Hideo Kojima: il genio tutto d’un pezzo che ha paura della politica

Hideo Kojima

Ce l’eravamo immaginato un po’ diverso il caro Hideo Kojima e, forse, nella logica distorta dell’idolatria, molti gli avevano riconosciuto qualità improprie. Al primo incontro ravvicinato col mondo della cultura italiana, nella sue declinazione più pop, il visionario autore di Metal Gear Solid e Death Stranding, si è invece rivelato molto meno audace di quanto i suoi trascorsi professionali ci avevano lasciato intendere. Passato alla storia come una personalità tanto integerrima da non accettare alcun compromesso, Hideo-Sensei era in effetti uscito sbattendo la porta da ogni realtà professionale che avesse provato ad imporgli veti di sorta, alimentando il mito di un autore con la A maiuscola, di quelli che amano correre rischi di ogni tipo pur di tener fede alle proprie idee. Alla fine, è tuttavia bastato l’incontro fortuito col nostro Zerocalcare e il galeotto selfie che ne è scaturito in quel di Lucca per precipitarlo in una crisi ideologica dai tratti isterici che l’ha visto prima adoperarsi al fine di eliminare l’immagine incriminata da tutti i suoi canali sociali e quindi impegnato a rilasciare una dichiarazione a riguardo. Manco l’avessero pizzicato a far cin-cin con Jeffrey Epstein, egli ci ha tenuto infatti a dire che no, lui quell’uomo non lo conosceva e non era neanche al corrente di ciò di cui su occupasse… Come se realizzare fumetti a sfondo sociale equivalesse a trafficare chissà cosa.

Il comunicato di Kojima Productions parla chiaro, specificando che l’incontro tra i due è stato di carattere del tutto fortuito e che, non essendo a conoscenza dei lavori di Zerocalcare, dei rispettivi contenuti, né tanto meno delle sue “posizioni politiche”, Hideo non avesse certo intenzione di esprimere alcuna solidarietà o supporto a riguardo.

Ma cosa potrebbe mai aver spinto un genio dalla personalità così granitica come Hideo Kojima a prendere distanze tanto rigide dal noto fumettista italiano? Allo stato attuale delle cose, vi sono diverse teorie. Secondo alcuni, il solo sospetto che le inclinazioni politiche di quest’ultimo potessero in qualche modo tradire una sua eventuale simpatia per temi e posizioni tanto vicine alla sinistra da risultare compromettenti. A questo punto ci sarebbero margini per aprire una lunga riflessione volta a comprendere meglio i motivi per cui molti vip di ogni levatura appaiano terrorizzati anche dalla sola prospettiva di essere avvicinati a questa o quella corrente politica, ma finiremmo col diluire il senso ridicolo dell’intera faccenda. È in tal caso preferibile approfondire meglio la dinamica di una reazione alquanto eccessiva ad un incrocio fugace con un autore magari sensibile a certe tematiche, ma non per questo tacciabile di essere un reazionario marxista. Oltre a collaborare da anni con Netflix, la quale non è certo il segretariato del PCC, Zerocalcare si sarebbe del resto fatto notare più per le sue posizioni antifasciste e lesive dei diritti umani che per un suo ipotetico tentativo di portare acqua al mulino di un Partito Comunista che, tra l’altro, in Italia, nemmeno esiste più.

In un contesto equilibrato, non saremmo probabilmente tenuti a spiegare quanta differenza vi sia tra condannare il fascismo e aderire agli ideali bolscevichi. Visti i tempi che corrono, si rende ad ogni modo necessario sottolineare che la stigmatizzazione di ogni atteggiamento accomunabile a metodologie fasciste rientri più nell’ottica di un trasversale buon senso che possa pertanto vantare anche radici democratiche, moderate e persino di centro destra. Ciò precisato, possiamo affermare che se il Maestro si fosse preso la briga di informarsi meglio, piuttosto che abbandonarsi subito a un’opera di censura degna della cancel culture più oltranzista, il tutto avrebbe potuto tranquillamente risolversi in un semplice incontro tra due autori di successo: un artista tanto capace quanto mite come Zerocalcare e un game director che ha spesso dimostrato di possedere risorse intellettuali e culturali tali da non dover affatto temere “contaminazioni” di alcuna sorta.

Lucca Comis 2025 – Ed ecco la foto dello “scandalo” in tutto il suo insostenibile peso politico.

Nel trambusto che è seguito a questo goffo “incidente diplomatico”, si è logicamente detto molto altro. Sorvolando senza rimpianto sui consueti deliri da stadio che vedevano i seguaci del Kojimanisimo riversare su Zerocalcare tutto il loro disprezzo per aver leso la maestà del proprio Guru, è interessante notare che in base a voci ben più autorevoli, Hideo avrebbe preso le distanze più dal fumetto che figurava nello scatto che dall’orientamento politico del suo autore. Essendo però quel lavoro (Kobane Kalling del 2015, NdR) incentrato sulla triste vicenda Curda e costituendo esso una ferma condanna dell’oppressione esercitata su questa minoranza etnica da parte dell’ISIS, il comportamento di Mr. Death Stranding sarebbe ancora più incomprensibile. Parimenti, stupisce sentir dire anche che Hideo il Visionario sarebbe stato invece spinto ad agire in questo modo in previsione di eventuali ritorsioni che avrebbero potuto ostacolare il proprio operato una volta rientrato in Giappone. Per quanto l’attuale governo nipponico non possa essere certo definito “liberale”, fatichiamo in ogni caso a credere che possa davvero bastare una foto per mettere a repentaglio i progetti di uno dei rispettivi patrimoni nazionali. Molto più probabile che le sue azioni siano pertanto frutto del timore che, prima o poi, qualcuno potesse anche solo rimproverargli l’ardire di essersi concesso uno scatto con un tizio che, al contrario di lui e come giusto che sia, della politica non hai mai avuto paura.

Quale che sia la ragione, non possiamo che prenderne atto della condotta del Maestro e fargli addirittura delle scuse: a forza di studiare le sue opere ed elogiarne il valore etico, avevamo finito erroneamente per credere che il rivoluzionario fosse lui.

Attivamente Impegnato nel settore editoriale dal 2003, ha scritto per le più note riviste videoludiche italiane, concentrandosi spesso nell'area Retrogaming. Dopo aver pubblicato il saggio Storia delle Avventure Grafiche: l’Eredità Sierra, ha svolto ruolo di docente universitario in tema di Storia del Videogame ed è attualmente impegnato col medesimo ruolo nel Corso di Giornalismo Videoludico di VGMag.