Digimon Story Time Stranger Recensione: un’esperienza “digitale” buona e inaspettata

Media.Vision Inc e Bandai Namco Entertainment portano nel mondo videoludico un nuovo videogioco sui mostriciattoli più famosi al mondo, proponendo ai giocatori Digimon Story Time Stranger, un’opera ambiziosa, curata e coinvolgente sotto ogni punto di vista. Ebbene sì, lo ammettiamo: Digimon Story Time Stranger ci ha sorpreso, e non poco, dandoci modo di toccare con mano per trentacinque ore una proposta piuttosto matura, in cui gli stilemi da JRPG sono preponderanti e con una buona gestione delle risorse, nonché dei Digimon stessi. Quanti di voi, negli anni 2000, si prendevano del tempo ulteriore dall’uscita di scuola per guardare Digimon in televisione? Noi eravamo come quei ragazzini lì, tra un’onda energetica e l’altra, ma soprattutto tra uno sbusto e l’altro con Yu-Gi-Oh o Blayblade. Carte collezionabili, serie televisive, film, giocattoli e sì, pure videogiochi hanno fatto la storia di questo franchise, e ora Bandai Namco Entertainement vuole parlare seriamente ai suoi appassionati.

Perché, per quanto ci riguarda, l’ambizione e l’impegno impiegati su Digimon Story Time Stranger ci ha sorpresi. Andando nello specifico, nello storico di Digimon si contano un buonissimo numero di videogiochi: cinquantadue, non contando gli altri di prossima uscita. Digimon Story, a suo tempo pubblicato nel 2006, ebbe un successo incredibile in Giappone, uscendo su Nintendo DS. Ora, intendiamo tranquillizzare coloro che hanno intenzione di giocare a Digimon Story Time Stranger: non occorre giocare agli altri capitoli della saga per poterlo apprezzare, perciò fatelo vostro senza tentennamenti. Oh, ma non abbiamo ancora parlato del videogioco. Un saggio una volta disse che non serve raccontare un videogioco a una vasta platea, ma che è bene lo si faccia con la consapevolezza di avere davanti un amico.

Parlare di amicizia, quando si racconta un videogioco come Digimon Story Time Stranger, è un motivo in più per farlo bene. Perché è proprio lo spirito d’amicizia che esplode a schermo, oltre a una passione smodata di Media.Vision Inc per quanto concerne il meraviglioso franchise di Digimon. Questo è un messaggio a chi, invece, è un giocatore e un ampio conoscitore del mondo di gioco: qua dentro vi troverete tutti quanti a casa. Vi troverete talmente tanto a casa che, per gran parte del tempo, vi commuoverete. Se così non sarà, non sarà colpa vostra. In quel caso, rigiocarlo potrebbe aprirvi davvero la mente. Bando alle ciance, ora cianciamo davvero: ecco la nostra recensione di Digimon Story Time Stranger.

Il Digiworld è qui!

Digimon Story Time Stranger è un JRPG profondo e coinvolgente

Recentemente abbiamo giocato un grande, grandissimo JRPG. O meglio, rigiocato: si tratta di Bravely Default Flying Fairy. Noi lo abbiamo fatto anche su Nintendo Switch 2, e ci è piaciuto assai riviverlo per bene. D’accordo, è un paragone coraggioso quello che stiamo facendo. Chiaramente il gameplay di Digimon Story Time Stranger non è così profondo come del sopracitato, ma è ugualmente di valore perché, semplicemente, non esagera e non inventa nulla di nuovo. Non è un copia-incolla di altre proposte ludiche: il suo sistema a turni funziona, e funziona bene, perché da ampia manovra al giocatore con in intelligenza e visione.

Digimon Story Time Stranger è un videogioco con un sistema quindi tipico e già visto in altre proposte ludiche. A cambiare le carte in tavola, però, è l’utilizzo dei Digimon nel mondo reale e in Iliad, il DigiWorld (mai così bello, ma di questo ne parliamo a brevissimo), nonché i potenziamenti da scegliere, le abilità da selezionare nel menù di pausa e molto altro. In Digimon Story Time Stranger il giocatore può attaccarsi e difendersi, mandando dunque i Digimon alla riscossa e alla gloria. Oh, quasi dimenticavo: prima di cominciare l’avventura, si può optare per un personaggio maschile o femminile. La scelta non intacca l’avventura né la narrazione, ma preferiamo chiarirlo prima di elencarvi cosa ci è piaciuto del sistema di gioco.

La struttura ludica dunque si esprime attraverso delle battaglie a turni. I nemici possono essere affrontati in due modi: attaccandoli frontalmente (e quindi limitando di molto il combat system a turni) nello stile di Persona 3, Persona 5 e Metaphor: ReFantazio, o avviando il combattimento a turni. Se non si riuscirà a battere un nemico nel primo caso, si dovrà dunque affrontarlo con quello a turni. Sarà certamente più indebolito, e noi consigliamo comunque di adoperarlo per iniziare per prima a sferrare le offensive, a curare gli alleati e a preparare il tutto. È possibile anche stare a guardare il combattimento senza muovere un muscolo, anche se, e ci teniamo a dirlo, potrebbe limitare in modo piuttosto evidente le potenzialità ludiche del titolo.

Il nostro consiglio è quello di combattere, perché alcune scelte da intraprendere, specie contro i boss, sono a discrezione del giocatore. Oltre ai personaggi della storia, che verranno inclusi man mano nella squadra formata da voi, Augeminon sarà un protagonista sempre presente nel party. La scelta della squadra giusta o dei Digimon giusti sarà a vostra libera interpretazione. Ammettiamo di avere tenuto sempre in squadra Agumon perché, assieme a Charizard di Pokémon, è il nostro Digimon preferito. Ovviamente stiamo parlando di una creaturina digitale non più forte dei veri colossi del mondo di gioco, ed è per questo che l’evoluzione, la digievoluzione e la conversione delle bestiole è nelle mani del giocatore.

Tutti insieme appassionatamente.

Non originale, ma…

Optare per un Digimon rispetto a un altro è difatti alquanto impegnativo, ma è divertente perché permette di affrontare un sistema gestionale tanto semplice quanto ben realizzato. Il nostro consiglio è di adoperare la conversazione ogni volta che avrete raccolto abbastanza informazione dai Digimon sconfitti. Alcuni sarà fondamentali averli in squadra per avanzare in determinate aree: ricordiamo, ad esempio, Elecmon, che ci ha permesso di avanzare a una nuova area semplicemente adoperando le sue abilità. Oppure, esistono Digimon che permettono di avanzare per i livelli, come saltando tra un ramo e l’altro e così via. La progressione, dunque, ha un aspetto fondamentale all’interno del gioco. Il valore che ha determina seriamente la vittoria di ciascuno scontro che ci troviamo ad affrontare, e che non possiamo evitare in alcun modo. Le abilità da distribuire, quindi, sono fondamentali: è un gioco in un cui leggere prima di acquisire una nuova skill ha un’importanza reale se si tratta di affrontare le schiere nemiche al suo interno, e soprattutto i vari boss.

Ecco, loro sanno come farsi sentire. Molti di essi si differenziano l’uno dall’altro perché si trovano nelle varie aree del gioco, in biomi mozzafiato e pieni di vita da ogni parte si guardi. Parlando delle missioni secondarie, invece, abbiamo davanti tanti modi per guadagnare soldi da spendere in seguito nei vari negozietti tra il mondo reale e quello digitale. Inizialmente, temevamo che le ispirazioni nei confronti del franchise Persona fossero pronte.

Avevamo paura che l’intera esperienza si concentrasse su Tokyo, una Tokyo che sicuramente ci mancava assai e che Square Enix ha riportato in auge con NEO: The World Ends with You, altro titolone che è l’esatta prova di quanto servano videogiochi con una trama forte e ben realizzata. Prima abbiamo comunque parlato di gestione e, difatti, non manca affatto la possibilità di evolvere e curare a dovere i Digimon nella Digifattoria, un luogo molto sereno e pacifico in cui dare loro da mangiare e accudirli come si preferisce per rafforzarli. Oltre a rafforzarsi, si instaura anche un bel rapporto di fiducia, che sblocca poi delle opzioni in più nel sistema di combattimento. Già, rispondere ai Digimon migliora il vostro rapporto con loro: vi consigliamo di farlo spesso. Da una parte può esservi di grande aiuto, mentre da una parte… be’, chi non risponderebbe “Ti voglio bene” a un Digimon?

digimon
Il sistema di combattimento a turni è coinvolgente e divertente.

Una storia buona e matura

Cambiare il destino, migliorarlo e sperare che funzioni. È questo lo stilema narrativo su cui si sorregge l’intera storia di Digimon Story Time Stranger. Il tessuto del tempo e delle dimensioni è ormai deteriorato e l’unico modo per salvare il mondo è stringere dei legami duratori e salvare ciò che separa la realtà dalla finzione. La storia, che non possiamo rivelare per non rischiare spoiler, è intensa e ben raccontata, con una scrittura certamente semplice ma che potrebbe sicuramente piacere molto agli appassionati del franchise e ai giocatori in cerca di una storia che non tradisca le aspettative.

Il tasto dolente è, sfortunatamente, l’esplorazione del mondo di gioco. Digimon Story Time Stranger è molto lineare da questo punto di vista e, pur proponendo una vasta gamma di missioni secondarie, non porta mai a esplorare tutto ciò che vi è attorno, nonostante il bestiario piuttosto vasto all’interno dell’intera proposta ludica del team. Stiamo parlando di 999 creaturine digitali da sbloccare e cercare e, salvo nuove sorprese e aggiornamenti (o a DLC futuri), chissà se il numero non possa aumentare considerevolmente. Lo abbiamo testato a fondo su una PlayStation 5 (piattaforma di riferimento per la nostra recensione), trovandoci davanti un videogioco esente da problematiche relative all’aspetto tecnico. La grafica è anche piuttosto buona e ben gestita, con dei bellissimi colori a offrire in modo preciso e appassionato dei panorami piuttosto inediti e spettacolari alla vista. Fa un po’ specie pensare che sia bloccato tutto a 30 frame al secondo, e ciò dimostra che un impegno maggiore verso questo aspetto si potesse anche fare.


Pur non inventando la ruota, Digimon Story Time Stranger è una produzione fresca e divertente, che prende il meglio dagli JRPG moderni per realizzare un’opera di buonissima caratura e valore. Ciò che ci è piaciuto molto è la gestione dei mostriciattoli evolutivi per eccellenza, che riesce a condensare al meglio tutte le energie e le volontà del team in modo preciso e unico. Peccato per il lock a 30 fps, ma ormai ci abbiamo fatto il callo per determinate produzioni.