Kaiju No. 8 stagione 2 Recensione: il volto sotto la pelle del mostro

I nuovi episodi della mostruosa serie anime sono disponibili su Crunchyroll

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Allarme Kaiju No. 8 – Livello di minaccia elevato. I civili sono invitati a mettersi al riparo… ed i fan a sintonizzarsi su Crunchyroll! Dopo il successo della prima stagione (qui la nostra recensione), Kaiju no. 8 è tornato con un nuovo cour da 12 episodi rilasciati in simulcast dalla nota piattaforma streaming a partire dallo scorso 19 luglio. Le nuove puntate sono state precedute, il 5 dello stesso mese, dall’episodio “Il giorno libero di Hoshina”, parte inedita del film Kaiju no. 8 Mission Reecon (di cui trovate la nostra recensione qui) uscito ad aprile 2025, anch’esso in catalogo su Crunchyroll. Attualmente la serie è disponibile sia in lingua originale sottotitolate che in versione doppiata. L’anime, tratto dal manga di Naoya Matsumoto, è prodotto da Production I.G. con il supporto dello Studio Khara, mentre la regia è di Shigeyuki Miya e Tomomi Kamiya.
Durante l’attacco dei kaiju alla base di Tachikawa, Hibino Kafka ha svelato la sua identità di Kaiju no. 8 per salvare la terza unità. I vertici della Japan Defence Force decidono di non eliminarlo e di riassegnarlo a un altro plotone, ma il suo destino resta sospeso, mentre nuove e terrificanti minacce si profilano all’orizzonte.

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Azione esplosiva e rivelazioni scottanti nella nuova stagione di kaiju no.8

Kaiju no. 8: l’abisso interiore

Viscerale e matura, questa seconda stagione di Kaiju No. 8 abbandona definitivamente i toni introduttivi del precedente cour per immergersi nel cuore pulsante della storia. Le atmosfere si fanno più cupe ed il conflitto non è più epidermico, tra umani e mostri, ma si infiltra intrinseco nella psiche dei protagonisti struggendoli tra dilemmi morali, paure profonde e scelte che mettono in discussione la loro identità. Pur non mancando momenti di leggerezza, tra cui brevi siparietti comici e l’omake dedicato al vicecapitano Hoshina, l’ironia si fa più discreta rispetto alla stagione precedente. Gli inserti umoristici, seppur presenti, sono dosati con maggiore parsimonia, lasciando spazio a un’atmosfera più drammatica e introspettiva, in linea il crescente peso emotivo degli eventi. Se la prima parte si concentrava principalmente su Kafka ed il suo ingresso nella Japan Defense Force, infatti, questa nuova fase amplia lo sguardo, dando spazio a diversi commilitoni del protagonista, sia alcuni volti già noti che nuovi personaggi — tra cui figure chiave come il capitano Gen Narumi — i quali arricchiscono sia il cast che il racconto. La narrazione si struttura su questa coralità, ma riesce ad essere sorprendentemente fluida, alternando con equilibrio momenti di azione serrata a fasi di introspezione e sviluppo psicologico. La trama si struttura con solidità, evitando dispersioni e puntando su una progressione coerente e coinvolgente, che anche questa volta, culmina con un cliffhanger, permettetemi il termine, mostruoso. In tal modo ogni elemento diviene una tessera di un mosaico gradualmente più complesso, dove le relazioni, le gerarchie e le motivazioni individuali si intrecciano con le minacce sempre più sofisticate e pericolose dei kaiju. In questa commistione musiva si delineano ancor più criptici gli enigmi, dall’origine dei kaiju e delle loro vere intenzioni sino sul ruolo che Kafka è destinato a giocare in questo equilibrio precario tra distruzione e salvezza.

Visivamente spettacolare, la seconda stagione di Kaiju No. 8 conferma gli elevati standard qualitativi della precedente. Gli episodi sono realizzati in tecnica ibrida tradizionale – digitale, impreziositi da interventi in C.G.I. per la resa dei kaiju e delle scene più articolate. Production I.G., insieme allo Studio Khara, propone un comparto audiovisivo straordinario, le creature concepite da Mahiro Maeda risultano minuziosamente dettagliate e perturbanti, mentre il character design di Tetsuya Nishio conferisce vivacità espressiva e vigore ai protagonisti. Le animazioni, fluide e ben dettagliate, infondono un dinamismo naturale alle sequenze di combattimento. Il sound design accompagna con efficacia ogni momento e, in sinergia con la colonna sonora, si conferma un elemento distintivo della serie. Parimenti stile grafico e fotografia, che, come il precedente cour, ricalcano in pieno i disegni ed i colori del manga. L’estetica visiva, in particolare, si caratterizza per un palette opaca, quasi ombrata costellata, in contrasto, da elementi dalle tinte estremamente brillanti e vibranti, che donano un calibrato e piacevole effetto straniante. La regia, affidata a Shigeyuki Miya e Tomomi Kamiya, orchestra con maestria la narrazione polifonica e stratificata, alternando con equilibrio tensioni interiori e scene d’azione incalzante, valorizzando tanto la dimensione psicologica dei personaggi quanto la coreografia impressionante delle battaglie. Un’introspezione approfondita, che si estende anche durante gli scontri con i kaiju, andando ad esplorare, con maggiore intensità, i temi dell’identità e della fiducia. Kafka Hibino, sospeso tra la propria umanità e un potere di matrice mostruosa, incarna il dilemma ancestrale tra l’essenza innata e la volontà di autodeterminazione. La serie indaga il concetto di accettazione — tanto nel rapporto con gli altri quanto nella dimensione interiore — all’interno di un contesto narrativo in cui la distinzione tra alleato e antagonista si fa sempre più ambigua. In parallelo, la tensione tra sopravvivenza collettiva e responsabilità personale si configura come asse portante, trasformando lo scontro con i kaiju in una riflessione morale e psicologica di profonda risonanza.


Magistrale rielaborazione dei canoni shōnen, miscelati con elementi della fantascienza giapponese, Kaiju No. 8 si conferma come una delle produzioni più interessanti del panorama anime. Questa seconda stagione, più cupa e stratificata, non si limita a espandere l’universo narrativo, ma lo approfondisce, scavando nelle fragilità dei suoi protagonisti e nella complessità del mondo che li circonda. Un ritorno potente, che lascia il segno e prepara il terreno a sviluppi ancora più audaci.