GTA VI rinviato e il popolo insorge. Ma che fretta c’è?

Come ampiamente prevedibile, l’annuncio del rinvio di GTA VI (Grand Theft Auto VI) al mese di novembre del 2026 ha sollevato un polverone scontato, ma non per questo giustificabile. Sui social, nelle community e nei forum dedicati, la reazione di molti giocatori non si è infatti convertita solo in delusione, ma anche in accessi di rabbia declinata in accuse a dir poco eccessive. Se per molti Rockstar Games starebbe “prendendo in giro il pubblico” e “mancando di rispetto ai fan”, alcuni sono arrivati persino a ipotizzare che la posticipazione del lancio nascerebbe dall’intenzione di “lucrare ancora un po’ sulla carcassa di GTA V”. Una teoria, quest’ultima, al limite del delirio cui sono andate accodandosi ingiurie di ogni tipo.

Il comunicato ufficiale con cui Rockstar Games ha specificato che lo slittamento del gioco dipenda dalla volontà di fornire ai fan della serie il prodotto che si aspettano e che si meritano.

Pur mettendo da parte le congetture più demenziali, l’idea che la major Newyorkese si prenda gioco dei suoi cultori risulta ingenerosa al punto da spingerci a rimarcare un dettaglio che pare essere ormai sfuggito ai più, ovvero, che Sam Hauser e soci non siano esattamente al lavoro sul sequel di Bee Simulator. Dati alla mano, stiamo in effetti parlando del videogame più ambizioso di tutti i tempi sia in ottica concettuale che economica, sul quale gravano tra l’altro aspettative globali senza precedenti. Va pertanto da sé che l’entità della posta in gioco non consente alcun margine di errore, giacché un debutto che risultasse condizionato da sbavature anche minime potrebbe maturare conseguenze drammatiche per il futuro dell’azienda. Ben consci di aver speso tanto da non potersi permettere i tempi di restauro che hanno trasformato in cigno brutti anatroccoli come Cyberpunk 2077 e No Man’s Sky, gli sviluppatori si ritrovano in tal senso costretti a prolungare le fasi di testing fin quando sarà necessario, anche se ciò dovesse irritare ulteriormente i fan più impazienti. Nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto al Day One, sappiamo del resto tutti che le ritorsioni del popolo sarebbero ben peggiori. Piuttosto che inveire contro un team che sta lavorando alacremente al fine di garantire la migliore esperienza di gioco possibile, il popolo dovrebbe tuttavia interpretare il rinvio del debutto come una stoica assunzione di responsabilità.

Ingiurie, accuse deliranti, inviti al boicottaggio: la reazione di una parte dei GTA fan è stata piuttosto infantile e, di certo, non conforme agli standard di maturità che ci si potrebbe attendere dal pubblico di un medium così affermato.

Nell’unica industria dell’entertainment in cui venga ritenuto accettabile distribuire prodotti difettati o incompleti, l’idea che un producer sia disposto a prendere una decisione impopolare in nome della qualità costituisce in realtà un segnale nobile, da cui non dovrebbero trarre insegnamento solo le altre aziende, ma anche gli utenti. A ben vedere, la vera mancanza di rispetto nei confronti del pubblico consiste infatti nel distribuire sul mercato titoli fallati, salvo poi delegare alla consueta serie di patch il compito di ultimarli. Giusto a riguardo, è utile precisare che, rimandando il lancio di GTA VI, Rockstar Games sarà l’unica a rimetterci, perché il delay comporterà spese supplementari che non verranno coperte da coloro che avrebbero acquistato a prezzo pieno un gioco spedito a scaffale con l’etichetta dei lavori in corso ancora appiccicata in cover. Rinunciare alla spregiudicata monetizzazione del prodotto in development significa dunque gridare al mondo che la qualità non si improvvisa e che non esistono compromessi accettabili a riguardo, pena la perdita credibilità di un business che sta speculando da troppo tempo sull’incompiuto.

E allora smettiamola una buona volta di battere i piedi come bimbi gridando: “quando esce?!” e iniziamo invece a chiederci che fretta ci sia. Per avere il GTA VI che vogliamo davvero ci vorrà il tempo che ci vorrà e se questo volesse dire attendere anche il 2027, toccherà farsene una ragione. Nel frattempo, troveremo di certo qualcos’altro a cui giocare per ingannare l’attesa.

GTA 6 Grand Theft Auto VI

Attivamente Impegnato nel settore editoriale dal 2003, ha scritto per le più note riviste videoludiche italiane, concentrandosi spesso nell'area Retrogaming. Dopo aver pubblicato il saggio Storia delle Avventure Grafiche: l’Eredità Sierra, ha svolto ruolo di docente universitario in tema di Storia del Videogame ed è attualmente impegnato col medesimo ruolo nel Corso di Giornalismo Videoludico di VGMag.