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Netflix: vuole un “Head of Gen AI” per i suoi videogiochi

Netflix non si limita più a produrre serie tv, film e giochi mobile “per passare il tempo”: ora vuole anche un capo supremo dell’AI generativa. In un annuncio di lavoro pubblicato online, l’azienda cerca un “Head of Gen AI” che guidi la strategia e l’applicazione di questa tecnologia nel suo comparto gaming. Il ruolo, come descritto nell’offerta, è tutt’altro che banale: si tratta di sperimentare nuove forme di gioco basate sull’AI, capire dove questa aggiunge reale valore all’esperienza e persino influenzare il pensiero più ampio di Netflix sull’argomento. In pratica, sarà una posizione a metà tra visione tecnologica e creatività pura. L’offerta economica? Tra i 430.000 e gli 840.000 dollari l’anno. Una cifra da capogiro che conferma quanto la compagnia punti seriamente su questa direzione.

Non è la prima volta che Netflix parla apertamente di AI nel gaming. Già l’ex VP di GenAI per i giochi, Mike Verdu (oggi non più in azienda), dichiarava che si tratta di una tecnologia “trasformazionale” in grado di accelerare lo sviluppo e di sbloccare esperienze inedite per i giocatori. Il futuro, quindi, sembra fatto di dialoghi generati, quest dinamiche e chissà, magari anche serie interattive guidate da algoritmi. Ma il rischio è dietro l’angolo: streamline dei costi e giochi più “standardizzati” se l’AI diventa la scorciatoia per tagliare team creativi. Netflix, intanto, continua a cercare il suo spazio nel mercato dei videogiochi, dopo le prime esperienze mobile e qualche esperimento legato alle sue IP più famose. Se questa mossa pagherà davvero o sarà solo hype da Silicon Valley, lo scopriremo presto.

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