di un nuovo modello per la modalità competitiva del weekend. Con EA Sports FC 26 arriva una doppia Weekend League, una “premium” per i giocatori più forti e una pensate per gli “sfidanti”, ossia quei giocatori un po’ meno competitivi o, comunque, con abilità più ordinarie. Anche se non abbiamo avuto modo di provare con mano questa nuova esperienza di gioco, giacché la prima WL si sbloccherà il prossimo weekend, siamo convinti che questa idea possa avere un buon seguito, specialmente perché molti giocatori sanno “accontentarsi” di prendere, magari, premi meno golosi, al costo però di una modalità più accessibile, senza qualificazioni e meno “tossica”.

Anche le Rivals sono state ritoccate. EA ha reintrodotto le retrocessioni e, soprattutto, è stato creato un sistema di obiettivi e milsestone dinamici, pensati per velocizzare il tedioso accumulo di punti, necessari per sbloccare i premi settimanali. Sotto questo aspetto, il lavoro svolto da Electronic Arts è intelligente, così come è apprezzabile l’idea di aumentare le partite in Battles, permettendo così ai giocatori di accumulare punti in maniera più semplice. A proposito dell’esperienza di gioco, però, avremmo preferito che la durata delle Rivals potesse essere ridotta, proprio come fatto con le Battles l’anno scorso. Considerando l’elevato tasso di competitività delle gare, forse, una durata più esigua avrebbe potuto aiutare a smorzare un po’ quella sensazione di tensione, che si percepisce chiaramente durante i match. Nel complesso, però, non possiamo non ritenerci soddisfatti dall’esperienza di gioco su Ultimate Team. Con EA FC 26 i giocatori hanno molte più possibilità, e lo spettro della frustrazione è nettamente smorzato.

Una carriera ricca di novità, ma con i soliti limiti

Così come Ultimate Team, anche la Carriera, specialmente quella Tecnico, ha ricevuto una ricca serie di accorgimenti, pensati per rendere più coinvolgente l’esperienza di gioco e, soprattutto, messi a punto sfruttando il feedback dei giocatori (finalmente). La novità più interessante, che nelle intenzioni è il biglietto da visita per avvicinare sempre di più la carriera a un ecosistema più realistico e “manageriale” sono sicuramente gli Imprevisti. Sulla falsariga di quanto fatto già, a onor del vero, da alcuni creato e giocatori “amatoriali” negli ultimi anni, EA ha integrato nella carriera un sistema di eventi randomici capaci di dare all’esperienza di gioco un taglio decisamente più imprevedibile, sia a breve sia a lungo termine.

Nelle intenzioni questo aspetto è decisamente interessante e vincente, ma è chiaro che andrebbe esplorato con più tempo a disposizione, e con più stagioni sulle spalle (e, magari, ci ritorneremo in futuro). Quel che possiamo dirvi ora è che il potenziale sembra esserci, ma per ora ci sembra che gli eventi imprevisti fatichino a entrare in gioco e siano circoscritti più alla sfera economica che a quella comportamentale o tattica. Siamo comunque convinti che questa mossa sia veramente importante, soprattutto per il futuro. Con gli imprevisti si gettano le basi per carriere potenzialmente sempre più longeve e stimolanti, ma che però, per il resto dell’esperienza, rimangono fondamentalmente simili all’anno scorso.

Quest’anno, però, ci sono più opzioni, c’è mercato dei tecnici, c’è più possibilità di interagire sul piano tattico con giocatori e dirigenza ma, ancora una volta, il valore effettivo di queste novità possono essere comprese al meglio soltanto con più stagioni sulle spalle. Quello che ci ha un po’ deluso è stato vedere il solito anonimato per quanto riguarda l’interazione con i giocatori stessi e con la stampa. Le domande e le risposte sono sempre le stesse e anche la “risposta” degli atleti agli input esterni rimane fondamentalmente anonima.

Con FC 26 arrivano a dare varietà anche le Carriere Live, ossia delle vere e proprie sfide, di difficoltà e durata variabile, che permettono di vivere la modalità offline per eccellenza con un taglio nettamente diverso. Grazie a queste è possibile mettersi alla prova, evitare una retrocessione o dominare un campionato, ma se dobbiamo essere sinceri il fatto, poi, che una volta entrati nella modalità sia un po’ tutto “uguale” va a smorzarne l’entusiasmo. Ancora una volta, però, è un ottima base di partenza e non vediamo l’ora di vedere come si evolverà il tutto.

Kick-off glitch, momentum e non solo…quanto rimane di quello che non va?

EA Sports FC 26 ha compiuto dei passi da gigante. È evidente, è sotto gli occhi di tutti, e negarlo sarebbe professionalmente scorretto. Ad ogni modo, non tutte le cose sono state messe a posto e, per quanto il team ci abbia sinceramente provato, alcune dinamiche vanno ancora smussate e perfezionate. Parlando dell’offerta contenutistica, è chiaro che il restante del pacchetto rimane sempre in secondo piano rispetto alle due modalità regine. Anche un pezzo, nelle intenzioni, importante come la Carriera Giocatore è finita col passare nettamente in secondo piano, ricevendo, anno dopo anno, accorgimenti sempre marginali. Quest’anno sono arrivati gli Archetipi e qualche possibilità extra in termini di attività, ma è davvero molto poco per funzionare, anche perché i soliti problemi non vengono risolti nemmeno dall’introduzione delle nuove icon, pensate per rendere più variegata l’offerta contenutistica.

A tal proposito, è anche doveroso sottolineare che tutto il resto dell’esperienza di gioco è rimasta fondamentalmente immutata. Non è un problema, onestamente, anche perché chi compra FC, ammettiamolo, lo fa o per UT o per la Carriera, in larga parte, e contando tutti gli sforzi profusi per migliorarle entrambe, beh, direi che possiamo provare a chiudere un occhio. Purtroppo, alcuni annosi problemi permangono anche nell’esperienza di gioco in sé. In campo, quelle cose fastidiose come il nick-off glitch, le fasi di “momentum”, i picchi di difficoltà completamente fuori di testa, e tutte quelle dinamiche che caratterizzano da anni l’ecosistema FC/FIFA permangono, al netto degli sforzi evidenti profusi. È chiaro che per modifiche pesanti, in tal senso, dovremmo aspettare magari a un cambio di motore grafico e, magari, il passaggio alla next-gen, ma è anche altrettanto chiaro che ci avrebbe fatto piacere vedere qualche passo avanti più deciso nell’ottenere un’esperienza di gioco un po’ più pulita e meno legata anche a fattori “esterni”.

Un prato verde, sempre più verde

Anche se a fari spenti, chiaramente oscurati da tutto il lavoro svolto sui fattori più importanti, Electronic Arts ha saputo lavorare bene anche sotto il profilo dell’impianto tecnico. Alcune nuove animazioni non ci hanno convinto del tutto, lo ribadiamo, ma allo stesso tempo è anche evidente che, anno dopo anno, la software house riesce ad ampliare il pacchetto di movenze, avvicinando sempre di più il titolo a quella che potrebbe essere una visione più vicina al realismo. Le nuove movenze brillano decisamente di più nella modalità Realistica, ma è tutto l’insieme che riesce a risultare più piacevole da vedere e naturale. A tal proposito, a giocare un ruolo fondamentale è ancora una volta la gestione dell’illuminazione e degli shader. Grazie alle nuove ideologie applicate a fattori come i tessuti, l’erba e via dicendo, la sensazione generale è quella di un titolo che si avvicina sempre di più anche a livello cromatico a quanto avviene sul campo reale, abbandonando ormai definitivamente quei colori accecanti e poco credibili che in passato sporcavano il colpo d’occhio generale.

L’illuminazione, poi, fa il resto. Grazie alla nuova gestione degli effetti di luce, riflessi, ombre e tutto ciò che riguarda la resa delle sfumature è più credibile e piacevole da vedere, così abbiamo apprezzato l’aumento esponenziale di giocatori con lo Scan face ufficiale. Sotto questo aspetto il lavoro svolto è veramente imponente e quasi inaspettato. Solidissime sono anche le prestazioni. Finora abbiamo riscontrato una fluidità eccellente, con server molto stabili e tempi di caricamento molto veloci (tranne in qualche caso sporadico) e, almeno su PS5, una buonissima resa del binomio risoluzione – frame rate, che risultano sempre solidissimi e mai intaccati dal peso delle ore, delle connessioni o di altri agenti esterni. Quello che continua a convincerci di meno sono le interfacce di gioco e i menù. Per quanto piacevole l’idea di un sistema così “moderno”, troviamo sempre un po’ tediosa la navigazione, specialmente in Ultimate Team, con tanti menù che continuano a essere molto complessi da capire e da vivere. Piccola battuta finale sul comparto sonoro, in particolare sulla telecronaca. Pur con qualche linea di dialogo in più, e soprattutto più coerente, troviamo che il duo Pardo – Adani abbiano dato tutto e potrebbe essere arrivato il momento di provare a pensare a qualcun altro per il ruolo.

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EA Sports FC 26 non mantiene tutte le promesse della vigilia, diciamolo subito, ma registra comunque tanti piccoli passi avanti. Electronic Arts ha dimostrato di saper ascoltare il suo pubblico, ha confezionato un prodotto decisamente più appetitoso, sia per contenuti sia per esperienza di gioco, con ottimi risultati. Le novità sulla Carriera allenatore hanno un ottimo potenziale, così come UT, mai così “aperto” nel sapersi rivolgere a un pubblico sempre più ampio. Rimangono i dubbi, invece, sul “doppio” gameplay. Quello realistico non ci è sembrato così “in rottura” rispetto a quello competitivo che, invece, non ci ha convinto proprio del tutto. L’idea, comunque, è interessante ed è una buona base per il futuro, ma bisogna lavorarci ancora parecchio.

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